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Autore: Magic_Life    12/07/2007    15 recensioni
I gemelli Kaulitz a cinque anni e alle prese con i biscotti. Cosa ne sarà venuto furoi?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A cinque anni il mondo è un gioco

A cinque anni il mondo è un gioco. A cinque anni il tuo sogno nel cassetto è “diventare grande”. A cinque anni il tuo piatto preferito è latte e biscotti. E quel giorno loro, da bravi bambini di cinque anni, avevano deciso di fare proprio quei famosi biscotti per cui andavano matti. “Attento Tom! Se fai macello la mamma, quando torna, ti uccide” disse un bambino dai grandi occhi castani mentre cercava di afferrare il sacco di farina situato un po’ oltre la portata della sua mano.

L’altro bambino, identico al primo, sbuffò e mise su un adorabile broncio “Bill sai che sembri la mamma?” rispose infine.

Il bambino dimenticò la farina per un attimo e con una lentezza esasperante si girò verso il fratello “Ce l’hai con me?” disse, cercando di imitare un personaggio di chissà quale film, appoggiando le manine paffute sui fianchi. “Ok, scusa…però ora muoviamoci sennò torna mamma” lo interruppe Tom mentre prendeva uno sgabello per riuscire a raggiungere il ripiano della cucina.

Interdetto per essere stato interrotto sul più bello della sua interpretazione decise però di sorvolare e rimboccarsi sul serio le maniche: tanto con Tom era tutto inutile.

Esattamente 25 minuti più tardi la cucina non si riconosceva più, assomigliava più che altro ad un paesaggio dopo la prima nevicata. Farina sparsa un po’ ovunque, un uovo rotto per terra, impronte di cacao su tutti i mobili. Bottiglie di cioccolato, caramello e sciroppo di zucchero giacevano abbandonate e semivuote accanto ad una terrina in cui faceva bella mostra un denso impasto di non ben definita sostanza. Bill cercava di pulirsi le paffute manine su uno strofinaccio ormai sporco.

Chiazze di polvere di cacao e di farina gli imbrattavano il dolce faccino e il cappello da chef, che aveva trovato in un cassetto e che aveva pensato di indossare per completare la sua imitazione di cuoco provetto, gli ricadeva sugli occhi.

Tom, invece, cercava di pulirsi dalla sostanza appiccicaticcia – leggasi caramello – che Bill poco prima gli aveva spruzzato addosso.

Uno scatto metallico risuonò per la casa. “Siamo morti” esclamò Tom terrorizzato ad un Bill pietrificato dalla paura.

Pochi attimi dopo una donna bionda sulla trentina apparve sulla soglia della cucina. “Eheh…ciao mammina” disse Tom melenso con gli occhini sbarluccicanti e con le manine dietro la schiena.

Sapevano che stava per scatenarsi l’inferno e si preparavano al peggio

Ma la mamma fece una cosa del tutto inaspettata: cominciò a ridere. E subito i due gemellino ne approfittarono per correre ad abbracciarla, con le arie da angioletti, ma sotto sotto sollevati per come la situazione si era ricolta.

“Non ti arrabbi vero?” chiede Bill dolce schioccandole un bacio sulla guancia, cercando di accattivarsela con quell’innocenza tipica dei bambini. “Va bene, ma dopo mi darete una mano a pulire.” rispose la mamma accarezzandogli la testa. “Giuri?” tornò all’attacco Tom guardandola serio serio. “Giuro” e con un dito disegnò una croce immaginaria all’altezza del cuore.

Molte risate, coccole e minuti dopo, un buon odorino proveniva dal forno e la cucina era linda e splendente. Tutto merito della mamma ovviamente, perché i piccoli giacevano esausti sul divano, addormentati, seduti testa contro testa. Come ci si poteva arrabbiare con quei due angioletti biondi? pensava la mamma guardandoli dolcemente, con un appena accennato sorriso sulle labbra. E pochi minuti dopo, proprio quei due angioletti, svegliandosi, trovarono un bel piatto di porcellana, colmo di biscotti, ad attenderli.

Sebbene non avessero un aspetto invitante e fossero bruciacchiati, erano comunque perfetti perché li avevano fatti col cuore per la loro mamma, quella mamma che avrebbe dato tutto per loro.

 

 

 

 

OK, so che questa ficcy è ad alto contenuto di zucchero, però ho provato a immaginare i piccoli Kaulitz in questa curiosa situazione e questo è ciò che ne è venuto fuori. Spero vi abbia strappato almeno un sorriso. Dedicata a chi mi sostiene incitandomi a scrivere (chissà perché poi, visto che schifezze ne vengono fuori O_o) e a chiunque riuscirà ad arrivare a leggere queste note dell’autrice, perché significherà che siete riuscita a leggere anche la ff.

Thanks.

  
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