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Autore: noelina    10/07/2007    1 recensioni
Mondiali 2006. Isola d'Elba. Io, Arianna, lo zio e Luca Toni. E naturalmente tutti gli altri giocatori.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prologo



 Sono preoccupata.
 Preoccupatissima, per la mia amica. E’ impazzita, letteralmente impazzita. E non sto scherzando; si è innamorata di un calciatore!!
 Ma non di un qualsiasi ragazzo che gioca in una squadra o di fuoriclasse della provincia, ma di un giocatore della Serie A!
 Non è vero amore, ma penso che tutti abbiano provato la stessa situazione a scuola: vedi un ragazzo carino e pur non conoscendolo, inizia a piacerti. Beh, questo è quello che è successo alla mia amica, con il suo “Luchino”. Tutto è iniziato vedendolo comparire su qualche giornaletto e ogni tanto alla tv, ma in quel periodo in lei c’era solo il solito cinguettio “che bello questo, che bello quell’altro” di qualsiasi ragazza in fase adolescenziale.
 Poi sono arrivati i mondiali. Italia-Ghana. Si comincia: da quando la nostra nazionale ha vinto la prima partita, lei non si è più scollata dallo schermo tv. Ha seguito minuto per minuto ogni volta che l’Italia ha giocato, ha riguardato decine e decine di repliche, sa a memoria tutte le interviste e ha migliaia di foto sul pc. All’ultima partita credevo quasi morisse di infarto da quanto era agitata, e ai rigori s’è messa a piangere per la paura, finché il suo non è diventato un pianto di gioia, per la vittoria. All’inizio io ho pensato che tutto questo fosse solo smania per i mondiali, visto che non si era mai interessata così tanto al calcio, poi invece ho scoperto che c’era ben altro sotto.
 Luca Toni.
 E’ questo il problema. A lei piace. Ma non come un qualsiasi attore “fio” o personaggio della tv “bono”, ma proprio come quando ti invaghisci del classico ragazzo più bello della scuola, che non conosci e vedi come un dio irraggiungibile. Lei mi ripete cento volte al giorno che è la stessa identica cosa di quando ti piace uno a prima vista, ma allo stesso, tempo dice che non posso capirla, perché non essendomi mai piaciuto (in questo modo) un personaggio della tv, non la posso comprendere.
 Ma il punto non è questo. E’ che la deve smettere di pensare a lui, deve mettersi in testa che lei ha sedici anni e mezzo e lui ne ha 29 (è nato il 25 Maggio del 1977, quante volte l’ha ripetuto), che lui è famoso, vive in un’altra città, ha la donna (se è sposato o fidanzato non lo so, questo va chiesto a lei) e che comunque non lo incontrerà mai.
 Ma lei si è impuntata e io non ho più idea di cosa fare.












Capitolo Uno
Programmi assurdi



 Oggi porterò Arianna un po’ fuori di casa. Credo che le farà bene e che forse nel suo cervello bacato entrerà il fatto che in giro ci sono molti ragazzi carini. Devo farle dimenticare quel giocatore super-irraggiungibile, è per il suo bene..
 Ma già ancora prima di suonare il campanello sento una sospetta voce di telecronista provenire dalla casa.
 Arianna è sdraiata sul divano del salotto, telecomando in mano e tv accesa: è ripreso un primo piano della faccia di Cannavaro quando tiene in alto la coppa. Ecco, nemmeno io sono stata così fissata con il calcio, e mi chiedo come possa esserlo lei. Dico questo, perché io fino all’anno passato giocavo in una squadra femminile, e anche se ora ho smesso, il calcio è sempre stato il mio sport del cuore. Ma mai mi sono così interessata a quello in tv.
«Laura!» trilla Arianna, saltando in piedi, appena mi vede sulla porta «Guarda, tra poco intervistano Tonino mio!»
 Soltanto a sentire la sua voce mi si congela il sangue nelle vene. Con una calma apparente mi siedo sul divano davanti a lei, e rivolgo lo sguardo alla tv, poco interessata. Appena la faccia di Luca Toni compare davanti ai pannelli di sky, gli occhi di Arianna si illuminano e inizia a sorridere piacevolmente. Io mi alzo, le vado vicino e le poggio una mano sul cuore: sta battendo all’impazzata!
 «Arianna!!» strillo improvvisamente, quasi spaventata «Non puoi andare avanti così!!»
 Lei alza gli occhi su di me, senza più sorridere.
 «Oh sì, sì che si può..» dice piano. Poi mi guarda negli occhi, mi prende le mani e dice: «Ricordi che ti ho detto al telefono?»
 Ah ecco, ora risalta fuori con la cena degli azzurri. Già, perché ha uno zio che lavora e vive a Viareggio, proprietario di un bar in cui spesso frequenta Lippi, per una dolce colazione di prima mattina. E quest’ultimo, da fedele cliente e da amico, si è lasciato sfuggire che martedì prossimo, ci sarà una cenetta sulla spiaggia, a lume di candela, con tutti i giocatori dell’Italia. Appena l’ha saputo, Arianna deve aver fatto saliti di gioia, dato che sua madre ogni estate ci manda tutte e due a casa dello zio. E credo che con questa occasione vorrà trascinarmi a forza…
 «Sì, sì, ricordo…» biascico di malavoglia «E con questo cosa credi di fare? Credi di andar a mangiare spaghetti alle vongole con loro?»
 Arianna mi guarda con espressione delusa, e io mi chiedo come faccia a non arrivare a certe cose…
 «Ma Laura…è così bello.. potremo vederlo dal vivo..»
 Quel tono da gattamorta super-sfavata, mieloso e melodrammatico, mi dà sempre i nervi, soprattutto da quando è dedicato a uno più in alto di dio come Toni. L’unica cosa intelligente che forse Arianna ha capito è il fatto che da lui non potrà avere mai nemmeno un bacio, figurati una storia. E’ infatti le basta vederlo in tv, in attesa che anche questa cotta se ne vada, e solo incontrarlo dal vivo sarebbe già una cosa altamente stupenda.
 «Ma poi non importa se c’è o no lui…è un’occasione per incontrare la nazionale, è quasi come un concerto, solo che è gratis!»
 Arianna tenta di persuadermi ma io non sono ancora troppo convinta: secondo me il suo zio non sa dove sarà la cena e noi non la troveremo mai. Non credo che tutti e ventitrè i giocatori convocati si metteranno in mezzo alla spiaggia, davanti a uno dei bagni più affollati come l’Italia (anche se sarebbe l’ideale), pronti a farsi scattare foto a destra e a sinistra e ad avere intorno al tavolo mosconi e zanzare per tutto il tempo della cena.
 «Verrai, vero?» mi chiede dopo un po’ Arianna, con occhi pieni di speranza e un’ultima nota drammatica nel suo tono.
 «Verrò» sospiro, sconfitta e ancor prima che lei possa saltarmi addosso per la felicità, aggiungo «Ma ora andremo a fare un giro in città, vai a prepararti..»

 La città di questi tempi non è troppo popolata: la maggior parte dei ragazzi sono in vacanza o nei propri paesi di provincia a fare a gavettoni.
 Io e Arianna ci sediamo dolcemente su una panchina, a gustarci la nostra mousse di yogurt con nutella, smarties e fragole. Stiamo parlando del più e del meno (e non di Toni, per una volta) quando vedo passare Daniele, uno tra i più carini di scuola nostra. Sta camminando tranquillo, con la sua gang di amici alle spalle, e vedo con la coda degli occhi che si è voltato verso la nostra panchina.
 «Ehm» tossicchio, alla volta della mia amica  «Daniele ci ha guardate o meglio, ti ha guardata..»
  «Chi?» domanda distratta lei, presa dal cellulare «Quello di scuola nostra?»
 Lei alza lo sguardo e si risponde da sola. Fissa per un po’ Daniele, senza dire niente, poi riabbassa la testa.
 «Ma hai capito che ti ho detto?» le chiedo, stupida della sua non-reazione.
 Daniele è un tipo normale, capelli e occhi castani, alto e magro, ma in viso è davvero molto bello: e sapendo che sta guardando proprio lei, la minima cosa da fare sarebbe stato ringraziare il cielo.
 «Che ci ha guardate?» chiede Arianna, come se fosse una cosa ovvia.
 «Sì, e che soprattutto ha guardato te!» rispondo con tono deciso e sicuro, aspettando che lei salti in piedi sulla panchina.
 Invece la sua reazione è più deprimente di quella precedente. Si limita a sibilare un orrido “pace” e riabbassa la testa, concentrata a scrivere un messaggio.
 «Perché non ci provi?» tento di insistere, poggiando i gomiti sullo schienale della panca «E’ molto carino…e sono sicuro che ci starebbe, tu piaci a tutti…»
 Già, infatti Arianna è davvero bella: ha i capelli liscissimi, lunghi fin sotto metà schiena, di un colore castano chiaro; gli occhi stupendamente acqua di mare, tra il verde e il celeste, con ciglia lunghe e scure che li evidenziano bene; un visino tondo e morbido, fronte poco spaziosa, naso carino, bocca e labbra che delineano un perfetto sorriso. E poi lei è la classica ragazza-modello. Non è la solita sbruffona che se la tira (per nulla), però fin da piccola era quella interessata alle barbie, al trucco, e ai maschietti…a differenza di me, che pensavo a correre dietro ai palloni, e ero solo considerata una bambina scalmanata.
 «Perché non ci provi tu?» risponde lei, stizzita «A me non piace, sai chi voglio…»
 «Ma come so chi vuoi? Arianna, lo sai che…»
 Ma prima che possa finire una delle mie solite beghe su lei e “Luchino” mi interrompe.
 «Senti, lo so già da me com’è la situazione, ma mi piace..» risponde, guardandomi arrabbiata «Però, se vuoi saperla tutta…in finale dicevano che doveva esserci Brasile-Argentina e che l’Italia non era brava…perché i giocatori non corrono, Totti non si impegna abbastanza, non c’è Nesta e Materazzi fa solo cazzate…poi però s’è visto…»
 E quando sto per fermarla, spiegandole che ho capito, lei continua: «E Ronaldinho il miglior giocatore?? Peccato che i palloni d’oro sembrano andare a Zidane, e –guarda caso- a Cannavaro e Pirlo, due giocatori Italiani..»
 «In effetti..» sibilo alla fine, sconfitta «Hai ragione..» e decido di non aggiungere altro.
 Mentre torniamo a casa, percorriamo il marciapiede solitarie e silenziose, senza proferire parola. Vorrei tanto parlare di nuovo di Daniele o di qualche altro ragazzo carino, ma dopo la lezione che mi ha dato, credo che non mi azzarderò più a farlo. Forse dovrei lasciare che il tempo lavori su di lei, e che le faccia rendere conto dell’impossibile che sta rincorrendo.
 Quando entriamo in casa mi prende per mano e mi trascina in camera sua. Una stanza moderna, soleggiata, con mobili bianchi. Si immerge in un armadio e tira fuori qualche vestito..
 «Che ne dici…meglio shorts o gonna?» mi domanda, sollevando dei calzoncini bianchi in una mano e una mini-gonna nell’altra.
 «Cosa speri, di far colpo su Toni?» le chiedo cattiva, guardandola male.
 «Laura…è l’unica volta in cui ci potremo vedere, non ti pare normale che io voglia essere un po’ carina?»
 «Sì, sì hai ragione…mettiti la mini-gonna e un bel top che ti pari solo le tette…così tu sarai nuda come al solito…e io con i jeans lunghi e la maglia fin sotto il culo…»
 Ora non la sto più guardando. Fisso il pavimento, leggermente imbarazzata.
 «Ehi…» mi fa lei, avvicinandosi «Non sei grassa, stupidina…c’è chi ha tre girelli e un culo sette volte le sue gambe, tu sei perfettamente in linea con il tuo corpo.»
 Arianna mi lascia un bacetto sulla guancia e io mi mordo l’interno del labbro, poco convinta. In effetti non sono grassa, ma nemmeno magra quanto lei. Ho solo una striscia di buzzetta e cosce un po’ carnose per i miei gusti…ma forse ha ragione lei, mi creo troppi complessi.
 «Metti i calzoncini di jeans che avevamo comprato insieme e quella camicetta gialla, ti staranno benissimo…»
 «Lo farò» rispondo, ancora dubbiosa «Tu metti gli shorts bianchi…e un top…»
 Arianna mi guarda, sorride e poi mi salta addosso ringraziandomi.
 Comincio a pensare che lei stia davvero sperando che martedì sera Toni la guardi. E io devo prepararmi psicologicamente a consolarla, perché quando non troveremo nemmeno il più brutto e più miccio giocatore della nazionale, capirà che ha perso inutilmente tempo e speranze. Ah, povera Arianna. Se solo ogni tanto mi desse ascolto.



  
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