White Christmas
Morgana
amava il Natale: le piaceva il
suono crepitante del legno umido nel camino - sebbene alle volte
fosse troppo bagnato e facesse fumo –, amava il profumo della
cera
che si scioglieva sugli enormi candelabri, lasciando un aroma di
vaniglia che pervadeva tutto il castello.
Adorava inoltre l'idea che “A Natale
siamo tutti più buoni”, per questo si ritrovava ad
aiutare le donne
gravide a svolgere piccole azioni, sebbene spesso si sentisse
inadeguata o incapace; oppure lasciava scivolare qualche moneta nei
cappelli dei meno fortunati.
Ma la cosa che più amava Morgana, era
la neve. Non che fosse una cosa solita a Camelot, quello che era
chiamato “bianco Natale”, ma lei ricordava
chiaramente la prima
volta che ne aveva visto uno, ed era proprio per questa memoria, che
quel fenomeno le era molto caro.
Era
ancora piccola a quel tempo, non
ricordava esattamente l'età, ma quando ripensava a quel
giorno,
riusciva a ricordarne ogni piccolo particolare, a cominciare
dall'aria che in quel periodo odorava di cannella a causa della torta
di mele che la cuoca stava preparando, agli abiti che indossava.
Morgana non aveva mai visto la neve prima,
almeno da quel che ricordava, quindi quando vide quella leggera
pioggia soffice e biancastra, che si poggiava sui vetri, formando dei
fiocchi, per sciogliersi poco dopo in scie d'acqua, aveva temuto si
trattasse di un qualche maleficio.
Ovviamente, era corsa da Artù
terrorizzata – aveva paura che Uther non la giudicasse
all'altezza
della posizione che le aveva dato, e questo l'avrebbe riempita di
dolore, dato che temeva che in questo caso avrebbe deluso il proprio
padre, che in punto di morte aveva chiesto al re di prendersi cura
della figlia.
“Piove bianco” aveva sussurrato
telegrafica col fiatone ad Artù, dopo aver fatto irruzione
nella
stanza dove egli era occupato con i suoi studi: appena si fu ripresa
dall'impeto del momento, balbettò qualcosa in segno di scusa
e
arrossì.
Il principe sorrise “Tranquilla,
abbiamo appena finito” aveva congedato i suoi mentori, per
poi
porgerle la mano: nel frattempo la neve aveva iniziato ad attaccare,
lasciando una lieve coltre su ogni superficie della cittadella.
“E' neve” le aveva spiegato “è
soffice, e molto delicata” aveva provato a descriverla: non
ebbe
molto successo, dato che la ragazza si limitò ad osservarlo
sempre
intimorita, sebbene nel suo sguardo si fosse fatta spazio una lieve
ombra di curiosità.
“Vieni – l'aveva dunque invitata
prendendola per mano – ti porto a vedere la neve” e
si era
incamminato, costringendola a seguirlo a passo svelto.
Erano usciti dall'enorme portone del
castello, e Artù aveva affondato le proprie dita nel manto
biancastro; Morgana dopo poco aveva seguito il suo esempio.
“E' fredda” aveva esclamato
stupefatta mentre un brivido le percorreva la schiena: il principe
aveva afferrato il suo polso con delicatezza, facendo in modo che lei
estrasse le dita immerse dalla neve. Lentamente, aveva preso le sue
mani tra le proprie e aveva iniziato a scaldarle respirandovi sopra.
“Va meglio?” aveva chiesto dopo
qualche istante: Morgana aveva alzato lo sguardo, incontrando quello
del giovane, e il suo viso si era aperto in un sorriso.
“Grazie”
Artù si era sdraiato all'indietro,
affondando la schiena nella neve insieme a tutti i propri arti,
mentre continuava a stringere la mano della ragazza.
“Vorrei restare così per sempre”
“Finirai per congelare” gli aveva
risposto lei preoccupata. Lui le aveva risposto con una risata, poi si
era voltato nella sua direzione,
tornando a guardarla negli occhi, prima di alzarsi e dare alla
ragazza una piccola spinta, facendo in modo che anche lei si
ritrovasse supina nella neve
“Sai, le cose sembrano più chiare,
da questa prospettiva”
“Tu dici? - aveva risposto lei
divertita – perché a me si stanno riempendo gli
occhi di neve”
Artù aveva riso, e aveva aumentato la
stretta sulla sua mano.
“Morgana – lei si era voltata verso
di lui che continuava a scrutare il cielo biancastro – io un
giorno
ti sposerò. Te lo prometto”
Lei aveva sorriso.
“Non vedo l'ora”
Ripensava
a quel ricordo, Morgana,
mentre da una finestra della sua stanza osservava due bambini che
facevano a palle di neve. Il suono secco di qualcuno che bussava alla
porta la distrasse da quelle memorie, costringendola a mostrare voce
ferma – l'emozione di quel momento l'aveva inebriata.
“Avanti”
La figura di Artù comparve sulla
porta, lasciandola esterrefatta a sbattere un paio di volte le
palpebre: capitava assai di rado che il principe venisse a farle
visita.
“Vi ho portato un regalo” aveva
detto lui deciso, una volta chiusa la porta alle sue spalle, mentre
il suo sguardo vagava per la stanza, incapace di posarsi sulla figura
che stava dinnanzi a lui.
“Un regalo?”
“Sì, è Natale” aveva
esplicato
lui sbrigativo, consegnandole un piccolo pacchetto.
“E' per me?”
“Sì” aveva risposto lui
telegrafico mentre osservava le mani della ragazza indugiare sul
nodo, cercando di scioglierlo. Dopo vari tentativi, quello cedette,
liberando una piccola spilla a forma di fiocco di neve.
Morgana aprì la bocca per parlare ma,
prima di poter proferir parola, venne interrotta da Artù.
“So che non è perfetto e non ha
niente a che spartire con i gioielli a cui siete abituata, ma il
fatto è che ho chiesto al fabbro di corte se per lui fosse
possibile
fare qualcosa di simile con degli scarti di ferro. So che le sue mani
non solo delicate come quelle di un orafo e probabilmente sono
inadatte a lavorare una cosa fragile e armoniosa come questa, ma ci
tenevo a ricordarti che io mantengo sempre le mie promesse”
aveva
esalato senza fermarsi nemmeno per respirare.
In tutta risposta, la ragazza l'aveva
appuntata sull'abito che indossava, proprio sopra al punto in cui,
ben protetto dalla cassa toracica, si trova il cuore.
“Lo accetto come pegno, Artù”
aveva sussurrato lusingata. Il ragazzo aveva annuito, prima di uscire
dalla stanza senza aggiungere altro.
Passiamo alle dovute
spiegazioni:
vi ricordo che siamo ancora
alla prima/seconda stagione, quindi Morgana è ancora buona
e,
ovviamente, non sa che Uther è suo padre.
Era solo per ricordarlo.
Ovviamente ogni cosa è stata da me inventata, sia chiaro.
Ah, all'inizio volevo mettere una scena rossa, ma proprio non riuscivo
a scriverla, quindi ho abbandonato quell'idea optando per la spilla -
sono una persona da verde, il rosso non fa per me.
Per il resto, vi auguro
buon Natale, anche se è mezzanotte passata da 7 minuti
– ho fatto
tardi dai parenti -.-”
Un bacio,
-J