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Autore: _Trixie_    28/12/2012    2 recensioni
«Il volo 14053 per Seattle subirà un ritardo di ulteriori due ore causa maltempo. Ringraziamo i gentili viaggiatori per la pazienza» annunciò di nuovo la squillante voce degli altoparlanti.
Arizona sbuffò e si massaggiò le tempie, maledicendo quella stupida quanto inutile conferenza a New York.
Chi diavolo ha la malsana idea di indire una conferenza il ventitre dicembre? si domandò risentita, passando a massaggiarsi le cosce.
[Sì, è natalizia e sì, sono in ritardo, come al solito ^^"]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nickname: _Trixie_
Titolo: Maybe a little bit, honey.
Personaggi: Arizona Robbins (PoV), Calliope Torres.
Pairing: Calliope/Arizona, 
Tipo di coppia: Femslash
Genere: Slice of life, fluff
Lunghezza storia: One-Shot
Rating: Giallo.
Avvertimenti: -
Note: -
Contesto: Generale / vago
Introduzione: «Il volo 14053 per Seattle subirà un ritardo di ulteriori due ore causa maltempo. Ringraziamo i gentili viaggiatori per la pazienza»annunciò di nuovo la squillante voce degli altoparlanti.
Arizona sbuffò e si massaggiò le tempie, maledicendo quella stupida quanto inutile conferenza a New York.
Chi diavolo ha la malsana idea di indire una conferenza il ventitre dicembre?si domandò risentita, passando a massaggiarsi le cosce.
 
 

Maybe a little bit, honey
 

 
Scoccò la mezzanotte.
«Auguriamo a tutti i viaggiatori un felice Natale».
Arizona storse la bocca, infastidita dal vuoto augurio fuoriuscito dagli altoparlanti e dalla schiena che le doleva terribilmente per quelle sedie scomode e dure.
In cerca di sollievo, distese le gambe e sollevandole le appoggiò sul bagaglio a mano che aveva di fronte.
«Il volo 14053 per Seattle subirà un ritardo di ulteriori due ore causa maltempo. Ringraziamo i gentili viaggiatori per la pazienza»annunciò di nuovo la squillante voce degli altoparlanti.
Arizona sbuffò e si massaggiò le tempie, maledicendo quella stupida quanto inutile conferenza a New York.
Chi diavolo ha la malsana idea di indire una conferenza il ventitre dicembre?si domandò risentita, passando a massaggiarsi le cosce.
Ci mancavano anche le perturbazioni, maledizione, a quest’ora dovrei essere già a casa!
Era partita da New York la mattina della Vigilia di Natale, assaporando l’aria Natalizia e sorridendo alle hostess, di cui amava tanto le divise, strette nei punti giusti.
Le era capitato diverse volte di viaggiare in aereo con Calliope ed essere distratta da una brunetta accattivante piuttosto che l’altra, ed essere rimproverata da Callie.
«Sto solo ammirando!»
«Carino, dovresti ammirare me, non credi?»
«Certo, ma tu mi piaci anche».
«Non colgo la differenza, Arizona».
«Ammirare non è la stessa cosa di piacere, Calliope.»
Ed era stata proprio una di quelle hostess, poche ore prima, ad annunciare aigentili viaggiatori che sarebbero stati costretti a fare uno scalo in uno sconosciuto paese sperduto nel nulla di cui Arizona non riusciva a ricordare il nome.
Scesa dall’aereo aveva immediatamente chiamato Callie e il suo umore si era velocemente rannuvolato come il cielo sopra la sua testa.
«Pazienta qualche ora, tesoro, presto sarai a casa a rubarmi i biscotti che ho preparato» aveva provato a rincuorarla la fidanzata, senza successo.
Quattordici ore dopo Arizona era ancora bloccata in quel freddo e anonimo aeroporto di periferia.
«Avvisiamo i gentili viaggiatori che il volo 14053 per Seattle è stato annullato causa maltempo».
«Che cosa?!» esclamò Arizona, guardando verso l’alto e allargando le braccia sconsolata. «Oh, andiamo!»
Frustrata, Arizona prese il cellulare e cercò il numero di Calliope. La chiamò, chiedendosi distrattamente se all’hotel dell’aeroporto ci fossero ancora stanza disponibili dove poter trascorrere la notte.
«A-Arizona» disse la voce di Callie, titubante.
«Calliope, scusami, ti ho svegliata?» si preoccupò Arizona, chiedendosi quante fossero le ore di fuso orario tra lì e Seattle.
«Svegliata? Sono sveglissima!» esclamò l’altra.
«Sei ubriaca?»
«Forse. Un pochino. Sì, forse un pochino».
«Calliope» gemette Arizona, rammaricandosi di perdersi la sbronza della fidanzata. Amava il sesso da ubriache: confuso, sfrenato e senza ritegno.
«Ma dove sei?» aggiunse poi, preoccupata.
«A casa, ti sto aspettando, sei in aeroporto?»
«Sì, ma-»
«Ti devo venire a prendere?» si illuminò Calliope, la cui testa girava pericolosamente.
«Non ti farei mai mettere al volante ubriaca, Callie. E comunque non sono a Seattle, sono bloccata in uno stupido aeroporto, con un stupido bar che serve stupido cibo, peggiore di quello dell’ospedale!» esclamò Arizona, che sentiva dentro di lei crescere di nuovo l’ira, l’irritazione e la frustrazione.
«No-Non sei a Seattle?!»
«No, Calliope, mi dispiace tanto».
Callie emise un verso inarticolato di sconforto.
«Aspetta, perché sei a casa ubriaca?»
«Ho aperto una bottiglia di vino. Anzi due, ti aspettavo. Un bicchiere per me e uno per te. Sai, so quanto ti piace il sesso da ubriache…» spiegò Callie, mentre Arizona sorrideva compiaciuta mordendosi un labbro dall’altro capo del telefono.
«Ma poi sono diventati due bicchieri per me. Poi tre. Poi ho quattro. E poi ho finito una bottiglia, così ne ho aperta un’altra»
Arizona sentì la fidanzata ridacchiare.
«E ho bevuto anche quella. Ma il tuo bicchiere è ancora intatto, tesoro» concluse Callie.
«Gentile da parte tua. Ora, mentre io cerco una stanza, perché tu non vai a letto e dormi?» suggerì Arizona, divertita, ma preoccupata.
Calliope protestò debolmente, poi si rassegnò e assicurò che sarebbe andata a letto subito dopo la telefonata.
Arizona le augurò la buonanotte e stava per chiudere la linea, quando Callie urlò di aspettare.
«Cosa c’è? Ti senti male? Chiama Mark!»
«No, Arizona. Buon Natale».
«Oh. Buon Natale, Calliope».
 

***

 
Arizona giunse finalmente a casa alle sette del mattino, dopo poche ore di sonno agitato e aver  discusso con il taxista per la cifra esorbitante che le aveva chiesto.
Ma a Natale non dovrebbero essere tutti più buoni?
Aprì piano la porta d’ingresso per non svegliare Callie, appoggiò il bagaglio a mano a terra e si tolse il cappotto.
In punta di piedi si avvicinò alla stanza da letto, spalancando al bocca trovandolo vuoto e affrettandosi a correre in bagno, senza più preoccuparsi di essere silenziosa.
Dove diavolo era finita la sua fidanzata?
«Calliope» chiamò, titubante, poi alzò il tono di voce. «Calliope. Callie!»
Arizona sentì un tonfo provenire dal salotto e ritornò in fretta sui suoi passi.
Trovò Callie stesa sul pavimento, con la testa sotto le fronde dell’albero di Natale, due bottiglie di vino vuote accanto a lei e un bicchiere altrettanto vuoto rotolato a qualche metro. Un secondo bicchiere, pieno fino all’orlo, faceva bella mostra di sé su un basso tavolino.
«Arizona» biascicò Callie, con la bocca impastata.
«Calliope!»
La donna, che accusava acuti postumi da sbornia, si portò una mano alla testa.
«Non urlare, ti prego, sussurra. Non che non ami la tua voce, intendiamoci, mi piace sentirti parlare, ma al momento…»
Arizona si inginocchiò accanto a Callie, bisbigliando le proprie scuse e prendendole la testa dell’altra tra le mani fredde, che la fidanzata trovò una benedizione.
«Ti ho mai detto che hai delle mani stupende? Davvero, dovresti farci un’assicurazione, sai, queste tue dita sono estremamente preziose per il tuo lavoro. E non solo, insomma-»
«Ok, Calliope, forse non hai ancora smaltito la sbornia del tutto» la interruppe Arizona, ridendo, accompagnando dolcemente la testa di Callie per adagiarla sul proprio grembo.
«Voleva essere un complimento» protestò debolmente Callie, lasciandosi accarezzare la fronte dall’altra e chiudendo gli occhi.
Arizona si chinò su di lei, lasciando un leggero bacio sulle labbra che ancora sapevano di vino di Calliope.
«Potevi approfondire di più» si lamentò quest’ultima.
«Aspetterò quando ti sarai lavata i denti, Calliope».
«Scusa, una pessima mattina di Natale, vero? Avrei voluto prepararti la colazione».
Arizona si strinse nelle spalle, riflettendo.
«A dire il vero credo che sia la più bella mattina di Natale della mia vita. Ho trovato il mio regalo proprio sotto l’albero, un po’ ubriaco, ma nel complesso credo sia il regalo perfetto».
Calliope sorrise suo malgrado, senza badare al sordo dolore dei muscoli indolenziti del viso.
«E sai cosa succede adesso?» chiese Callie, alzandosi da terra con fare incerto e barcollante.
«Emh… Colazione?» tentò Arizona, mettendosi a sua volta in piedi.
«No, il tuo regalo Natale va a farsi una doccia e poi ti aspetta a letto per essere scartato. Cosa ne pensi?» 
Arizona le morse il naso, sfiorando con la punta delle dita la curva del fianco di Callie.
«Penso che dovrebbe sbrigarsi» sussurrò all’orecchio della fidanzata.
Calliope si allontanò sorridendo, mentre Arizona prese il bicchiere pieno rimasto intatto sul tavolino, sollevandolo in direzione della donna.
«Buon Natale, Calliope» disse, prima di berne un lungo sorso.
«Buon Natale, Arizona». 

   
 
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