Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |      
Autore: Scarlet Jaeger    28/12/2012    3 recensioni
Sappiamo tutti ciò che successe a Seiya dopo che fu mandato in Grecia per addestrarsi a cavaliere, lasciando la sorella. Ma lei? Cose le successe? Ho cercato di raccontare la sua storia, in base alle informazioni che ci sono state date! :)
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Pegasus Seiya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Seika-Ritrovarsi


-Il bambino deve partire immediatamente per la Grecia.-
Mitsumada Kido fu autoritario come il solito, seduto sulla sua poltrona nella sua villa: la fondazione Kido.
I suoi due interlocutori, lo guardarono per un attimo prima di continuare ad esporre i loro dubbi.
Kido non si mosse, continuava a reggere il calice pieno di vino, sorseggiando a poco a poco quel liquido rosso mentre li ascoltava.
-Ne è sicuro? Voglio dire, ha solo sei anni.-
-Alcuni dei miei figli sono già partiti, ne mancano ben pochi. Seiya è uno di loro. Partirà per la Grecia con voi, laggiù l'attenderà la Sacerdotessa Marin, sarà suo allievo fino a conclusione del periodo d'addestramento.
-Allenato da una donna?-
A quella domanda, l'uomo, lo guardò dritto negli occhi ed annuì semplicemente.
Tutti i suoi figli erano partiti verso destinazioni diverse, per allenarsi a temprare spirito e fisico.
Sapeva che questo avrebbe richiesto metodi brutali, ma non si mosse a compassione per questo obbligandoli tutti, anche se in preda alle lacrime, di partire.
-Non faccio discriminazioni.-
Rispose semplicemente, alzandosi di scatto e dare le spalle agli uomini guardando fuori dalla finestra mentre venivano portati fuori altri bambini.
-Andate a prenderlo, lui vi aspetta nella sua stanza al piano di sopra. E' tutto.-
Li congedò in quel modo, senza neanche girarsi. Continuava a riflettersi davanti quel vetro chiuso della finestra, sorseggiando il liquido fresco dentro il calice che teneva ancora in mano.

-Io non vengo con voi, non mi muovo senza Seika!-
Il bambino di nome Seiya, era inginocchiato sul pavimento tra le braccia di sua sorella e piangevano entrambi, consapevoli di quel che sarebbe successo.
Il bambino aveva già visto andare via alcuni dei fratellastri, ma lui non era ancora pronto per andarsene. Voleva rimanere con la parente ancora per un po', o magari crescere con lei. Ma non fu possibile.
Gli uomini, senza indugiare oltre, sciolsero di forza quell'abbraccio fraterno, portando di forza Seiya tra le lacrime verso l'auto che li aspettava fuori villa Kido.
La bambina, maggiore rispetto al fratello, segui la scena con gli occhi sbarrati. Continuava a piangere ed implorare di lasciarlo andare. Li seguì fino a fuori, restando però troppo indietro rispetto a loro, che accesero la vettura e partirono verso l'aeroporto.
Seika corse nel tentativo di raggiungerla. Era scalza, ed i piedi che strusciavano sul ghiaino d'entrata le facevano male ma non ci badò. Continuava a correre tra le lacrime di quella separazione chiamando il nome del piccolo nel tentativo, di cosa? Riportarlo indietro? Fermare quella tortura? Forse voleva solo guardare un ultima volta il viso di lui, gli occhi grandi velati delle sue stesse lacrime in quell'ultimo giorno d'infanzia in cui lo vide. Quando sarebbe tornato, e se fosse tornato, sarebbe stato un'adolescente totalmente cambiato sia nell'aspetto che nel carattere. Un guerriero senza paura e forse, non l'avrebbe neanche più riconosciuta.
-Seika!!-
Sì senti chiamare in lontananza. Aguzzò l vista e lo vide, affacciato al finestrino della macchina, mentre spariva all'orizzonte di quel giorno. E così che, oltre al suo viso, fu l'ultima volta che sentì la sua voce. Anche quella, ne era sicura, sarebbe cambiata.
Si accasciò al suolo, in ginocchio, dolorante. Quello scatto di corsa le aveva provocato delle ferite ai piedi nudi, e ferite nel cuore.
Si prese il viso tra le mani e sapendo che nessuno l'avrebbe vista, si perse in un grido liberatorio, urlando il nome del fratello sperando che lui, ovunque fosse, l'avrebbe sentita.


Sedeva sul suo letto, con i piedi per terra. Teneva due lembi del lenzuolo serrati nei pugni, stringendo sempre più forte. Si mordeva il labbro inferiore osservando il letto vuoto di fronte al suo. Non sarebbe potuta andare avanti così.
Grecia. Sapeva solo questo. Suo fratello era stato portato in Grecia.
Preparò uno zainetto con l'essenziale, prese alcuni soldi dai nascondigli di Mitsumada Kido e raggiunse un'uscita secondaria.
Minuta ed agile, riuscì ad eludere tutta la sorveglianza.
Tentando di fare il meno rumore possibile, uscì finalmente nel giardino, nascondendosi tra le piante.
Passo passo, restando sicura di non essere vista, arrivò fino al cancello che scavalcò con il cuore in gola.
Libera. Libera di poter raggiungere il fratello. Così penso..
Raggiunse la stazione dei treni di Tokyo quando fu quasi mattina. Aveva girato tutta la città senza conoscerla bene, perdendosi in quelle vie notturne, vuote vista l'ora tarda.
I negozi stavano aprendo ed alla biglietteria c'era già un uomo in procinto di iniziare quella sua giornata lavorativa.
Aspettò il suo turno in fila, impaziente, e quando toccò a lei avanzò titubante sotto lo sguardo curioso dell'uomo.
Tirò fuori il suo porta spicci, dove aveva accartocciato alcune banconote precedentemente sottratte, abbassando lo sguardo su di esso.
-Un biglietto per la Grecia.-Disse balbettando, alzando infine gli occhi.
Di fronte a lei, il bigliettaio, sorrise comprensivo. Era solo una bambina.
-Non puoi arrivare in Grecia con il treno, devi prendere un Aereo, ma sei troppo piccola per poter viaggiare da sola. Dove sono i tuoi genitori?-Disse osservando di fronte a lui, nella stazione. Nessuno stava aspettando quella bambina, quindi pensò che fosse scappata di casa.
-Lo sanno che sei qua?-Continuò. Lei scosse la testa.
-Non importa, arrivederci!-
Senza aspettare altre parole, Seika scappò fuori in lacrime.
"Perchè con i soldi che ho, non posso raggiungere Seiya?" Pensò.
Si mise seduta in una panchina fuori l'edificio, rannicchiandosi abbracciando le ginocchia con le braccia. Guardava di fronte a sè la vita scorrere, i bambini per mano ai genitori con le cartelle in mano, le coppie che si salutavano prima di entrare in stazione, pullman che partivano dalla fermata con i bambini a bordo. Tutti felici. Tranne lei.
In quello stato non si accorse che una persona le si era seduta accanto e la guardava sorridendo, cercando di cancellare le lacrime sul suo viso, e lasciare posto ad un piccolo sorriso. Invano.
Seika si spaventò e fu tentata di scappare via, ma qualcosa la trattenne. La mano di quello sconosciuto le stava accarezzando i capelli rossicci.
-Devi fare qualcosa di importante in Grecia, che te ne vai tutta sola?-Gli sorrise ancora l'uomo.
Era abbastanza giovane, sulla trentina. Gli occhi celesti l'avevano rapita ed il sorriso che aveva non fece venire nessun timore alla bambina.
-Voglio andare da mio fratello.-Disse solamente, asciugandosi le lacrime con il palmo della mano.
-E la tua mamma ed il tuo papà?-Le scosse la testa per quella domanda, guardando per terra.
-Non ce li ho più.-Mentì.
Non considerava il signor Kido come suo padre, per lei troppo burbero ed imbronciato. Considerava solo la nipote adottiva, cospargendola di ricchezze e sopratutto, di affetto. Quell'affetto che lei aveva trovato solamente in quel piccolo bambino di sei anni, che le era stato portato via.
L'uomo accanto a lei si intenerì.
-Sei quindi scappata dall'orfanatrofio. Tuo fratello è stato adottato?-
Scosse la testa.
-Lo hanno rapito?-Provò l'ultimo tentativo. Lei scosse di nuovo la testa in segno negativo.
-La prego, mi accompagni in aeroporto!-
Lui sorrise comprensivo, continuando ad accarezzarle la testa.
-Purtroppo non puoi viaggiare da sola, sei ancora minorenne.-Le disse dispiaciuto e lei iniziò a piangere, rincorrendo un ricordo.
-Ma posso fare qualcosa per te. Vedi, tra qualche giorno dovrò partire per la Grecia. Mi è stato affidato un lavoro importante e purtroppo mia moglie non può venire con me. Posso già immaginare il vuoto che sentiremo entrambi, divisi per un tempo ancora indeterminato. Posso capirti, mentre soffri la lontananza di tuo fratello. Non posso fare molto, però potrò aiutarti a cercarlo. I tuoi capelli rossi, mi ricordano molto quelli della donna che amo.-
Seika smise di piangere e sbarrò gli occhi in segno di sorpresa. Il suo sogno stava per realizzarsi.


In pochi giorni, la bambina e l'uomo raggiunsero la tanto attesa terra. Raggiunsero una città di nome Atene, e raggiunsero la casa in affitto dell'uomo.
Passò la notte in una piccola stanza poco arredata, sdraiata su di un piccolo letto singolo sotto uno strato di lenzuola bianche. Non chiuse occhio per tenerli aperti sulla finestra che dava sulla strada mentre il cuore le batteva nel petto.
Non sapeva quanto grande fosse stata la città o tutto il continente, in quel momento non le interessava.
Aspettò con impazienza che l'uomo uscì, la mattina dopo, per andare ad iniziare il suo lavoro mentre lei aveva una ricerca da portare a termine.
Scrisse su un foglio poche righe per ringraziare l'uomo di quello che aveva fatto, ma che non poteva aspettarlo. Voleva partire subito alla ricerca di suo fratello, da sola.
Lo lasciò sul tavolo della cucina, riprese le sue poche cose ed uscì di casa prestissimo.
La vita scorreva esattamente come a Tokyo e lei aguzzò la vista osservando tutti i bambini dell'età di Seiya. Cercava di scorgere un dettaglio, una somiglianza, qualunque cosa che poteva condurla fino a lui.
Girò per giorni interi, fermando persone, chiedendo nei negozi, riposando o dormendo lontano dai pericoli e tornare a viaggiare il giorno seguente. Comprava solo piccoli pezzi di pane, per tenersi più soldi possibili in vista del lungo peregrinare, fino a che una mattina non arrivò di fronte una piccola casa di campagna.
Un uomo ed una donna stavano raccogliendo della verdura, chinati sui campi. Decise di chiedere anche a loro se, per caso, avessero visto un bambino con i lineamenti di Seiya, che glieli descrisse, da quelle parti.
-Mi dispiace.-Disse l'uomo dopo la sua richiesta.-Non lo abbiamo visto.-
-Ho capito.-Abbassò gli occhi sconsolata, iniziando di nuovo a piangere, mentre la speranza di ritrovarlo l'abbandonava giorno dopo giorno. I lineamenti del bambino iniziavano ad essere più confusi e la sua voce iniziava a mischiarsi con tutte quelle che aveva sentito. Doveva ritrovarlo prima di dimenticare per sempre il suo volto.
Diede la schiena ai due signori e sparì nella stradina sterrata che aveva precedentemente percorso, tirando su con il naso, cercando ricacciare le lacrime.
-Aspetta!-
La voce la fece voltare, con aria triste.
-Vorrei farti una proposta.-
Si abbassò alla sua altezza e, pulendosi le mani sul grembiule, gliele mise sulle spalle voltandola in modo da poterla guardare in volto. Continuò a parlare vedendo la curiosità negli occhi di Seika.
-Sei rimasta orfana?-Continuò a parlare e la bambina annuì.
-Vedi, noi non possiamo avere figli. Ci piacerebbe, ma non possiamo e quando ti abbiamo vista qua da noi, un orfana ci siamo detti e ci è venuta un'idea. Vorremo adottarti, così potrai tenerci compagnia ed aiutarci con la frutta e la verdura. Siamo molto conosciuti in città, vendiamo la nostra merce appena raccolta. Magari, riuscirai a farti notare da lui, se è da queste parti, senza continuare vagare a vuoto per trovarlo. Avrai cibo, ed una casa. Dei genitori.-Si commosse a quella parola.
Seika la guardò stupita, ma le disse subito di si. La possibilità che le aveva esposto la donna bastò a convincerla.
Seiya l'avrebbe trovata, ne era certa.


Passava i giorni insieme ai nuovi genitori, andando regolarmente a scuola e lavorando insieme a loro. Aiutava la nuova madre con le faccende ed a cogliere la verdura. Si divertiva un mondo e quei giorni di tortura stavano lentamente passando. Mentre coglieva i pomodori pensò a loro come una vera famiglia, quando un ritrovato Seiya scorrazzava per i prati incitandola a giocare con lui. Avrebbero giocato insieme sotto le risate dei genitori, ed avrebbero vissuto felici in quel luogo, lontano dai Kido.
Passarono gli anni, così come la speranza. Aveva iniziato ad aiutare i genitori anche al mercato, aguzzando la vista su ogni adolescente con le fattezze del fratello, ma nessuno rispondeva ai suoi standard.
Qualche volta, quando qualche ragazzo gli assomigliava, provava a chiamarlo e tutte le volte si beccava degli sguardi confusi o qualche: "Scusa, hai sbagliato persona." Lei sbuffando, tornava al lavoro.
Oltre gli anni, passavano e tornavano delle passioni. Quel giorno fece buio troppo presto, per essere una cosa normale.
Il cielo era completamente rosso, ed il sole in alto brillava solo da una parte e sembrava oscurato da qualcosa nall'altra.
Lei era in giardino, si era messa a levigare il legno come quando era bambina e passava le giornate osservando il lavoro manuale del padre. Sentiva una stretta al cuore ed una strana sensazione di ansia. Mentre le mani lavoravano, i suoi occhi lanciavano rapide occhiate al cielo e la sua mente era persa nei pensieri.
-Un'eclissi. Che strano, non è stata segnalata. Ma non è un evento bellissimo?-Le fece sua madre, sedendosi accanto a lei.
-Molto, però c'è qualcosa che mi turba.-Proferì Seika, guardandola negli occhi.
-Figlia mia, turba anche me. Non è un fenomeno normale, comunque.-
-Non è questa eclissi, o forse si. Non riesco a spiegarlo, come se dovesse succedere qualcosa di.. non so..-
-Brutto?-Cercò di finire la frase la donna, con il cuore in gola, ma si calmò quando la ragazza scosse la testa riprendendo la levigazione.
-No. Non saprei. Non voglio farti preoccupare, forse è solo questo fenomeno che scombussola i nostri cuori e le nostre menti.-
-Forse è così tesoro.-Le sorrise osservando il lavoro.-Cosa stai facendo?-
Guardò la creazione in legno chiaro tra le mani della ragazza.
-Un Pegaso alato, non è bello? E' venuto proprio bene!-Sorrise soddisfatta.
-E' bellissimo. Cosa rappresenta?-
Seika smise d'un tratto il lavoro, posando di nuovo gli occhi castani in quelli della madre.
-Io, non lo so. Pensavo solo fosse bello, una creatura mitologica. Ecco, solo questo.-Proferì.
Di nuovo quella stretta al cuore che tanto la faceva stare in ansia.

Quel fenomeno strano durò qualche ora, fino a che il cielo non tornò alla normalità.
La mattina dopo, riposata finalmente dalla nottata, tornò nel campo della sua casa per iniziare quell'attività domenicale di lavoro.
Mentre nei suoi capelli spiccava un enorme fiore, sulle sue labbra si disegnò in sorriso, anche se triste. Il tempo scorreva come tutti i giorni, quando vide una ragazza avanzare verso di lei con passo lento.
Drizzò la schiena quando le fu quasi vicina. Portava un'armatura che splendeva sotto i raggi del sole, troppo strana secondo lei, ed una maschera che le tappava il viso, che la mise in soggezione.
Aveva la sua stessa corporatura, erano alte uguale ed avevano più o meno lo stesso colore di capelli. Quello la turbò non poco. Chi era quella misteriosa donna e cosa volava?
Continuava a stare in silenzio, osservando la ragazza turbata rimanere sulla difensiva.
-Perdonami.-Le disse con voce tranquilla.-E' per la maschera. Generalmente non posso toglierla davanti agli uomini, ma tu sei una donna.-
Senza dire altro tolse lentamente la maschera da suo viso, così somigliante a quello della ragazza che la fissava incredula.
I lineamenti così simili, tutto, tranne il colore degli occhi chiaro.
-Ti ho notata, da lontano. Mi sembrava di conoscerti e così mi sono avvicinata. Non sbagliavo. Somigli così tanto ai racconti del mio allievo. La tua immagine è sempre rimasta impressa nella sua mente.-Le disse sorridendo, ma la rossa continuava a non capire.
-Come scusa? Allievo? Quale allievo..-Chiese confusa.
-Perdonami, hai ragione. Io sono Marin, una Sacerdotessa, provengo dal Tempo.-Iniziò senza dare tante informazioni.-Sono stata la maestra d'addestramento di un ragazzo Giapponese per qualche anno. E' passato un po' di tempo, da quando lo vidi l'ultima volta, ma sono sicura che ancora sta cercando la bambina, oramai ragazza, che ha sempre descritto. Non si è mai arreso.-
Solo all'ora, Seika capì e cercò di dire il nome.
-Se...Seiya.-Il pronunciare il nome di suo fratello dopo così tanto tempo, le procurò un tuffo al cuore mentre sentiva le lacrime cadergli sulle gote.
-Sei tu..-Proferì avvicinandosi di scatto.-Sei Seika, sua sorella! Ti ha cercato così tanto!-Si commosse anche lei, lasciando le lacrime scorrerle sul viso.
-Tu lo conosci, conosci mio fratello! Quanto tempo l'ho cercato! Partita dal Giappone quando ero solo una bambina! Le mie ricerche non sono mai andate a buon fine, il suo viso stava scomparendo dai miei ricordi, la sua voce si mimetizzava con quella degli altri. Speravo che, rimanendo ferma in un posto, fosse stato lui a trovarmi.-Pianse.
-In un certo senso, è così. Adesso lui è lontano, sta affrontando la battaglia più dura mai affrontata. Sta combattendo per la salvezza del mondo, e la propria. Vieni con me al Tempio, sono sicura che quando tornerà, perchè sono sicura che tornerà, avrà finalmente il prezzo per i suoi tanti sforzi. Tu hai bisogno di chiarimenti.-
Seika annuì. Finalmente poteva ricongiungersi con l'amato fratello, ma questo avrebbe comportato una scelta e sapeva che non sarebbe stato facile adesso, allontanarsi dalla sua cara famiglia.
-Un momento.-Disse alla ragazza, che l'aspettò fuori.
Raggiunge la sua casa, dove i genitori erano assenti, e decise di lasciare un biglietto. "Come quella volta" pensò.
Lasciarli così fu un gesto brutale, se ne rese conto, ma sarebbe tornata insieme a Seiya e finalmente sarebbero potuti diventare una vera famiglia.
-Sono pronta!- Uscì dopo qualche minuti, chiudendo la porta d'entrata.
Indossava una tunica marrone, che le era stata data da sua madre qualche anno fa. Era scolorita e sgualcita, ma era sempre un ricordo di quelle persone tanto amate.
Si tolse il fiore dai capelli e lo tenne tra le mani quando raggiunse la donna.
-Seguimi, ci aspetta un lungo percorso.-


Era seduta su un grande masso di cemento ed osservava il panorama attorno a sè, mentre alcune persone tra cui una donna vestita molto simile a Marin e dei ragazzi con delle armature parlavano distanti da lei.
Quello che chiamavano Tempio era solo un cumulo di macerie, che fece provare alla ragazza una stretta al cuore. Doveva essersi conclusa una dura battaglia.
Ancora non credeva alle parole della Sacerdotessa, di quello che era diventato Seiya e di cosa era quel posto. Della Dea Atena e della giustizia.
I troppi pensieri la fecero cadere nel dormiveglia, addossata al masso.
Provò a rilassarsi, con il fiore ancora in mano e la statuetta di Pegaso che le pesava nella tasca, quando sentì chiamare il suo nome. Non era un richiamo, era un lamento. Un lamento di speranza gridato ai quattro venti da una voce troppo familiare. Era la voce di un adolescente, ma non le fu difficile attribuirla ad un nome, come quel giorno mentre seguiva la macchina nel vialetto di casa Kido.
Si guardò intorno, ma nessuno le pareva averla sentita.
Scattò in piedi in un balzo, guardando verso l'orizzonte. Prese la statuetta in mano e la portò alle labbra, bagnandole con le lacrime.
-Seiya.-Solo quello riuscì a dire, ma bastò ad esaudire un desiderio. Di riaverlo, ovunque esso sia.
Fine.



---
Ecco qua quello che, secondo me, successe nel passato di Seika :D Spero di aver fatto un buon lavoro ^^
Volevo scrivere alcuni chiarimenti: 
-Non so sinceramente se Matsumada Kido fosse a conoscenza del Tempio, o meglio, di quel che succedeva nel Tempio. Le informazioni che gli dette Aiolos non erano ben chiare, quindi ho creato un Kido che fosse a conoscenza almeno in parte di quel che succedeva in Grecia o dove i ragazzi sarebbero stati mandati.
-Nell'anime era Mylock che si occupava delle loro partenze o smistamenti, non ho voluto riportarlo. Non avendo letto il manga relativo alla serie classica ( Purtroppo), non so se anche Mylock sia un filler o meno.
Spero di aver chiarito ^^ Vi mando gli auguri per il nuovo anno che verrà! Un bacio a tutti
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Scarlet Jaeger