There are no such things as the Boogeyman
Notte
di luna nuova. Decisamente quella che Pitch preferiva
poiché, senza la luna a scrutarlo dall’alto e ad accecarlo con la sua luce
argentea, lui era completamente libero di muoversi come voleva, senza dover strisciare
da un’ombra all’altra cercando di fuggire quella luce che per lui era una lama
piantata nella carne.
E
le notti senza luna erano anche le più inquietanti per i mortali perché,
nonostante avessero inventato la luce elettrica per allontanare le tenebre,
avevano ancora l’istinto ancestrale di scrutare il cielo alla ricerca della
loro preziosa luna, e quando questa non c’era venivano presi da un brivido di
paura.
Già,
la paura, l’emozione più antica e potente di cui Pitch
era il signore indiscusso.
“Vediamo
a quale bambino farò visita stanotte”
Pensò
con un sorriso malvagio.
Prese
la forma di un ombra e strisciò lungo le pareti delle case alla ricerca di una
cameretta con un bimbo addormentato in cui infilarsi.
“No,
questo qui sta giocando ai video games… lei guarda la
TV… hei, bambina, ma “The Grudge” ti sembra un film adatto alla tua età? Tornerò da
te più tardi, quando ti sarai addormentata e poi vedremo se avrai ancora voglia
di guardare film horror”
Superò
ancora un paio di case ed arrivò in periferia, dove le abitazioni non erano più
deliziose villette a due piani con giardino ma erano condomini di case popolari
grigi e squallidi.
L’ambiente
perfetto per Pitch.
“Ah,
ecco! Qui andrà benissimo!”
L’Uomo
Nero strisciò sotto la finestra e si trovò in una stanzetta minuscola dove una
bambinetta di otto anni dormiva sotto un piumone consumato.
Aveva
i capelli castani arruffati e anche se aveva gli occhi chiusi Pitch sapeva che erano verdi.
“Bene,
bene, bene… una bimba così piccola…
e Sandman non è ancora arrivato a portarle i suoi
sogni dorati… vorrà dire che toccherà a me fare
qualcosa per lei”
Stava
cercando di scegliere quale dei suoi trucchi usare per spaventarla quando
avvertì una strana sensazione, come di essere osservato.
:-Finalmente
sei arrivato! Sono tre giorni che ti aspetto, sai?-:
Pitch
sgranò gli occhi.
La
mocciosetta che lui
avrebbe dovuto spaventare gli aveva fatto prendere un colpo.
:-Senti,
bambina, io non arrivo a comando! Non sono mica Babbo Natale!-:
Le
rispose seccato, cercando di darsi un contegno.
Lei
continuò a fissarlo seduta sul letto a gambe incrociate.
:-Lo
so chi sei, tu sei l’Uomo Nero. Era proprio te che aspettavo. Bene, adesso
prendo le mie cose e possiamo andare-:
Lo
scriccioletto scese dal letto con un salto, aprì
l’armadio a muro lì accanto e ne tirò fuori uno zainetto pieno da scoppiare.
Pitch
la osservava confuso.
Mai,
mai nella sua plurisecolare carriera gli era capitata una cosa simile.
:-Aspetta
un attimo, bambina. Vuoi dire che stavi aspettando proprio me? Stavi aspettando
l’Uomo Nero?-:
Le
chiese.
La
cosa in un certo senso lo lusingava, ma allo stesso tempo sentiva che c’era
qualcosa che non andava.
:-Sì,
aspettavo proprio te. Tu porti via i bambini cattivi, no? Ecco, io sono stata
cattivissima!-:
“Accidenti
ai genitori e a questa loro storia che io porto via i bambini! Dovrò visitare
anche qualche adulto per fargli passare questa mania!”
Pensò
Pitch seccato.
Intanto
la bambina aveva posato a terra lo zaino per avere le mani libere ed aveva cominciato ad elencare sulle dita
:-Allora,
senti cosa ho fatto: ho dato un calcio al mio compagno Paul, non ho mangiato la
verdura, ho tirato la coda al gatto della vecchia Martha, ho disubbidito alla
mamma ogni volta che potevo e poi non ho lavato i denti. Senti?-:
Si
alzò in punta di piedi per alitare ed i effetti era vero: non li aveva lavati.
Guardò
Pitch con un gran sorrisone soddisfatto.
:-Allora?
Sono stata cattiva vero? Adesso andiamo?-:
Raccolse
da terra lo zainetto e prese Pitch per mano con
assoluta naturalezza, come una bimba che da la mano al suo papà prima di uscire
per una passeggiata.
Pitch
si scansò quasi spaventato.
:-Hei, aspetta! Vuoi davvero lasciare la tua casa e la tua
famiglia?-:
Le
chiese.
Lei
si rabbuiò.
:-Sì,
voglio andarmene da qui! Il mio papà è andato via di casa perché non mi voleva,
la mia mamma sta tutto il giorno al lavoro e i miei nonni non vogliono né me né
lei a casa, per questo quando mamma lavora io devo stare da quella vecchiaccia
della signora Martha-:
Guardò
Pitch con gli occhi lucidi di lacrime.
:-Per
questo ti aspettavo, capisci? La mamma e Martha mi dicono sempre che se faccio
la bambina cattiva tu verrai a portarmi via, ed io voglio andare via da qui.
Voglio venire con te-:
Pitch
la guardò senza sapere cosa dire.
Lei
gli tese di nuovo la mano, questa volta con un’espressione di supplica negli
occhi.
:-Hem… senti, ragazzina… io non so
cosa ti hanno detto tua madre e quella Martha, ma non è vero. Io non porto via
i bambini-:
Disse
infine.
La
bambina lo guardò delusa con le labbra strette a fessura e gli occhi di un
cucciolo ferito, poi si girò di scatto, sbatté con malagrazia lo zainetto
dentro l’armadio e si sedette di nuovo sul letto dandogli le spalle.
Rimasero
in silenzio e Pitch stava seriamente pensando di dire
o fare qualcosa ma non gli veniva in mente niente.
Dopotutto
consolare i bambini non era compito suo, dov’erano i dannati Guardiani quando
servivano davvero?
:-Lo
sapevo-:
Mormorò
la bambina.
Pitch
pensò che non sarebbe stato male metterle almeno una mano sulla spalla, ma al
momento di toccarla le passò attraverso.
:-Non
esiste l’uomo nero!-:
Esclamò
lei a voce alta.
_______________________________________________________________________________________________________________