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Autore: Ofelia20    26/12/2012    2 recensioni
Il Natale quell’anno aveva un odore ed un sapore diverso a Storybrooke. Certo il 25 dicembre di quell’anno era comunque avvolto dal penetrante odore degli aghi dei pini addobbati, o dell’odore pesante della neve sintetica; il tutto come al solito era accompagnato dai sapori della tradizione, dalla flagranza del tacchino ripieno, dalla dolcezza dei dolci appena sfornati, o dei sorrisi disegnati con la glassa sui biscotti allo zenzero; avvolti nei colori tipici del periodo il rosso, il verde ed il dorato. Ma quel Natale portava con se qualcosa di diverso, portava sulla sua scia l’odore ed il sapore, apparentemente invisibili, della consapevolezza.
Come passeranno un nevoso Natale gli abitanti di Storybrooke?
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Jefferson/Cappellaio Matto, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! E Auguri, anche se il Natale è ormai passato! ^_^

Come ogni anno ho scritto la mia One-shot natalizia, questa volta su questo fandom, Once Upon A Time un telefilm che adoro!

Bene vi lascio leggere sperando che vi piaccia! Bacii! <3

 

Per gli abitanti di Storybrooke quello era il primo Natale che avrebbero trascorso con i loro ricordi, insieme a loro stessi. Con la consapevolezza di amare ed essere amati.

Ed anche il cielo sembrava essere a conoscenza di quella novità, perché aveva lasciato cadere tra le vie della città un soffice e bianco strato di neve, e migliaia di altri piccoli ed eleganti fiocchi candidi precipitavano lentamente.

Oh the weather outside is frightful
But the fire is so delightful
And since we've no place to go
Let it snow let it snow let it snow

“Guardate sta ancora nevicando!” esclamò il piccolo Henry con il naso spalmato sul vetro della finestra mentre il suo alito lo appannava. Gli si unirono intorno subito Emma, Snow, e suo marito ad osservare anche loro quel meraviglioso spettacolo, mentre sulla tavola la cena di Natale non aspettava altro che essere consumata.

“Nonno potremmo andare a fare un pupazzo di neve?” azzardò il piccolo sentendo ancora un certo imbarazzo nel chiamare quell’uomo così giovane nonno.

“Certo che possiamo!” ripose Charming sorridendo mentre abbracciava sua moglie ed Emma, la figlia che aveva finalmente ritrovato. “Anzi perché non ci andiamo subito tutti?”

Non finì neanche di pronunciare la frase che già tutti si erano infilati la giacche, i guanti, le sciarpe ed i cappelli ed erano usciti fuori. Tra la neve Henry non era l’unico bambino, mentre infatti il piccolo e suo nonno si stavano impegnando a fare un pupazzo di neve degno della loro nobile famiglia, Emma e sua madre si lanciavano palle di neve senza riuscire a smettere di ridere. Si erano trovati finalmente, ed erano felici. Per la prima volta nella sua vita Emma stava festeggiando il Natale con la sua famiglia, ed aveva lasciato la sua solita aria imbronciata ed austera impacchettata sotto l’albero di Natale, decisa a donarla a quello che c’era di più lontano, per lasciare spazio solo al suo sorriso. Erano tutti felici e a poco importava di avere freddo, e che la neve continuasse a cadere intorno a loro.

Man it doesn't show signs of stopping
And I brought some corn for popping
The lights are turned was down low
Let it snow let it snow

“Questa neve non sembra voler smettere!” disse Sean affacciandosi alla finestra.

“Lascia che nevichi. Mi piace la neve!” rispose Ashley affiancandolo e posandogli un leggero bacio sulla guancia, che lentamente stava cercando di spostarsi sulle labbra quando però fu interrotto dal pianto della loro piccola. Entrambi le si avvicinarono e la cullarono, fino a farla riaddormentare. Poi tornarono a sedersi sul loro piccolo ma comodo divano ad osservare fuori dalla finestra la neve che scendeva, festeggiando nella loro piccola famiglia il Natale.

***

August uscì di casa e si fermò sul marciapide. Allungo le braccia e lascio che la neve si posasse su di se. Voleva sentirla ora che non aveva più la rigidità del legno sulle sue ossa. Sorrise e decise di non preoccuparsi se qualcuno vedendolo lì, la notte di Natale lo avrebbe preso per un pazzo. Perché forse lui era veramente diventato pazzo, pazzo di felicità. Era di nuovo di carne ed ossa, aveva ritrovato suo padre, Emma era riuscita a spezzare la maledizione, non c’era motivo per essere tristi.

“August! Vieni dentro! Cosa ci fai là fuori? La cena si raffredderà!” lo richiamò Marco affacciato alla porta di casa. - Uno degli svantaggi di aver ritrovato il proprio padre- pensò tra se e se ridacchiando. Ma niente avrebbe potuto renderlo felice più di quelle parole e lasciando che la neve continuasse a cadergli sulla pelle rientrò in casa.

When we finally kiss goodnight
How I'll hate going out in the storm
But if you really hold me tight
All the way home I'll be warm

Il signor Gold non aveva mai festeggiato il Natale, eppure anche lui sentiva nelle sue vene la diversità di quella giornata. Sentiva la necessità di dover cambiare, e decise che quella notte di Natale era perfetta per iniziare a farlo, o perlomeno per provarci. Uscì dal suo negozio stringendosi nel suo capotto nero lungo infastidito dalla neve che continuava a cadergli addosso. Si aggirava per le strade della città in cerca di Lei fino a quando non la vide. La luce della Biblioteca era ancora accesa. Lentamente si avvicinò, non del tutto sicuro di voler entrare. Ma quasi automaticamente la sua mano aprì la maniglia della porta che straordinariamente era aperta. Entrò ma non trovò nessuno dietro al bancone, dove era solito trovare Belle che accoglieva sorridente chiunque cercasse un libro. Dovette guardarsi un bel po’ intorno per trovarla, la ragazza se ne stava con la fronte poggiata contro il vetro della finestra, le braccia incrociate intorno al corpo, troppo immersa nei suoi pensieri per accorgersi persino che non era più sola. Cercando di non spaventarla Gold le si avvicinò e schiarendosi la voce delicatamente posò la mano sulla spalla della ragazza.

“Sai non ricordo di averla mai vista” disse Belle a voce bassa senza smettere di fissare i fiocchi che scendevano dal cielo.

“Cosa?” chiese l’uomo troppo estasiato dalla sua bellezza per capire le parole della giovane.

“La neve. Non ricordo neanche come sia toccarla…” spiegò guardando finalmente l’uomo negli occhi.

“Bè a questo c’è rimedio mia cara” le rispose Gold mentre sulla sua bocca si apriva il suo solito ghigno che solo in presenza di lei però si tramutava in sorriso. Prendendole la mano la condusse fuori dall’edificio per farle finalmente sentire la neve cadere sul suo meraviglioso viso.

Belle aprì le mani per prendere quanti più fiocchi poteva e sentirne la presenza sulla sua pelle, aprì persino la bocca per farsene cadere alcuni sulla lingua e provarne il sapore, alla fine ci si allungò persino, poi rise. Le si liberò una risata che forse aveva tenuto prigioniera tra le sue labbra per troppo tempo e poi senza perderla tornò a guardare gli occhi di Gold che per tutto il tempo era rimasto a fissarlo incantato e felice. Senza parlare le labbra di Belle si posarono su quelle del suo vero amore ed in quel momento la neve che gli cadeva addosso non dava poi tanto fastidio al signor Gold.

And the fire is slowing dying
And my dear we're still good-byeing
But as long as you'd love me so
Let it snow let it snow and snow

 

Jefferson sentiva di aver finalmente ripreso a respirare. Avvertiva di aver ritrovato un pezzo di se stesso che credeva di aver perduto per sempre. Stava passando il Natale con la sua Grace, ora che finalmente erano insieme e non c’era più nessuna maledizione che potesse separarli.

“Papà perché non mangi?” le chiese la piccola mentre si puliva il viso con il tovagliolo dopo aver divorato una coscia di tacchino che aveva cucinato per loro la nonna di Ruby.

“Stavo pensando” rispose suo padre, aveva smesso di mangiare perché era rimasto ad osservare sua figlia, ogni suo più impercettibile movimento che faceva, per recuperare tutti quelli che purtroppo rimpiangeva di aver perso.

“Ad una cosa bella o ad una cosa brutta?” domandò ancora Grace.

“Ad una cosa bellissima tranquilla. E adesso finisci di mangiare e poi fila al letto, altrimenti Babbo Natale non verrà a lasciarti i regali” le disse sorridendole dolcemente ed accarezzandole i lunghi capelli biondi.

Dopo aver sparecchiato e ripulito insieme erano pronti per andare a letto ma un imprevisto li rallentò.

“Papà ma non possiamo andare a letto così!” esclamò la piccola Grace.

“Perché? Cosa succede?” chiese preoccupato Jefferson accigliandosi.

“Non abbiamo lasciato i biscotti ed il latte per Babbo Natale!”

“Oh certo, i biscotti! Come ho fatto a dimenticarmene!” rispose il padre portandosi una mano aperta sulla fronte per poi  fiondarsi in cucina a preparare la colazione per Babbo Natale che di nascosto avrebbe dovuto mangiare lui. Diede uno sguardo fuori dalla finestra e vide che stava nevicando, non se ne era accorto ancora, tanto era occupato ad essere felice. Lasciò che i fiocchi di neve cadessero pure silenziosi fuori dalla finestra, e sorridendo portò sua figlia a letto.

 

   
 
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