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Autore: lexy90    11/07/2007    13 recensioni
Ciao a tutti..prima fic..è in pratica la mia versione della prima serie..leggete e commentate..spero vi piaccia!!! Baci :)
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Wecome To PageBreeze

Che dire?! CE L’HO FATTA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Non ci credo ancora, sono riuscita ad attivare l’html per mia fortuna, ma non per vostra perché ora vi toccherà leggere la mia creazione!!! Perché la leggerete vero?! Dite di sì o farete una brutta fine!!! :p

Cmq alcune indicazioni: la fic parla della prima serie e il primo capitolo è un prologo per capire bene come andrà avanti, il personaggio principale è Kei e a differenza dell'originale non ha perso la memoria..ma non vi svelo altro..se volete curiosità o chiarimenti chiedete pure..risponderò a tutte le domande..tranne a quelle del tipo: come va avanti?!

Vabè..buona lettura!!!

 

                                                         Me, Myself & I- Beyoncè

 

 

1.

Non era preparato a quella situazione. O almeno non se lo sarebbe mai aspettato da lui. Da quando il suo orgoglio si era fatto da parte e non gli impediva di entrare in quello studio? Forse da quando non riusciva a contenere tutto il dolore che lo opprimeva, tutti quei sentimenti contrastanti, incontrollabili. Chi glielo faceva fare poi di entrare? Nessuno lo obbligava. Nessuno ce lo stava portando di forza. Nessuno che gli impediva di tornare sui suoi passi e correre via. Già, nessuno. Non si era mai sentito così solo e abbondato a se stesso. Nemmeno al monastero. Anche se quel posto gli aveva sottratto l’infanzia e la famiglia aveva sempre avuto accanto Yuri, che essendo nella sua stessa situazione, lo capiva più di ogni altro. E poi c’era sempre lei.. no, non doveva pensarci; solo ricordandola gli veniva voglia di urlare, di rompere tutto quello che aveva sottomano.

Kei, un ragazzo di 17anni, che però per la sua altezza e il suo bel fisico ne dimostrava di più, con i capelli bicolore e gli occhi ambrati, continuava a fissare il portone dell’edificio di fronte a lui;era un palazzo lussuoso con un ampio atrio molto pulito, addobbato con delle calle bianche, all’interno c’era persino una portineria presieduta da un uomo sulla sessantina in divisa in quel momento impegnato in una telefonata.

Era inutile continuare a stare lì fermo, così Kei decise di entrare. Una volta all’interno notò con piacere che l’ambiente era riscaldato. Anche se era il suo paese d’origine, non si era ancora totalmente riabituato al clima freddo della Russia.

Si sfregò le mani e si diresse verso il portinaio che nel frattempo aveva riagganciato la cornetta.

-Buonasera! Posso esserle utile?-

-Ho un appuntamento con la dottoressa Moniev.. sa dirmi a che piano è?-

-Certamente.. quarto piano ascensore di sinistra!-

-Grazie..-

Kei continuò per il corridoio e prese l’ascensore che gli aveva indicato l’uomo, premette il pulsantino che indicava il quarto piano e, non appena arrivato cercò la porta dello studio.

La trovò e prima di premere il campanello lesse la targa d’ottone che vi era affissa. Diceva:

“dott.sa S. Moniev Psicologa..” e un’altra serie di titoli che al ragazzo sembravano irrilevanti.

Suonò e una ragazza gli venne ad aprire. Sembrava avere la stessa età di Kei, aveva gli occhi verdi e i capelli sul biondo scuro ricci lunghi fino alle spalle.

-Salve.. accomodati! Ehm.. tu sei ..- sbirciò su un foglio che aveva in mano- Kei Hiwatari?-

-.. sì.. sono mica in ritardo?- chiese leggermente spiazzato dal comportamento della ragazza che sembrava leggermente in difficoltà.

-No, no.. anzi perfetto orario! Ah..- tutti i fogli le caddero e imbarazzata si inginocchiò per terra per raccoglierli.

Kei da bravo salvatore di donzelle qual era si accovacciò a sua volta e l’aiutò.

-Grazie.. che maldestra che sono.. non sono proprio portata per questi lavori di segreteria!-

-e allora perché lavori qui?- Kei fece la domanda senza pensarci spiazzando la ragazza.

-ehm in verità io non lavoro qui.. è che la segretaria di mia madre ha avuto un  problemino e non avendo il tempo di chiamare qualcun altro mi ha chiesto se potevo darle una mano..che figlia esemplare non trovi?!- fece un sorriso a 32 denti.

-..ehm..sì-

-…..-

-…..-

-perché stai lì impalato a fissarmi?-

-in verità sto aspettando che tu mi dica quello che devo fare..-

-ah sì è vero.. ora sono io la segretaria.. è compito mio! –detto questo si diede un colpetto in testa con la mano e fece accomodare Kei nella sala d’attesa perché sua madre era ancora impegnata con un altro paziente.

Passarono 5minuti e finalmente la porta dello studio si aprì permettendo di uscire ad un uomo di mezz’età con un aspetto tremendamente trasandato, seguito da una donna sui 45anni che nonostante alcune rughe era molto affascinante con i capelli castani raccolti in un muccio e gli occhi verdi come quelli della figlia nascosti da un paio di occhiali ovali, era vestita con un tailleur nero che le donava un aspetto molto professionale.

-Allora ci vediamo la prossima settimana.. buona serata!-  strinse la mano all’uomo e lo congedò per poi spostare l’attenzione su Kei che aveva osservato la scena da una delle sedie colorate della sala d’attesa totalmente deserta.

-Emma tutto normale?-chiese la donna rivolgendosi alla figlia.

-Sì mamma.. -sorrise e fece segno verso Kei di venire.

-Allora tu sei il prossimo.. in effetti non c’è molta scelta.. su accomodati- e insieme si diressero verso la porta ancora aperta alle loro spalle.

L’interno della stanza era molto sobrio.. una parete era interamente occupata da una grande libreria in legno, davanti alla grande finestra invece c’era una grande scrivania dotata di computer, vari fogli, cancelleria, delle cornici e una cartellina; a fianco alla scrivania c’era un mobiletto di lamiera grigia e al centro della stanza un divanetto e una poltrona.

La psicologa lo invitò a sedersi e Kei si accomodò in silenzio aspettando una parola della donna che però prima di interessarsi a lui si diresse verso la scrivania, afferrò la cartella e la ripose nel mobiletto dalla quale ne estrasse un’altra; poi prese posto sulla poltrona, si sistemò gli occhiali e si rivolse verso il ragazzo visibilmente a disagio in quel contesto:

-Allora.. da dove iniziamo?-

-A lei la scelta..- Kei cercò di riacquistare un po’ del suo sangue freddo e di essere il più distaccato possibile.

-Mmh..-la donna lo fissò per qualche secondo poi aggiunse-vediamo allora di capire perché sei qui-

Aprì la cartella che aveva sulle ginocchia e iniziò a cercare le informazioni che le interessavano.

-Ti chiami Kei..oh a proposito io sono la dottoressa Stefanija Moniev e anche se non sembra di solito sono una persona educata!- accennò un sorrisino e poi continuò-..comunque hai 17 anni e ora alloggi all’hotel Snow qui a Mosca! Confermi?-

Kei annuì mantenendo il suo classico sguardo di ghiaccio.

-Potresti allora spiegarmi come mai alloggi in un hotel!-

-Scusi, ma non l’hanno informata di nulla?- chiese leggermente scocciato Kei.

-certo che lo hanno fatto!-

-Allora non sarebbe più semplice tralasciare e andare avanti.. potremmo risparmiare molto tempo!-

-Ma sarebbe tutto inutile.. il fatto che non ne vuoi parlare è segno evidente che c’è qualcosa che non va!-

-e se fosse solo che tengo alla mia privacy?-

-Ah ah.. questa non l’avevo ancora sentita.. comunque devi stare tranquillo.. da queste quattro mura non uscirà nulla di quello che mi riferirai.. sono tenuta al silenzio!-

-questo lo so ma..- Aveva voglia di iniziare a raccontare, ma qualcosa lo tratteneva, era una specie di diffidenza.. oppure semplice paura di riportare a galla tutto il suo passato.

-Ma cosa..?-

-…-

La donna sorrise comprensiva e riformulò la domanda iniziale.

-Perché alloggi in un hotel?-

-Perché non ho più un posto dove andare..- Ce l’aveva fatta, ora doveva solo continuare. Sospirò.

-Prima vivevo in un monastero.. sa quello appena fuori città.. solo che, come lei saprà, il “responsabile” è stato arrestato e tutti i ragazzi che come me vivevano lì sono stati o affidati ad altre famiglie o riportati nelle proprie, solo che io non avendo nessuno ed essendo troppo grande per entrare a far parte di un’altra famiglia sono stato alloggiato temporaneamente in albergo.-

-Ma secondo legge anche se ti manca un anno alla maggiore età devi comunque essere affidato a qualcuno..-

-fortunatamente c’è stato qualcuno che ha garantito per me e sono riuscito a starmene per conto mio..-

-chi?-

-Non so se lo conosce..il presidente Daitenji!-

-Sì..di vista.. quindi è lui che ti mantiene?-

-In verità no.. diciamo che me lo posso permettere..-

-in che senso?-

-Mio nonno è anche lui stato coinvolto nel caso del monastero ed è stato arrestato, ma pur di non stare dietro le sbarre si è suicidato e così io mi sono preso la sua eredità..-

-Mi dispiace..-

-A me no..-

-Perché? Da quello che leggo qui- indicò la cartella- i tuoi genitori sono morti quando tu eri molto piccolo e che fino a qualche giorno fa era l’unico tuo parente in vita!-

-Già.. ma in verità non si è mai comportato da nonno affettuoso.. anzi non si è proprio mai comportato da nonno..-

-Ti ha mai picchiato?-

-Sicura che vuole già arrivare a questo punto?-

-Ti ha mai picchiato?-

-Direi di sì..le poche volte che lo vedevo sì.. anche perché le altre ci pensava Vorkov..-

-Ora però sei tu che stai velocizzando.. chi è Vorkov?-

-E’ il capo del monastero.. –

La dottoressa fece una piccola pausa per riordinare le idee, poi riprese a sfogliare la cartella.

-Non hai sempre vissuto in Russia?-

-No.. ho passato all’incirca quest’ultimo anno in Giappone..-

-E perché sei tornato in Russia?-

- Per il torneo mondiale di beyblade.. la finale si è svolta qui..- Ormai riferiva alla donna anche le cose ovvie, perché sicuramente sapeva del torneo anche per la grande attenzione di tutto il paese per quell’evento..sembrava in verità che ogni informazione che le diceva fosse già a sua conoscenza, ma che volesse sentire tutto da lui stesso.. decise di accontentarla.

-E con quale squadra ti sei schierato?-

-La finale con la squadra russa.. gli incontri precedenti con la giapponese..-

-Quindi ti sarai fatto qualche amico in entrambe le squadre?-

-Questa domanda mi mette in difficoltà.. i componenti dalla Borg li conoscevo già perché facevano parte del monastero.. per quanto riguarda i Bladebreackers.. non so se posso considerarli amici..-

-Questo mi sembra un buon punto di inizio.. vorrei ascoltare tutta la tua storia, tutta.. ma oggi si è fatto tardi quindi rimanderei alla prossima volta.. noi ci dovremmo vedere tre volte a settimana se non sbaglio- sbirciò in un’agendina poi continuò- lunedì, mercoledì e venerdì dalle 18 alle 19!-

Si alzò e tese la mano verso Kei che a sua volta si rizzò in piedi un po’ preso alla sprovvista e le strinse la mano.

-Spero di rivederti lunedì.. mi farebbe piacere lavorare con te.. quindi vedi di non scappare!- Gli fece l’occhiolino e poi lo accompagnò alla porta con il suo sorriso allo stesso tempo dolce e malizioso.

Nella sala d’attesa trovarono Emma, intenta a leggere una rivista, che non appena li vide, li raggiunse, strinse la mano a Kei e con un cordiale –piacere di averti conosciuto- lo accompagnò alla porta di ingresso.

Appena il ragazzo sparì dietro la soglia, la biondina si lasciò scappare uno sguardo languido che non sfuggì alla madre.

-Proprio un bel ragazzo, vero?- disse maliziosamente la donna.

-Sì.. carino.. -

- Ma.. è un  mio paziente quindi..-

-Mamma stai tranquilla.. era solo per commentare..-

 

 

 

 

Spero vi sia piaciuto il primo capitolo.. commentate commentate commentate.. se siete arrivati fino a qui fate l’ultimo sforzo e ditemi com’ era.. a voi lettori l’ardua sentenza.. si accettano consigli!!! J J J

 

 

 

   
 
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