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Autore: LunaMentur    27/12/2012    0 recensioni
Ritrovarsi a vivere in un mondo che per tanto tempo pareva essere casa tua; poi un giorno realizzi che è sempre stato una mera copia della realtà. Ma cos'è reale e cosa no? Cosa ci ha portato a sognare un mondo così, pur di evadere dalla realtà che ci appare così crudele e dolorosa?
"La testa mi pulsava e prima che riuscissi a formulare il pensiero per intero, caddi addormentata sul cuscino non mio, basso e duro, in una stanza che sembrava la mia. {...}
-Il mondo reale è solo un concetto relativo, Creatrice. Un mondo può essere reale solo se di decide che quello deve esserlo. Non potrà mai aver la certezza che, una volta uscita da qui , atterrerebbe sul mondo reale, potrebbe trovarsi ancora dentro la sua testa senza saperlo-"
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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00 - Se mi dimenticassi...
Would it Matter degli Skillet, risuonava a volume 25 su 31 dentro le cuffiette dell'ipod. Ero immobile appoggiata al sedile del bus, che fissavo il paesaggio che scivolava fuori dal grande finestrino.
Dopo la terza fermata, il mezzo si svuotò piano.
Quello era il mio momento preferito, quello che aspettavo ogni volta che mettevo un piede sul primo scalino del bus: rimanevamo io e lui. 
Era un ragazzo alto, con i capelli lisci e bianchi.
Si bianchi, con alcune striature blu. Non l'avevo mai visto bene in volto, perchè si sedeva sempre in un posto verso l'inizio del mezzo. Precisamente settima fila di destra , partendo dal fondo, secondo posto vicino al finestrino.
Ogni giorno dell'anno , da due anni, solo quel posto.


Quel giorno era come tutti gli altri, all'una e 38 ero seduta tre file dietro di lui e gli fissavo, come sempre, i capelli, cercando di fantasticare, come sempre, sul suo volto.
Era come un passatempo segreto; in realtà appena scendevo dal mezzo pubblico poco mi interessava di lui, però il solo pensiero di averlo a pochi metri di distanza, di vederlo ogni giorno da due anni interi, senza conoscere il suo volto, la tonalità della voce o , banalmente il suo sguardo, era affascinante, mi incuriosiva.
La canzone sull'ipod cambiò e mi preparai a veder scendere il giovane. Il bus si fermò, attesi un suo movimento.
Niente.
Mi sedetti più composta sul sedile e guardai verso l'autista, dove si trovava il piccolo schermo su cui avrebbe dovuto lampeggiare di rosso "Fermata Prenotata".
Niente, la luce non si accese.
Il ragazzo dai capelli bianchi non aveva premuto il bottone, forse se ne era dimenticato. 
Comunque l'autista si fermò, era l'abitudine.
Il giovane in tutta risposta non si mosse dal suo posto, non la smise di fissare fuori dal finestrino.

 
Era strano, troppo. Mancavano ancora tre km e saremmo arrivati al capolinea, l'ultima fermata che faceva il mezzo : nel mio paese. Da lì sarebbe andato direttamente al deposito.
Non riuscivo nemmeno a sentire la muscia, era troppo strano, ero troppo eccitata dall'improvviso cambiamento.
Sorrisi.
Mi rigettai sul sedile, che cosa stupida.
Cosa me ne importava?
 
Mi alzai, mi misi lo zaino in spalle e pigai il pulsante per prenotare la fermata. Andai verso la prima uscita dal fondo, così da non poter vedere il ragazzo.
Rimasi in attesa, cercando una canzone nell'ipod.
-Ma dove cavolo... è?- Dissi piano, imprecando, non trovandola.
Il bus si fermò, mi attaccai ad un palo, cercando di non cadere e appena il rumore delle porte che si aprivano mi arrivò alle orecchie, alzai il capo e feci per scendere, quando una figura mi passò accanto.
Il ragazzo coi capelli bianchi mi passò vicino, quasi sfiorandomi.
Era alto, molto alto. I capelli, da così vicino, sembravano ancora più argentati e profumava di buono.
Lo guardai , come ipnotizzata e anche lui mi guardò, mostrandomi gli occhi più glaciali che avessi mai visto.
Erano quasi bianchi, tranne per i bordi, che erano di un blu intenso.
Come possono esistere degli occhi così in natura?
Rimasi per qualche secondo a fissarlo imbambolata, senza potermi muovere. Poi la musica nelle cuffiette iniziò e mi riportò alla normalità.
 
La strada verso casa sembrava più lunga del normale. Avevo i brividi perchè dietro di me il ragazzo mi stava seguendo, o almeno così pareva.
Dopo dieci minuti, intravidi casa mia in fondo alla via. Mi portai una mano allo stomaco.
Avevo una strana sensazione.
Alzai l'ipod, cercando di guardare sullo schermo il riflesso di ciò che c'era dietro di me.
Il ragazzo era sparito.
Mi bloccai. Feci un sospiro di sollievo e incominciai a correre verso casa.
 
Suonai più volte al campanello, ma nessuno accennava ad aprirmi la porta.
-Strano...- Dissi e presi il telefono.
Chiamai mia madre.
Nessuna risposta.
Chiamai mio padre, lui rispondeva sempre. 

-Tu tu tu tu tu-
Rimasi col telefono a mezzaria.
"ma che cavolo..." Mi guardai intorno, la via era deserta.
Sbuffai. Andai al cancello della casa di fronte alla mia e suonai al citofono.
"Dai Maddalena....Rispondi"
Un rumore strano fuoriuscì dall'apparecchio, come un respiro.
-Maddalena! Ciao, sono...- Un rumore forte, come se qualcosa cadesse a terra - SONO S-I-M-O-N-A!- Scandii bene le parole, pensando che il citofono non funzionasse.
Il cancelletto si aprì di scatto.
Rimasi titubante.
"Sembra un film horror... Uno in quelli in cui la protagonista viene attirata e poi uccisa."
Sorrisi.
"Effettivamente è molto strano..."
Un gatto tigrato sgusciò fuori dal cancelletto e mi venne incontro. Io mi inginocchiai e lo presi in braccio.
-Ma ciaooooo cari - Lo salutai affettuasamente. In tutto rimando, il gatto mi graffiò ad una mano. Io gridai e lo lasciai andare.
-Quando imparerai che non gli vai a genio?- Una signora sulla sessantina era sulla porta di casa, a pochi metri da me. Sorrisi e gli andai incontro.
-Non è colpa mia se Rauf odia le coccole-
La donna scosse la sua bella chioma nera tinta - No, è diverso. Odia te-
Io feci spalluccie.
Lei era Maddalena, la nostra vicina di casa anziana. Così anziana non lo era, sembrava una trentenne, sia nel modo in cui parlava e dalla sua energia. Io e lei non eravamo particolarmente legate, lo era di più con mia madre.
-Sai dove sono i miei? Non mi rispondono...-
-...No... Non ti hanno detto niente?- Disse, sistemandosi la maglietta stroppiccia, probabilmente l'avevo disturbata dal suo pisolino pomeridiano.
-Ho provato a chiamarli, ma niente non rispondono...-
-Ne sei sicura?- Allungò il collo, portandosi le mani ai fianchi, come se gli stessi dicendo una bugia.
-Si, davvero! Non ci sono!- Dissi alzando la voce, irritata che mettesse in dubbio ciò che dicevo.
Lei mi guardò perplessa. Andò in casa e quando uscì aveva il telefono in mano.
-Ora provo io-
"Sono capace anche io a chiamare i miei..."
-Alice? Si, dove siete tu e Guppè?- Rimasi a fissarla.
"Guppè? Da quando lo chiama..."
Scossi la testa, com'era possibile che mia madre avesse risposto a lei e non a me?
-Ehmm... Si, d'accordo glielo dico... Te la passo? - Io mi avvicinai e gli feci segno di voler parlare con loro. -Ah...A dopo, ciao-
Fine della chiamata.
-Volevo parlagli!- Obbiettai io.
-Alice mi ha detto che adesso era impegnata con tuo padre, erano da tua zia....-
-Da mia zia?-
Avevo una zia... Com'è che si chiamava?
-Da tua zia Natascia-
"Ah, già... Natascia"
-E perchè?- chiesi incredula.
-...Mi ha detto di non dirtelo.. però è giusto che tu lo sappia... Mi ha detto che Nate si è sentita male, lo sai che era malata da tanto-
"Malata... Malata di cosa?"
-Ah... Che brutta cosa la leucemia...-
"Ah, già... Leucemia..."
Abbassai lo sguardo triste. Mia zia stava peggiorando e i miei erano andati da lei. Perchè non avevano portato anche me? Perchè non mi avevano avvisato?
Come se Madda potesse leggermi nella mente , si affrettò ad aggiungere :- Non ti hanno detto niente perchè non volevano farti preccupare e  lo sai che ci tengono che tu vada a scuola...- Mi sorride dolcemente. Mi fece una carezza sulla sguancia.
-Quando tornano?- Gli chiesi gentilmente.
-Non so dirtelo, di certo tra qualche ora. Ora va' a casa- Mi sorrise ancora.
Io ricambiai senza troppo entusiasmo, mi incamminai verso il cancelletto. Mi ferami di colpo e mi voltai verso di lei.
Maddalena sembrava meno arzilla del solito, come se avesse dormito poco. Eppure prima non era così stanca, forse non me ne ero accorta.
-Ma... Casa è chiusa... Non ho le chiavi-
Lei mi guardò per qualche secondo.
-Ma cosa dici? sarà sicuramente aperta!-
-No. Ho provato era chiusa.- Stava ancora mettendo in dubbio ciò che dicevo, lo sapeva benissimo che non mi sarei mai permessa di dire bugie a lei. Anche perchè non avrebbe avuto senso mentire su una cosa del genere.
Fece segno di non curanza - Hai le chiavi allora-
-No, te l'ho detto non...-
-Guarda nella tasca dello zaino- Mi disse con impazienza. Mi affrettai a controllare.
Un mazzo di chiavi era nella tasca. Rimasi a fissare il mazzo.
Come era possibile che io c'è le avessi? Ma se... Ma se Guppè era sempre stato contro al fatto che io ne avessi un paio...?
"Aspetta... Guppè? Chi è?"
-Maddalena...Io non c'è le avevo...io- Balbettai confusa.
-Forse non ti ricordavi di averle messe dentro, a volte capita di dimenticare certe cose, no?-
-Si... giusto...-
La testa mi faceva male.
Andai a casa mia. Entrai. Tutto era come l'avevo lasciato in camera mia.
Mi distesi sul letto,stanca.
Strano, il cuscino era basso e duro. Io ne avevo sempre due morbidi.
"Probabilmente mamma l'ha cambiato."
Appoggiai il mazzo di chiavi sul comodino. C'erano otto e solo una era quella di casa. Le altre erano prive di rivestimento colorato.
Che cosa aprivano? Magari erano le chiavi del lavoro di Guppè...
"Guppè?... Chi... è... Gup...?"
La testa mi pulsava e prima che riuscissi a formulare il pensiero per intero, caddi addormentata sul cuscino non mio, basso e duro, in una stanza che sembrava la mia.


Post Autore
Mi sono ispirata al film Inception, ero rimasta affascinata che delle persone potessere creare dei mondi così perfetti solo usando la mente. Effettivamente ogniuno di noi lo da inconsciamente quando si dorme ed è... affascinante, no?
Comunque penso di allegare ad ogni capitolo un occhio disegnato da me (che faccio guardando quelli dei manga), che rappresenta un personaggio. L'occhio che ho voluto usare questa volta è quello della protagonista : ha due occhi grandi ed espressivi di un bel color marrone scuro.


 

  
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