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Autore: LittleLazyHobbit    26/12/2012    0 recensioni
Sebastian ogni giorno è sottomesso a una vita che non ha scelto, così di notte si avvia per locali, lasciando posto al suo vero io e perdendo le inibizioni. Una notte troverà l'inferno e il paradiso racchiusi una stanza.
Quella sarà la miglior notte della sua vita.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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°Angolo dell'autrice° Inizio dicendo che dovreste leggere la storia mentre ascoltate Supermassive Black Hole dei Muse perchè l'idea mi è partita da lì e, beh.. è mitica. Cosa vi costa ascoltarla?
Bene, se ve lo state chiedendo, no, non vi sto' parlando dall'oltretomba; sono stata solo colpita da un attacco di pigrizia acuta(?)
Disclaimer: La storia è demenziale, ma lasciatemi un parere, anche per mandarmi a cagare. Purtroppo i personaggi di Glee non mi appartengono, ma sono di proprietà della Fox.... e boh... non so' più che dire, quindi vi lascio con la FF. 
Alla prossima! ^-^ -Maddy




Era da un po’ che Sebastian passava le sue nottate così.

Sgattaiolando fuori di casa alle due, facendo il più piano possibile così da non svegliare sua moglie, per poi rientrare  a casa alle cinque del mattino e tornare alla routine che gli avevano costruito intorno. Perché no, lui non si era certo scelto quella vita.

Vai a scuola e fai il bravo perché lo dice tuo padre, smettila di fare il frocio perché lo dice tuo padre, vai a lavorare nella banca di tuo padre, sposati con una donna perché lo dice tuo padre, fai del sesso forzato con tua moglie  perché tuo padre vuole dei fottuti  nipotini e via dicendo.

Questo accadeva di giorno, ma di notte… Oh, Sebastian di notte dava sfogo al suo vero io, nei locali della periferia di NYC.

Ogni notte un locale diverso, finché non trovò il locale.

E si, in quel locale c’era lui. Il ragazzo che lo faceva ghiacciare e sciogliere al tempo stesso.

Era un ragazzo poco più piccolo di lui, sicuramente andava ancora al College. Ogni tanto capitava che qualche ragazzo, per pagarsi gli studi, fosse costretto ad usare il proprio corpo.

Il ragazzo poteva sembrare un po’ basso, ma era perfetto.

Capelli ricci e neri che davano l’idea del suo spirito ribelle, occhi color caramello con sfumature verdi che brillavano di passione.

Quegli occhi, poi… Dio, cos’erano quegli occhi. Erano ammaliatori, ti attraevano a loro con l’inganno del piacere per poi lasciarti lì ad agonizzare speranzoso di un loro bacio d’addio per allietare la tua anima affamata, che però non arriverà.

Un corpo ambrato, come se il ragazzo fosse stato baciato dal sole, e muscoloso al punto giusto.

Secondo Sebastian, quel ragazzo non era umano. Forse era solo un brutto scherzo della sua immaginazione.
Ma la sua immaginazione non sarebbe mai riuscita a creare un’immagine così perfetta.

Sebastian si diresse verso il locale, con un misto di agitazione ad eccitazione nel cuore. L’attesa di vederlo lo faceva sempre impazzire.

Parcheggiò la macchina nello spiazzo isolato vicino all’entrata dell’edificio, scese dall’auto e si avviò verso l’entrata.

Man mano che si avvicinava, i bassi della musica all’interno crescevano, per poi esplodere in un misto di brusii sulla soglia.

Mostrò la carta d’identità al buttafuori immediatamente, stufo ormai dell’attesa. Era così vicino al suo diamante ambrato, non poteva certo perdere tempo in sciocchezze simili.

Non appena mise piede all’interno del locale, non poté  fare a meno di essere investito dai suoni e dai profumi. Le canzoni che risuonavano di sottofondo avevano dei toni caldi e ammalianti, mentre l’aria era impregnata di un dolce profumo di sigari e cocktail.

Sebastian si sedette ad un tavolo più appartato rispetto agli altri, ma da dove avrebbe potuto godersi lo spettacolo ugualmente.

Dopo aver preso la sua ordinazione, si girò verso il piccolo palco, scrutandolo in cerca di lui. Ma in mezzo a quei ragazzi che si stavano già esibendo i suoi occhi color caramello non c’erano. In compenso però, vide un ragazzo davvero bello.

Alto, slanciato, pelle nivea e due profondi abissi al posto degli occhi. Si distrasse dalla ricerca del suo lui a causa delle movenze e delle occhiate seducenti che gli stava mandando quel ragazzo, finché una mano calda che stava cercando di intrufolarsi dentro la sua camicia lo fece sobbalzare.

Sebastian fece per girarsi, ma il ragazzo alle sue spalle lo tenne ben stretto e in un attimo si abbassò all’altezza del suo orecchio.

“Quello è il mio ragazzo.” sussurrò con voce suadente, mentre la mano sotto la stoffa della camicia di Sebastian continuava a disegnare ghirigori e a lasciare una scia bollente al suo passaggio.

“I-io…no-n…lo s-sapevo.” balbettò Sebastian, accecato dalla passione.

Il ragazzo morse lievemente l’orecchio di Sebastian, per poi dedicarsi al suo collo.

Sebastian era già andato. Aveva gli occhi chiusi e respirava affannosamente. Gli faceva sempre quell’effetto, bastavano pochi tocchi e qualche sospiro per mandarlo in paradiso. Oppure all’inferno, dipendeva dai punti di vista.

“Stai diventando un cliente abituale. E la cosa mi sembra strana” fece una pausa prima di baciare il suo collo di nuovo.

“Insomma, sei giovane.” altra pausa, altro bacio.

“Sei bello.”

“Eppure vieni qui. Per ricevere attenzioni da uno sconosciuto, che dureranno solo una notte.” Il ragazzo risalì verso l’orecchio di Sebastian.

“Oppure credi che le attenzioni di una puttana siano migliori di quelle degli altri?” e nel frattempo passò una mano sul petto di Sebastian, facendolo rabbrividire al suo tocco.

Era strano. La sua pelle bruciava ad ogni tocco eppure aveva i brividi. Per non parlare dell’effetto che gli provocava la sua voce; lo attraversava facendolo sentire completo, per poi sparire lasciandogli un vuoto all’interno.

“Non sei… non sei una puttana.” Mormorò Sebastian fra un ansito e l’altro.

“Ah no? E cosa sarei allora?” il ragazzo si spostò da dietro Sebastian e si mise a sedere di fianco a lui.

“Tu… tu sei il fuoco.”

“Il fuoco?” ripete compiaciuto il ragazzo, avvicinandosi sempre di più a Sebastian per poi cingergli la vita con un braccio.

Sebastian prese un profondo respiro, più lui cercava di prendere aria, più questa sembrava mancargli.


“Tu sei come il fuoco. Sei affascinante, anche perfetto. Ma scotti. Sei ammaliante, ma pericoloso.”

“Uh. Pericoloso. Come mai quest’aggettivo?” il ragazzo si avvicinò per sussurrarglielo direttamente nell’orecchio, così che il suo respiro caldo si scontrasse con la pelle di Sebastian.

“Perché ogni notte rischio di mandare a fanculo la mia vita solo per poterti vedere.” Cercò di non farsi prendere dall’eccitazione, ma i suoi gemiti lo tradirono.

Il ragazzo, compiaciuto di aver ottenuto ciò che voleva, si alzò, prese Sebastian per mano e lo condusse nel privè. Dopo pochi secondi arrivò anche il ragazzo dalla pelle lattea, chiamato dall’altro.

Sebastian, accorgendosi della presenza dell’altro ragazzo, si allarmò.

“Perché anche lui è qui?”

“Beh, visto che rischi tanto per me ho pensato di ripagarti regalandoti la miglior nottata della tua vita. Vero, Kurt?”

“Sicuro, Blaine” Sorrise l’altro.

Blaine, si avvicinò a Sebastian e lo baciò con un misto fra passione e rudezza, mentre Kurt si dedicava con delicatezza al collo del povero malcapitato.

Sebastian era praticamente diviso fra un inferno pieno di fuoco ed eccitazione e un paradiso fatto di soffici baci e dolci carezze.

La notte passò veloce fra i gemiti dei tre, ma a Sebastian parve durare in eterno, perché lì aveva trovato la perfezione.

Blaine aveva ragione. Aveva regalato a Sebastian la miglior nottata della sua vita.

Ma purtroppo le cose belle non durano per sempre e all’alba Sebastian dovette tornare alla realtà.

Una realtà dove non c’era né inferno né paradiso.
   
 
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