Anime & Manga > D.Gray Man
Ricorda la storia  |       
Autore: ElPsyCongroo    24/12/2012    0 recensioni
E se fosse stata Lenalee a trovare Allen mentre si esibiva nella piazza di quella città?
Tratto dalla storia:
"Sono un clow, è questo il mio mestiere. Io devo far sorridere e ridere la gente. Sono buffo, sono goffo, ma è questo il mio mestiere. Posso essere deriso, umiliato, ma non importa. Continuerò con il mio mestiere, continuerò con il mio lavoro, così riuscirò a far ridere anche te, mia…"
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Walker, Lenalee Lee | Coppie: Allen/Lenalee
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pierrot

~Primo Atto~

 

Sono un clow, è questo il mio mestiere. Io devo far sorridere e ridere la gente. Sono buffo, sono goffo, ma è questo il mio mestiere. Posso essere deriso, umiliato, ma non importa. Continuerò con il mio mestiere, continuerò con il mio lavoro, così riuscirò a far ridere anche te, mia…

 

POV Lenalee

Anche se l’avevano mandata in missione da sola sapeva che c’era qualcuno, qualche Third probabilmente, nascosto tra i semplici passanti, nei vicoli bui o tra la folla. Non si fidavano di lei. E come potevano? Sapevano che per lei Allen era troppo importante, che avrebbe fatto qualunque cosa per salvarlo, che non l’avrebbe mai riconsegnato all’Ordine se lui non l’avesse voluto.

 “Quello stupido, perché deve comportarsi così? Non lo sopporto, perché non può tornare a casa?” Ci aveva pensato molto spesso in quel periodo, ma in realtà la sapeva la risposta, anche se non voleva ammetterlo. Per quanto odiasse l’Ordine quella era comunque la loro Home, la loro casa, quindi, fiducia o meno, doveva andare avanti nella sua missione e ritrovare Allen, pur sapendo di essere sotto stretto controllo, spiata dai Third.

Il problema maggiore era che loro credevano che lei sapesse dove si trovasse Allen, ma in realtà non ne aveva assolutamente idea, e questo non faceva che aumentare la sua rabbia e nervosismo. Però doveva capire che Allen l’aveva fatto per lei, per difenderla e proteggerla, perché se le avesse detto qualcosa lei se lo sarebbe fatto sfuggire sicuramente ed allora avrebbero cominciato ad interrogarla. Lui era stato interrogato in passato, sapeva che voleva dire, non voleva che Lenalee subisse la stessa sorte.

Quindi ora Lenalee si ritrovava a vagare in borghese per le vie di quella città che non conosceva minimamente. Era stata una decisione dell’Ordine farla vestire in modo semplice, senza la solita uniforme da esorcista, per essere meno riconoscibile. Però a lei faceva molto strano: non si era mai vestita con semplici abiti da civile, o comunque al massimo quando era moto piccola, prima di essere portata a forza nell’Ordine ed essere rinchiusa lì. Si girò a guardare una vetrina così da poter vedere il suo riflesso: una semplice maglia a maniche lunghe nera coperta da un lungo cappotto scamosciato foderato di pelliccia finta che orlava le maniche e il fondo, una gonna scozzese pesante che le arrivava fin sopra il ginocchio, collant neri spessi, cappello guanti e sciarpa di lana bianchi e hai piedi delle semplici ballerine rosse, in pandant con i bracciali della sua Innocense. Suo fratello si era quasi messo a piangere a vederla vestita così, nel suo solito modo esagerato. Temeva che le potesse succedere qualcosa visto che non usava l’uniforme, ma quei vestiti erano fatti dello stesso materiale delle loro divise, quindi non c’era niente da temere.

“Sembro un’altra persona, chissà cosa direbbe se mi vedesse vestita così…” Lenalee appoggiò una mano alla vetrina, quasi a voler controllare che quello fosse davvero il suo riflesso. Avvicinò anche il volto per assicurarsi che il cappello fosse messo bene, così che il suo fiato si condensò sul vetro a causa dell’aria gelida. Scostò il volto e tornò a guardarsi a distanza. Era talmente persa a guardare il suo riflesso così strano e nuovo per lei che il rumore della porta che si apriva la fece sobbalzare ed emettere un piccolo urletto.

-Mi perdoni signorina, ma la vedevo così intenta a guardare quell’abito che ho pensato che le piacesse e che le farebbe piacere entrare a provarlo. Se non ha abbastanza soldi per comprarlo non si preoccupi, siamo sotto Natale, uno sconto glielo posso anche fare.- Il negoziante le guardava con un sguardo incoraggiante e la testa lievemente piegata verso l’interno del negozio, come a farle un cenno ad entrare. A quel punto Lenalee si girò di nuovo verso le vetrina e vide un vestito invernale indosso ad un manichino. Non ci aveva fatto minimamente caso, non l’aveva neanche visto, ma adesso che lo osservava doveva ammettere che era davvero bello.

-Grazie, entro volentieri- disse ed entrò seguita dal negoziante e dallo sguardo dei Third che si chiedevano che diavolo stesse facendo quell’esorcista in un negozio di vestiti.

 

POV Allen

-Ma ti pare?!?! Fa un freddo boia là fuori, non vorrai davvero che mi esibisca su un pallone in mezzo alla neve! Cadrò di sicuro e come minimo perderò un dente e qualche costola senza contare che non otterrò di certo soldi in cambio!-

-Non so se hai capito ma non mi interessa quello che pensi tu! Siamo sotto Natale, è la vigilia, le persone sono più buone e più vogliose di spendere! Fidati, di sicuro ci sarà qualcuno a vederti e ormai dovresti saperlo, anche se cadi alla gente piacerai comunque, perché è proprio questo che ci si aspetta da un clown su un pallone: che cada! Ed ora fuori, regala un sorriso a tanti bambini così da guadagnare tanti soldini!- e detto questo se ne andò, lasciando Allen con in mano l’enorme pallone e lo sguardo carico di rabbia rivolto alla sua schiena.

“Direttore di merda, non sa altro che fare lo schiavista… Sono io quello che si merita un regalo, domani è il mio compleanno e nessuno ci pensa! Ah già, probabilmente è perché non l’ho detto a nessuno. Anche all’Ordine gli unici a saperlo erano quei due deficienti, alcuni della sezione scientifica, Komui e Lenalee… ” Allen strinse forte il pallone a sé imponendosi di piangere o di fare qualunque altra cosa. Ormai non poteva più tornare all’Ordine, era un traditore, non era più un esorcista, anzi, veniva cacciato da essi, anche se non era un Akuma o un Noah. Non ancora almeno. Infatti i momenti in cui Neah prendeva il sopravento su di lui continuavano ad aumentare, ed era sempre più difficile resistere.

-Vabbeh, basta, pensarci non serve. Tanto non mi troveranno mai qui sperduto a lavorare in un circo. Ora è meglio che andiamo Tim, altrimenti chi lo sente il capo?- e seguito dal suo golem Allen andò a prepararsi, a truccarsi il volto di bianco, ad indossare la solita maschera fatta di trucco rosso, bianco e nero ed il grande costume bianco da clown.

-Io sono un clown, il mio mestiere è far ridere… Io sono un clown, il mio mestiere è far ridere… Io sono un clown, e il mio nome è Pierrot.-

 

POV Lenalee

Aveva perso parecchio tempo dentro quel negozio. Oltre ad essersi comprata il vestito aveva preso anche un piccolo regalo per Allen, nel caso l’avesse trovato. In fondo il giorno dopo sarebbe stato il suo compleanno, di sicuro non l’aveva detto a nessuno, perciò lei sarebbe stata l’unica a fargli un regalo.

Ora Lenalee si trovava di nuovo nelle vie di quella grande città, senza una destinazione precisa. Si guardava intorno sorridendo mestamente, provando un po’ di invidia per quelle persone che ridevano spensierate con le loro famiglie, i loro amici, i loro amanti… Vedere le coppiette che scherzosamente si baciavano sotto il vischio, i ragazzi che si lanciavano palle di neve, i bambini che sorridevano felici all’uomo vestito da Babbo Natale la rendevano un po’ triste. Lenalee avrebbe tanto desiderato poter vivere così, con le gioie e i dolori di ogni giorno che una normale vita ti portava. Voleva aver potuto piangere da bambina per un ginocchio sbucciato,  voleva poter andare a divertirsi con gli altri e giocare a palle di neve, voleva baciarsi sotto il vischio con lui

Lenalee divenne rossa al solo pensiero e si riscosse concentrandosi sulla musica, gli applausi e le risate che sentiva provenire da una piazza. Incuriosita si fece largo tra la folla li riunita e sgranò gli occhi davanti alla scena a cui assisteva: un clown vestito di bianco, con il viso truccato dello stesso colore. Era pelato, con i capelli solo intorno alla nuca, e sulla testa teneva in equilibrio una pallina. Il trucco rosso tracciava due linee su entrambi gli occhi, gli colorava la punta del naso e gli dipingeva un grande sorriso intorno allo bocca. Si stava esibendo in un inchino di fine spettacolo, ancora in piedi su una grande palla, con una gamba ed un braccio faceva girare dei cerchi e con l’altro braccio piegato davanti al petto  reggeva un cilindro, a mimare gli inchini dei gentelman. Il clown sollevò il viso e scrutò il suo pubblico allargando il suo sorriso.

La ragazza era incantata: guardare quel clown le dava una strana sensazione, le veniva da piangere, ed uno strano presentimento iniziava a prendere vita dentro di lei. Il clown faceva cenno a tutti con la testa a mo di ringraziamento e quando il suo sguardo si posò su di lei i suoi occhi si spalancarono in una sguardo di grande sorpresa e, forse, un po’ di tristezza e paura. Quel contatto non durò a lungo però; un ragazzino stupido che si trovava a pochi passi da Lenalee lanciò un sacco in pieno viso al povero clown. Quest’ultimo cadde dalla palla e sbattè violentemente la testa sulla strada. Un silenzio rotto solo dal pianto di alcuni bambini spaventati fece da padrone nella folla.

Lenalee guardava con crescente apprensione il corpo immobile del clown e lanciò un gridolino di sorpresa, come il resto del pubblico, quando questi si alzò con un salto, come se niente fosse accaduto. Il sangue gli colava dalla testa, nel punto in cui il sasso lo aveva colpito. Lenalee restò sconvolta dallo sguardo di ghiaccio che lanciò al ragazzino incriminato, ma fu questione di secondi, perché subito scosse la testa in modo frenetico e tornando a sorridere andò dai bambini che stavano ancora piangendo. Gli fece segno di non piangere più e dopo essersi indicato la ferita con una schiocco di dita la fece sparire e al suo posto comparvero tante piccole rose rosse. I bambini ed il resto del pubblico lanciò grida di gioia a apprezzamento, applaudendo fragorosamente.

Lenalee invece era immobile, con le lacrime agli occhi, con la consapevolezza che avercelo davanti non era per niente un bene, ma troppo felice per poter pensare a qualunque conseguenza. Fece alcuni passi verso il clown che tentava senza molto successo di allontanarsi da lei e dopo averlo afferrato per una manica sussurrò un semplice nome: -Allen-.

Il clown si girò e mentre la folla si accalcava attorno a loro per poter lasciare qualche moneta nel cappello del Pierrot fece un piccolo sorriso triste ed anche lui con un sussurro parlò alla ragazza esorcista in lacrime: -Ehi Lena, non piangere, io sono un clown, il mio mestiere è far ridere.-

   

POV Allen

“Merda, e adesso? Proprio lei mi doveva beccare qui? Di certo non posso farle del male per tramortirla, non ne sarei in grado. Non posso nemmeno cacciarla via, la conosco troppo bene, so che non si staccherebbe più da me e mi inseguirebbe ovunque. Ma perché non è stato quel Bakanda o Lavi a trovarmi? Non mi sarei fatto nessun problema con loro! Ahhhh, non è tempo di pensare a quei deficienti, devo pensare a Lena adesso.”

Allen aveva ignorato palesemente Lenalee, prima fingendosi concentratissimo mentre passava tra il pubblico a prendere il proprio guadagno e dopo troppo impegnato a struccarsi e a cambiarsi. Lenalee non gli aveva staccato gli occhi di dosso nemmeno quando erano entrati nel piccolo tendone adibito a camerino per gli artisti del circo. A quanto pareva era anche disposta a vederlo nudo pur di non perderlo d’occhio. Meno male che sotto il costume indossava camicia e pantaloni, altrimenti se per qualche strana ed assurda ragione Komui fosse venuto a sapere che si era cambiato davanti alla sua adorata sorellina come minimo l’avrebbe portato ad una lenta e dolorosa morte.

Quando finalmente finì di cambiarsi si girò a guardare Lenalee. Lei lo guardava con una sguardo carico di gioia, tristezza e rabbia insieme ed inoltre sembrava un po’ confusa, incerta, come se non fosse convinta di avere effettivamente Allen davanti.

-Vuoi qualcosa di caldo, Lena? Fa parecchio freddo, una cioccolata calda ti scalderà sicuramente.-

Lenalee fece un solo cenno di assenso con la testa e lo seguì verso le mensa del circo. Ad Allen si stringeva sempre il cuore quando ripensava alla cucina di Jerry. Non che il cibo lì non fosse buono, ma nulla era paragonabile alla cucina di Jerry.

Quando entrarono nella mensa, ovvero uno spazio ricavato in un angolo del grande tendone dove erano stati ammucchiati tavoli, panche e ogni sorta di utensile adatto per cucinare, gli occhi di tutti i presenti si puntarono su di loro. Per fortuna era pomeriggio e la maggior parte degli artisti era in giro a guadagnare soldi o ad allenarsi, ma c’era comunque troppi occhi a fissarli per i gusti di Allen. Decise comunque di ignorarli, non voleva far scenate davanti a Lenalee. Si diressero verso un angolo abbastanza appartato e dopo aver gentilmente chiesto con tono rassicurante a Lenalee di aspettarlo lì seduta Allen andò verso il cuoco.

-Ehi Allen, chi è quella? Lo sai che non si possono portare persone esterne all’interno del tendone. Il capo si incazza se la vede.-

-Francamente dubito che possa incazzarsi davanti ad una bella ragazza come lei, no? Comunque è solo un’amica e visto che era da tempo che non ci vedevamo e fuori fa un freddo cane l’ho gentilmente invitata qui. Ora potresti prepararci due cioccolate?-

-A me sembra più un cucciolo spaventato. Ti fissa come se fossi l’unica cosa che la mantiene ancora lucida.-

Allen si girò ad osservarla. Molto probabilmente lei non aveva neanche notato gli sguardi che gli altri continuavano a lanciargli dato che continuava a fissarlo. -Tsk, non è un cucciolo spaventato. È molto più forte di quello che sembra. Sarà innervosita da ‘sti coglioni che continuano a fissarla.-

-Deforme sfigurato di merda, chi hai chiamato coglioni?- Allen si girò con noncuranza verso colui che gli aveva rivolto delle parole tanto dolci. Era un uomo enorme, il tipico uomo pieno di muscoli che quando si esibisce al circo spacca oggetti a testate.

-Te e tutti gli altri che fissano la mia ospite come se non avessero mai visto un altro essere vivente a parte loro o, come molto probabilmente è accaduto a te, non hanno mai avuto la possibilità di vedere una così bella ragazza tanto da vicino perché fanno troppo schifo.-

-Chiudi quella cazzo di bocca!- L’energumeno tentò di colpirlo in pieno volto con un pugno, senza successo. Allen lo schivò con estrema  facilità, così come i seguenti colpi. Teneva le mani in tasca e con gli occhi chiusi, arretrando quel tanto che bastava. Dopo l’ennesimo colpo andato a vuoto Allen lo prese per il collo con il braccio sinistro e guardando con calma con il solo occhio sinistro lo sbatté a terra con facilità. 

-Sarà pur vero che ho un braccio deforme e il volto ed un occhio sfigurati, ma di certo non sarò mai battuto da una feccia come te.-

-Feccia sarai tu, mostro del cazzo! Sta tranquilla che ti ammazzo uno di questi giorni, così mi terrò la tua puttanella tutta per me!- Allen si immobilizzò e il suo sguardo si fece di giacchio. Come se un demone dormiente si stesse risvegliando in lui (cosa che stava effettivamente accadendo) i suoi occhi emanarono rabbia allo stato puro mentre delle pagliuzze dorate iniziavano a ricoprire il grigio dei suoi occhi. I capelli bianchi si stavano scurendo, e con essi anche la pelle, ed un ghigno perfetto iniziò a formarti sul suo viso.

-Sai, ti devo ringraziare, quando Allen è emotivamente instabile è più facile uscire.- La voce distorta di Allen mista a quella di Neah era un sussurro, ma bastò a far sbiancare per il terrore il malcapitato. Prima che Allen, o Neah che fosse, potesse fare qualsiasi mossa, Lenalee atterrò in pieno dopo un salto sul petto dell’uomo che li aveva insultati e con un semplice giro tirò un calcio dritto in testa all’ex esorcista. Quest’ultimo fu scaraventato a terra e pian piano il colorito di occhi, pelle e capelli tornò nella norma.

-Insultaci ancora e la prossima volta ti atterro in mezzo alle gambe!- gridò Lenalee a pieni polmoni.

 

POV Lenalee

-Sei uno stupido Allen, hai rischiato di essere licenziato dal circo e non credo proprio che per te sia un bene ora come ora. Ringrazia come si deve il tuo capo, se non sei fuori al freddo è solo grazie a lui.-

-Tsk, è solo perché gli faccio guadagnare troppo che non mi licenzia quello stronzo. Ahi!-

-Da quand’è che sei così sboccato Allen? E non lamentarti, se non ti fossi scaldato tanto e non ti fossi fatto prendere dalla mania di fare l’eroe non ti avrei colpito e a quest’ora non saremmo costretti ricucirti. In più dovresti esserci abituato, con tutti gli Akuma e Noah con cui hai combattuto non mi sembra proprio il caso di fare tante storie per qualche punto.-

-Primo, non c’è paragone tra le due cose. Non che tu non sia brava come infermiera, ma di certo i medici dell’Ordine avrebbero usato qualche roba strana per non farmi sentire male. Secondo, la vita di strada mi ha fatto cambiare. Qui non c’è nessuno che pretenda che io sia un gentelmen, se ne fregano di come parlo. Terzo, e su questo non ti permetto di discutere, quello ti ha dato della puttana, e non mi preoccupo minimamente ad ammettere che se non ci fossi stata tu l’avrei molto probabilmente ammazzato, o come minimo spedito dritto dritto in ospedale.-

Lenalee smise di medicarlo e lo guardò. Con il colpo di prima gli aveva aperto una bella ferita sulla tempia destra, ed erano serviti alcuni punti per fermare l’emorragia. Non che il tipo che l’aveva insultata fosse messo bene: dopo il colpo che la ragazza gli aveva sferrato in pieno stomaco aveva iniziato a vomitare e sputare sangue, e dopo un attimo era svenuto. Dopo un breve istante di silenzio era scoppiato il caos nella mensa: c’era chi urlava, chi piangeva, un non ben definito essere umano (non si capiva infatti se fosse uomo o donna) era addirittura svenuto e molti erano accorsi a vedere più da vicino le due vittime. Allen e il tizio erano a terra, privi di coscienza, il primo che perdeva parecchio sangue dalla testa, il secondo con il volto riverso nel suo stesso sangue e vomito. Ed in mezzo ai due, con aria di sfida, una giovane ragazza, che per quanto fosse minuta era stata capace di stendere i due uomini.

In breve tempo era arrivato il capo del circo e dopo aver chiesto cosa fosse successo tutti si erano messi a raccontare l’accaduto con versione parecchio diverse tra loro, nessuna però che corrispondeva alla realtà. Il capo doveva essere un tipo poco paziente e irascibile, infatti dopo poco tempo aveva fatto tacere tutti e si era rivolto a Lenalee. Lei prima di parlare aveva preteso che Allen fosse portato nella sua stanza per essere medicato, altrimenti avrebbe raso al suolo tutto il tendone, poco importava se ci fossero o meno persone al suo interno. Dopo aver portato il ragazzo nella sua stanza Lenalee raccontò la vera versione dei fatti. L’uomo l’ascoltò senza interromperla ed alla fine del suo racconto la lasciò andare a medicare Allen.

-Primo, sei comunque un bambino, non ha senso lamentarsi per così poco. Secondo, non mi interessa che abitudini hai preso, in mia presenza non parli in quel modo. Terzo,-

-Lena, ti ho già detto che su quello non si discute!-

-TERZO, io mi difendo da sola! QUARTO, se provi a zittirmi un’altra volta ti arriva un altro calcio! QUINTO—

-QUINTO, te ne sei resa conto o no che in quel momento non ero io ma Neah?!? Ti sei resa conto che avrei potuto uccidere tutti, te compresa, solo perché non riesco più a tenere quel bastardo sotto controllo?!? Mi vuoi dire che cazzo ci fai qui?!? Ti avevo chiesto di non seguirmi, di lasciarmi andare, di dimenticarmi, ma come al solito ti sei comportata da egoista e te ne sei fregata di quello che ti ho chiesto e hai fatto quel che cazzo volevi! Ti sei chiesta se io volessi vederti? Ti sei fermata un attimo a pensare a come mi sarei sentito vedendoti?-

-Certo che ci ho pensato, e pensavo, credevo, ero convinta che ne saresti stato felice! È vero, mi avevi chiesto di lasciarti solo, di lasciarti andare, ma come avrei potuto? Io ci tengo a te, non sono venuta a cercarti per egoismo! Anche perché è stato l’Ordine a mandarmi in missione, non sono qui di mia spontanea volontà, ti ho trovato per caso! E scusami se la gioia di rivederti è stata tanto grande da farmi piangere! Ma se ti fa tanto schifo vedermi me ne vado, torna pure a fare il pagliaccio sboccato e mediocre che si esibisce per un circo da quattro soldi!- Lenalee si allontanò di scatto e con violenza dal letto, con le lacrime agli occhi. Era nervosa, arrabbiata, incazzata e triste per quello che era successo. Non credeva che  Allen si potesse comportare così con lei. È vero, forse era stato egoistico da parte sua voler a tutti i costi parlargli, ma era stato più forte di lei, aveva ceduto all’istinto.

Prese la giacca e il resto delle sue cose e uscì dal camerino senza degnare di uno sguardo Allen. Dopo aver percorso neanche qualche metro sentì qualcosa atterrarle in testa. Avvicinò una mano e lanciò un urlo di dolore. Si portò velocemente la mano davanti al viso e guardò con rabbia il piccolo golem dorato che le stava azzannando le dita. –Timcampi! Che diavolo ti è saltato in testa di mordermi così?!? Mi hai fatto malissimo! Staccati subito!- Il piccolo golem allentò un po’ la presa ma non si staccò del tutto, anzi, iniziò a strattonarla verso il camerino di Allen. –Assolutamente no Tim, io me ne vado! Di a quello stupido del tuo padrone che è da codardi mandare il proprio golem a convincere una ragazza!-

-Tim!- Proprio in quel momento Allen uscì dalla sua stanza reggendosi a fatica allo stipite della porta mentre con una mano si teneva la testa dolorante. –Tim, torno qui subito, mi hai sentito? Chi ti ha detto di uscire dalla stanza? Lo sai che se ti beccano son cazzi, come glielo spiego che ho un golem tutto mio? Fila dentro, e guai a te se esci un’altra volta, alla prossima ti rinchiudo in una scatola! Veloce!- Timcampi, che sembrava abbastanza spaventato, si nascose dietro Lenalee, e con le sue piccole manine tentava di spingerla verso Allen. –TIMCAMPI!- Allen urlò di nuovo al piccolo golem, spaventandolo ancora di più. Subito dopo Allen perse le poche forse rimaste, cadendo a terra un il viso piegato in una smorfia di dolore. Lenalee corse verso di lui dimenticandosi completamente della rabbia che aveva fino a poco prima.

-Allen? Ehi Allen, che hai? Ti fa male la ferita?- Lenalee gli scostò lievemente la mano che premeva forte sulla tempia e vide la benda sporca di sangue. –Allen, stai sanguinando! Dovevi restare sdraiato, non fare sforzi stupidi. Su, fatti forza, ti riporto a letto, e niente obbiezioni. Con non poche difficoltà Lenalee portò Allen al suo letto e lo fece sedere lentamente, facendogli poggiare la schiena al muro. Delicatamente gli tolse la benda sporca di sangue e guardò la ferita: alcuni punti erano saltati.

-Scusami Allen, la ferita si è riaperta, ora dovrò ricucirla, ma farò il più delicatamente possibile, ok?- Allen non rispose, aveva il viso voltato di lato e teneva lo sguardo basso. Lenalee cominciò a disinfettargli la ferita tamponando gliela piano e poi passo a ricucirgliela. Ogni tanto vedeva una smorfia di dolore sul viso di Allen, allora si fermava e aspettava qualche secondo prima di riprendere. Quando finì lo bendò nuovamente ed infine rimase a fissarlo, incerta sul da farsi. Quando finalmente decise di andarsene Allen allungo la mano e tirandola per un braccio la fece cadere sul letto, tra le sue braccia.

Lenalee avvampò e tentò di divincolarsi da quell’abbraccio improvviso ma Allen la stringeva sempre di più. Lenalee si fermo e lo guardò in viso, spalancando gli occhi dalla sorpresa. -Scusami Lena, scusami! Ti supplico, non voglio perdere anche te! Perdonami, perdonami, perdonami…- Allen stava piangendo, il viso disperato affondato nei capelli di Lenalee. –Ho sbagliato, scusami, non dovevo prendermela con te. Quando mi sono ripreso e mi sono reso conto di quello che avevo fatto ho avuto paura. Se ti avessi fatto del male non mi sarei mai perdonato.-

-Dai Allen, rilassati. Lo so che hai paura, ma non devi. Io lo so che non mi farai mai del male, anche se Neah tenterà di fartelo fare. Tu sei forte, riuscirai a trovare un modo per scacciarlo. Perciò non devi avere paura, ok? Tu non mi farai mai del male.- Lenalee si distanziò leggermente da lui e lo guardò con dolcezza. Allen la guardò a sua volta, mentre altre lacrime gli rigavano il volto. Lenalee gliele asciugò con dolcezza lasciando una mano posata delicatamente sul suo viso. All’improvviso Allen gliela afferrò e gliela baciò con infinita dolcezza. Le sue labbra sfiorarono a malapena il dorso della sua mano. Le baciò anche le dita con la stessa delicatezza, scaldandola con il suo respiro. Quando fini di baciarle la mano la guardò intensamente. Nei suoi occhi grigi non c’era più la disperazione, Lenalee ora vi leggeva desiderio. Lui si avvicinò piano al suo volto, fermandosi ad un soffio dalle sue labbra. –Lena, tu ti fidi troppo di me…- le mormorò a fil di labbra.

Lenalee si sentiva intontita, non sapeva cosa fare, come reagire. Era tentata, troppo tentata di avvicinarsi quel poco che bastava, ma sapeva che se l’avesse fatto non sarebbe più riuscita ad andarsene e a lasciarlo. –Scusami Allen, non posso.- Lenalee si staccò da lui, interrompendo quel contatto che tanto l’aveva stordita. –Ora devo andare. I Third mi staranno cercando, se ti trovano saranno guai seri. Mi dispiace averti creato problemi.- Era già sulla soglia della porta quando la voce di Allen la fece fermare nuovamente. –Vieni ancora domani. Solo domani, poi potrai tornare all’Ordine. Faremo un grande spettacolo per Natale, vieni a vedermi. Vederti sarebbe il regalo di compleanno più bello che potresti farmi.- Lenalee si morse le labbra per trattenere le lacrime. Sentiva una strana sensazione, le sembrava quasi un addio quel momento.

-Ok, ci sarò- disse infine e se ne andò prima che Allen potesse dire qualunque altra cosa.

 

 

Nota d’autrice: ed eccomi con la mia seconda fanfic di D.Gray-man, dedicata al mio amato Allen per il suo compleanno. Ci sarà il secondo ed ultimo capitolo già domani, spero che sarete in molti ad assistere allo spettacolo dedicato al nostro Pierrot. A domani spiegazioni e commenti, ed auguri in anticipo a tutti. ElPsyCongroo     

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D.Gray Man / Vai alla pagina dell'autore: ElPsyCongroo