Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Evaans    25/12/2012    4 recensioni
Enfer significa Inferno. Enfer è lei. Enfer è cattiva. Riuscirà a compiere la sua missione?
Genere: Drammatico, Horror, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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E' la prima Fan Fiction che faccio, perdonatemi se faccio qualche errore di ortografia o di battitura, non giudicate in modo negativo. Spero solo che vi piaccia!
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Primo Capitolo - Enfer. 

Si era appena alzato il sole all'orizzonte, quando Kaname mi svegliò. Mi svegliai di buon umore, come sempre. Kaname prese i vestiti che dovevo indossare per oggi, per il grande giorno. Era un vestito rosso scuro, nei bordi, c'era una soffice pelliccia grigia, con intonazione a quel vestito avevo una benda che tra cui la stoffa ricadeva dietro. Mi porto la colazione a letto, era così gentile, negli ultimi 4 mesi si era preso cura di me da quando i miei genitori erano morti per un incidente, ma sapevo chi era stato, e mi dovevo vendicare.
"Padroncina, vado a chiamarla per farla vestire."
"Kaname, lo sai che mi dovresti chiamare Enfer, ahahahah, fattici l'abitudine o ti frusto."
"Sì, Mia Enfer."
Come dite voi, oggi mi sono svegliata di buon umore, vero? Bene, il mio carattere era un carattere diverso da quelle delle altre contesse o conti. Ero cattiva fino in fondo, il mio cuore, la mia anima erano sporche, ero una brillante attrice, riuscivo a socializzare bene, facevo credere alle persone che ero buona, gentile e sempre sorridente. Ma non era così. Odiavo la gente, odiavo me stessa, odiavo tutto quello che i miei genitori, ormai defunti, hanno costruito per me. Kaname è il mio maggiordomo. Dopotutto, è il mio diavolo di maggiordomo.
"Kaname, potresti tu vestirmi."
"Mia Enfer, sono un uomo, non va bene, le chiamo Catherine per farla vestire."
"Va bene, va bene. Chiama, muoviti!"
Kaname uscì dalla stanza, mentre facevo la colazione a letto. Tea Earl Grey, il mio preferito, con un dolce appena sfornato fatto dal mio Kaname. Catherine entrò in stanza con in mano il corsetto e calze a metà coscia, perfetto, dovrò mettere il reggi calze, che schifo.
"Buongiorno Contessa, è ora di alzarsi e di vestirsi, oggi è il grande giorno!"
"Sì sì, lo so, non sono così stupida come te!"
Catherine restò zitta per qualche minuto e mi alzai per farmi mettere quel stupido corsetto. Mi svestii, ero solo in mutande, che vergogna, mi coprii i seni con le braccia.
"Alzi le braccia Contessa, non posso metterle il corsetto così."
"Uffa che noia, devo metterlo per forza il corsetto?"
"Se vuole fare una bella figura sì."
Sbuffai e alzai le braccia, mi avvolse il corsetto nel petto, al contatto era freddo e rabbrividii, stesi le braccia sul muro e inclinai un po' la schiena per far lavorare Catherine sul corsetto. 
"Ora le farò un po' male, dovrò stringere."
"Muoviti Catherine, sennò farò tardi!"
A ogni laccio lo strinse di più, gemetti dal dolore, faceva male ogni volta che stringeva. Finalmente finii, nella vita, mi mise quella specie di ferro per far 'gonfiare' il vestito. Quant'era pesante. Poi la parte del vestito, del vestito che amo, ed ero pronta, quasi pronta. Mi sedetti per farmi mettere un velo di trucco, da far sembrare la mia carnagione un po' rosea essendo pallida, i miei occhi rossi s'intonavano con il vestito, mi rialzai e Catherine mi sistemò i capelli argentei su tutto un lato per poi mettermi la benda, stavo bene, forse un po' troppo. Ma dopotutto era il grande giorno. Kaname bussò alla porta ed entrò.
"Cosa vuoi, Kaname?"
"La carrozza è pronta, Mia Enfer."
"Perfetto. E' meglio che vada, non voglio far tardi al grande giorno."
"Finalmente lo conoscerà."
"Certo, lo conoscerò, lo farò mio e lo ucciderai. Non voglio macchiarmi di quel sangue sporco."
"E la sua vendetta sarà compiuta."
Mi avvicinai a Kaname, presi il suo viso con la mano o lo avvicinai nel mio viso.
"Non possiamo, Mia Enfer, lo sa."
"Lo sai cosa penso di te, Kaname. Vorrei averti, ma non posso. Sei come me, cattivo e spregevole, ma una cosa non siamo uguali, tu sei un demone, una creatura della notte, se possiamo definirti così, e io un insulsa umana, quanto vorrei essere un demone e divorare anime, oppure un vampiro, sarebbe bello essere un vampiro, peccato che non esistano."
"Ora, Mia Enfer, dobbiamo andare, o perderà la conoscenza del Conte Phantomhive."
"Certo, Kaname. Andiamo"
Uscii dalla palazzo che mi avevano lasciato i miei genitori defunti. Mi coprii con l'ombrello dal sole, avendo una carnagione molto chiara, la mia pelle ne risentirebbe. Entrai in carrozza, per andare dal mio più grande nemico. Ciel Phantomhive.
  
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