I.
Bisogna imparare a sperare nell'insperabile.
Eraclito.
Lost along the
way - John Nordstrom
Non
poteva credere di essere rinchiusa in quel bagno.
Non
poteva nemmeno pensare di averci creduto davvero per qualche secondo.
Come
era possibile?
Si
sentiva sciocca, stupida.
Seduta
nella vasca di Casa Salvatore, nel bagno di Damon.
Le
braccia che circondavano le ginocchia tenendole unite.
Da
lontano sarebbe potuta sembrare una scatola chiusa. La testa ripiegata sulle
ginocchia e il volto coperto dalle braccia mentre i capelli le ricadevano lisci
sulla schiena.
Non
voleva vedere nulla, non voleva che Damon la trovasse lì. Si sarebbe fatto
delle domande. Presto avrebbe capito le risposte e lei non avrebbe fatto altro
che sentirsi ancora più stupida.
La
cosa che la faceva riflettere di più è che ci aveva sperato.
Aveva
veramente sperato che quel bastoncino bianco le avrebbe detto che sì,
nonostante fosse un vampiro, avrebbe avuto un bambino da Damon.
Perché
fra loro non era mancato niente.
C’era
stato il sesso, e che sesso!
C’era
l’amore.
C’era
la voglia di stare insieme.
E
soprattutto c’era il per sempre. Non quello che si dicono i comuni mortali. Non
quel lasso di tempo che comprende una vita umana.
Quello
che avrebbero potuto avere lei e Damon per essere genitori era una vera
eternità.
Per
sempre.
Come
poteva aver creduto anche solo per un momento che potesse essere incinta?
Era
una vampira e i vampiri non si riproducevano.
Era
stata la prima lezione di Damon, durante il loro primo viaggio.
“Non
possiamo riprodurci, ma ci piace provarci.” Adesso che anche lei era un demone
immortale, doveva dargli ragione. Provarci gli piaceva.
Ma
andare a credere che per lei le regole erano diverse era da pazzi.
Era
una doppelganger.
Per
lei molte regole erano diverse.
Perché
questa no?
-Dove
ti sei nascosta?- La voce di Damon proveniva dal piano di sotto. Stava ridendo,
si sentiva dal suono della sua voce, così calda.
Elena
sapeva benissimo che l’avrebbe trovata.
Il
solo respiro poteva guidarlo da lei.
Neanche
un secondo e anche Damon era in bagno con un sorriso sulle labbra che
prometteva una serata veramente divertente.
Elena
non si era mossa di un centimetro ma sentendo il silenzio che era calato in
quella casa alzò la testa per incrociare i suoi occhi e sorridergli.
-Perché
sei nella vasca? Vestita.- La guardava in modo strano. Aveva capito che
qualcosa non andava.
-Ci
sto comoda.- Mentì Elena con un’alzata di spalle.
Lui
per tutta risposta si avvicinò al lavandino.
All’unico
oggetto in tutta la stanza a cui non avrebbe dovuto avvicinarsi.
Elena
avrebbe potuto scaraventarsi sul lavandino prima di lui e rompere
quell’oggettino che la rendeva ancora più patetica del solito.
Ma
non lo fece. Non ne aveva la forza.
Tutto
ciò che sentiva ora era vergona e odio per se stessa e la sua fervida
immaginazione.
-Questo
cos’è?- Chiese Damon allungando la mano verso il bastoncino bianco e
osservandolo attentamente quasi fosse cosparso di verbena.
-Una
sciocchezza! Io…io sono una stupida!- Sospirò Elena gettando nuovamente la
testa fra le ginocchia che le aveva fatto da scudo per tutto quel tempo.
-E’
un test di gravidanza?! Perché hai fatto un test di gravidanza?- Continuò con
le domande Damon, alzando un sopracciglio come solo lui sapeva fare.
-Io…Niente
te l’ho detto è una cavolata.- Sospirò da dietro il suo muro fatto di pelle e
ossa la ragazza.
Damon
sprofondò in un lungo silenzio. Elena alzò la testa dal suo rifugio per
controllare che non fosse successo nulla.
-Elena.
E’ positivo.-
Buogiorno :)
Sono tornata a
scrivere in questo meraviglioso fandom con un'idea alquanto malsana.
Ora, io pensavo di
chiuderla qui, ma poi avrei lasciato molti di voi sulle spine. Quindi vi chiedo
se volete che vada avanti con la storia (vari problemi che sorgono ecc.) o se
semplicemente nel prossimo capitolo volete un finale.
Fatemi sapere :)
Un bacio a tutti
<3
Holly