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Autore: Smeralda Elesar    28/12/2012    5 recensioni
Dal testo:
La bambina guardò Pitch Black senza la minima traccia di paura negli occhi.
:-Lo so chi sei, tu sei l'Uomo Nero. Tu porti via i bambini cattivi, non è vero? Ecco, io sono stata cattivissima! Adesso andiamo?-:
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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There are no such things as the Boogeyman

 

Notte di luna nuova. Decisamente quella che Pitch preferiva poiché, senza la luna a scrutarlo dall’alto e ad accecarlo con la sua luce argentea, lui era completamente libero di muoversi come voleva, senza dover strisciare da un’ombra all’altra cercando di fuggire quella luce che per lui era una lama piantata nella carne.

E le notti senza luna erano anche le più inquietanti per i mortali perché, nonostante avessero inventato la luce elettrica per allontanare le tenebre, avevano ancora l’istinto ancestrale di scrutare il cielo alla ricerca della loro preziosa luna, e quando questa non c’era venivano presi da un brivido di paura.

Già, la paura, l’emozione più antica e potente di cui Pitch era il signore indiscusso.

 

“Vediamo a quale bambino farò visita stanotte”

 

Pensò con un sorriso malvagio.

Prese la forma di un ombra e strisciò lungo le pareti delle case alla ricerca di una cameretta con un bimbo addormentato in cui infilarsi.

 

“No, questo qui sta giocando ai video games… lei guarda la TV… hei, bambina, ma “The Grudge” ti sembra un film adatto alla tua età? Tornerò da te più tardi, quando ti sarai addormentata e poi vedremo se avrai ancora voglia di guardare film horror”

 

Superò ancora un paio di case ed arrivò in periferia, dove le abitazioni non erano più deliziose villette a due piani con giardino ma erano condomini di case popolari grigi e squallidi.

L’ambiente perfetto per Pitch.

 

“Ah, ecco! Qui andrà benissimo!”

 

L’Uomo Nero strisciò sotto la finestra e si trovò in una stanzetta minuscola dove una bambinetta di otto anni dormiva sotto un piumone consumato.

Aveva i capelli castani arruffati e anche se aveva gli occhi chiusi Pitch sapeva che erano verdi.

 

“Bene, bene, bene… una bimba così piccola… e Sandman non è ancora arrivato a portarle i suoi sogni dorati… vorrà dire che toccherà a me fare qualcosa per lei”

 

Stava cercando di scegliere quale dei suoi trucchi usare per spaventarla quando avvertì una strana sensazione, come di essere osservato.

 

:-Finalmente sei arrivato! Sono tre giorni che ti aspetto, sai?-:

 

Pitch sgranò gli occhi.

La mocciosetta che lui avrebbe dovuto spaventare gli aveva fatto prendere un colpo.

 

:-Senti, bambina, io non arrivo a comando! Non sono mica Babbo Natale!-:

 

Le rispose seccato, cercando di darsi un contegno.

Lei continuò a fissarlo seduta sul letto a gambe incrociate.

 

:-Lo so chi sei, tu sei l’Uomo Nero. Era proprio te che aspettavo. Bene, adesso prendo le mie cose e possiamo andare-:

 

Lo scriccioletto scese dal letto con un salto, aprì l’armadio a muro lì accanto e ne tirò fuori uno zainetto pieno da scoppiare.

Pitch la osservava confuso.

Mai, mai nella sua plurisecolare carriera gli era capitata una cosa simile.

 

:-Aspetta un attimo, bambina. Vuoi dire che stavi aspettando proprio me? Stavi aspettando l’Uomo Nero?-:

 

Le chiese.

La cosa in un certo senso lo lusingava, ma allo stesso tempo sentiva che c’era qualcosa che non andava.

 

:-Sì, aspettavo proprio te. Tu porti via i bambini cattivi, no? Ecco, io sono stata cattivissima!-:

 

“Accidenti ai genitori e a questa loro storia che io porto via i bambini! Dovrò visitare anche qualche adulto per fargli passare questa mania!”

 

Pensò Pitch seccato.

Intanto la bambina aveva posato a terra lo zaino per avere le mani libere ed aveva  cominciato ad elencare sulle dita

 

:-Allora, senti cosa ho fatto: ho dato un calcio al mio compagno Paul, non ho mangiato la verdura, ho tirato la coda al gatto della vecchia Martha, ho disubbidito alla mamma ogni volta che potevo e poi non ho lavato i denti. Senti?-:

 

Si alzò in punta di piedi per alitare ed i effetti era vero: non li aveva lavati.

Guardò Pitch con un gran sorrisone soddisfatto.

 

:-Allora? Sono stata cattiva vero? Adesso andiamo?-:

 

Raccolse da terra lo zainetto e prese Pitch per mano con assoluta naturalezza, come una bimba che da la mano al suo papà prima di uscire per una passeggiata.

Pitch si scansò quasi spaventato.

 

:-Hei, aspetta! Vuoi davvero lasciare la tua casa e la tua famiglia?-:

 

Le chiese.

Lei si rabbuiò.

 

:-Sì, voglio andarmene da qui! Il mio papà è andato via di casa perché non mi voleva, la mia mamma sta tutto il giorno al lavoro e i miei nonni non vogliono né me né lei a casa, per questo quando mamma lavora io devo stare da quella vecchiaccia della signora Martha-:

 

Guardò Pitch con gli occhi lucidi di lacrime.

 

:-Per questo ti aspettavo, capisci? La mamma e Martha mi dicono sempre che se faccio la bambina cattiva tu verrai a portarmi via, ed io voglio andare via da qui. Voglio venire con te-:

 

Pitch la guardò senza sapere cosa dire.

Lei gli tese di nuovo la mano, questa volta con un’espressione di supplica negli occhi.

 

:-Hem… senti, ragazzina… io non so cosa ti hanno detto tua madre e quella Martha, ma non è vero. Io non porto via i bambini-:

 

Disse infine.

La bambina lo guardò delusa con le labbra strette a fessura e gli occhi di un cucciolo ferito, poi si girò di scatto, sbatté con malagrazia lo zainetto dentro l’armadio e si sedette di nuovo sul letto dandogli le spalle.

Rimasero in silenzio e Pitch stava seriamente pensando di dire o fare qualcosa ma non gli veniva in mente niente.

Dopotutto consolare i bambini non era compito suo, dov’erano i dannati Guardiani quando servivano davvero?

 

:-Lo sapevo-:

 

Mormorò la bambina.

Pitch pensò che non sarebbe stato male metterle almeno una mano sulla spalla, ma al momento di toccarla le passò attraverso.

 

:-Non esiste l’uomo nero!-:

 

Esclamò lei a voce alta.

 

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