Hunger Games, 'Pioggia e lacrime.' di _Maisha

Oggi sta piangendo il cielo, una goccia, una lacrima,
che purifica il pensiero e rende libera l'anima.

La pioggia picchia sui vetri della piccola finestrella che affaccia sul cortile con un'insolita violenza.
Ho sempre amato quel ticchettio sommesso, sin da quando ero piccolo.
Ha un non so che di rilassante, fa riflettere. Lava via i pensieri, ecco.
Quante ore ho passato nella grotta nei boschi a sentire questo piacevole rumore, con lei.
Quando piove, nel nostro piccolo rifugio di pietra, si porta le ginocchia vicino al corpo e si rannicchia nell'angolo più a destra, in modo da riuscire a guardare fuori da un buco nel muro muschioso. Sta lì, a fissare il vuoto per un pò.
E poi parla. Parla, parla, parla senza fermarsi per minuti, ore, fino a quando non cala la sera.
E il buio, oltre a portar via il tiepido bagliore del sole, porta via anche una parte di lei.
Sappiamo entrambi che una volta usciti da quella grotta non sentirò più parlare del raffreddore di Prim, della mancanza di medicine in casa, di stomaci brontolanti, di morte.
Io e lei in fondo siamo uguali. Non parlo di me, dei miei problemi, con nessuno. Con nessuno eccetto lei.
Siamo l'uno il confidente dell'altra, il bastone a cui sorreggersi, la roccia a cui aggrapparsi.
Non abbiamo nessuno, oltre a noi due. Ci apparteniamo.
Non la ringrazierò mai abbastanza per questo, per essere il mio scoglio.
Ma come l'ho ripagata finora? Con il silenzio.
Un silenzio indifferente, mentre lei piangeva, urlava, si apriva a me, come non ho mai avuto il coraggio di fare io.
Perchè io non sono forte come lei. Io non sarei stato capace di rimettere quella maschera di coraggio e orgoglio, uscito da quella grotta.
Avrei lasciato morire chi amo spofondando nell'oblio per paura. Paura di ricordare, di riflettere sulla mia vita e su quanto incasinata sia.
Mi è sempre piaciuto vincere facile. Ed è facile andare avanti e non pensarci. Vivere in un sogno è più semplice che vivere nella realtà.
Nel mio sogno mi è tutto dovuto. Anche il suo amore.
Ma ora che lei è con lui, la vedo baciarlo, accarezzarlo, abbracciarlo come con me non ha mai fatto, capisco.
Capisco che prima di partire avrei dovuto dirle cosa provo.
Capisco che sono stato un idiota a credere nella fortuna.
Capisco che i sogni a lungo andare si trasformano in incubi.
Capisco che devo imparare a cogliere l'attimo.
Capisco che la ragazza che ora ho nel letto non dovrebbe essere qui, che non avrei dovuto prendere la sua innocenza per poi abbandonarla, per aggiungerla solo alla mia lista di conquiste. Gale, il conquistatore di vergini.
La verità è che dovrebbero chiamarmi Gale il codardo. Gale l'illuso. Gale il bastardo.
Solo ora me ne rendo conto, di quanto stupido sia stato.
Lei tornerà a casa, so che lo farà, per Prim, per sua madre, per me.
Quando lo farà la aspetterò lì, nella grotta, giorno e notte, a costo di morire.
Perchè io la amo.
So che verrà.
E' questo il potere dell'amore, l'amore dà speranza, dà gioia, dà voglia di vivere.
E per la prima volta mi sveglierò dal sogno che ha preso 18 anni della mia esistenza.
Il cielo non mi lascerà solo con le mie lacrime. Piangerà con me e la pioggia distruggerà le maschere, i trucchi, le corazza che ho costruito.
E vivrò.
Per me, per la mia famiglia, per te, Katniss.

Martina's corner:
Non capisco nemmeno perchè mi metta a scriverli, questi piccoli angoli autrice, siccome se qualcuno leggerà tutto è già molto, ma vabbè.
Io ODIO Gale, sono una team Peeta a vita è.è
Ma ho voluto cercare una parte più umana in lui, per quanto resti sempre un TROGLODITA IDIOTA.
Ringrazio _Emma per avermi fatto riacquistare un pò di sicurezza. E PASSATE DA LEI, DANNAZIONE! è.è
Una recensione anche a me farebbe tanto piacere, naturalmente ç_ç
Bhe, grazie anche a chi leggerà soltanto.
Un bacio.