Heaven, 24 dicembre 2012
 

“TU NON CAPISCI! IO LA AMO! IO VOGLIO TORNARE SULLA TERRA!”
“Tutto questo è un oltraggio! Ti rendi conto di quello che stai facendo? Stai infangando il nome di tuo padre! Prima ti innamori di una donna, poi vuoi trasformarti in umana per rimanere insieme a lei, non posso permetterlo.”
“Ho vissuto un’intera vita senza poter fare quello che volevo solo perché tu non potevi permettermi nulla! Mi sono stufata dei tuoi giochetti, potrai anche avere in mano il potere di tutto questo impero ma non puoi controllare le mie decisioni, non più. Sono una donna adulta ormai.”
“Non sai quello che stai dicendo, potresti pentirtene poi, so che andrà a finire in questo modo. Non ti permetto di fare una cosa simile, il discorso è CHIUSO!”
“Tu non capisci. Io ne ho bisogno. Non hai idea di quello che ho passato durante questa vita quassù, mi hai fatto odiare il mio essere un angelo, NON AZZARDARTI Più A PARLARMI ASSIEME!”
Quinn volò piangendo a casa. Appena entrata prese le fotografie di lei e suo padre e le ruppe, scaraventandole a terra, poi correndo andò in camera sua e si addormentò, non aveva alcun graffio o taglio, ma era stata ferita al cuore.

Dopo qualche ora venne svegliata da sua madre.
“Hei, tesoro, bambina mia.. Cos’hai?”
“Papà. Non mi lascia vivere.”
“…Vi ho sentiti discutere. È parecchio arrabbiato con te, sei scappata di casa e ora dice che non sai apprezzare ciò che hai..”
“Ciò che ho??? IO NON HO NIENTE, CAZZO!”
“Hei hei.. calmati amore. Raccontami: chi è questa ragazza?”
“Si chiama Rachel. L’ho conosciuta cinque giorni fa, sono finita in casa sua per sbaglio, per colpa della tempesta e lei mi ha curata come se mi conoscesse da una vita. Mi trattava come se fossimo uguali, come se io non avessi queste ali sulla schiena, mi sfidava, ci prendevamo in giro e per lei era tutto così normale e spontaneo.. Non riesco a stare qui sopra mentre lei starà probabilmente passando la vigilia di natale peggiore di sempre, NOI SIAMO ANGELI, dovremmo far star bene i nostri simili, piuttosto che le persone intorno a noi. Io ho ferito quella ragazza solo perché non ho avuto il coraggio di sfidare papà.”
“Hei non è colpa tua.. e neanche di Rachel. Sai, a volte l’amore semplicemente ti colpisce, non sei tu che lo decidi o che lo vuoi, ma lui ti prende e non ti lascia più. Non sempre è dolce e facile, certe volte ti fa soffrire e devi lottare con tutta te stessa, ma se è vero.. se è vero, tesoro mio, nulla può fermarti dal conquistarlo. Devi saltare questo ostacolo, vincere.”
“Ma mamma io non.. io non…”e si mise a piangere, questa volta i suoi singhiozzi erano quasi soffocati, gli occhi chiusi e il viso tra le mani.
“Quinn, non piangere, ti prego… tu la ami?”
“Sì.. come non ho mai amato nessun altro, l’ho capito dal primo momento in cui l’ho vista, appena mi aveva salvato.”
“E quella ragazza ti ama?”
“Sì.. credo di sì, il modo in cui mi guardava era così luminoso e cortese, mi sentivo sciogliere sempre. Ma questo non cambierà le cose, non lo convincerà.”
“Beh, forse non convincerà tuo padre, ma certe volte bisogna sfidare quei vecchi genitori con quelle regole così rigide..”
“Che cosa significa?”
“Significa che forse dovresti lasciarlo perdere e andare per la tua strada. Ma ora voglio che tu risponda di nuovo alla mia domanda: voi vi amate?”
“Sì, ma cosa può importare, ora?”
“Oh, figliola, è tutto ciò che importa. Se la ami vai a prenderla, corri da lei.”
“Non posso, papà mi ucciderà!”
“Sì che puoi, basta volerlo. E tuo padre non ti ucciderà, non può farlo.”

Qualcosa si accese in Quinn, che si alzò e andò verso la porta della camera, fermandosi un attimo, esitando e guardando sua madre con uno sguardo dispiaciuto.
“Corri Quinn, vai. A tuo papà ci penserò io. Tu sai quello che devi fare, ti voglio bene.”
Così Quinn scese le scale e uscì di casa. Iniziò a correre, senza mai fermarsi, passò tutta quella distesa di nuvole senza chiedersi dove stesse andando e, a un certo punto, appena vide un burrone tra le nuvole, si lanciò, aprendo le sue ali e planando per un po’, per poi fare una cosa che mai avrebbe pensato di avere il coraggio di compiere: chiuse le ali e si lasciò andare in picchiata verso la terraferma, con gli occhi chiusi, quasi per acquistare un po’ di coraggio in più.
La caduta durò moltissimo tempo, quasi 4 ore, finchè, verso sera, non vide che si stava avvicinando sempre di più ad una vastissima distesa di prato verde e deserto, stava per avere un impatto incredibile sul suolo, vide la terra avvicinarsi sempre di più, e riconobbe quel posto, ci era stata il giorno prima con Rachel. Chiuse gli occhi, finchè una botta secca non le fece perdere completamente i sensi, senza farle sentire più nulla.
 

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Stesso orario, New York.
 

“Hei stronzilla! Che ne dici di uscire con me e BriBrit stasera? Andiamo a quel bar carino vicino a Times Square e poi andiamo a casa mia per un after-party. Ci possiamo divertire un po’, sai.. cose così.”
“Ciao San.. Ehm no, davvero.. non sono in vena di “after-party”. Mi dispiace..”
“Tu ti stai rifiutando una serata con me e Brittany? Quale ragazza lesbica sana di mente farebbe mai una cosa del genere?”
“Davvero, San, sono lusingata, ma non sto proprio bene.”
“Capisco. È un qualcosa che si può curare o delusione d’amore?”
“Delusione d’amore. In un certo senso, potrei chiamarla così forse, ma la chiamerei più una perdita.”
“Oh… Capisco. Vuoi che veniamo noi da te? Niente cose strane, promesso, vogliamo solo farti sorridere un po’.”
“Grazie Santana ma boh, stasera preferisco rimanere un po’ sola. Magari venite a fare un giro domani, se non avete nulla da fare. È natale e non vorrei passarlo da sola.”
“Ricevuto! Domani Brittana sarà da te a risollevarti il morale! Ciao tesoro, mi raccomando, non ci pensare troppo, che tutto passerà o si aggiusterà, il tempo e la maturazione cambiano tante cose.”
“Lo so, ti ringrazio. Ciao gioia, salutami anche Brittany.”
“Ti saluta anche lei, ci vediamo domani allora, ti voglio bene, sei la mia migliore amica.”
“Anche tu.”

E Rachel si ritrovò di nuovo sola, in quell’appartamento che ormai non sapeva più di nulla. Si sedette in mezzo alla sala principale, per poi coricarsi a pancia in su, ammirando quel cielo artificiale che le aveva disegnato Quinn due giorni prima. Due giorni.. è incredibile come le cose possano cambiare in così poco tempo.
Chissà se anche lei mi sta pensando..
Rachel fece partire dallo stereo Give Me Love e, così, sdraiata per terra, iniziò a piangere, senza mai fermarsi, finchè le lacrime non la fecero addormentare sfinita, senza più forze nemmeno per parlare o per lamentarsi della vita, così ingiusta con lei. Quella notte però non c’erano le ali di Quinn a proteggerla, nemmeno il suo abbraccio a stringerla o un suo bacio ad addolcirla.
Non si sarebbe addormentata con una ninna nanna in sottofondo, solo con un triste e vuoto silenzio, che le stava lacerando il cuore.


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Spazio Autrice: SO CHE è LA VIGILIA DI NATALE E AVRESTE PREFERITO LEGGERE QUALCOSA DI PIù FELICE MA VI PROMETTO CHE IL CAPITOLO NATALIZIO SARà CARINO E FELICE.
<3 A domani per l'ultimo capitolo. <3