A cinque anni il mondo è un gioco. A cinque anni il tuo sogno nel
cassetto è “diventare grande”. A cinque anni il tuo piatto preferito è latte e
biscotti. E quel giorno loro, da bravi bambini di cinque anni, avevano deciso
di fare proprio quei famosi biscotti per cui andavano matti. “Attento Tom! Se
fai macello la mamma, quando torna, ti uccide” disse un bambino dai grandi
occhi castani mentre cercava di afferrare il sacco di farina situato un po’
oltre la portata della sua mano.
L’altro bambino, identico al primo, sbuffò e mise su un adorabile
broncio “Bill sai che sembri la mamma?” rispose infine.
Il bambino dimenticò la farina per un attimo e con una lentezza
esasperante si girò verso il fratello “Ce l’hai con me?” disse, cercando di
imitare un personaggio di chissà quale film, appoggiando le manine paffute sui
fianchi. “Ok, scusa…però ora muoviamoci sennò torna mamma” lo interruppe Tom
mentre prendeva uno sgabello per riuscire a raggiungere il ripiano della
cucina.
Interdetto per essere stato interrotto sul più bello della sua
interpretazione decise però di sorvolare e rimboccarsi sul serio le maniche:
tanto con Tom era tutto inutile.
Esattamente 25 minuti più tardi la cucina non si riconosceva più,
assomigliava più che altro ad un paesaggio dopo la prima nevicata. Farina
sparsa un po’ ovunque, un uovo rotto per terra, impronte di cacao su tutti i
mobili. Bottiglie di cioccolato, caramello e sciroppo di zucchero giacevano
abbandonate e semivuote accanto ad una terrina in cui faceva bella mostra un
denso impasto di non ben definita sostanza. Bill cercava di pulirsi le paffute
manine su uno strofinaccio ormai sporco.
Chiazze di polvere di cacao e di farina gli imbrattavano il dolce
faccino e il cappello da chef, che aveva trovato in un cassetto e che aveva pensato
di indossare per completare la sua imitazione di cuoco provetto, gli ricadeva
sugli occhi.
Tom, invece, cercava di pulirsi dalla sostanza appiccicaticcia –
leggasi caramello – che Bill poco prima gli aveva spruzzato addosso.
Uno scatto metallico risuonò per la casa. “Siamo morti” esclamò Tom
terrorizzato ad un Bill pietrificato dalla paura.
Pochi attimi dopo una donna bionda sulla trentina apparve sulla soglia
della cucina. “Eheh…ciao mammina” disse Tom melenso con gli occhini
sbarluccicanti e con le manine dietro la schiena.
Sapevano che stava per scatenarsi l’inferno e si preparavano al peggio
Ma la mamma fece una cosa del tutto inaspettata: cominciò a ridere. E
subito i due gemellino ne approfittarono per correre ad abbracciarla, con le
arie da angioletti, ma sotto sotto sollevati per come la situazione si era
ricolta.
“Non ti arrabbi vero?” chiede Bill dolce schioccandole un bacio sulla
guancia, cercando di accattivarsela con quell’innocenza tipica dei bambini. “Va
bene, ma dopo mi darete una mano a pulire.” rispose la mamma accarezzandogli la
testa. “Giuri?” tornò all’attacco Tom guardandola serio serio. “Giuro” e con un
dito disegnò una croce immaginaria all’altezza del cuore.
Molte risate, coccole e minuti dopo, un buon odorino proveniva dal forno
e la cucina era linda e splendente. Tutto merito della mamma ovviamente, perché
i piccoli giacevano esausti sul divano, addormentati, seduti testa contro
testa. Come ci si poteva arrabbiare con quei due angioletti biondi? pensava la
mamma guardandoli dolcemente, con un appena accennato sorriso sulle labbra. E
pochi minuti dopo, proprio quei due angioletti, svegliandosi, trovarono un bel
piatto di porcellana, colmo di biscotti, ad attenderli.
Sebbene non avessero un aspetto invitante e fossero bruciacchiati,
erano comunque perfetti perché li avevano fatti col cuore per la loro mamma,
quella mamma che avrebbe dato tutto per loro.
OK, so che questa ficcy è ad alto contenuto di zucchero, però ho
provato a immaginare i piccoli Kaulitz in questa curiosa situazione e questo è
ciò che ne è venuto fuori. Spero vi abbia strappato almeno un sorriso. Dedicata
a chi mi sostiene incitandomi a scrivere (chissà perché poi, visto che
schifezze ne vengono fuori O_o) e a chiunque riuscirà ad arrivare a leggere
queste note dell’autrice, perché significherà che siete riuscita a leggere
anche la ff.
Thanks.