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Autore: Shyne    27/12/2012    4 recensioni
Il suo cuore mancò un battito. La vide appoggiata al muro, dondolandosi piano come cullata da una melodia udibile solo da lei stessa, con i vestiti della sorella e avrebbe davvero creduto di trovarsi di fronte a Pervinca se non fosse stato per i capelli lunghi e setosi, morbidi e lucenti che scappavano in ciocche fluenti dal cappello. E la voce della ragazza, allegra e squillante, luminosa come lei stessa mentre parlava con la sua fata, anche nella disperazione del periodo.
Vaniglia.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Grisam Burdock, Vaniglia Periwinkle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Di burro cacao alla fragola
e frittelle al cioccolato


Fairy Oak ~ Ingresso della scuola Horace McCrips – Mattina

Vaniglia lo aspettava davanti all’ingresso dell’antica scuola con un proposito ben preciso in mente.

Aspettava Grisam per chiedergli di aiutarla a chiedere a Talbooth di darle quello che credeva fermamente fosse il Secondo Libro Antico. Aveva bisogno di lui! E questo era quello che si era messa in testa di dirgli, semplice e diretta.

Dondolava avanti e indietro, lo sguardo fisso davanti a lei, aspettando il maghetto dagli occhi azzurri e grandi e i capelli biondi –non era forse un chiaro richiamo alla Luce, quello?-. Si trovò a sorridere fra sé, e doveva fare impressione nei vestiti della sorella. Non a caso chi passava la squadrava da capo a piedi, tirando sospiri di sollievo non appena si rendevano conto di avere di fronte Vaniglia e non l’altra sorella, quella che secondo tutti…

Scosse la testa, rabbuiandosi. Pervinca non aveva tradito nessuno, tantomeno la sua gente!

Fissò per un attimo la punta degli scarponcini pesanti che si era messa per proteggere i suoi piedi delicati dalla neve gelida, poi alzò gli occhi e guardò dritta davanti a sé sperando di vederselo arrivare incontro, sorridente come al solito, in modo da scaldarle almeno un pochino il cuore gelato dall’assenza della sorella.

Chissà se a Grisam mancava…

Che stupida, si disse, certo che gli manca! È la sua ragazza-…

In fondo, però, non era così contenta. Aveva mascherato a lungo ciò che provava da quando era diventato chiaro come il sole –ironico, quasi- che Grisam provava una forte simpatia per Pervinca e lei ricambiava.

Però Vaniglia aveva l’impressione che uno sguardo, un sorriso, un gesto, almeno uno, fosse sempre indirizzato a lei. Ma probabilmente erano scherzi del suo cuore martoriato.

Sospirò, chiedendosi se Grisam avesse mai notato di significare così tanto, tutto, per lei.

«Pazienta ancora un attimo, Babù, vedrai che adesso arriva» le disse Felì svolazzandole intorno, prendendo quel suo sbuffo per un chiaro segno di impazienza.

“Oh, se solo potessi immaginare, Felì, quanto è complicato l’amore umano!“




Camminava tranquillo, Grisam, tenendo in una mano il sacchetto caldo contenente una frittella al cioccolato appena sfornata –le sue preferite!- e nell’altra la cinghia dei libri. Quel giorno non pesavano particolarmente, ma la sua mano gelata anche nei guanti di lana non rendeva il compito più semplice.

Camminava guardandosi le punte delle scarpe fendere la neve come una nave in mezzo ad un mare completamente piatto. Quel bianco era così luminoso e bello, si disse. Tutte le cose incredibilmente belle erano luminose, rifletté come ormai continuava a fare ogni giorno da un po’. La neve, così bianca e pura; il sole e, di conseguenza, la luna; le stelle, così chiare e splendenti da rendere persino la notte più tenebrosa eccezionalmente meravigliosa e… romantica, perché no. Grisam sorrise: la descrizione delle stelle si adattava perfettamente a…

Alzò la testa sentendo la voce petulante e fastidiosa di Scarlet farsi sempre più acuta prima di scomparire del tutto. Aguzzò un po’ la vista e là la vide.

Il suo cuore mancò un battito. La vide appoggiata al muro, dondolandosi piano come cullata da una melodia udibile solo da lei stessa, con i vestiti della sorella e avrebbe davvero creduto di trovarsi di fronte a Pervinca se non fosse stato per i capelli lunghi e setosi, morbidi e lucenti che scappavano in ciocche fluenti dal cappello. E la voce della ragazza, allegra e squillante, luminosa come lei stessa mentre parlava con la sua fata, anche nella disperazione del periodo.

Vaniglia.

Quel nome, ogni volta, gli si scioglieva in bocca, suadente, come il sapore e l’odore delicato del fiore stesso.

Si chiese come si era già ormai chiesto mille e mille volte perché ostinasse –perché era questo che faceva- a definirsi ‘innamorato di Pervinca’ e non di Babù.

Era forse l’Incanto del Buio esercitato da Pervinca che lo attraeva forzatamente come un magnete, distraendolo dalla Luce salvifica di Vaniglia?

Oppure era proprio il Potere della Luce di Vaniglia che lo allontanava, spaventandolo per l’intensità con la quale brillava, facendolo rifugiare nel Buio di Pervinca?

Si chiese solo se il sentimento che provava ora vedendo la sorella luminosa fosse quello che davvero si chiamava amore oppure no.

Storse un po’ il naso a patata, facendo apparire sul suo volto un cipiglio adorabile, avrebbe pensato Vaniglia se lo avesse visto.

Di certo Pervinca non si sarebbe mai abbandonata a quel tipo di pensieri.

Come lo vide, Vaniglia scattò e lui se la vide arrivare contro, animata da chissà quale forza misteriosa, decisa, caparbia come mai l’aveva vista. Sorrise istintivamente e le si avvicinò, sussultando quando le parole chiare di lei: «Ho bisogno di te!» gli arrivarono alle orecchie.

‘Anche io ho bisogno di te!’ pensò, credendo per un momento che Vaniglia alludesse a ciò che voleva lui. Il suo volto si illuminò e provò l’impulso di abbracciarla forte mentre il suo cuore accelerava i battiti, e si rese conto in quel momento, guardandola negli occhi grandi e verde acqua, che sì, provava davvero qualcosa per Vaniglia, e questo qualcosa era molto più forte in quel momento di tutto quello che aveva provato per Pervinca.

Un brivido gli percorse la schiena, freddo e micidiale: questo è ciò che si sente quando ci si accorge di aver ‘perso del tempo’ per una persona che si credeva di amare ma non era così?, pensò.

Sorrise fra sé e sé: se quel ‘perdere del tempo’ significava aver finalmente trovato la Luce che cercava allora sì, ne era valsa pienamente la pena.

«Ho bisogno che mi aiuti» gli disse ancora Vaniglia, stavolta con il tono di voce più basso e caldo che più le si addiceva, quello dolce e flebile che la faceva apparire come una piccola luce da proteggere per non farla inghiottire dal buio.

Si chinò su di lei, dolcemente, gettando i libri dietro la schiena, la frittella ormai fredda ancora in una mano, avvicinando l’orecchio alle sue labbra. Sentì chiaramente il battito frenetico del suo cuore: era un Mago del buio, un predatore in confronto a lei. La abbracciò; neanche con Pervinca l’aveva mai fatto in quel modo così gentile e rassicurante: sentiva il bisogno impellente di proteggere la piccola Babù da ogni cosa.

Il piccolo pettirosso luminoso che trovava rifugio nelle ali del tenebroso falco bianco.

Ascoltò ciò che Vaniglia aveva da dirgli, concentrandosi però più sul suono delle sue parole, sul profumo di burro cacao alla fragola che veniva dalle sue labbra, sull’aroma di vaniglia che sprigionavano i suoi capelli, sul modo che aveva –adorabile- di torcersi le mani mentre parlava, particolare che tradiva la sua emozione nonostante la voce ferma e dolce. Sorrise, conscio del fatto che lei non potesse vederlo. La conosceva troppo bene, ed era un ottimo osservatore.

Quand’ebbe finito attese un momento prima di risollevarsi, e voltò piano la testa sfiorando con le labbra quelle di Vaniglia. La sentì irrigidirsi, ma non si spostò come avrebbe fatto Pervinca. Lei non era una romantica, ma Grisam lo era eccome! E un ragazzo romantico e tenebroso allo stesso tempo sapeva benissimo come agire in situazioni come quelle.

Dall’alto della sua statura la guardo negli occhi, lei stretta nelle spalle, e si passò la lingua sulle labbra assaporando il lieve sapore di fragola che vi era rimasto, prima di sorridere.

«Ci vediamo dopo» le disse.

Vaniglia sperò con tutto il cuore che quel dopo arrivasse in un istante.
   
 
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