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Autore: allison742    26/12/2012    6 recensioni
Mentre escono passando dalla porta girevole l'uomo si volta per sistemarsi i capelli ed è in quel momento che incontra i miei occhi.
Rimango folgorata all'istante... Non avevo mai visto niente del genere in vita mia.
E lui sembra provare le stesse sensazioni.
I nostri sguardi rimangono incatenati per pochi secondi, fino a quando la donna lo chiama ed esce sulla strada.
Sento come se mi avessero strappato una parte di cuore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fine dello spettacolo o fine primo tempo?

Sono le quattro, e puntualissima mi trovo sulle scalinate della pista di pattinaggio.
Un parte di me non vede l'ora che arrivino, ma l'altra ha paura che ci possa essere anche la fidanzata di Nathan.
Fatico ad ammetterlo anche a me stessa, ma sono rimasta letteralmente incantata da quell'uomo.
Mi sento attratta da lui come non mi era mai capitato.
Mentre i miei pensieri vagano già ad un futuro troppo lontano, sento delle manine coprirmi gli occhi.
Sorrido e mi giro di colpo prendendo Charlotte per la vita.
Le faccio il solletico mentre lei ride felice.
La mia giornata si rallegra improvvisamente.
- Forza Stana, andiamo a prendere i pattini. - mi incita tirandomi per un braccio.
- Non c'è il tuo papà?
- Sì, è con miss "non guardarmi che mi consumo" - risponde alzando gli occhi al cielo e indicando un punto all'entrata della pista.
Il mio umore scende improvvisamente fino a toccare il suolo.
Vedo Nathan salutarla con un bacio e avvicinarsi a noi.
- Ciao Stana, grazie di essere venuta.
- Figurati, mi fa piacere. - rispondo cercando di nascondere tutta la gelosia che sta straripando dal mio corpo.
Beh, almeno la "Miss" se n'è andata.
Ma perchè faccio questi pensieri?
Ci conosciamo solo da un giorno e tre minuti e provo gelosia nei suoi confronti?!
Non è da me... Non è decisamente da me.
- Forza, che stiamo aspettando? - dico prendendo la mano di Charlotte. - andiamo a noleggiare i pattini.
La piccola saltella felice, mentre Nathan ci segue sorridendo.
So perfettamente che mi sta fissando da dietro così muovo i fianchi più del dovuto.
Il pomeriggio non è cominciato al massimo, ma potrà di certo migliorare.

- Perchè tu non pattini?! - chiedo a Nathan, vedendolo spostarsi verso i lati della pista.
- Ehm... Ecco, io... Faccio le foto! - esclama poco convinto estraendo il telefono.
Mi metto a ridere.
- Non sei capace, vero?
- Io preferisco "diversamente capace", signorina Katic. - mi risponde serio, per poi scoppiare a ridere.
- È facile, ti insegno io. - dico porgendogli i pattini.
- Ma non se ne parla neanche! Non c'è mai riuscito nessuno... E tu non sarai la prima.
- Ok, staremo a vedere. - rispondo voltandomi e raggiungendo Charlotte all'interno della pista.
Faccio due piroette di prova, lasciando tutti a bocca aperta.
Non credevo di essere ancora così capace...
- Ti prego, insegnami! -  mi supplica Charlotte con gli occhi spalancati.
Io sorrido e le spiego tutti i movimenti, mentre con la coda dell'occhio osservo, di tanto in tanto, Nathan che ci guarda dalla panchina.
Sorride, sembra felice.
E io sento di essere parte della causa della sua felicità.

Sono intenta a spiegare a Charlotte come fare i salti sui pattini quando sento qualcuno che mi prende per i fianchi.
 Mi volto pronta a tirare un pungo a chiunque abbia osato toccarmi, quando mi trovo davanti Nathan che mi supplica di non picchiarlo.
- Scusa, scusa... Non volevo... Stavo per raggiungervi, ma non sapevo come frenare... Mi dispiace.
- Mmm... Farò finta di crederti. - rispondo provocandogli un sorriso. - Allora, alla fine ha deciso di provare eh?!
- Vi stavate divertendo troppo senza di me... Non mi sembrava affatto corretto, così eccomi qui! - spiega con fare teatrale, allargando le braccia a accennando un inchino.
Io e Charlotte ci guardiamo e scoppiamo a ridere, poi lo prendiamo per le braccia e lo trasciniamo per tutta la pista.
Lui nel frattempo urla, sovrastando le nostre risate.
Mi sto divertendo... Finalmente dopo mesi sono tornata a ridere davvero.
Faccio cenno a Charlotte di invertire direzione, cosa che porta ancora più confusione in Nathan.
Siamo al massimo della nostra velocità, quando sento una vocina squillante chiamarlo.
Freno di colpo e mi volto.
Eccola, venuta a rovinare tutto.
Nathan, nel vederla, le fa segno di aspettare ancora qualche minuto, ma lei, impaziente, entra nella pista con le sue meravigliose (devo ammetterlo) e nuove scarpe di Prada.
Barcolla più volte sui tacchi, ma arriva a noi prendendolo per mano e trascinandolo via, senza degnare di uno sguardo me o Charlotte.
- Aspetta, devo prendere mia figlia... - prova a dire Nathan.
- Non preoccuparti, è con la baby-sitter, no?
- Lei non è una baby-sitter, lei è un' amica. E magari ha altro da fare che stare con Charlotte.
Mi ha difesa, e mi ha definita un'amica.
Non potrei essere più felice di ora.
Contro la mia volontà la mia bocca si apre.
- Non c'è problema, starò io con lei. - dico.
- Sentito? Andiamo, presto. - commenta la sua fidanzata trascinandolo via.
Lui si volta e mi guarda dispiaciuto; io gli sorrido triste, prendendo Charlotte per mano.
- Allora, che ne dici di una cioccolata? - propongo.
- Dico che non desidero altro! - esclama sfrecciando verso l'uscita.

Stiamo parlando del più e del meno... Mi sta raccontando del fatto che sono a New York per le vacanze di Natale e che a gennaio torneranno a Los Angeles, quando si rattrista improvvisamente.
- Che succede?! - chiedo preoccupata.
Charlotte alza lo sguardo e scopro un velo di tristezza nei suoi occhi.
- Mi manca la mamma... Non puoi immaginare quanto. Di solito venivamo qui per Natale noi tre, ci divertivamo sulle giostre e a correre per le strade innevate. Facevamo la lotta con le palle di neve, e ci buttavamo per terra nel prato. Ora invece lei non c'è più, e papà ha trovato questa strana donna che dorme nello stesso letto dove dormiva la mia mamma... Non è giusto, mi tratta male, come se fossi un peso da scartare...
Sconvolta da quelle parole, non posso fare nient'altro che alzarmi e stringerla forte.
Le trasmetto tutto il mio affetto con quel semplice gesto.
Lei scoppia a piangere, ma si fa coccolare da me, rifugiandosi tra le mie braccia.
Comincia a parlarmi della sua mamma, Brooke, di quando fosse bella, di quanto la facesse divertire e di quando ha sofferto quando se n'è andata.
Mi racconta della sua costante paura di fare qualcosa che potrebbe deluderla, e del suo grande desiderio di trovare qualcuno che le stia vicino come faceva lei; qualcuno diverso da Cindy, la fidanzata del padre.
Finisce di sfogarsi che sono già le sette.
La riaccompagno sotto casa e scendo per aprirle la portiera.
Vedo Nathan che ci viene incontro.
- Grazie Stana, sei stata fantastica oggi.
"Sì, per lasciarti libero di fare chissà cosa con Cindy!" penso.
- Figurati, mi sono divertita molto. - rispondo invece, senza mentire.
- Ciao Stana, a presto! - esclama Charlotte saltandomi al collo.
Io mi abbasso per facilitarle l'operazione, mentre mi sussurra nell'orecchio un "Ti voglio bene."
- Anche io. - rispondo sincera.
- Sei quella giusta, io lo sapevo. Non ti lascerò scappare. - mormora sottovoce prima di raggiungere il padre nell'ascensore.
Entrambi mi salutano con la mano.
Io ricambio sorridendo, consapevole che questa è l'ultima volta che li vedrò.
Poi le porte si chiudono; inaspettatamente.
Come un sipario.
Fine dello spettacolo.




   
 
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