Libri > Il diario del vampiro
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Autore: Little Redbird    24/12/2012    9 recensioni
Essendo questa una storia scritta parecchio tempo fa, non è una delle mie migliori - soprattutto nella grammatica -, non la revisiono perché ho in corso la sua versione Originale - I ricordi restano - che trovate nel mio profilo :)
Damon la guardò allontanarsi in tutta fretta. Gli aveva lanciato una sfida, lui l’aveva accettata volentieri. Quella ragazza di fuoco -era quello che gli era sembrata, con i capelli di fiamma, le guance rosse per la corsa e l’imbarazzo, e le labbra color fragola- credeva davvero che non l’avrebbe riconosciuta solo perché sarebbe stata mascherata? Se non l’avesse riconosciuta per i lunghi capelli rossi, l’avrebbe sicuramente riconosciuta per il suo profumo di frutti di bosco. I canini premettero contro le gengive per venire fuori, avrebbe avuto il suo sangue. Quella notte stessa, si ripromise.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore, Elena Gilbert/Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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25. Principessa guerriera.
 
 
C'è un momento in cui devi decidere: 
o sei la principessa che aspetta di essere salvata, 
o sei la guerriera che si salva da sé.
 
 
Bonnie aprì lentamente gli occhi ed osservò il viso preoccupato di Damon. << Cos’è successo? >> chiese tirandosi a sedere sul letto.
<< Hai avuto una visione >> la informò l’altro con voce cupa. << Ho chiamato Stefan, stanno già tornando >>
Bonnie  si accigliò. << Perché, cos’ho detto? >>
Damon strinse la mascella. << Che domani ci aspetta Elijah >>. Sputò fuori quel nome come un insulto.
La rossa spalancò gli occhi e lo guardò impaurita. Di certo il vampiro aveva un tempismo perfetto, visto che arrivava proprio quando le cose andavano bene. << Che cosa faremo? >> chiese impaurita. 
Damon si alzò dalla sedia che aveva portato vicino al letto, le braccia lungo i fianchi e le mani serrate a pugni. << Combatteremo >> promise.
<< No, Damon. Andrò con lui se è questo che vuole >>
Damon la guardò come se gli avesse rivelato di essere un uomo. << Mi pendi in giro? >> le chiese attonito. <>
Bonnie si sentì tremendamente in colpa per il dolore che aveva percepito in quelle parole. << Lo farei se servisse a salvarti >>
<< Non ho bisogno di essere salvato! >> esclamò allargando le braccia. Si avvicinò a lei e portò il viso a pochi centimetri dal suo. << Non provare a lasciarmi >> le intimò guardandola con uno sguardo carico di dolore.
Bonnie lo guardò con tutto l’amore che provava. << Va bene >> mentì.
Damon la guardò esasperato. << Vestiti, sono arrivati gli altri >> le disse, poi uscì dalla stanza e corse all’ingresso per raggiungere suo fratello.
Bonnie si alzò e si diresse in bagno. Si guardò allo specchio; era pallida più del solito e il sangue secco sul collo accentuava ancor di più il pallore del suo viso, e anche la camicia di Damon si era macchiata, la sfilò senza sbottonarla, legò i capelli in una coda alta e si infilò nella doccia. Si sentì un po’ meglio grazie all’acqua calda ma i pensieri non le davano tregua, riusciva solo a pensare al fatto che l’indomani avrebbe dovuto affrontare l’uomo - il vampiro - che le aveva rovinato l’esistenza. Non riusciva a credere che un essere tanto forte come Elijah le facesse tutto quel male solo perché aveva rifiutato di dargli metà della sua anima, per quanto potesse non piacergli l’idea dell’inferno, non poteva essere solo per quello che la voleva. Ma allora cosa vuole?, si chiese stanca. Avevano appena dimostrato che la leggenda, la quale diceva che i poteri del vampiro che riceveva l’anima fossero aumentati, era falsa, quindi cosa poteva spingere un vampiro Antico a perseguitare due ragazzi per secoli e secoli? La vendetta? Anche il più vendicativo degli uomini si sarebbe stancato dopo un po’, anche perché - loro malgrado - continuava ad ucciderli senza alcuno sforzo.
Scosse la testa; non avrebbe mai capito la logica di un vampiro pazzo.
Uscì dalla doccia e si asciugò in fretta, infilando poi il suo pigiama bianco con i panda; sebbene i pantaloncini fossero molto corti, erano di certo meglio della camicia da notte. Passò in camera sua a prendere le pantofole - due teste di panda - prima di scendere al piano di sotto.
 
 
<< Finalmente! >> esclamò Damon aprendo la porta.
Stefan lo guardò preoccupato mentre tutti gli altri si infilavano all’interno in cerca di Bonnie.
<< Dov’è? >> chiese subito Meredith. 
<< È di sopra >>
<< Sta bene? >> volle sapere Elena. 
<< Ha bisogno di qualcosa? >> domandò in contemporanea la signora Flowers.
<< Sta bene. Sta facendo una doccia, scenderà tra qualche minuto >>
Si rilassarono tutti tranne Stefan e Mutt.
<< Che cosa è successo? Perché volevi che tornassimo subito? >> gli chiese suo fratello.
Mutt fu più diretto. << Che cosa le hai fatto? >> gli chiese minaccioso.
Damon lo ignorò completamente. << Venite tutti dentro e chiudete la porta >>
Si diressero tutti nel salotto ma nessuno si sedette. Erano tesi come corde di violino, e ancora non sapevano niente. << Ha avuto una visione >> spiegò Damon.
<< Cosa ha visto? >> si informò subito Meredith. Lei era quella che sapeva come prendere la rossa durante gli interminabili secondi in cui non era se stessa. Se lei fosse stata in casa avrebbe saputo torcerle più informazioni, mentre lui era stato in grado solo di preoccuparsi a morte.
<< Ha detto che lui ci aspetta domani >>
Stefan guardò l’orologio sul camino. Era mezzanotte e un quarto. << Domani o oggi? >> chiese.
Damon si rese conto solo allora dell’orario. << No >> disse sicuro. << Era prima di mezza notte, è rimasta svenuta per parecchio tempo >>
<< Quindi oggi >> concluse Alaric.
La preoccupazione calò nella stanza sottoforma di assordante silenzio. 
Gli umani nel salotto pensavano a quanto fosse stata breve la loro vita, mentre i due vampiri tanto sfortunati in amore si chiedevano perché dovessero perderlo proprio quando iniziavano ad essere entrambi felici.
Nessuno trovò risposta alle proprie domande, e allora si sedettero. Cosa potevano fare, se non aspettare?
Bonnie li trovò tutti seduti esageratamente composti, con gli sguardi persi nel vuoto o in quello del proprio compagno e capì che stava per succedere di nuovo, stava per vederli morire di nuovo a causa sua. Ma questa volta non sarebbe rimasta a guardare, non poteva permettersi di essere debole ancora una volta.
Damon le si avvicinò e la coprì per metà con il proprio corpo, come se gli sguardi dei presenti avessero potuto consumarla. Le sfiorò i piccoli puntini rossi sul collo e le sorrise mesto. << Stai bene? >>
La rossa annuì.
Il vampiro la portò con sé sulla poltrona di pelle rossa e si sedettero appiccicati l’uno all’altra.
<< Stai bene? >> le chiesero in coro Elena e Meredith.
Bonnie arrossì. << Sì >> disse sorridendo. << Sto bene >>
Damon le passò un braccio intorno alla vita e la strinse a sé in un gesto di possesso.
<< Ce la fai a rispondere a qualche domanda sulla tua visione? >> le chiese Alaric.
La strega annuì sicura.
<< Che cosa hai visto, esattamente? >> le chiese ancora.
Bonnie ci rifletté. << Ho visto lui. Credo che fosse nell’Old Wood >>
<< Ricordi qualche altro particolare? Magari se era solo >> le domandò Stefan.
<< Mh-mh… sì, era solo, credo. Io ho visto solo lui >> disse poco convinta.
<< E cosa mi dici del cielo? Ricordi com’era? >> chiese subito Meredith.
Damon le lanciò un’occhiataccia. << A cosa ti serve sapere com’era il cielo? Posso fare in modo che sia una bella giornata, se vuoi >> le disse ironico.
Meredith lo guardò con un sopracciglio alzato. << Essere il marito della mia migliore amica non ti ha reso molto più intelligente, a quanto vedo >>
<< Questo è un insulto verso di me? >> chiese allibita Bonnie.
<< Smettetela >> gli intimò Stefan. << Bonnie, credo che Meredith volesse sapere se nella tua visione fosse giorno o notte >> spiegò.
Damon le lanciò un’occhiata da ‘ok, sei più furba di me’.
Meredith gli sorrise inquietante.
<< No, la luce era quasi rossa. Credo che fosse il tramonto >> disse Bonnie alzando gli occhi sui presenti.
Stefan annuì. << Bene. Abbiamo qualche ora per studiare un piano >>
<< Dobbiamo riposarci, Stefan >> gli fece presente suo fratello.
<< Ma, Damon, non ne abbiamo il tempo! >>
<< Non so cos’abbia fatto tu, ma io mi sono sposato e ho perso una notevole quantità di sangue, non posso permettermi di andare a combattere come uno zombie >>
Alaric sospirò. << Credo che abbia ragione >> disse. << Siamo svegli da questa mattina e siamo stati impegnati con il matrimonio. Senza contare che il nostro elemento più importante >> continuò indicando Bonnie, << ha passato la serata a condividere il sangue >>
Stefan ci rifletté. << Va bene >> concediamoci qualche ora di riposo, domani mattina penseremo ad un piano >>
<< Io ho già qualche idea in mente >> comunicò Elena. Lei era famosa per i suoi piani A, B, C, e qualche volta anche D, E ed F.
<< Tienila in caldo per domani >> le disse Damon. Poi si alzò, trascinandosi dietro Bonnie, e si avviò verso il piano superiore.
 
 
“ Non so cosa dirti Marge, io non penso alle cose.
Rispetto le persone che lo fanno, 
ma…io cerco solo che il giorno non mi faccia troppo male, 
finché non mi imbacucco nel letto accanto a te "
(Homer J. Simpson)
 
 
Bonnie non poteva credere che Damon le stesse davvero rimboccando le coperte. Il vampiro si era seduto sul letto, vicino a lei, e le stava accarezzando i capelli dicendole che sarebbe andato tutto bene; lei quasi gli credette.
<< Mi dispiace farti passare tutto questo >> gli disse con le lacrime agli occhi.
<< Non è colpa tua >>
<< E invece sì. E mi dispiace, Damon >>
<< Va tutto bene. Ora dormi >> le disse sfiorandole la fronte con un bacio.
Si alzò di malavoglia e si diresse alla porta della camera di Bonnie, spegnendo la luce.
<< Damon? >> lo richiamò.
<< Sì, pettirosso? >> chiese con un sorriso.
Bonnie arrossì improvvisamente. << Ti andrebbe di restare? >> chiese imbarazzata.
Il sorriso di Damon si allargò. << Credevo che non me l’avresti chiesto >> le rispose chiudendo a chiave la porta. Si sfilò in fretta i jeans scuri e la maglietta nera e si infilò sotto le coperte, seguito dallo sguardo imbarazzato di Bonnie.
Restarono a pancia in su a guardare il soffitto, e speravano che dicesse ‘abbracciatevi, siete troppo lontani’.
<< Sai >> cominciò Damon. << Forse, dal momento che siamo marito e moglie, dovremmo dormire insieme tutte le notti >>
Bonnie si voltò a guardarlo. << Mi piacerebbe un sacco >> rispose avvicinandosi.
Damon le passò un braccio sulle spalle, e finalmente si strinsero l‘una all‘altro.
Dopo qualche istante di silenzio, il vampiro ricominciò a parlare. Era stranamente loquace quella notte, ma non se ne preoccupò. << Mi ricordo, uccellino >>
<< Cosa ricordi? >> domandò assonnata lei.
<< Il momento in cui ti ho dato questo soprannome >>
<< E quando sarebbe stato? >> chiese curiosa.
<< Quando ti ho salvata dal veleno degli alberi. Quando mi sono accorto che per me valevi più di tutti gli altri. E quando hai tirato fuori il Damon che avevo sepolto in fondo al cuore >>
Il cuore di Bonnie accelerò i battiti.
<< Quando ti ho dato il mio sangue, ho pensato che era come nutrire un uccellino >> continuò.
<< Sono contenta che te ne sia ricordato >>
<< Nella vita che hai visto durante il coma ti chiamavo così perché mi ricordavi un reattino. Forse ti chiamavo così anche nelle altre vite. Chissà per quali ragioni >> rifletté.
<< Forse un giorno lo scopriremo >> gli disse stringendolo di più.
Damon la osservò per qualche istante e le asciugò una lacrima solitaria dalle guance. << Forse non sarà così difficile >> disse. << Amarti, intendo. Forse non sarà difficile come pensavo >>
Bonnie credette di poter morire di felicità. << Ti amo anch’io, Damon >> gli sussurrò prima di chiudere le palpebre.
Damon sorrise nell’oscurità e le diede un bacio tra i capelli.
 
 
Il mattino dopo il pensionato era in fermento, i suoi abitanti correvano a destra e a manca cercando di racimolare più armi possibili. Dalla camera di Alaric spuntarono paletti di ogni forma e dimensione, balestre, archi e addirittura bombe alla verbena. I due Salvatore si guardarono allibiti, solo in quel momento capivano che erano fortunati ad essere ancora vivi nonostante vivessero in un luogo con un intero arsenale nell‘altra stanza; ma la cosa che più li sconcertava era la sicurezza con cui il professore e la sua ragazza cacciatrice maneggiavano quelle armi.
<< Ci siamo allenati parecchio >> spiegò Meredith.
<< Matt >> disse invece Alaric. << Scegli quello che credi di saper gestire meglio >>
Il biondo si avvicinò ai borsoni e ne studiò il contenuto. Dopo un’attenta valutazione, scelse un’enorme balestra che lanciava paletti lunghi mezzo metro, poi annuì soddisfatto, puntando l’arma verso Damon.
<< Matt >> cominciò Stefan. << Non fare stupidaggini, per favore, non possiamo permetterci di perdere qualcuno >>
<< Con ‘qualcuno’ intende te >> gli fece notare l’altro. << Anche se forse saresti più utile da morto >>
Matt tolse la sicura all’arma. I suoi occhi azzurri, al disopra dell’oggetto scuro, erano concentrati su un punto preciso del petto di Damon.
<< Posa quell’affare, Mutt >> gli intimò questi.
Il biondo diventò livido di rabbia e la sua presa sull’arma vacillò per un istante. << Matt. Mi chiamo Matt, idiota di un vampiro >>
Il ringhio di Damon non prometteva nulla di buono, tutt’altro. Con i canini allungati ed il corpo teso in avanti, il vampiro era pronto a saltare alla gola dell’umano.
<< Che sta succedendo qui? >> chiese Bonnie, permettendo così a Stefan di disarmare il ragazzo.
Matt nemmeno la guardò in faccia, le voltò le spalle e si diresse in cucina.
<< Niente, uccellino >> cercò di tranquillizzarla Damon.
<< Non mi sembrava niente. Stavi per azzannare Matt >>
<< Stava per tirarmi un paletto con una balestra! >> le fece notare.
Stefan si schiarì la voce e mise fine al battibecco. << Sei riuscita a fare quell’incantesimo? >> chiese ad una Bonnie ancora interdetta.
La rossa annuì. << Sì, l’ho fatto >>
La signora Flowers, comparsa subito dopo di lei, intervenne all’improvviso. << Ha fatto un ottimo lavoro! L’incantesimo non proteggerà solo la casa, ma tutta la zona circostante! È incredibile quanto sia forte la nostra Bonnie! >> esclamò euforica.
Tutti si congratularono meravigliati e speranzosi.
<< I suoi poteri sono aumentati grazie al rituale? >> chiese Damon allibito.
La signora Flowers annuì.
<< Anche i miei avrebbero dovuto intensificarsi! >>
Quell’esclamazione, seppur inaspettata, non meravigliò nessuno.
<< Era per questo? Era per accrescere il tuo potere che hai fatto il rituale? >> s’infervorò Stefan.
<< Un attimo. Stiamo calmi >> li interruppe Alaric. << Bonnie, cosa pensi di riuscire a fare? >>
La ragazza guardò Meredith in cerca di conforto. << Sono riuscita a modificare il tempo, come fa Damon >> mormorò insicura.
I presenti si stupirono, soprattutto Damon. Lui sapeva quanto Potere ed energia ci volevano per far sì che il cielo si rannuvolasse o che il vento soffiasse, e non riusciva a credere che la sua piccola Bonnie ci fosse riuscita probabilmente con il minimo sforzo.
<< È grandioso >> si complimentò Meredith. << Ora che sei così forte abbiamo davvero una speranza >>
Le guance di Bonnie si colorarono d’imbarazzo. << Lo spero davvero >> sussurrò.
<< Non capisco >> fece Alaric all’improvviso. << Se tu hai un po’ del Potere di Damon, allora anche lui deve avere un po’ del tuo >>
Tutti si voltarono verso il vampiro.
Damon alzò le sopracciglia. << Sul serio? >> chiese beffardo.
<< Perché no? >>
Il moro sospirò. << Non so far crescere tulipani, se è questo che intendi >>
<< Ci hai provato? >> gli chiese Stefan.
Suo fratello maggiore lo guardò come di solito si guarda uno scarafaggio.
<< Ovviamente non ne sei in grado >> gli disse Alaric. << Quel tipo di magia richiede un profondo legame con la Natura e, beh sai, i vampiri non sono esattamente una cosa naturale >>
<< E allora cosa può fare? >> chiese esasperata Meredith.
Il suo ragazzo scrollò le spalle.
<< Può praticare Magia Oscura >> mormorò la signora Flowers.
<< Che cosa?! >> chiesero in coro.
La donna li guardò con i suoi occhi azzurri spalancati. << Mamà dice che può farlo >>
Damon sorrise diabolico, avvicinandosi alla donna. << E che tipo di incantesimi potrei fare? >>
<< Da solo non farai proprio niente. Il tuo Potere funziona solo se lo usi insieme alla tua strega >>
<< Sta dicendo che possiamo fare degli incantesimi insieme? >> chiese entusiasta Bonnie.
La signora Flowers sorrise. << Meglio, mia cara. Potete fare l’incantesimo. Potete creare un incantesimo in grado di sconfiggere Elijah! >>
<< E cosa dovremmo fare? >> chiese Damon.
<< Lo scopriremo dopo che avrete riempito gli stomaci >> rispose l’anziana Strega.
 
 
In camera di Bonnie era in corso una riunione della ‘Sorellanza Velociraptor’.
Le tre amiche erano distese sul grande letto, le teste che puntavano al centro con le ciocche di capelli di colore diverso che si mescolavano, e gli occhi rivolti al soffitto, in cerca di risposte.
La stanza era sotto incantesimo, cosicché le loro parole fossero protette da orecchie indiscrete. 
<< Quindi? >> chiese Meredith. << Si è comportato bene o devo andare a picchiarlo con il mio bastone da cacciatrice? >>
Bonnie sorrise. << No, non ce n’è bisogno. Si è comportato da vero gentiluomo >>
<< Bene >> rispose soddisfatta l’altra.
<< Te la senti di dirci cos’hai provato? >> le chiese Elena prendendole la mano.
Bonnie arrossì ma ricambiò la stretta, poi prese la mano di Meredith e lei prese quella di Elena, collegandosi l’una all’altra. << Io… lui è… non lo so spiegare >> ammise. Non c’erano parole per descrivere tutte le sensazioni che aveva provato. Se ci ripensava si sentiva tremare le gambe, lo stomaco le si contorceva al ricordo delle spinte profonde di Damon, alla sua fronte imperlata di sudore, ai suoi capelli scuri scompigliati dalle sue dita, e soprattutto, il cuore le si gonfiava di tenerezza al ricordo di quegli occhi neri con pagliuzze argentate, simili a stelle, che la guardavano in un modo in cui solo lui riusciva a guardarla.
Se chiudeva gli occhi poteva ancora percepire il tocco delle sue mani, molto più delicato rispetto ai movimenti che faceva dentro di lei, riusciva ancora a sentire i suoi sospiri ed i propri, che si mescolavano in una melodia meravigliosa, e se si concentrava, poteva ancora sentire sotto le dita il tepore della sue pelle da vampiro accaldata dal desiderio, e ancora sentiva il peso del suo corpo sul proprio…
<< Ho capito! >> esclamò Meredith distraendola. La mora si era messa a sedere e aveva costretto le altre due a fare lo stesso. << Va bene, è stato del sesso grandioso, non c’è bisogno che me lo mostri così dettagliatamente! >>
Bonnie arrossì vistosamente. << Avete visto tutto? >> chiese sul punto di morire dall’imbarazzo.
<< Non abbiamo visto niente, ma abbiamo percepito tutto >> le spiegò Elena.
Meredith annuì imbarazzata.
<< Ora devo proprio andare >> fece la rossa alzandosi. << Damon mi aspetta per provare l’incantesimo >> detto ciò si avviò alla porta.
<< Bonnie? >> la richiamò Meredith.
<< Sì? >> chiese l’altra voltandosi.
<< Va tutto bene. Va bene amarlo così intensamente >>
Elena annuì commossa, confermando le parole dell’amica.
<< Se l’amassi un po’ di più morirei >> confermò con le lacrime agli occhi, accarezzò il cerchietto d’oro al suo anulare sinistro, poi uscì dalla camera e si diresse da suo marito.
Si scontrò con Matt nel bel mezzo del corridoio e rimbalzò sui suoi muscoli da quarterback. << Hey >> lo salutò imbarazzata.
Matt nemmeno le rispose, avanzò lungo il corridoio senza neanche guardarla.
<< Matt >> lo chiamò ma l’altro continuò per la sua strada. Lo raggiunse e lo afferrò per un braccio, e finalmente il biondo si fermò. << Che cosa ti ho fatto, Matt? >> gli chiese con le lacrime agli occhi.
Il ragazzo scosse la testa.
<< È per Damon? >>
<< Sì >> ammise. << Sì, è per tuo marito >> 
Bonnie sospirò. << Sta cambiando, Matt >> gli disse. << Non è più il vampiro stronzo di una volta… beh, non così stronzo >> aggiunse vedendo l’espressione scettica dell’amico.
<< Senti, ormai sono affari che non mi riguardano. Sei sua adesso, può fare quel che vuole con te >>
<< Il matrimonio non è più come nel millecinquecento >>
<< Questo lo credi tu! Hai dei doveri in quanto moglie, compreso andare a letto con lui ogni volta che vuole >> le disse scollandola un po’.
Bonnie arrossì. << E chi ti dice che io non voglia? >> gli chiese con voce tremante.
Matt la lasciò all’improvviso. << Non puoi volerlo davvero >>
<< Sì, invece! E sai perché? Perché io lo amo Matt, lo amo da quando l’ho visto a casa di Alaric quella sera, lo amo da sempre, l’ho amato in ogni mia vita e così sarà per sempre, anche se dovessi vivere altre mille vite >> disse asciugando gli occhi umidi.
Matt la guardò impressionato. << Lo ami così tanto? >> chiese semplicemente.
Bonnie annuì.
<< E lui? Cosa mi dici dei suoi sentimenti? >>
La rossa gli mostrò la mano sinistra. << Guarda il suo anulare, se anche lui porta ancora l’anello… beh, dovrebbe essere una risposta sufficiente >>
Matt scosse la testa. << Mi preoccupo per te, Bonnie >>
<< Allora facciamo fuori Elijah >>
Il biondo annuì.
 
 
<< Bel completino >> si complimentò Damon osservando sua moglie.
Bonnie sollevò il viso dai suoi piedi e gli sorrise. Si spostò davanti allo specchio ed osservò la sua figura. I capelli erano raccolti in due lunghe trecce che le davano un’aria da ragazzina, mentre la canotta nera ed i pantaloncini di cotone nero la facevano sembrare vagamente sexy, infine, le Nike nere che aveva appena allacciato le davano qualche centimetro in più.
<< Mi piace il contrasto dei tuoi capelli contro il nero del tuo abbigliamento >> le disse avvicinandosi. << Sei sexy >>
Bonnie lo guardò incuriosita. Il vampiro vestiva - come sempre - total black, con i suoi jeans scuri che gli disegnavano il fondoschiena in un modo ultraterreno, la maglietta a mezze maniche nera aderiva al suo corpo come una seconda pelle ed i muscoli che si intravedevano erano una continua distrazione. 
<< Mi stai trasformando in te >> affermò allibita.
Damon le sorrise sghembo e la attirò a sé prendendola per i fianchi. << Sei tu che mi stai trasformando in te >>
Bonnie alzò un sopracciglio - altra cosa che aveva imparato da lui. << Quando ti vedrò con delle ballerine ne riparleremo >> disse sarcastica.
Il moro rise e le baciò la fronte. << Mi basta essere diventato una specie di mago, per il momento >>
<< Mi piace esercitarmi con te >> gli sussurrò.
<< Anche a me, streghetta >>
Qualche ora prima si erano allenati con dei piccoli incantesimi, sotto lo sguardo della signora Flowers, che aveva stabilito che erano entrambi troppo inesperti per riuscire a combinare qualcosa di utile prima dell’arrivo di Elijah.
Ed ora erano tutti a cambiarsi, cercando di mettersi il più comodi possibile, in modo da combattere senza rallentamenti.
Bonnie si strinse a Damon. Non era pronta a perderlo di nuovo, non avrebbe potuto sopportarlo, eppure era abbastanza sicura che sarebbe stata solo d’intralcio durante lo scontro. Sospirò, cercando di non pensare al fatto che in pochi minuti avrebbe dovuto andare ad affrontare il motivo della sua passata infelicità.
<< Andrà tutto bene >> la rassicurò Damon poggiando il mento tra i suoi capelli. << Presto sarà tutto finito >>.
Bonnie lo strinse di più e ordinò alle lacrime di fermarsi prima di bagnarle il viso. << Ti amo, Damon >> mormorò. 
<< Lo so >> fu la risposta di lui.
<< Se dovesse ricapitare, se non ce la facessimo… >>
<< Ce la faremo >> l’interruppe.
<< Damon >> lo richiamò lei prendendogli il viso tra le mani. << Trovami in fretta, la prossima volta >>
Il vampiro la baciò dolcemente. << Non ci sarà una prossima volta, Bonnie. Questa è la volta. Mettiti bene in testa una cosa: non ti perderò di nuovo >>
Prima che Bonnie potesse rispondere, Alaric fece capolino nella stanza. << Dobbiamo andare >> li avvisò cupo.
 
 
La radura al centro dell’ Hold Wood era come la ricordava: un’enorme prato circondato da alberi secolari. L’ultima volta che era stata lì era la notte in cui avevano sconfitto Klaus. Si chiese se ci fosse un motivo in particolare per cui i loro nemici decidevano di combattere proprio in quel luogo.
Scosse la testa e scrutò l’orizzonte in attesa della figura scura di Elijah.
Erano lì già da un quarto d’ora ed il cielo iniziava a tingersi delle sfumature rossastre tipiche del tramonto.
I suoi amici erano schierati intorno a lei e Damon, circondandoli. E si guardavano intorno insospettiti, con i sensi completamente tesi per captare ogni minimo rumore. Le armi erano già tra le loro mani, pronte per essere usate.
Bonnie stava per impazzire. Quella tensione la stava uccidendo, e non credeva che avrebbe retto ancora per molto ai suoni che sentiva intorno a sé. Damon le aveva spiegato che probabilmente i suoi sensi erano più acuti a causa del sangue di vampiro che ancora le scorreva nelle vene.
Strinse la mano di suo marito, che ricambiò la stretta, e chiuse gli occhi, cercando di rilassarsi.
<< Arriva qualcuno >> avvisò Stefan.
Bonnie spalancò gli occhi e si guardò in torno, senza però riuscire a vedere niente.
Gli altri si strinsero intorno a loro, cercando di diventare il più compatti possibile, e Bonnie sentì l’ansia aumentare.
<< Signor Salvatore >> salutò una voce femminile.
Bonnie sussultò e si girò a guardare la donna. Aveva un fisico asciutto e non era troppo alta, i capelli tinti di rosso le arrivavano alle spalle e doveva avere solo qualche anno in più di loro. Ma c’era qualcosa di inquietantemente familiare nel suo volto. Per qualche insolita ragione, Bonnie si ritrovò ad immaginarla nuda, e allora capì. << Amelia >> sussurrò indignata. 
<< Siete proprio uguale all’ultima volta >>  continuò la D’Urso rivolta a Damon. Il moro ringhiò.
<< E questa chi è? >> chiese Elena sottovoce.
Bonnie spiegò rapidamente alla bionda il ruolo che la donna aveva avuto nella loro precedente vita.
<< Ci siete proprio tutti >> disse la vampira. << Persino l’umano inutile >> fece guardando Matt.
Bonnie s’indignò e fece un passo in avanti. << Amelia >> la salutò. << Quasi non vi riconoscevo con i vestiti addosso >>
L’altra la guardò indifferente. << Signorina McCullough. Siete sempre l’insignificante sciacquetta che ricordavo >>
Il ringhio di Damon si fece più forte.
<< Che cosa ci fai qui? >> tagliò corto Meredith.
<< E le buone maniere, signorina Sulez? Dovreste darmi del voi, ricordate? Ah, che sbadata, certo che non ricordate >>
Meredith assottigliò lo sguardo. << Che cosa ci fai TU qui? >> chiese beffarda.
<< Vi distraggo mentre arriva Elijah >> rispose solamente.
Il gruppo si girò di scatto, guardando in ogni direzione per individuare il vampiro Antico.
Damon strinse Bonnie a sé e sguainò la spada con la punta di legno e ricoperta di verbena.
L’unica arma che Bonnie aveva erano i suoi miseri poteri, e non sapeva nemmeno bene come usarli.
Dal nulla si materializzò il vampiro che aveva popolato i suoi incubi peggiori da quando era entrata in coma.
Elijah si parò di fronte a tutti loro, dalla parte opposta ad Amelia, e sorrise malvagio. I suoi bellissimi capelli rilucevano alla luce del crepuscolo e sembrava quasi un uomo qualunque con il completo grigio e la camicia bianca. << Mia bellissima Bonnie >> esclamò percorrendola con lo sguardo da capo a piedi. Bonnie sentì un brivido correrle giù per la schiena al suono di quella voce.
Damon la spinse dietro il proprio corpo e guardò l’altro vampiro dritto negli occhi. << Non provare nemmeno a guardarla >> gli intimò.
L’Antico lo guardò sorpreso. << Ogni vita che passa, la ami sempre più >> constatò.
Matt ed Elena incoccarono le frecce bagnate nella verbena, Meredith afferrò per bene il suo bastone, Stefan impugnò un paletto, Alaric disinnescò una bomba e la signora Flowers tirò fuori dalla borsa della polvere di verbena.
<< Non lasciamone neanche un pezzetto >> sussurrò Damon.
Alaric lanciò la sua bomba verso Elijah e tutti si tirarono indietro, tossicchiando a causa del fumo biancastro.
Si trovarono sparpagliati in tutta la radura. Bonnie era ancora stretta a Damon e si guardò intorno per assicurarsi che stessero tutti bene. Meredith e Matt strizzavano gli occhi lucidi accecati dal fumo, Elena aiutava la signora Flowers a tirarsi su, ed Alaric e Stefan si stavano scambiando uno sguardo preoccupato. Bonnie sospirò di sollievo: stavano tutti bene.
Dalla nebbiolina causata dalla bomba, un’ombra scura si fece avanti. Le pochissime - quasi ridicole - ferite che aveva sul volto guarirono all’istante. Il vampiro rise, prendendosi gioco di loro. << Ingegnosa, devo ammetterlo. Ma un po’ di fumo puzzolente non vi salverà dal vostro destino >>
Damon gli ringhiò contro, parandosi ancor di più davanti a Bonnie.
<< Amelia >> chiamò Elijah.
Bonnie si voltò nella direzione della donna e spalancò gli occhi. << Stefan! >> urlò in preda al panico.
Il ragazzo si voltò verso la vampira e le sferrò un pugno in pieno viso, facendola volare all’indietro, ma prima che potesse esultare vide Amelia fiondarsi su Alaric, i canini allungati. Il professore fu svelto ad infilarle un piccolo paletto nel collo, e quella urlò di dolore quando lo estrasse. 
Dei rumori di lotta costrinsero Bonnie a girarsi verso Damon. Suo marito era qualche passo più anti e cercava di infilzare Elijah con la sua spada, ma l’altro era veloce e riusciva a scansare abilmente ogni mossa, costringendo il moro ad indietreggiare sempre un po’ di più.
All’improvviso, con enorme stupore di Bonnie, un paletto lungo quasi quanto lei colpì l’Antico nella spalla sinistra, lasciando così a Damon l’occasione di affondare la lama della spada nella carne dura dell’altro. Bonnie guardò Matt, che ancora sembrava mirare ad Elijah, e lo ringraziò silenziosamente. Allora si chiese dove fosse finita Meredith, che poco prima era di fianco al biondo, e la vide arrivare dietro l’Originario solo quando questa lanciò un urlo che doveva essere di battaglia ma che suonò oltremodo arrabbiato. Il suo speciale bastone da cacciatrice affondò nel cranio di Elijah, mezzo inginocchiato a terra, che però non emise un solo lamento.
<< Via di lì! >> urlò Damon alla mora. Meredith non se lo fece ripetere e, estraendo la sua arma dalla testa del vampiro, si scostò di lato il più velocemente possibile.
Durante quell’attimo di pausa, Bonnie si concesse di cercare Elena. La bionda era al fianco di Stefan e, aiutata dalla signora Flowers, accecava Amelia con la polvere di verbena. Alaric la immobilizzò con un’iniezione e Stefan la finì conficcandole un paletto scuro dritto in mezzo al petto.
Bonnie sospirò sollevata. Almeno una era fuori gioco, pensò fissando il corpo snello della vampira che perdeva colore e si riempiva di vene bluastre.
<< Niente male >> si complimentò Elijah mentre gli altri li raggiungevano. << Davvero notevole, signori. Ora lasciate che vi racconti una storia >>
Damon gli si lanciò contro e cercò di impalettarlo ma Elijah aveva in mano il lungo paletto con cui l’aveva colpito Matt e riuscì a trafiggere un fianco di Damon, infilando nel suo corpo più della metà dell’arma. Bonnie urlò e corse in contro al marito, cercando di farsi forza per rimuovere il palo. Damon gridava per il dolore e affondò le mani nel terreno quando Bonnie toccò l’estremità dell’oggetto. Fortunatamente Stefan le venne in aiuto e sfilò il paletto dal fianco del fratello.
<< Stai bene? >> Bonnie si fiondò sul viso del vampiro e l’accarezzò, ma lui non rispose, la fissò soltanto.
<< Chiedo solo un po’ d’attenzione >> fece Elijah. << Questa storia riguarda tutti noi >>
Il gruppo restò in ascolto ma nessuno abbassò le armi.
<< Bene >> fece compiaciuto l’Antico. << Voi non avete visto i ricordi che Bonnie ha rivissuto durante il coma, quindi mi sembra giusto che, visto che eravate presenti nella scorsa vita, qualcuno debba spiegarvi. Tanto tempo fa, poco dopo l’inizio del Mondo, quattro umani vennero maledetti, erano due fratelli e le loro donne. La maledizione che li aveva colpiti prevedeva che i due fratelli e la donna del minore, vivessero ogni loro esistenza sotto forma di vampiri. Mentre la donna del primo fratello, che doveva spartire l’anima con lui, fosse uccisa prima di portare a termine la sua missione.
La scorsa vita è l’unica, prima di questa, in cui siete presenti anche voi altri. Nel millequattrocento circa due giovani fratelli fiorentini si innamorarono della stessa donna, questa però non era ciò che sembrava, infatti scambiò il suo sangue da vampira con entrambi i fratelli; e quando fece la sua scelta, scegliendo il minore dei due giovani, i ragazzi si sfidarono a duello, uccidendosi l’un l’altro e condannandosi alla vita eterna >>
<< Non è questa la storia >> provò ad interromperlo Stefan.
Elijah gli lanciò un’occhiata ammonitrice per averlo interrotto e continuò. << Il nome di questa giovane era Elena >>
La bionda in questione sussultò e lo guardò confusa.
<< Quando i fratelli si furono riappacificati, i tre si trasferirono al sud di quella che ancora non era l’Italia. Lì dovevano far sì che il maggiore dei fratelli incontrasse la strega che gli era stata destinata ma la profezia si avverò di nuovo ed i giovani morirono, portando alla morte anche i loro compagni.
Qualche decennio dopo, nella stessa bellissima Firenze, i due fratelli incontrarono di nuovo quella donna ma, stavolta, il suo nome era Katherine. Lei li fece innamorare e, proprio come la sua antenata, li condannò alla dannazione. Solo cinquecento anni dopo i due fiorentini riuscirono a trovare la strega che cercavano inconsapevolmente, ed il minore dei due ragazzi ritrovò la sua anima gemella perduta, ma questa s’innamorò anche dell’altro fratello e le cose si complicarono quando anch’egli s’innamorò della bella bionda >> disse ridendo. << Ed ora, i protagonisti di questa storia sono qui, confusi dai loro sentimenti innaturali, che cercano di uccidere colui che ha reso interessante la loro vita >>
Damon si alzò a fatica, aiutato da Bonnie. << Che cosa significa tutto questo? >> chiese irritato.
Elijah parve sinceramente stupito. << Non l’avete capito? Bonnie ha ricordato la precedente vita perché è quella più simile a questa. E sapete perché lo è? Perché io ho deciso che doveva esserlo >> affermò.
Nessuno sembrò afferrare davvero il senso di quella frase, tranne Alaric, da bravo professore qual era. << Stai dicendo che ogni cosa che hanno subito è stato a causa tua? >>
Come se quella domanda, in realtà ancor più enigmatica delle affermazioni di Elijah, avesse riacceso gli animi di tutti, il gruppo mormorò frasi incredule.
<< Ma Katherine è stata mandata da Klaus >> obiettò Elena. << Come facevi a conoscerla? >>
Elijah sorrise. << Sono stato io a trasformare Nicklaus. Poi, quando mi sono accorto che era nata la tua doppleganger, l’ho fatta trasformare e l’ho mandata dai Salvatore con una storia strappalacrime da raccontare >>
<< Katherine è stata opera tua? >> chiese incredulo Stefan.
Elijah fece un mezzo inchino, quasi si aspettava  pure un applauso.
<< Quindi non l’abbiamo mai amata >> sussurrò Stefan a Damon. << Ci siamo uccisi per una donna che non amavamo nemmeno >>. Damon lo guardò dispiaciuto, scusandosi con gli occhi.
<< Non amavano neanche me, nell’altra vita >> concluse Elena.
<< No, cara >> la tranquillizzò Elijah. << Stefan ti ha sempre amato, siete anime gemelle. È Damon quello che non ti ha mai amato, nemmeno in questa vita >>
<< Mi hai soggiogato? >> esclamò incredulo il moro.
<< Ed hai costretto me ad amarlo? >> esclamò indignata Elena.
<< I Kitsune >> fece Meredith. << Anche quelli sono stati opera tua? >>
<< Sei così intelligente >> le rispose l’Antico. << Sei sempre stata la mia preferita, dopo Bonnie ovviamente >>
Il gruppo partì in sincrono, mosso dalla rabbia verso l’essere che aveva impedito a tutti di vivere come meritavano. Tutti si lanciarono su Elijah, che li respinse uno ad uno, senza troppi problemi.
Solo Bonnie era rimasta immobile dov’era e si stava guardando i piedi, ripensando a quello che aveva appena detto il vampiro millenario. Tutta la sua vita - tutte le sue vite - avrebbe potuto essere la vita che aveva sempre desiderato, e forse anche di più, ma per vendetta, o forse solo per stupidità, Elijah l’aveva impedito, facendole credere di essere una persona orribile perché amava lo stesso ragazzo che amava la sua amica, facendole credere di non essere desiderabile perché tutti sceglievano Elena invece di lei.
La sua rabbia si raddoppiò, e poi si triplicò pensando ai pericoli che avevano corso per salvare Elena dalla furia di Katherine, e alle insidie nella Dimensione Oscura quando dovevano salvare Stefan.
Sentì la sua aura gonfiarsi fino a far male, alimentata dalla miriade di emozioni che stava provando.
Non si accorse del trambusto che si era creato intorno ad Elena quando Elijah cercò di azzannarla, ma lo sentì avvicinarsi quando disse: << È questo il vostro problema: salvate sempre Elena >>
L’Originario era pronto a strapparle il cuore dal petto ma si bloccò percependo il Potere immenso che proveniva da Bonnie. La sua aura era cresciuta al punto da diventare visibile agli occhi umani.
<< Ho vissuto… chissà quante vite… senza poter avere Damon… solo per colpa tua? >> domandò. La voce spezzata dalla rabbia e dal desiderio di giustizia.
All’improvviso le sue emozioni si concentrarono in una sfera di energia che si abbatté su Elijah e lo scaraventò a parecchi metri di distanza. Rimasero tutti scioccati per qualche istante, incapaci persino di respirare, e fissarono Bonnie, stupiti, increduli ed orgogliosi.
Elijah fu svelto a riprendersi e si scagliò contro la rossa. Elena, la più vicina all’amica, le si parò davanti e si beccò una stilettata al cuore. Il suo corpo senza imperfezioni si accartocciò su se stesso davanti agli occhi sbarrati di tutti.
L’aura di Bonnie scemò lentamente davanti a quello spettacolo atroce. Si inginocchiò di fianco alla sua migliore amica e sentì la stretta forte di Damon intorno alle spalle. Accarezzò i capelli biondi di Elena, chiamandola per nome, poi toccò il foro nel suo petto e le dita le si sporcarono di sangue; le sue lacrime si mescolarono al liquido rosso vivo che continuava a sgorgare dalla ferita ed accarezzò di nuovo il viso angelico della ragazza, sporcandole lo zigomo con il sangue.
Non sentì la voce di Damon che le urlava che sarebbe andato tutto bene ma sentì perfettamente il sussurrò di Elijah. << Comunque non mi era mai piaciuta >>
Bonnie si alzò in piedi e scavalcò il corpo senza vita di Elena, decisa a rendere Elijah più morto di quel che era.
Afferrò la mano di Damon, spinta da una forza esterna, ma continuava a non capire le parole di suo marito. Guardò negli occhi il vampiro Antico e vi scorse una traccia di consapevolezza quando i suoi occhi da cerbiatta, per una volta completamente asciutti, lo guardarono con la freddezza che non era mai appartenuta al suo sguardo.
Sentì di nuovo la sua aura aumentare ed il Potere crescere smisuratamente, e poteva percepire l’incredulità di Damon che si accorgeva di star diventando più forte insieme a lei.
Dalle loro mani ancora unite si creò una sfera di luce ancor più grande e luminosa della precedente, che aumentò fino a diventare più grande di loro.
Quando la sfera venne lanciata in direzione di Elijah, di lui non rimasero che ceneri.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Salve ^-^
Sì, ce l’ho fatta ad aggiornare. È stata dura perché odio scrivere le scene di lotta quindi rimandavo da giorni.
Spero che l’inizio del capitolo non sia stato noioso, e che la fine non sia troppo affrettata.
 
Comunque, senza accorgercene, siamo arrivati alla fine di questo scempio che ci ostiniamo a chiamare storia. Quindi ci leggiamo presto con l’epilogo.
 
 
A presto, e buon Natale a tutti,
 
Little Redbird
   
 
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