Il freddo dello scalino mi toccava la pelle attraverso la stoffa dei pantaloni.
I primi fiocchi di neve dell’inverno si posavano sull’acqua dei canali di Venezia, che in quell’ultimo periodo si era tinta di colori chiari e luccicanti.
Dalle case accanto si alzarono i canti di natale che i genitori intonavano con i propri figli. Anche per me sarebbe arrivato quel momento prima o poi.
Mi alzai in piedi e mi diressi al centro del giardino, dove i fiocchi di neve si posarono sui miei capelli diventati ormai lunghi. Il bianco brillava particolarmente bene sul blu. Allungai un braccio per riuscire a prendere un fiocco in mano, e dal freddo che riusciva a sfiorarmi, d’improvviso un ondata di caldo mi travolse.
Dietro di me Dante mi aveva cinto con le sue possenti braccia, coprendomi con il suo corpo e posandomi le labbra sulla nuca. Mise una mano sul mio ventre ormai prosperoso, e avvolgendomi il collo con una sciarpa, tirò una delle estremità stringendomi ulteriormente a lui. Mi girai e lo trovai a pochi centimetri da me. Mettendogli una mano sul petto potei sentire il suo cuore battere all’impazzata, e sentendo suo figlio che si rigirava dentro di me, mi rubò un bacio a fior di labbra. Buon Natale amore mio.