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Autore: Chelinde    24/12/2012    3 recensioni
Ok ... premessa, è una cavolata che ho scritto così, perché ne avevo volglia, tengo a precisare anche che non sò nulla della coppia Touko e Touya, diciamo che sono piùspecializzata in quella Touko e N, ma mi è venuta vogliadi scrivere su di loro.
è una storia che inizia all'inizio del gioco pòkemon Bianco e Nero ... non sò che altro dire ... solo buona lettura!
ATTENZIONE! il titolonon c'entra niente, è che non sapevo come chiamarla, per suggerimenti fatemi una recensione! Magari fatemela anche solo per dirmi cosa ne pensate ... ciao ciao! Chelinde
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Touko, Touya
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Quel giorno mi svegliai con la svegliai piena di energie, infatti quello sarebbe stato un giorno particolarmente importante, sia per me che per i miei amici.
Sono Touko, ho 14 anni, sono abbastanza alta, ho i capelli marroni e lunghi sino a metà sedere, aprii il mio armadio, c’erano un sacco di vestiti, voleva qualcosa di molto comodo, qualcosa adatto per viaggiare, prese un paio di jeans neri lunghi, una maglietta bianca e un golf blu.
Mi diressi verso il bagno, mi feci la doccia, uscii, presi il fon e iniziai ad asciugarmi i capelli, per fortuna mi ero svegliata presto, dopo 30 minuti mi ero asciugata i capelli, tornai in camera iniziando a vestirmi.
Sentii bussare alla porta circa dopo 2 minuti che mi ero legata le scarpe rosse.
Dopo poco salì la professoressa Aralia, non appena mi vide mi sorrise calorosamente, si diresse verso il mio comodino e vi poggiò una scatola verde a strisce bianche.
Si girò ed iniziò a scendere le scale.
Mi sedetti sul letto, dovevo aspettare Komor e Belle, dovevamo scegliere insieme i pòkemon.
Passò un po’ di tempo prima che arrivasse Komor assieme a Belle, il mio amico mi si avvicinò “Touko, scusa per il ritardo, ma Belle non si decideva a muoversi”.
La ragazza mi guardò “avevo bisogno di tempo per prepararmi! Komor, sei ingiusto! Volevo essere pronta al meglio!”.
Sorrisi, in fondo sapevo che sotto sotto la freddezza di Komor batteva un cuore dolce solo per Belle, e sapevo che le ricambiava, ma non potevo dirlo a nessuno a causa di un giuramento … che ingiustizia!
Selsimo i nosti pòkemon, io presi Tepig, Belle Snivy mentre Komor scelse Oshawott.
Adesso eravamo pronti per partire per la nostra avventura.
Scesi al piano di sotto, i miei amici erano già andati dalla Prof.ssa, ma io volevo fare una cosa prima, mi diressi verso il percorso uno, era qui che ci eravamo incontrati per la prima volta un anno prima, gli arrivai addosso perché ero inseguita da un Lillipup, lui aveva tirato fuori un bastone ed aveva iniziato a dare dietro al pòkemon.
Mi ricordo che iniziai a piangere, mi ero spaventata un sacco, lui mi consolò, parlammo per un po’ di tempo, poi lui se ne andò via, ma da quel giorno non me lo tolsi più dalla testa.
Mi girai, che stupida che ero stata, cosa credevo di vederlo arrivare?
Improvvisamente caddi accusando un forte dolore alla gamba, la guardai, attaccato c’era un Patrat, la gamba mi sanguinava copiosamente, restai immobile a guardarlo sbigottita, lui fissava me, mi dimenticai del sangue, dei jeans strappati e del dolore, semplicemente  mi chiedevo cosa diamine ci faceva un pòkemon attaccato alla mia gamba.
“Eih tu! Tutto bene?” era una voce maschile ad avermelo chiesto, rimasi immobile, una figura che non riuscivo a distinguere molto bene, staccò il piccolo Patrat delicatamente, fece uscire fuori una pòkeball e la lanciò, uscii un Oshawott.
Iniziò a combattere contro Patrat, dovevo ammettere a me stessa che era davvero molto bravo.
Mi aiutò ad alzarmi, mi aiutò a tornare a casa, mia madre era uscita ed io ero da sola con un ragazzo che non riuscivo a vedere bene a causa del suo berretto.
Mi bendò, e mi curò, a quel punto si tolse il berretto e ….
“E …? Che successe poi mammina?” guardai mia figlia, una bambina di 7 anni dolcissima, dai capelli marroni come i miei e gli occhi verdi come quelli del padre.
“Non te lo immagini piccola?” mi voltai, il mio adorato marito, se ne stava appoggiato al muro.
“Eri tu Papà?” Touya annuì, mi alzai e gli diedi un bacio “Salvai tua madre per la seconda volta”, gli scompigliai i capelli, “Già, ma io te la salvai altre tre più tardi”.
Mia figlia iniziò a ridere, ci corse incontro e ci abbracciò.
“Io vado a giocare con Sara va bene?” annuii, baciai ancora Touya, “Touko” lo guardai “Si? Che c’è?” mi sorrisi “Ti amo” ci baciammo, ero innamorata di te ora più che mai.









  
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