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Autore: Ambaraba    25/12/2012    2 recensioni
Lucifero si appoggiò allo stipite della porta-finestra, guardò giù. Era stato maledetto in una maniera crudele, tanto tempo prima.
Intorno a lui, si spandeva il gelo. Una sottile patina di ghiaccio andava allargandosi scricchiolando intorno ai suoi piedi, percorreva il pavimento per andare a incrostarsi sui muri, incrinava i vetri, ricamandoli di ragnatele spezzate.
Era stato maledetto.
Non poteva piangere.
(...) Anche questo Natale lo trascorrerà da solo.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lucifero
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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il natale di lucifero So this is Christmas...

La voce di John Lennon giunge strappata e distante, come un'eco. Proviene da una vecchia musicassetta, in esecuzione su un impianto stereo impolverato, che giace su un pavimento sudicio. E freddo.
È buio. La stanza è spoglia e priva di corrente elettrica. Ha una sola finestra. Volendo essere precisi, è una porta-finestra. A vetri. Dall'esterno, giunge il chiarore pallido e soffuso di una luna di gesso. È una luce tenue e surreale, che si allunga sul pavimento e svela pochi mobili, coperti da lenzuoli ormai logori.
Non aveva scelto quel posto per la bellezza, né per avere compagnia. È un appartamento dismesso in un palazzo abbandonato, completamente isolato dal resto del mondo.
Aveva scelto quel posto perché il panorama che si apriva sotto era quello di una grande città, una città qualsiasi, una città brulicante di quegli esseri inferiori che odiava tanto.

Lucifero si appoggiò allo stipite della porta-finestra, guardò giù. Era stato maledetto in una maniera crudele, tanto tempo prima.
Intorno a lui, si spandeva il gelo. Una sottile patina di ghiaccio andava allargandosi scricchiolando intorno ai suoi piedi, percorreva il pavimento per andare a incrostarsi sui muri, incrinava i vetri, ricamandoli di ragnatele spezzate.
Era stato maledetto.
Non poteva piangere.

Le lacrime diventavano perline di ghiaccio prima ancora di raggiungere il suolo. La sua rabbia era così gelida e trattenuta da farlo tremare dentro.
Non capiva il motivo di tutto ciò.
Non si faceva una ragione del perché l'amore che suo Padre provava per lui fosse stato soppiantato tanto facilmente da quello per quelle creature imperfette.
Il rancore lo sferzava con lame di ghiaccio nelle vene. Faceva male.

Amava suo Padre più di ogni cosa. E altrettanto lo amava Lui... O almeno così credeva.
Avrebbe fatto qualunque cosa per compiacerLo, per renderLo orgoglioso di lui... Ma era difficile. Come si può soddisfare uno che ha già tutto, perché ha creato tutto?
Non si può.
C'era stato un giorno in cui Lucifero si era guardato le mani vuote, esasperato, perché non sapeva più come dimostrarglielo, il Bene che provava per Lui.
Lui aveva sorriso della sua insistenza, gli aveva teso una mano e lo aveva fatto rialzare, perché non cadesse mai più sotto l'incombenza di quel tormento.
Lucifero non sapeva amare se non in modo tormentato. Era la sua punizione.

Il Padre aveva sorriso. E, sorridendo, gli aveva voltato le spalle.
Era stata tanta la delusione, tanto il dolore, che Lucifero aveva preferito la strada più semplice.
Lo amava così tanto da preferire odiarlo, piuttosto che accettare tutto quel dolore.
Si era prestato a diventare il cattivo esempio. Era caduto, era stato abbandonato, dimenticato.
Ancora una volta.

Il buio era comodo e avvolgente come una coperta, ma il freddo che sentiva continuava a farlo tremare.
Trascorrerà in solitudine anche questo Natale.

... Adesso, devo chiedervi di accettare che quanto sto per dirvi sia vero, per quanto possa essere difficile crederlo.
Voi tutti credete che il Diavolo non pianga, vero? Be', cambiereste idea, se vedeste quello che vedo io.

Non aspettatevi lacrime.
Sono tante perline di ghiaccio, quelle che cadono ai suoi piedi.

"Tanti auguri, papà."
  
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