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Autore: PrettyFrigginCool    25/12/2012    9 recensioni
Un Blaine che ama la neve e il Natale, un Sebastian con vecchie ferite che invece li odia entrambi.
Una OS da leggere con il barattolo di nutella in mano avvolti in una coperta davanti al camino.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Babbo Sebastiano



Sebastian si svegliò, aprendo lentamente prima un occhio, poi l’altro.
Il braccio gli formicolava, e la schiena gli doleva, perché aveva passato la notte abbracciando Blaine. Allungò il braccio che ancora riusciva a controllare per accarezzargli la guancia, tastò il letto, ma suo marito non c’era. Allora alzò lentamente la testa dal cuscino, con un movimento degno dell’Esorcista (Blaine non sapeva scegliere un cazzo di cuscino, lo avrebbe buttato sotto a un tosaerba e ricomprato uno che non sembrasse una tavola di legno), e perlustrò la camera da letto con lo sguardo, constatando che il suo moretto sexy non era nei paraggi. Con la voce impastata, biascicò:
 
“Blaine, cazzo, dove stai? Lo sai che se di mattina non mi svegli baciandomi dopo sono intrattabile per tutta la giornata, vero?”
 
Si alzò dal letto, stiracchiandosi e abbassandosi per trovare le pantofole che erano andate a finire nell’angolino più remoto della stanza. Nel riemergere da sotto il letto, sbatté la testa contro un oggetto non identificato e mormorò tra sé, a denti stretti:
 
“Blaine prega Dio che mi hai fatto il tè o sono cazzi amari.”
 
Si rialzò in piedi e si avviò verso le scale, inciampando in una scarpa che quel coglione non aveva riposto nella scarpiera. E dire che dei due, Blaine era quello ordinato!
Entrò in cucina con le sopracciglia aggrottate e il broncio, e più ferite che un veterano di ritorno dalla guerra. Alzò lo sguardo, e rimase a bocca aperta.

Il salotto sembrava il paese di Chi Non So, nel film di Natale “Il Grinch”. C’erano ghirlande dappertutto, candele rosse e dorate, addobbi di qualsiasi genere e in un angolo un gigantesco albero addobbato dominava la stanza. Shoccato, Sebastian corse in cucina, alla ricerca di suo marito.
 
“Blaine, Blaine, cosa hai combinato? Perché casa nostra sembra il set del catalogo di Natale dell’Ikea? Lo sai che odio il Natale.”
 
La testa riccioluta di Blaine spuntò fuori da dietro il tavolo. Indossava un maglione rosso a collo alto con disegnato un gigantesco fiocco di neve color panna, e un grembiule verde con una renna che trainava la slitta. Con un sorriso raggiante, gli corse incontro, dicendogli:
“Amore, buongiorno e buona vigilia di Natale! Ti piace come ho reso natalizia casa nostra?”

Sebastian lo incenerì con lo sguardò, notando però che con quel maglione era ancora più sexy del solito.

“Blainers, io. Odio. Il. Natale. Lo sai questo no? E’ uno spreco di soldi e tempo.”
 
In realtà, Sebastian odiava il Natale perché non aveva mai avuto nessuno con cui festeggiarlo. Durante le feste, i suoi genitori erano in giro per l’Europa e lui rimaneva a casa da solo, con il maggiordomo, che gli insegnava a giocare a carte.
Questo era il suo primo Natale con Blaine, dopo il loro matrimonio avvenuto a New York pochi mesi prima, e non immaginava che il suo moretto sexy fosse una specie di maniaco delle feste che addobba casa e si veste con colori a tema.
Con un sorriso spontaneo, Blaine lo abbracciò e lo baciò teneramente.
Quando Sebastian cercò di prolungare il bacio e di trasformarlo in qualcos’altro, il più basso si spostò e lo ammonì, scherzosamente:
 
“Amore, devi aiutarmi ad appendere il vischio sulla porta, sai, io non ci arrivo molto bene…”
Alzando gli occhi al cielo, Sebastian acconsentì, prese il rametto di vischio che era sul tavolo e lo appese allo stipite della porta.
“Bene, e ora se permetti…”
Ma Blaine non gli diede tempo di finire la frase, infatti lo bloccò al principio, esclamando:
“Ora mi aiuterai ad addobbare l’albero fuori in cortile, tesoro”.
Sebastian odiava essere chiamato amore, o tesoro, o cicci cicci bau bau cuoricino, soprannome che lo faceva dubitare della sanità mentale di suo marito, soprattutto quando quei soprannomi erano usati per ottenere qualcosa che lui non avrebbe fatto per niente al mondo.
“No no, io da qui non mi muovo. Ora vieni qui.”
 
Si avventò sulle labbra di Blaine, fino a farle dischiudere, pensando di stare per ottenere quello che voleva, visto che il moro lo stava pian piano spingendo verso il muro.
Non si era accorto però che il muro in questione era quello con l’appendiabiti, vicino alla porta.
Con un’abile manovra, Blaine riuscì a sfilare il cappotto di Sebastian e a farglielo indossare, ed infine ad aprire alla porta e cacciarlo praticamente fuori con una spinta.
 
“Blaine, io ti ammazzo.”
Ma Blaine era troppo impegnato a ridere come un bambino dopo una bravata.
“Blaine, dammi le chiavi, ho freddo, non ho fatto colazione, mi fa male la schiena, odio il Natale.”
Blaine tirò fuori uno scatolone dal capanno degli attrezzi, lo capovolse e tirò fuori delle lucette e delle palline colorate.
“Guarda Seb, non sono fantastiche? Quale preferisci, le lucette bianche o quelle multicolore? Ti prego, quelle colorateee daiii!!”
“Non me ne frega un cazzo. Dammi le chiavi.”
Poi Blaine lo guardò con una faccia così dolce e coccolosa che riuscì a scalfire la sua scorza dura e difficile da penetrare.
“Blaine… Ok, ti aiuterò a fare l’albero, se per te è così importante e non puoi proprio farne a meno. Ma ricordati che mi dovrai restituire il favore, e io so già come…”
“Siii! Grazie Seb. Io so che tu non hai mai festeggiato il Natale con la tua famiglia, ma vedi… Ora sono io la tua famiglia. Sono qui per amarti, e io… beh, amo amarti, anche se suona contorto.”
 
Sebastian gli sorrise.
Non era di certo un ragazzo sdolcinato, diceva a Blaine che lo amava poche volte, anche se glielo dimostrava sempre, attraverso tante piccole cose.
Quando gli metteva la coperta intorno ai piedi mentre guardavano un film abbracciati sul divano, quando gli cantava delle ninna nanne (si, ninna nanne), quando lo baciava poco prima che chiudesse gli occhi, quando lo circondava con le braccia e dormiva con lui accoccolato al petto.
Blaine al contrario gli diceva che lo amava ogni volta che gli passava per la mente, e anche se non lo avrebbe mai ammesso, Sebastian adorava quando glielo diceva. Gli dava sicurezza, consapevolezza di essere davvero amato da qualcuno che lui stesso amava.
 
“Per questo ti ringrazio, e ti aiuto a fare quel dannato albero tanto importante per te.”
All’improvviso, sentì qualcosa di freddo sulla punta del naso. O un piccione gli aveva fatto la cacca sul naso, o era…
“SEBASTIAN! GUARDA! LA NEVE!”
Ci mancava solo questa. Sebastian odiava la neve. Quasi quanto il Natale.
“Blaine, calmati, è solo un po’ di acqua congelata.”
Ma Blaine era in modalità bambino-che-vede-la-neve-per-la-prima-volta. Sebastian non aveva speranze di uscirne incolume.
“No, ‘Bas, è neve! Ricordi quando siamo andati a pattinare l’anno scorso? Iniziò a nevicare e tu mi portasti a prendere la cioccolata calda in quel bar carinissimo…”
Sebastian se lo ricordava. La temperatura era scesa sotto lo zero e aveva rischiato di perdere un dito del piede, così aveva praticamente trascinato via Blaine dalla pista e l’aveva costretto con l’inganno ad andare in un bar qualunque.
“La neve è fredda. La neve quando si scioglie ti bagna. La neve è uno spreco di tempo. Preferisco lavorare che ammalarmi, o chi ti compra i papillon, nanetto?”
Blaine alzò il mento, sprezzante.
“Me li porta Babbo Sebastiano.”
Ok. Era ufficiale. Aveva un marito stupido.
“Ma tu sei scemo. Ti prego, rientriamo in casa, ti faccio la cioccolata calda e ci butto anche i marshmallows a froma di cuoricino rosa che ti piacciono tanto. Tutto pur di rientrare.”
Blaine però amava la neve, e stava nevicando così forte che il terreno era ricoperto da un sottile strato di neve candida. Si abbassò e ne raccolse un po’ con il dito, per poi portarselo alla bocca e leccarlo.

Perché cavolo doveva essere così dannatamente sexy anche quando faceva il ritardato mentale?
“Blaine, lo stai facendo apposta, vero? Mi stai provocando perché sai che siamo in strada e abbiamo i vicini dietro le finestre che ci spiano e storcono il naso perché, come dice la signora Jefferson, “due ragazzi belli come noi dovrebbero avere due ragazze altrettanto belle”, vero? Sappi che non mi importa.”
Preso da un momento di pazzia incontrollata, il più alto trascinò il moro al centro del vialetto, dove tutti avrebbero potuto vederli, poi si inginocchiò e gli prese la mano, baciandola. Infine, prese fiato e gridò:
 
“Io, Sebastian Smythe, nato a Parigi e residente in questa landa desolata a causa del mio cuore, dichiaro di amare mio marito Blaine Devon Anderson più di qualsiasi altra cosa al mondo, più del mio lavoro, del canto, o della mia famiglia. Dimenticavo, sei tu la mia famiglia, Blaine. E anche se a volte sembri stupido e rincorri fiocchi di neve come i cani rincorrono i postini, io ti amo. Mi rendi migliore, nanetto. Ti amo. Anzi, visto che ti piace quando parlo francese, je t’aime.”
 
Detto questo, abbassò lo sguardo a terra, sorpreso da se stesso e da cosa lo aveva spinto a dichiarare il suo amore, che di solito era restio a esprimere, in modo così plateale. Quando rialzò timido gli occhi, si accorse di Blaine che piangeva, commosso, si alzò in piedi e lo baciò.
 
“Anderson, consideralo il tuo miracolo di Natale personale.”
 
Rimasero a baciarsi in mezzo alla strada per molto tempo, circondati da un turbinio di fiocchi di neve. Non si staccarono nemmeno quando la signora Jefferson uscì fuori scuotendo la testa e Sebastian le mostrò il dito medio.
Era Natale, si amavano, e questo era tutto ciò che importava.
 
Betta’s corner

Ciao. Si beh, sono sempre io, Betta. Ho scritto questa ff ieri seeera, un po’ brilla a causa dello champagne e piena di feelings. Non ci crederete, ma non avevo voglia di scrivere smut, così ho scritto questa cosa caria-denti, influenzata anche dalla lettera che mi ha scritto mia moglie, la mia Cori, che amo più della mia stessa vita. Beh, Seblaine is otp, potremmo dire, così… Niente, spero che vi sia piaciuto questo delirio, se vi fa schifo lasciatemi una recensione, se ve gustin anche… si, insomma voglio le vostre recensioni. Ringrazio la mia beta Harriet_, che mi sopporta ma non supporta (vaccona, vedi che l’ho finita in tempo?) e che beta tutto con precisione e velocità (brutta leccaculo, dice la beta). Se volete, seguitemi su twitter, sono @BettaMcGustin , ma la mia fama mi precede. (si, si Betta, dormi ora).
 
Buon Natale, o nel mio caso, buon Grantale. <3
 
Love ya,
Betta.
   
 
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