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Autore: Iwantasmile    27/12/2012    21 recensioni
Fu in quel momento che l'anima mi vibrò.
Non ero altro che la sua serva, una semplice ed inutile serva.. e lui, era il mio padrone e il padrone di queste terre: il conte Justin Bieber, d'Inghilterra.
Era appena diciottenne, eppure il padre aveva messo nelle sue mani il potere di quel vastissimo territorio.
Ed io?.. Io ero solo uno dei suoi accessori. Eppure quando il suo sguardo si posò su di me, capii che non avrei fatto altro che stargli accanto per il resto della mia vita.
"Caroline.." Si affrettò a chiamarmi, risvegliandomi dai miei pensieri.
Mi voltai verso di lui e lo guardai aspettando che mi desse qualche compito da svolgere.
"Resta quì con me per oggi." Disse.
Farfugliai qualcosa, dopo di che aggiunse: "è un ordine.E tu, devi eseguire i miei ordini."
Cosa stava succedendo? .. Il mio cuore stava per esplodere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1789, Providence, Inghilterra.


“Caroline è la tua unica speranza di sopravvivere. Guarda me e tuo padre.. abbiamo altri tre bambini da crescere. non potremmo darti nessun futuro.”
Mia madre era una donna meravigliosa che aveva dedicato tutta la sua giovinezza a me. Mi aveva educata e cresciuta fino ad oggi, giorno in cui avrei dovuto raggiungere il suo scopo per il mio futuro.
“Mamma.. non voglio essere la serva di un ricco, prepotente ed egoista, che non bada ai sentimenti altrui.” Risposi mentre lei, ignorandomi, continuò a raccogliere i miei capelli in una treccia molto semplice ed elegante.
Una volta che ebbe finito, mi guardò dallo specchio rotto posto di fronte a noi, e sorrise.
Si asciugò una lacrima velocemente, pregando che non l’avessi vita, dopo di che venne di fronte a me.
“Se riuscirai a diventare la serva del signor Bieber, sarai apposto per tutta la vita. In quella casa non morirai mai di fame, ne di freddo, ne patirai i dolori delle malattie che ogni anno colpiscono tutta la popolazione. E poi.. se sarai fortunata potrai anche procreare dei figli per lui, portando così avanti la sua stirpe.”
I suoi occhi brillarono, mentre i miei si fecero lucidi.
“Credi che fare dei figli per un uomo che non mi darà la possibilità di dire che sono miei, sia una così bella prospettiva?” Chiesi alzandomi e aggiustandomi le pieghe sul mio vestito più nuovo.
Non rispose ma la sua carezza sulla mia spalla mi fece capire che in realtà ciò che aveva detto, era per convincere se stessa e non me.
“è ora che vada..” Annunciai abbracciandola.
Una lacrima gli scivolò sul voltò e andò a perdersi fra i nostri corpi abbracciati.
Sapevo che tutto ciò che stava succedendo non era colpa sua, ne mia, ne di mio padre. Ma della povertà.
Così la baciai, salutai i miei tre fratelli, e assieme a papà mi incamminai verso la “casa” dei signori Bieber.
Non potevamo permetterci una carrozza, così papà mi scortò a piedi.
Quando finalmente arrivammo, oltre a lamentarmi per il bruciore ai miei piedi, vidi uno splendido castello che sembrava uscire da una fiaba, ergersi di fronte a me.
Restai a bocca aperta qualche istante, inorridita dall’enorme quantità di ricchezza sprecata per vanità.
Dentro di me disprezzai apertamente tutto ciò, e tornai alla realtà solo quando una ragazza mi andò a sbattere contro la spalla.
“Scusami..” Disse prima di allontanarsi all’interno del castello.
La voce che il figlio del signor Bieber, Justin, era diventato maggiorenne si era sparsa in tutta la città.. così migliaia di ragazze ambivano a diventare le sue serve. Tranne me.
Mio padre mi abbracciò velocemente e scomparve dietro quell’enorme folla di ragazze che avanzava verso il castello.
Mi voltai a malincuore e, seguendo la massa, entrai anche io.
Inutile perdere tempo a descrivere il lusso sfrenato che si rappresentò ai miei occhi quando entrai.
Si sentirono degli “ooo” e degli “uuu”.. mentre io non feci altro che fare spallucce.
Due uomini, naturalmente elegantissimi, ci fecero mettere in fila in quell’enorme sala, che sembrava fatta di cristalli.
Ci scrutarono una ad una, dopo di che, uno di loro iniziò a parlare.
“Il giovane erede del padrone di questa terra, il conte Bieber, ha finalmente compiuto l’età necessaria per poter seguire le orme del padre. Come sapete ogni ricco uomo ha bisogno di avere al suo fianco una serva fedele, che lo mantenga in forma, che lo aiuti a lavarsi e a vestirsi, che lo accompagni alle importanti funzioni, che gli serva ogni pasto in qualunque posto che egli voglia, che lo vizi, e in casi di assoluta fiducia che dia vita alla sua stirpe. In cambio di questa assoluta fedeltà avrete, vitto, alloggio, ed ogni possibile ed immaginabile cura.
Il gioco, vale la candela.” Concluse con tono allusivo.
Lavarlo? Vestirlo?.. Non era in grado di farlo solo?..
D’altronde non avevo mai visto questo erede, forse era diversamente abile.. Quasi sicuramente, se aveva bisogno di tutte queste cure..
“Bene.. detto questo, sarà lui stesso a scegliere quale fra voi sarà la più adatta a riempire questo ruolo.” Disse infine, allontanandosi.
Avrebbe deciso, in base a cosa?.. La bellezza?.. Nessuna prova di intelligenza o di rapidità?..
Bhe allora, visto che attorno a me c’erano migliaia di ragazze meravigliose, decisi di tranquillizzarmi.
Misi le mani dietro le spalle e sorrisi.
Non avrebbe sicuramente scelto me fra tutte. Mamma e papà se ne sarebbero fatti una ragione, e forse mi avrebbero lasciata imbarcare verso il mio sogno, l’Italia.
Restai con gli occhi chiusi tutto il tempo che mi servii per immaginare nella terra dei miei sogni. Venezia, Roma.. era tutto così meraviglioso all’interno della mia mente, che non feci caso a tutte le urla, e le esclamazioni che mi circondarono.
Quando me ne resi conto spalancai gli occhi, e vedendo un viso a pochi centimetri dal mio, urlai e indietreggiai.
Mi guardai intorno vedendo solo sguardi truci e odiosi nei miei confronti, mentre qualcuno si fece beffe di me.
Poi guardai di fronte a me, vedendo un ragazzo meraviglioso avvicinarsi.
Dei capelli biondi cadevano morbidamente su quel viso che sembrava essere stato disegnato da un pittore, che al centro aveva messo due meravigliosi occhi color miele.
Barcollai di fronte a tanta perfezione, ma non mi scomposi e mi mostrai sicura di me.
“Signorina..?” Disse il ragazzo prendendo delicatamente la mia mano e avvicinandola alle labbra.
“Caroline..” Farfugliai.
“Caroline..” Ripeté il ragazzo poggiando delicatamente le sue labbra sulla mia pelle.
Al solo tocco rabbrividii.
Chi era questo meraviglioso giovane?.. Forse il maggiordomo? Il cuoco? No, era vestito come un signore.
Mi sorrise con arroganza e sfida, mostrando quei denti perfetti, dopo di che si ritrasse e fece cenno a tutte di ricomporre la fila.
In silenzio si misero in ordine mentre io lo guardai di sbieco.
Mise le mani dietro la schiena e iniziò a camminare avanti e indietro davanti a noi.
“Sono Justin Bieber, come tutte sapete.” Disse, poi si rivolse verso di me e aggiunse: “O quasi tutte.”
Feci una smorfia di dissenso, attirando nuovamente la sua attenzione.
“Signorina Caroline, qualcosa non va?” Chiese nuovamente, con tono di sfida.
Tutte le altre ragazze mi guardarono male, cosi scossi la testa e sorrisi.
“Bene.. allora, dov’eravamo? Si. Ecco, io sceglierò, una ed una sola di voi che diventerà praticamente la persona che mi affiancherò 24 ore su 24.” Disse poi, tornando serio.
Alcune soffocarono un urlo di gioia, mentre io alzai gli occhi al cielo.
“In base a cosa sceglierai?” Chiesi poi, non riuscendo più a trattenermi.
Tutta la sala fece un’espressione stupita e scandalizzata. Se mi avesse cacciata non mi sarebbe importato.
“In base a niente in particolare.. niente che non sia la prima impressione.” Rispose gesticolando.
Annuii, ormai troppo nervosa da continuare a parlare. Almeno, non aveva problemi fisici come avevo immaginato.
“Bene.. voglio sapere tutti i vostri nomi e cosa vi piacerebbe fare nella vita.” Disse poi iniziando da destra.
Ogni ragazza dopo aver pronunciato il proprio nome diceva ‘servirti con fedeltà a ed essere degna di portare avanti la stirpe dei Bieber’.
Per poco non mi venne la nausea.
Quando giunse il mio turno si fermò di fronte a me e mi guardò qualche istante sorridendo.
Era così sexy, però.
“E tu, Caroline, cosa vorresti fare nella vita, nel caso io non scegliessi te?” Chiese piantando i suoi occhi nei miei.
“Andare a visitare l’Italia.” Risposi ricambiando il sorriso.
Tutti restarono sconcertati dalle mie parole, tranne lui che continuò a sorridere e andò avanti finché la fila di ragazze non finì.
Dopo aver parlato con tutte andò dall’uomo rimasto a sorvegliare e bisbigliò qualcosa al suo orecchio.
L’uomo annuì e Justin si allontanò verso il piano superiore.
“Vi informo che il signorino ha scelto.” Disse poi quell’uomo con tono severo.
Tutte iniziarono a bisbigliare e ad innervosirsi, tranne me che sperai di poter uscire da quella sala al più presto.
“Allora, la signorina Caroline è attesa di sopra.” Disse fissandomi.
C’era qualche altra Caroline in sala?
“Caroline Bennet.” Disse l’uomo porgendomi la sua mano.
Per qualche istante andai in uno stato confusionale, e non realizzai ciò che realmente era successo.
“Io?” Chiesi salendo con quell’uomo le scale, mentre tutte le altre ragazze mi imprecarono dietro parole irripetibili.
“Ne siete sicuro?”Chiesi sentendo il cuore scoppiare.
“Lo chieda a lui..” Mi disse poi, spingendomi dentro una lussuosissima stanza dentro la quale Justin aspettava appoggiato al davanzale della finestra, con aria divertita.


Ciao a tutti (: questa è la mia nuova FF, spero vi piaccia!!
Ho cercato un’ambientazione diversa dalle solite, e così PUF mi è venuta quest’idea.
Cercherò di pubblicare il prima possibile, ammesso che la seguirete.
Un bacione, vi amo
-Erika
  
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