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Autore: Ili91    27/12/2012    5 recensioni
[Spoiler minimo 5x12]
Arthur è insieme a Gwen, ma la sua mente continua a pensare ad un paio di occhi azzurri.
Tratto dalla one-shot:
Arthur capì che qualcosa non andava nel momento stesso in cui, nella sua mente, paragonò gli occhi di sua moglie a quelli del cielo; salvo poi rendersi conto che Guinevere non aveva affatto gli occhi azzurri, ma scuri.
[...]
Arthur passò una mano tra i capelli di lei, ma erano talmente lunghi e ricci che le dita finirono per aggrovigliarsi in mezzo a quella specie di cespuglio e, per districarle, li tirò involontariamente.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù, Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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Blue eyes like... - Capitolo unico
Titolo: Blue eyes like...
Personaggi: Merlin, Arthur, Gwen
Pairing: Merthur e un po' di Arwen
Rating: Giallo
Genere: Commedia, Sentimentale
Note e avvertimenti: Spoiler season 5 (solo una battuta della 5x12)


Blue eyes like...


Arthur capì che qualcosa non andava nel momento stesso in cui, nella sua mente, paragonò gli occhi di sua moglie a quelli del cielo; salvo poi rendersi conto che Guinevere non aveva affatto gli occhi azzurri, ma scuri.
Non riusciva a comprendere come potesse ancora confondersi dopo tutto quel tempo trascorso insieme.
Forse aveva esagerato con il vino, quella sera, doveva essere stato quello, sì.
Guinevere, nel frattempo, mentre Arthur era immerso nei propri pensieri, aveva cominciato a lasciargli una scia di baci umidi lungo il collo e a strattonargli la camicia per sfilargliela.
Doveva restare concentrato!
Insomma, non è che potesse pensare ad un paio di occhi azzurri – a chi appartenevano, tra l'altro? -, mentre era a letto con sua moglie!
Se Guinevere l'avesse anche solo sospettato, non sapeva cosa ne sarebbe stato di lui.
«Arthur, qualcosa non va?» chiese Guinevere, allontanandosi da lui quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi.
Accidenti, si era distratto di nuovo! «No, no!» balbettò e si sporse in avanti per baciarla.
Arthur e Guinevere erano inginocchiati uno davanti all'altra, nel centro del loro letto e si erano da poco ritirati per la notte.
Lei si era avvicinata a lui con chiari intenti seduttivi e lui l'aveva lasciata fare. E poi... quanto tempo era passato dall'ultima volta? Arthur non riusciva a ricordarselo.
Spostò le braccia verso la schiena di Guinevere e cominciò a slacciarle il vestito, trovando non poca difficoltà con tutti quei bottoni. Ah, quanto sarebbe stato più semplice avere a che fare con una tunica simile alla sua, molto più semplice da sfilare.
In qualche modo, riuscì ad abbassare il corpetto del vestito di Guinevere senza strapparlo e, a quel punto, lasciò scivolare le labbra sempre più in basso.
Prima che potesse fare altro, Guinevere gli posò le mani sulle spalle e lo spinse all'indietro, in modo da ritrovarsi con Arthur sdraiato supino sul materasso e lei a cavalcioni su di lui.
Guinevere lasciò scorrere le mani sul suo petto, ora nudo, provocandogli un brivido. Si piegò in avanti e riprese a lasciargli baci ovunque, senza tralasciare nulla.
Arthur passò una mano tra i capelli di lei, ma erano talmente lunghi e ricci che le dita finirono per aggrovigliarsi in mezzo a quella specie di cespuglio e, per districarle, li tirò involontariamente.
«Ahia, Arthur!» si lamentò la proprietaria della capigliatura, rivolgendogli un'occhiataccia. «Fai attenzione.»
«Scusa» disse Arthur. Non riusciva a capire perché continuasse ad andare tutto storto, quella sera.
Guinevere annuì e riprese a baciarlo e accarezzarlo ovunque, per poi spostare la sua attenzione sui pantaloni di lui.
«Merlin!» esclamò Arthur improvvisamente in un sospiro, senza nemmeno pensare.
Spalancò gli occhi un attimo dopo.
Che diavolo aveva appena detto?
Guinevere si bloccò e sollevò la testa. «Come hai detto, prego?» Aveva un'espressione sconvolta e confusa al tempo stesso.
Non poteva biasimarla, era certo di essere nelle sue stesse condizioni.
Arthur si allontanò di scatto da lei e si alzò in piedi, tirandosi contemporaneamente su i pantaloni. «Mi...» La voce gli mancò e fu costretto a schiarirsela. «Mi sono ricordato che Merlin ha qualcosa d'importante da svolgere per me. Scusa.» Arthur si passò la mano tra i capelli e raccolse la tunica, che era finita sul pavimento.
Guinevere sbatté le palpebre più volte, come se non sapesse cosa dire.
Arthur colse l'occasione per lasciare la stanza, ma a testa alta, senza una camminata eccessivamente veloce.
Quando giunse nel corridoio deserto, appoggiò la schiena contro la parete fredda e dura.
Non aveva idea di cosa fosse successo, ma una cosa era certa, anzi, due: non avrebbe mai più toccato un goccio di vino in vita sua, anche a costo di morire di sete, e ora doveva cercarsi un altro posto dove trascorrere la notte, visto che era escluso che rimettesse piede nella sua stanza.
Pensò di chiedere asilo proprio a Merlin, in quanto era sua la colpa se era finito in quella situazione, ma poi escluse quella possibilità.
No, decisamente... no.
Si incamminò lungo il corridoio buio alla ricerca di una stanza disponibile.

C'era decisamente qualcosa che non andava, decise Merlin quella mattina, quando Arthur, per l'ennesima volta, cambiò strada appena lo vide.
Anche lo sguardo un po' sospettoso e attento che Gwen gli rivolse gli fece sorgere il dubbio che qualcosa fosse accaduto e che, in qualche modo, lo riguardasse.
Merlin non ricordava di aver fatto qualcosa di diverso dall'ordinario, perciò non riusciva proprio a comprendere quale fosse il problema di Arthur e Gwen.
Per un po' pensò che si fosse scoperto ciò che lui era – un mago – e quello che aveva nascosto a tutti per anni e anni, però aveva potuto scartare questa ipotesi non appena si rese conto che il comportamento di Arthur sembrava dovuto all'imbarazzo.
Ancora gli sfuggiva il motivo di tale sentimento – insomma, era il suo servitore! Dubitava esistesse ancora qualcosa che non conoscessero l'uno dell'altro, magia esclusa -, ma quei cambi di direzione quando s'incontravano, lo sguardo sfuggente e le guance più colorite in sua presenza erano inequivocabili.
«Altezza?» Merlin chiamò Gwen, quando si ritrovarono soli nella camera padronale.
«È successo qualcosa ad Arthur? Il suo comportamento è più idiota del solito.» Usò volutamente un tono scherzoso, cercando di mascherare quanto preoccupato fosse in realtà.
«Nulla, non è successo nulla» negò Gwen. Cadde il silenzio, poi lei aggiunse:
«Merlin, la commissione che dovevi svolgere stanotte per Arthur è andata bene?»
Merlin inarcò visibilmente le sopracciglia, confuso. «Quale commissione? Non avevo nulla di particolare da svolgere oltre ai miei soliti compiti.»
«Sei sicuro?»
«Sì, sì» rispose immediatamente, anche se gli venne il dubbio che forse avrebbe dovuto rispondere in modo diverso per fare un favore ad Arthur.
«Devo aver capito male» disse Gwen, con tono deluso.
Merlin era sempre più curioso di capire che cosa stesse succedendo a Camelot ultimamente.
«Potresti lasciarmi sola, adesso?» gli chiese, ma più che una domanda pareva un ordine.  
Merlin sorrise e annuì. «Certo.» Lasciò il letto in parte disfatto così com'era e abbandonò la stanza. Appena raggiunse il corridoio, quasi si scontro con Arthur, che arrivava dalla parte opposta.
Quest'ultimo lo aggirò per proseguire il suo cammino, ma Merlin lo bloccò prima che si allontanasse troppo. «Aspettate! Volevo chiedervi... che cos'è che avrei dovuto fare stanotte?»
L'altro sussultò come se fosse stato colpito da un'arma contundente. «Merlin, stai zitto!» intimò Arthur, senza girarsi.
«Vi ho fatto qualcosa? Mi spiegate perché continuate ad evitarmi?»
Arthur, finalmente, si voltò a guardarlo. Sollevò gli occhi al cielo, facendo il broncio per la scocciatura. Si fissarono per un lungo momento, poi il re colmò la distanza che li separava con pochi, rapidi passi. Gli posò una mano sulla spalla e si spinse in avanti fino a far incontrare le loro labbra. Fu un contatto veloce e incerto, ma sufficiente a scombussolare Merlin.
Arthur si allontanò e gli rivolse uno sguardo un po' confuso, come se sapesse quello che aveva appena fatto, ma non riuscisse a capacitarsene nemmeno lui.
Poi, Merlin gli sorrise e anche l'altro fece lo stesso.
In fondo, tra loro non erano mai servite troppe parole.


Spazio Autrice: Questa storia è volutamente fatta per RIDERE. E credo che dopo l'ultima puntata di Merlin ne abbiamo tutti bisogno.
L'idea mi è venuta vedendo la 5x12, con Arthur che si sveglia improvvisamente e chiama Merlin. Una fanfiction leggera leggera, che, spero, vi sia piaciuta.
Grazie mille a Deb per averla letta in anteprima.
   
 
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