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Autore: Leyton_Nenny    26/12/2012    3 recensioni
Morgana amava il Natale: le piaceva il suono crepitante del legno umido nel camino - sebbene alle volte fosse troppo bagnato e facesse fumo –, amava il profumo della cera che si scioglieva sugli enormi candelabri, lasciando un aroma di vaniglia che pervadeva tutto il castello.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morgana, Principe Artù | Coppie: Morgana/Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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White Christmas

  
 

Morgana amava il Natale: le piaceva il suono crepitante del legno umido nel camino - sebbene alle volte fosse troppo bagnato e facesse fumo –, amava il profumo della cera che si scioglieva sugli enormi candelabri, lasciando un aroma di vaniglia che pervadeva tutto il castello.
Adorava inoltre l'idea che “A Natale siamo tutti più buoni”, per questo si ritrovava ad aiutare le donne gravide a svolgere piccole azioni, sebbene spesso si sentisse inadeguata o incapace; oppure lasciava scivolare qualche moneta nei cappelli dei meno fortunati.
Ma la cosa che più amava Morgana, era la neve. Non che fosse una cosa solita a Camelot, quello che era chiamato “bianco Natale”, ma lei ricordava chiaramente la prima volta che ne aveva visto uno, ed era proprio per questa memoria, che quel fenomeno le era molto caro.

Era ancora piccola a quel tempo, non ricordava esattamente l'età, ma quando ripensava a quel giorno, riusciva a ricordarne ogni piccolo particolare, a cominciare dall'aria che in quel periodo odorava di cannella a causa della torta di mele che la cuoca stava preparando, agli abiti che indossava.
Morgana non aveva mai visto la neve prima, almeno da quel che ricordava, quindi quando vide quella leggera pioggia soffice e biancastra, che si poggiava sui vetri, formando dei fiocchi, per sciogliersi poco dopo in scie d'acqua, aveva temuto si trattasse di un qualche maleficio.
Ovviamente, era corsa da Artù terrorizzata – aveva paura che Uther non la giudicasse all'altezza della posizione che le aveva dato, e questo l'avrebbe riempita di dolore, dato che temeva che in questo caso avrebbe deluso il proprio padre, che in punto di morte aveva chiesto al re di prendersi cura della figlia.
“Piove bianco” aveva sussurrato telegrafica col fiatone ad Artù, dopo aver fatto irruzione nella stanza dove egli era occupato con i suoi studi: appena si fu ripresa dall'impeto del momento, balbettò qualcosa in segno di scusa e arrossì.
Il principe sorrise “Tranquilla, abbiamo appena finito” aveva congedato i suoi mentori, per poi porgerle la mano: nel frattempo la neve aveva iniziato ad attaccare, lasciando una lieve coltre su ogni superficie della cittadella.
“E' neve” le aveva spiegato “è soffice, e molto delicata” aveva provato a descriverla: non ebbe molto successo, dato che la ragazza si limitò ad osservarlo sempre intimorita, sebbene nel suo sguardo si fosse fatta spazio una lieve ombra di curiosità.
“Vieni – l'aveva dunque invitata prendendola per mano – ti porto a vedere la neve” e si era incamminato, costringendola a seguirlo a passo svelto.
Erano usciti dall'enorme portone del castello, e Artù aveva affondato le proprie dita nel manto biancastro; Morgana dopo poco aveva seguito il suo esempio.
“E' fredda” aveva esclamato stupefatta mentre un brivido le percorreva la schiena: il principe aveva afferrato il suo polso con delicatezza, facendo in modo che lei estrasse le dita immerse dalla neve. Lentamente, aveva preso le sue mani tra le proprie e aveva iniziato a scaldarle respirandovi sopra.
“Va meglio?” aveva chiesto dopo qualche istante: Morgana aveva alzato lo sguardo, incontrando quello del giovane, e il suo viso si era aperto in un sorriso.
“Grazie”
Artù si era sdraiato all'indietro, affondando la schiena nella neve insieme a tutti i propri arti, mentre continuava a stringere la mano della ragazza.
“Vorrei restare così per sempre”
“Finirai per congelare” gli aveva risposto lei preoccupata. Lui le aveva risposto con una risata, poi si era voltato nella sua direzione, tornando a guardarla negli occhi, prima di alzarsi e dare alla ragazza una piccola spinta, facendo in modo che anche lei si ritrovasse supina nella neve
“Sai, le cose sembrano più chiare, da questa prospettiva”
“Tu dici? - aveva risposto lei divertita – perché a me si stanno riempendo gli occhi di neve”
Artù aveva riso, e aveva aumentato la stretta sulla sua mano.
“Morgana – lei si era voltata verso di lui che continuava a scrutare il cielo biancastro – io un giorno ti sposerò. Te lo prometto”
Lei aveva sorriso.
“Non vedo l'ora”

Ripensava a quel ricordo, Morgana, mentre da una finestra della sua stanza osservava due bambini che facevano a palle di neve. Il suono secco di qualcuno che bussava alla porta la distrasse da quelle memorie, costringendola a mostrare voce ferma – l'emozione di quel momento l'aveva inebriata.
“Avanti”
La figura di Artù comparve sulla porta, lasciandola esterrefatta a sbattere un paio di volte le palpebre: capitava assai di rado che il principe venisse a farle visita.
“Vi ho portato un regalo” aveva detto lui deciso, una volta chiusa la porta alle sue spalle, mentre il suo sguardo vagava per la stanza, incapace di posarsi sulla figura che stava dinnanzi a lui.
“Un regalo?”
“Sì, è Natale” aveva esplicato lui sbrigativo, consegnandole un piccolo pacchetto.
“E' per me?”
“Sì” aveva risposto lui telegrafico mentre osservava le mani della ragazza indugiare sul nodo, cercando di scioglierlo. Dopo vari tentativi, quello cedette, liberando una piccola spilla a forma di fiocco di neve.
Morgana aprì la bocca per parlare ma, prima di poter proferir parola, venne interrotta da Artù.
“So che non è perfetto e non ha niente a che spartire con i gioielli a cui siete abituata, ma il fatto è che ho chiesto al fabbro di corte se per lui fosse possibile fare qualcosa di simile con degli scarti di ferro. So che le sue mani non solo delicate come quelle di un orafo e probabilmente sono inadatte a lavorare una cosa fragile e armoniosa come questa, ma ci tenevo a ricordarti che io mantengo sempre le mie promesse” aveva esalato senza fermarsi nemmeno per respirare.
In tutta risposta, la ragazza l'aveva appuntata sull'abito che indossava, proprio sopra al punto in cui, ben protetto dalla cassa toracica, si trova il cuore.
“Lo accetto come pegno, Artù” aveva sussurrato lusingata. Il ragazzo aveva annuito, prima di uscire dalla stanza senza aggiungere altro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Passiamo alle dovute spiegazioni:
vi ricordo che siamo ancora alla prima/seconda stagione, quindi Morgana è ancora buona e, ovviamente, non sa che Uther è suo padre.
Era solo per ricordarlo.
Ovviamente ogni cosa è stata da me inventata, sia chiaro.
Ah, all'inizio volevo mettere una scena rossa, ma proprio non riuscivo a scriverla, quindi ho abbandonato quell'idea optando per la spilla - sono una persona da verde, il rosso non fa per me.
Per il resto, vi auguro buon Natale, anche se è mezzanotte passata da 7 minuti – ho fatto tardi dai parenti -.-”

Un bacio,
-J

  
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