Film > High School Musical
Ricorda la storia  |      
Autore: Fiery    13/07/2007    11 recensioni
-Allora, vuoi andare sulla spiaggia?- mi domanda lui, ormai siamo all’uscita di Albuquerque. -Troy… Non credo sia una buona idea… -Perché? Abbiamo diciassette anni, siamo giovani. Facciamo una sciocchezza.- replica lui con un sorriso che mi fa quasi svenire, -Ci stai? Nuova shot. La canzone è "Say Ok" di Vanessa Anne Hudgens ^^
Genere: Romantico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Gabriella Montez, Troy Bolton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
§°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°§

§°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°§

Questa one-shot è ambientata dopo la fine del primo HSM, ossia due settimane dopo che è stata disputata la finale e che hanno vinto. Le scene di questa shot sono prese dal video di Vanessa Anne Hudgens, ma i dialoghi e molte altre scene sono opera mia. Potete considerarla una visione personale del video - Say Ok -. Ultima cosa: in questa shot hanno diciassette anni, è l’età che ho prefissato.

§°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°§

Quando mi dirai Ok

Capelli perfettamente lisci: Ok.

Trucco argentato con un leggero lucidalabbra trasparente lucido: Ok.

Jeans a vita bassa chiari e maglietta nera a barca: Ok.

Ballerine nere brillantinate: Ok.

Borsa, cellulare, fazzoletti, trucchi: Ok.

Collane, braccialetti, anello d’argento: Ok.

Ok, sono pronta. Prontissima ad un sabato sera di divertimento con gli amici. Afferro il giubbotto di jeans e scendo velocemente le scale. Mentre mi metto il giubbotto faccio capolino in salotto, dove mia madre sta guardando un film alla televisione.

-Mamma, io esco.- la saluto con la borsetta sotto mano e dandole un bacio sulla guancia, -Tornerò per mezzanotte al massimo.

-Dove andate di bello?- mi chiede lei, ecco che parte con il terzo grado!

-Al Bowling e poi al fast-food a mangiare qualcosa, non ho nemmeno cenato.- sospiro guardando l’orologio appeso al muro e che segna chiaramente le nove di sera.

-Chi c’è con te?

Socchiudo gli occhi nel tentativo di ricordare tutti i nomi, -Taylor, Sharpay, Ryan, Chad, Zeke, Jason, Kelsi e…-

-E?- mi incita mia madre guardandomi incuriosita.

-E Troy.- concludo con un sospiro.

You are fine

You are sweet

But I'm still a bit naive with my heart

When you're close I don't breathe

I can't find the words to speak

I feel sparks

But I don't wanna be into you

If you are not looking for true love, oh oh

No I don't wanna start seeing you

If I can't be your only one

Suonano alla porta. Devono essere le ragazze.

-Ci vediamo più tardi, non aspettarmi sveglia.- dico prima di prendere le chiavi di casa e chiudermi la porta alle spalle, -Ciao, ragazze.- sorrido in direzione delle mie amiche.

Ci avviamo a piedi verso il bowling vicino e che è appena stato aperto. È strano passeggiare con Sharpay al mio fianco, noi due che non siamo mai andate d’accordo. Ed è ancora più strano vederla parlare tranquillamente con Kelsi e Taylor. Ma la situazione è cambiata molto da quando ho superato il provino per il musical Twinkle Town. La chiacchierata che abbiamo fatto dopo la finale ci ha fatto davvero bene, abbiamo instaurato da poco un’amicizia ma credo proprio che crescerà sempre di più. Arriviamo davanti al bowling, adibito di parcheggio, e noto immediatamente una cabriolet sportiva nera. Deve essere la sua macchina. Entriamo con un sorriso e cerchiamo tra la gente i ragazzi. Li troviamo in meno di cinque secondi, appoggiati al bancone che ordinano le scarpe. Li raggiungiamo e li salutiamo con sorrisi e abbracci. La situazione tra le rispettive coppie è ancora incerta e noi non vogliamo di certo peggiorarla. Sorrido a Ryan e poi mi specchio in un paio di occhi azzurri. I suoi occhi azzurri.

So tell me when it's not alright

When it's not OK

Will you try to make me feel better?

Will you say alright? (say alright)

Will you say OK? (Say OK)

Will you stick with me through whatever?

Or run away

(Say that it's gonna be alright. That it's gonna be OK)

Say OK.

-Ciao, Gabriella.- sorride lui, che indossa un paio di jeans, una maglietta bianca e una felpa nera.

-Ciao, Troy.- lo saluto con un sorriso dolce che lui affretta a ricambiare, -Avete già scelto la pista?- domando in generale.

-Sì, la 16.- risponde Zeke passandomi un paio di scarpe da Bowling, -Sfida maschi contro femmine.

Cinque minuti dopo siamo tutti intorno ad un tavolo, Ryan con una palla da bowling in mano che si affretta a lanciare. La palla scorre veloce sul parquet liscio e sbatte contro i birilli, uno solo ne rimane in piedi. È la volta di Kelsi, che sorprendentemente fa Strike. Uno dopo l’altro tirano tutti. È la volta di Troy. Prende la palla e la tira con forza, facendo uno Strike degno di un campione. Scivola sul parquet con un pugno stretto e un inchino, guardandomi fisso negli occhi mentre applaudo con gli altri. Sorrido imbarazzata mentre mi alzo e afferro la palla. Mi concentro al massimo, meglio dimenticare quello sguardo azzurro su di me.

Figuriamoci, io non ho mai giocato a Bowling! Se ci aggiungiamo il fatto che ogni volta che chiudo gli occhi mi ritrovo quel sorriso e quello sguardo davanti come diavolo faccio a concentrarmi??

Nonostante questo tiro la palla, che si sbilancia un po’. Prego silenziosamente, la palla scorre veloce mentre torna al centro. Si avvicina e…

-STRIKE!- urlo battendo le mani e saltellando felice.

-Non è possibile!- impreca Jason ridendo, -Non avevi detto che non avevi mai giocato a Bowling?

-Infatti è così.- prendo una palla e la metto tra le sue mani, -Le ragazze sono in vantaggio, provate a batterci!

Ridendo Jason si alza e tira la palla. Tiriamo dieci volte ciascuno, fino a quando il mio stomaco non brontola.

-Ragazzi, sono le dieci e mezza! Io ho fame!- metto il broncio facendo scoppiare a ridere tutti.

-Mancate solo tu e Troy.- mi incoraggia Taylor, -Un solo strike e abbiamo vinto.

Troy prende la palla, fa un inchino un po’ goffo che ci fa ridere e tira. I birilli cadono uno dopo l’altro. Strike. Ora tocca a me. Prendo la palla blu metallizzata, mi concentro. Se faccio Strike abbiamo vinto. Regolo il respiro.

Uno… Due… Tre…

-STRIKE!- urlo mentre le ragazze si avvicinano a me saltando felici, -Abbiamo vinto!- ci abbracciamo ridendo.

-Battuti da delle ragazze, una tragedia.- borbotta Zeke ai ragazzi.

Dieci minuti dopo siamo al fast-food vicino, seduti intorno ad un tavolo con divanetto.

-Cosa volete ordinare?- chiede la cameriera dal grembiule azzurro.

-Frappé alla fragola, un hamburger e patatine fritte con il ketchup.- dico sicura senza nemmeno sfogliare il menù.

-Così ti verrà un indigestione.- mi rimprovera Sharpay con un sorrissetto.

Mi stringo nelle spalle con un sorriso, -Ho fame.- mi giustifico dando il menù alla cameriera.

Le ordinazioni arrivano cinque minuti dopo e io comincio a sorseggiare con la cannuccia il mio frappé alla fragola.

-Mi fai assaggiare le tue patatine, Gabriella?- mi chiede Troy accennando alla confezione di patatine fritte che ho davanti.

-Perché hai preso la pizza se volevi le patatine?- chiedo io di rimando.

-Dai, ti prego!- mi scongiura lui con un adorabile broncio da cane bastonato.

-Ok.- acconsento passandogli le mie patatine.

-Grazie, sei un angelo!- esclama lui contento prendendo il sale.

Gira la vite e comincia a metterlo sulle patatine. Peccato che la saliera si apra e il sale cade in massa. Scoppiamo a ridere tutti, mentre Jason fa una foto col suo cellulare alla figuraccia appena fatta da Troy.

-Che avete da ridere?- chiede lui cercando togliere un po’ di sale, -Scusa, Gabriella, non volevo…

-Tranquillo, ne ordino delle altre.- rido per rassicurarlo.

-Non sei arrabbiata?- mi domanda aggrottando le sopraciglia.

-Mi dici come potrebbe arrabbiarsi con te?- chiede Sharpay ridacchiando, -Gli pi…Ahi!- esclama non appena le pesto un piede sotto il tavolo.

Le lancio un sorriso omicida, che farebbe spaventare chiunque, e lei si affretta a rimanere zitta. Troppo tardi…

-Io gli… cosa?- chiede Troy accigliato.

Quanto è carino quando è confuso. Ok, Gabriella. Calmati e respira.

-Gli niente! Vero Sharpay?- domando alla mia cara amica.

-Sì, lascia stare Troy.- lo rassicura lei e io tiro un sospiro di sollievo, -Stavo solo dicendo che gli piaci, per questo te le fa passare tutte lisce.- si porta le mani alla bocca mentre le ragazze scuotono la testa scioccate.

Gli do un pizzicotto sul braccio lasciato libero dalla maglietta azzurra che indossa e le lancio un’occhiataccia.

-Io gli piaccio?- domanda Troy alzando le sopraciglia così in alto da scomparire sotto i ciuffetti del suoi capelli di un castano cenere.

Ma cosa c’è di tanto strano? In fondo fino a due settimane fa ci stavamo per baciare e abbiamo rovesciato la scuola perché sentivamo qualcosa l’un per l’altra. Mi ha anche dato un bacio sulla guancia alla fine di Breaking Free. Cosa si stupisce a fare?

-Scusa, ma non te ne eri accorto?- domanda Zeke tirandogli una gomitata d’intesa, -E poi anche a te piace Gabriella.

Eccone un altro. Stasera dovevo stare a casa, ecco. Almeno mi sarei risparmiata questa figura da pesce lesso che ho assunto. Vedo Troy tirare uno scappellotto a Zeke e rivolgermi un’occhiata imbarazzata. Finiamo di mangiare, io e Troy in silenzio, e mentre finisco di bere il frappé vedo Troy confabulare con Chad.

-Gabriella, ti va di andare a fare un giro?

Alzo lo sguardo. Sono sicura di essere diventata rossa mentre tutti mi osservano aspettando la mia risposta alla domanda di Troy.

-Ok.- sorrido mentre lui si alza dal tavolino lasciando alcune banconote per pagare quello che abbiamo mangiato.

Saluto le altre con un cenno della mano e vedo Sharpay sillabare un Scusa non troppo pentito. Appena la rivedo giuro che la strozzo! Vi ricordate quando ho detto che sarebbe diventata una grande amicizia la nostra? Ecco, ora posso dire con certezza che io con lei non ci sarò mai più amica.

Camminiamo per il parcheggio del Bowling e saliamo a bordo della cabriolet che ho intravisto prima. È un regalo da parte del coach Bolton per suo figlio, visto che ha segnato il punto della vittoria. Accende il motore e parte, sfrecciando sulla strada buia. Sento i capelli svolazzare tranquilli, mentre osservo gli alberi e le case passare davanti ai miei occhi marroni.

-Dove vuoi andare?- mi chiede guardando la strada.

-Non so, dove vuoi.- scrollo le spalle guardando davanti a me e mettendo la borsa sul cruscotto.

-La spiaggia?- mi chiede lui con un sorriso divertito.

-Non so se te ne rendi conto, Troy, ma siamo un po’ lontani dalla costa.- gli faccio notare con evidente sarcasmo nella voce.

-E allora?- fa spallucce lui guardando ancora la strada, -Sono solo le undici.

-E io devo tornare a casa a Mezzanotte.- gli faccio notare seria, -Mia madre mi strozza se torno tardi, sono sicura che è davanti alla televisione con un rosario in mano sperando che la sua unica figlia torni presto a casa.

Troy ride leggermente, -Come Cenerentola.

-Con la sola differenza che mia madre ci tiene veramente a me e non ho delle stupide sorellastre.- rido anche io.

-Mi dai il tuo cellulare, per favore?

When you call I don't know if I should pick up the phone every time

I'm not like all my friends who keep calling up the boys, I'm so shy

But I don't wanna be into you

If you don't treat me the right way

See I can only start seeing you

If you can make my heart feel safe (feel safe)

Ora che ci penso ogni volta che mi chiama non ha niente da dirmi, come io non ho niente da dire a lui. Non sono certo come le altre ragazze, io non riesco a sostenere le telefonate del ragazzo che mi piace. Ogni volta non mi sento al sicuro, è come se il mio cuore mi gridasse di riattaccare e di pensare bene alla scelta che ho fatto.

Pesco dalla borsetta nera il cellulare e glielo consegno accigliata, mentre lui continua a guidare. Lo vedo sbloccare la tastiera e poi premere il pulsante dello spegnimento. Come se niente fosse me lo riconsegna e io lo guardo confusa.

-Guarda che se spengo il cellulare mia madre è capace di chiamare la polizia.- affermo sicura, è già capitato una volta quando sono tornata con cinque minuti di ritardo!

-Allora, vuoi andare sulla spiaggia?- mi domanda lui, ormai siamo all’uscita di Albuquerque.

-Troy… Non credo sia una buona idea…

-Perché? Abbiamo diciassette anni, siamo giovani. Facciamo una sciocchezza.- replica lui con un sorriso che mi fa quasi svenire, -Ci stai?

Il cartello di uscita si fa sempre più vicino, lo guardo attentamente. Accidenti, come è difficile scegliere. E dire che da quando lo conosco Troy non è mai stato così impulsivo! Prendo un grosso respiro e riaccendo il cellulare, sotto il suo sguardo dispiaciuto per non avermi convinta. Scorro la rubrica, i nomi vengono selezionati uno dopo l’altro. Premo il pulsante di chiamata.

-Ciao mamma!- saluto guardando Troy che intanto ha accostato, -Senti… Stasera dormo a casa di Kelsi. Ha organizzato un pigiama-party a casa sua. No, mamma, non ci sono i ragazzi. Neanche i suoi genitori. Mamma! Sono grande, lasciami andare ad un pigiama-party! Mamma, ti lamentavi sempre che stavo tutto il tempo sui libri, ora che voglio divertirmi un po’ lasciami divertire. Ok, va bene. Ciao. A proposito: ho il cellulare staccato, la batteria è scarica. Ok, ciao!- riattacco e mando un messaggio a Kelsi, spegnendo di nuovo il cellulare, -Ci sbrighiamo?

-Come scusa?- mi domanda lui confuso.

-Non volevi andare alla spiaggia? Come minimo ci vorranno circa tre ore, meglio partire subito.- spiego guardando davanti a me ed evitando accuratamente il suo sguardo.

-Agli ordini, Gabriella.- riaccende il motore e superiamo Albuquerque.

Tre ore dopo parcheggia vicino ad una spiaggia deserta, come è giusto che sia a quell’ora di notte. Ci sono vari ombrelloni chiusi, tante sdraio e un piccolo parco giochi per i bambini. Scendo dalla vettura e immediatamente sento una mano grande stringere la mia delicatamente.

-Corriamo?- mi chiede lui sorridendo dolcemente.

Annuisco e corriamo verso la spiaggia. Andiamo subito al parco giochi, dove io mi affretto a sedermi su un’altalena mentre lui monta su un cavalluccio, cadendo subito dopo. Scoppio a ridere e lui mi arriva alle spalle spingendomi così forte sull’altalena che mi fa cadere sulla sabbia. Continuiamo così per quelle che sembrano ore, fino a quando non ci sediamo su una panca lì vicino.

-Grazie.- dico io guardando il mare, -Mi ci voleva una piccola fuga.

-Da cosa vorresti fuggire?- mi domanda curioso.

-Dal mondo.- rispondo io incontrando il suo sguardo e incrociando le gambe, -Due settimane fa non ero nessuno e ora tutta la città mi conosce come Reginetta del Decathlon oppure Minnie di Twinkle Town. A me non piace stare al centro dell’attenzione.

-Sì, lo so.- dice lui con voce bassa.

Rimaniamo in silenzio per diversi minuti, l’unico rumore che si sente è lo sciabordio dell’acqua sulla riva. Mi volto verso di lui, si sta togliendo la felpa nera che indossa. Non ho il tempo di dire niente che mi ritrovo sulle sue spalle caricata come un sacco di patate.

-TROY BOLTON, METTIMI SUBITO GIU’!- grido scandalizzata, -TI PREGO!- lo imploro mentre corre verso il mare.

Ad un certo punto sento l’acqua bagnarmi, riemergo e mi ritrovo in mezzo al mare. Lui è davanti a me con un sorrissetto divertito. Mi porto le mani tra i capelli, ormai bagnati e indomabili.

-Sembri un bambino quando fai così!- nuoto verso la riva, fa piuttosto freddo se avete notato!

-Gabriella!- mi prende per un polso lui, -Dai, scusa!- ride divertito.

-Si può sapere cosa hai da ridere?- chiedo con il fiatone, -Si può sapere perché ti comporti così, come un bambino che ha solo voglia di giocare?- ricomincio a nuotare verso la spiaggia e non appena arrivo mi tolgo le ballerine, sentendo la sabbia insinuarsi tra i miei piedi bagnati.

Mi tolgo anche la giacca di jeans e rimango in jeans e maglietta nera. Accidenti, fa freddo!

-Gabriella, scusa.- sembra realmente dispiaciuto dell’accaduto, -Non volevo… sembrare un bambino…- mormora lui guardandomi fisso negli occhi, -Posso sapere che cos’hai? Ogni cosa che faccio sembra essere sempre quella più stupida per te.

-Perché tu sei uno stupido!- lo sgrido io strizzandomi i capelli.

-Potrei sapere per quale diavolo di motivo mi consideri uno stupido??- alza anche lui la voce arrabbiato.

-Perché lo sei.

-Non è una giustificazione, Gabriella.- mi dice lui affannato per aver alzato la voce su di me, -Dimmi perché mi consideri uno stupido.

-Perché Ti amo!- gli dichiaro con voce rotta, -Perché io ti amo e tu non fai niente per dimostrare che ci tieni un po’ a me! In queste due settimane mi hai completamente ignorata, sei stato troppo preso dai tuoi impegni col basket e ogni volta che ci incontravamo nei corridoi della scuola parlavamo solo cinque minuti! Non mi hai dimostrato niente! È come se io per te non fossi mai esistita dopo la finale, dopo quella stupida finale di basket in cui, ti ricordo, mi hai quasi baciata. Non sei più tornato sull’argomento, non mi hai più chiamata! Ecco perché sei uno stupido!

Rimaniamo in silenzio. Un silenzio terribile. I nostri occhi sono incatenati, l’infrangersi delle onde ci fa da colonna sonora. Non pensavo che mi sarei dichiarata così, pensavo che sarebbe accaduto spontaneamente due settimane fa. Ma so bene che la vita non è una favola, ormai so per certo che per conquistare qualcosa devo lottare. Devo lottare con tutta me stessa.

-Quindi non sei arrabbiata perché ti ho buttato in mare.- mi dice lui.

-Che perspicace.- commento a bassa voce, ma lui mi sente.

Lo vedo avvicinarsi terribilmente a me. Indietreggio di qualche passo ma lui prende le spalle con le sue grandi e calde mani. Mi guarda fisso negli occhi, uno sguardo che non ho mai visto in lui. E’… dolce, tenero, timido, coraggioso. È tutto e niente. Tutto quello che vedo sempre, niente di quello che pensavo fosse.

-Scusa…- mormora tirandomi verso di sé e abbracciandomi.

Sento il suo cuore battere, mentre porto le mani a stringergli la sua schiena, come lui sta facendo con la mia. Attimi che passano e non tornano. Attimi che vivi solo per il gusto di vivere, spinti dal desiderio momentaneo. Poi il coraggio svanisce, come le onde a riva. Mi stacco e guardo l’orologio. Sono le quattro e mezza di notte.

-Forse è meglio tornare indietro.- dico con voce roca, lacrime trattenute spingono per uscire, -Non vorrei far preoccupare mia madre.

When it's not alright

When it's not OK

Will you try to make me feel better?

Will you say alright? (say alright)

Will you say OK? (Say OK)

Will you stick with me through whatever?

Or run away

(Say that it's gonna be alright. That it's gonna be OK

Don't run away, don't run away)

Lui annuisce e torniamo lentamente verso la macchina. Appoggio il giubbotto di jeans nel sedile posteriore, dopo essermi rimessa le ballerine. Sto per aprire la portiera, ma Troy mi blocca da dietro. Mi volta il viso verso il suo, mi osserva un attimo e mi bacia.

Un bacio dolce e tenero. Un bacio delicato, come mi sono sempre aspettata che fossero i suoi baci. Non riesco a ricambiare, sono come incollata al terreno e qualche fune invisibile mi avvolge il corpo. Non dura più di due secondi, ci separiamo subito. Lui mi guarda con quegli occhi da cucciolo, da tenerone senza speranza. Il mio primo bacio…

Strano, ho dato il mio primo bacio a diciasette anni. Ok, avevo già dato un bacio stampo alle medie ma questo è stato diverso! Il mio primo bacio… e me l’ha dato Troy…

Mi volto anche con il corpo e mi alzo in punta di piedi per arrivare alle sue labbra. Questa volta il bacio è ricambiato a pieno, la sua lingua preme contro le mie labbra. E quando io accetto la sfida ho dei brividi che mi percorrono in tutto il corpo. Mi appoggio alla portiera, mentre lui mi bacia con più passione travolgente possibile. Ci separiamo, il respiro affannoso, sento le mie labbra pulsare. Mi porto una mano alla bocca e sfioro con le dita le labbra rosse. Lo fisso un attimo, giusto per vedere il suo sguardo confuso.

-Gabriella, io…- prende un grosso respiro mentre mi guarda, -Io ti amo.- sussurra, ma io lo sento lo stesso, -Scusa se ti ho ignorata in queste settimane, non era mia intenzione. Solo che mio padre ha voluto a tutti i costi intensificare gli allenamenti, ora che siamo entrati nei campionati nazionali. Vuole che mi alleni più di tutti gli altri, la Darbus mi chiede l’impossibile per il musical, non ho mai niente da dirti quando ti chiamo perché non voglio far ricadere il discorso sulla scuola. Voglio solo parlare con te, sentire la tua voce dolce che mi racconta cosa hai fatto durante il giorno.- si interrompe, abbassa lo sguardo come intristito da qualcosa, -Mi dispiace, Gabriella.- finisce in un mormorio che a mala pena sento.

-Troy…- lo chiamo, lui alza lo sguardo, -E’ un discorso molto bello e dettagliato…- sorrido io divertita, -Ma a me bastava il Ti amo.- scherzo ridendo di gusto.

-Oh!- commenta lui ridendo a sua volta, -Ehm… Ok.- dice facendo il giro della macchina, non prima di avermi dato un bacio sulla guancia.

Bene. Un passo avanti e venti indietro. Andiamo proprio bene!

-Troy…- salgo in macchina nello stesso momento in cui lo fa lui, -Chiariamo una cosa: ora non scapperai vero? Non correrai via…

-Cosa intendi?- mi domanda con le sopraciglia inarcate per esprimere la sua confusione.

Let me know if it's gonna be you

Boy, you've got some things to prove

Let me know that you'll keep me safe

I don't want you to run away so

Let me know that you'll call on time

Let me know that you'll help me shine

Will you wipe my tears away

Will you hold me closer

-Intendo dire che non voglio che scappi ora che… beh, sì… che ci siamo baciati.- mormoro con le gote leggermente arrossate e non è merito del phard, -Voglio essere sicura che tu farai di tutto per farmi sentire al sicuro, che non correrai via quando avrò bisogno del tuo aiuto, che asciugherai le lacrime quando sarò triste e mi rivolgerai un sorriso speciale quando saremo soli.- spiego con gli occhi pericolosamente lucidi, -Non correre via, per favore…- concludo sorridendogli lievemente.

Lui, che ha tenuto le mani sul volante per tutto il tempo, ora le stacca e mi prende il volto. Mi bacia delicatamente e quando ci separiamo mi guarda negli occhi.

-Non scappo, Gabriella.- sussurra contro le mie labbra, -Come potrei correre via da te.- mi rivolge un sorriso.

Quel sorriso. Quel sorriso tanto speciale, che sa tanto di lui, di noi e di quello che siamo. Sorrido a mia volta, mentre apro la portiera e scendo dall’auto.

-Gabriella! Dove vai?- salta giù dalla macchina anche lui.

Corro verso la spiaggia, dove il manto notturno si sta man mano schiarendo. Devono essere al massimo le cinque di mattina, quindi tra un’ora assisteremo all’alba molto probabilmente.

-Seguimi e lo scoprirai!- esclamo ad alta voce per farmi sentire mentre corro.

Troy mi insegue preoccupato, fino a quando non raggiungo la riva e mi tolgo le ballerine lanciandole sulla sabbia. Comincio a camminare lungo il  lungomare. Lui mi raggiunge e si affianca a me. Mi fermo ad un tratto, abbiamo l’acqua alle caviglie. Gli sorrido dolcemente e lo bacio delicatamente. Mentre mi bacia Troy mi accarezza la schiena e pochi minuti dopo ci sdraiamo per terra, l’uno tra le braccia dell’altra, aspettando l’alba che non tarda ad arrivare. È così bello poter stare tra le sue braccia, al sicuro mentre parliamo tranquillamente di quello che ci è successo. Di quello che siamo ora.

-Gabriella…- mi chiama e io mi volto con un sorriso, -Lo so, sembra un po’ strano dopo che ci siamo baciati, ma…- sospira arrossendo, -Vuoi essere la mia ragazza?

Trattengo il fiato. E’ leggermente rosso e io non posso fare a meno di sorridere, -Credevo di esserlo già.- lo schernisco, -E tu, Troy, vuoi essere il mio ragazzo?

-Se proprio devo…- ride mentre lo spintono leggermente, -Ok.

Non appena vediamo il sole sorgere la luce illumina la sabbia dorata e crea uno scintillio sul pelo dell’acqua. E allora perché io vedo il buio?

-Gabriella…- un sussurro mi arriva alle orecchie, -Gabriella, svegliati…

Apro lentamente gli occhi, il sole ormai è alto e io ho un sonno terribile.

-Mi sono addormentata, vero?- domando alzandomi a sedere accanto a Troy.

-Già. Sono le otto e mezza. Forse è meglio che torniamo a casa, però non volevo svegliarti.- ride lui avvolgendomi le spalle con un braccio.

-Oh, oh.- sbarro gli occhi, -Forse è meglio correre.- ci alziamo dalla sabbia e corriamo verso la macchina.

Afferro la borsetta mentre lui mette in moto, capendo il mio stato d’allerta. Pesco il cellulare e lo accendo preoccupata. Come pensavo. Ci sono 21 chiamate di mia madre, 5 di Kelsi, 6 di Taylor, 3 di Sharpay e una di Chad.

-Accidenti, ora come faccio?- chiedo a Troy mentre l’auto scorre veloce sull’asfalto.

-Ora che ci penso…- si fa pensieroso, -Forse Chad ti ha chiamato perché io non ho avvertito a casa. Spero che mi abbia coperto.- pesca dal cruscotto un paio di occhiali da sole scuri e se li infila.

Faccio lo stesso con quelli che ho nella borsetta, mentre Troy aumenta la velocità per arrivare a casa in tempo. Durante il viaggio di ritorno gli scatto mille foto con il cellulare, in molte compaio anche io. Mentre sentiamo la musica che passa alla radio mattutina ballo sul sedile e canto facendogli scappare sorrisi divertiti. Sono stanca, questo è vero, ma non avrei mai pensato di passare una notte in bianco sulla spiaggia.

È quasi mezzogiorno quando arriviamo ad Albuquerque. Parcheggia davanti a casa mia e mi guarda fisso negli occhi arricciandomi una ciocca di capelli un po’ ricci per via della salsedine presente grazie al mare.

-Grazie per questa notte bellissima.- lo ringrazio rimanendo seduta in macchina.

-Ci vediamo più tardi?- domanda Troy con un sorriso, quel sorriso.

-Certo.- acconsento io felice, -Magari vengo vederti oggi alla partita di basket.

Lui sbarra gli occhi come fulminato, -Davvero? Ma te odi il basket!- esclama con voce divertita.

-Lo so, ma tu lo adori. Se vogliamo che questa cosa funzioni dobbiamo rispettare a vicenda le nostre passioni.- spiego io afferrando il giubbotto sul sedile posteriore e la borsetta, -Ci incontriamo alle quattro. Sarò quella che ti acclama dagli spalti della palestra con un grande striscione mentre viene assediata dalle amiche per sapere i dettagli di questa notte che mi ha visto fuggitiva.

Scuote la testa ridacchiando tra sé e sé, -Ah, sei speciale Gabriella.- commenta guardandomi teneramente, -Ti amo.- mi sussurra prima di baciarmi.

Ricambio il bacio sorridendo contro le sue labbra, -Anche io.- sussurro prima di scendere dalla macchina e correre per il cortile di casa. Apro la porta con le mie chiavi e vedo mia madre sorseggiare un caffé in cucina.

-Buongiorno, mamma.- la saluto io con un bacio sulla guancia e afferrando una tazza di caffé, -Non sei stata in pensiero per me, vero? No, perché le tue occhiaie mi incuriosiscono molto. E anche le chiamate sul cellulare.

Lei sorride, -Scusa se mi preoccupo per te. Ho chiamato a casa di tutte le tue amiche, ma mi hanno detto che eri uscita a fare una commissione.- annusa l’aria, -Ma cos’è questo profumo… sembra… salsedine… sì, sembra l’odore della spiaggia e del mare….- mormora guardandomi sorpresa, -Tesoro, perché hai i vestiti pieni di sabbia e i capelli ricci?

-Mi dispiace, mamma. Questo è un segreto.- rido correndo su per le scale per deviare le sue domande.

Mi chiudo in camera mia e appoggio la tazza sulla scrivania. Tutto sommato non credo che strozzerò Sharpay. Rido al pensiero e rapidamente mi vado a fare una doccia, nonostante la voglia di tenermi questo sapore sulla pelle è tanta. Metto i vestiti sporchi di sabbia in una cesta, dopo essermi vestita con un altro paio di jeans e una maglietta a righe rosse e bianche . I capelli perfettamente lisci mi coprono le spalle e le ballerine che indosso sono ora bianche. Cavolo, sono pronta con ore di anticipo!

-Vi siete baciati??- chiede Taylor sorpresa ma felice, -Finalmente! Era ora che Troy si desse una mossa.

Io sorrido e batto le mani quando vedo Troy segnare un punto e concludere la partita. Le mie amiche sedute accanto a me bisbigliano divertite non appena i ragazzi ci raggiungono in divisa di basket.

-Ehi.- Troy mi sorride porgendomi una mano, -Alla fine sei venuta.- dice quando l’afferro e mi isso in piedi.

-Dopo quello che è successo…- bisbiglia Sharpay divertita, -Ragazzi, lasciamo loro un po’ di privacy!- dice alzandosi.

-Ma di privacy ne hanno avuta quanta volevano!- esclama Chad ricevendo subito uno scappellotto da Taylor, -Ma allora ce l’avete con me! Non solo mi sono dovuto inventare una balla con il coach Bolton ma mi dovete pure picchiare! È ingiusto.- brontola seccato.

-Ah, è vero. Grazie.- ride Troy, -Andiamo a prendere un gelato?

-Scusa, c’è mia madre qua fuori. Devo andare a trovare mio padre a Silver City.- gli dico un po’ dispiaciuta, -Non lo vedo mai, per una volta mamma mi ha dato il permesso di andare da lui.

-Non starai scappando, vero?- mi chiede Troy con quel sorriso, ora mi sciolgo!

When it's not alright

When it's not OK

Will you try to make me feel better

Will you say alright? (say alright)

Will you say OK? (Say OK)

Will you stick with me through whatever?

Or run away

(Say that it's gonna be alright. That it's gonna be OK)

-Io non scappo mai, Troy.- scherzo alzandomi in punta di piedi e baciandolo mentre vari mormorii si accendono in palestra.

-Aspetta.- Troy mi ferma per una mano prima che io scenda dagli spalti, -Ti chiamo stasera, ok?

-Ok.- sorrido io scendendo gli spalti.

Sento qualcosa nella mano che ha stretto quella di Troy. Un biglietto. Mi fermo e lo apro.

Quando piangerai asciugherò le tue lacrime…

Quando saremo soli (ma anche in compagnia) ti rivolgerò un sorriso speciale…

Quando avrai bisogno d’aiuto io sarò lì accanto a te…

Ti amo.

Quello che non scappa e che dice Ok a tutto quello che vuoi!

Mi volto indietro e vedo Troy sorridermi mentre va verso gli spogliatoi. Sorrido a mia volta.

Say OK

(Don't run away, don't run away)

(Say that it's gonna be alright. That it's gonna be OK, don't run away)

Will you say OK

(Say that it's gonna be alright. That it's gonna be OK)

Dirà Ok. Dirà Ok a me, solo a me, solo alla persona che lo ama veramente. Salgo nella macchina di mia madre, parcheggiata davanti alla palestra, e le rivolgo un sorriso bellissimo.

-Hai vinto alla lotteria?- mi chiede mettendo in moto.

-Ho vinto qualcosa di più, mamma.- guardo Troy uscire dalla palestra con il borsone su una spalla, Ho vinto qualcosa di più.- sorrido mentre lo saluto con una mano, -Ti ricordi di Troy, vero?

-Come dimenticarmene, da quando abitiamo qui l’hai citato almeno un miliardo di volte.- mi dice mentre svolta l’angolo e lui sparisce dalla mia vista, -E allora?

-Ci siamo messi insieme.- sospiro guardando la strada.

Mia madre sbarra gli occhi, scuote la testa leggermente sorpresa e comincia a farmi domande sulla serata che ho passato fuori. Sento come una eco lontana le sue raccomandazioni e le sue domande su Troy.

Ormai ho chiuso gli occhi, sono lontana mille miglia da lei. Sono abbracciata a Troy, sulla spiaggia, mentre lui mi dice Ok.

Will you say Ok

§°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°§

Eccoci arrivati alla fine di questa mia nuova shot. La dedico, sembrerà strano, all’estate 2007. Voglio solo che sia speciale per tutti quanti.

Vi prego recensite, per me è molto importante. Ci ho messo molto a scriverla e altrettanto ad immaginare e intensificare i sentimenti di Gabriella.

Vi voglio bene e vi auguro Buone Vacanze!

Baci

By Titty90 ^^

Ps: Grazie a tutti coloro che hanno recensito Le fiamme della mia vita. ^^

  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > High School Musical / Vai alla pagina dell'autore: Fiery