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Autore: Book boy    25/12/2012    0 recensioni
Fabrika è un agglomerato urbano, più simile ad un enorme fabbrica più che a una città, dato che tutto l'agglomerato è formato da fabbriche erette ai lati della "grande strada" che conduce al "New Willis Tower" il palazzo governativo del proprietario di Fabrika. Quì, in un mondo distopico, i lavoratori fabbricano degli oggetti e degli strumenti a loro sconosciuti, ma che ormai da svariate generazioni, costruiscono. Gli operai, non fanno altro che lavorare e, una volta finito il turno, tornare alle loro rispettiva abitazione, guadagnando il loro stipendio, senza fare troppe domande. Ma uno di loro vuole risposte: Dove finiscono gli oggetti che fabbricano? A che servono? Perché non li utilizzano loro? Perché non possono andarsene dalla loro comunità?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tom uscì dalla porta della sua abitazione, la richiuse alle sue spalle e fece scorrere la sua carta "possessore" sul inquadratore a fianco dellèentrata, e con uno scatto la porta si serrò. Guardò il numero della sua casa: era il 64 "perché non il 66? O il 71?" si era chiesto fra sè e sè. Comunque non vi fece caso, si voltò e iniziò a camminare in strada , in direzione della sua fabbrica, la numero 8. Nel distretto di Fabrika vi erano in tutto 24 fabbriche, in cui lavoravano circa 24000 operai. Lui era il 1291° assunto. Arrivò di fronte alla fabbrica e poi voltò il capo in direzione del "New Wilis Tower" l'imponente grattacielo, che sfiorava addirittura il chilometro di altezza! A tutti i lavoranti era severamente vietato entrare all'interno di quell'edificio. Tom si rivoltò e varcò la soglia della fabrica dove lavorava, il gigsjtesco portone di ferro con marchiato su di esso il numero 8. Una volta entrato, subito fu accolto dal suo caporeparto che lo esortò a sbrigarsi e di tornare immediatamente a lavoro, lui annuí rispettosamente verso il superiore e si diresse a passo spedito verso il "muro dei timbri", dove vi erano le cartelle dei circa mille dipendenti della fabbrica. Lui prese la sua e con uno delle decine di timbri sul tavolo di fronte a lui, timbrò il suo documento e, una volta rimesso al suo posto si diresse verso il suo settore, il settore assemblaggio. -Ehi! Ciao Tom! Dormito bene?- Tom guardò lamico poi rispose -Ehi ciao, si grazie ho dormito solendidamente, vedo che sei arrivato a lavoro in aticipo, buon per te!- Raccolse, da una cassetta degli attrezzi appoggiata su un tavolo di legno imbrattato di grasso, olio e di carbone, un martello di legno con una punta di metallo e iniziò a martellare ripetuta,ente un pezzo di ferro che gli era stato meso davanti da un nastro trasportatore continuamente in movimento. Modellò il ferro dopodichè il nastro se lo riportò via piazzando davanti a Tom un altro pezzo di ferro, identico al precedente e lui ripetè l'azione appena svolta. Il suo turno consisteva in questo, per quattro ore di seguito, poi vi era una bravepausa pranzoe poi si riniziava per altre quattro ore, fino all'ora di tornare a casa. Suonò il turno la pausa pranzo e Tom ne fu entusiasta dato che aveva un certo languorino, non avendo fatto colazione e, pur essendovi ormai abituato, gli doleva il braccio in una maniera terribile. Andò nella sal mensa prese un vassoio e qualcosa da mangiare, poi si sedette ad un tavolo e pranzò. Terminò il pranzo e tornò nel suo settore contemporaneamente al suono della campanella per la fine della pausa pranzo. Seguirono altre quattro ore di massacrante ed incessante lavoro battendo e martellando pezzi su pezzi di ferro tutti uguali. Final,ente alla fine suonò anche la fine-turno diurno, e Tom terminò il suo lavoro per quel giorno. Uscí fuori, salutò un paio di coleghi e si diresse verso casa, la numero 64. Effettivamente però si sava stranamente stufando di quella vita vuota e monotona.
  
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