Libri > Il diario del vampiro
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Autore: immy    28/12/2012    1 recensioni
La premessa per leggere questa storia è che vi dimentichiate tutto ciò che ha scritto la Smith sui protagonisti... sono tutti umani innanzitutto e siamo ai nostri tempi.
Giuseppe chiede ad Elena di sposarlo, Damon naturalmente ci mette lo zampino di mezzo e combina un disastro che finirà per deudere molto la sua "sorellina" Bonnie.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Confessioni














<< La verità è che... di solito non reagisco mai così... però quando ho sentito quello che mi avevi chiesto... sono rimasta molto sorpresa. Cerca di capirmi, prima che tu venissi a chiedere la mano di Elena, sinceramente, il pensiero non ci era mai venuto in mente e non penso sarebbe successo più tardi. >> disse Maggie, a Giuseppe nel salotto di casa McCullough , mentre giocherellava con le mani, poi prese in mano la tazza di caffè che aveva portato Sue poco prima e bevve un sorso, tanto per fare una pausa e trovare le parole giuste per arruffianarsi l'uomo che aveva di fronte.

<< So di essermi comportata male, però sono giustificata, immagino... >>

<< Io amo Elena signora Magnolia. E vorrei passare il resto dei miei giorni con lei e proprio perché sono sicuro che anche lei prova lo stesso per me, ho trovato il coraggio di venire a casa tua e chiedere la sua mano. >> rispose il signor McCullough pacato come sempre.

A quelle parole Maggie abbassò lo sguardo sul suo caffè, quasi imbarazzata.

<< Per dirla tutta... quando sono andato a casa tua, credevo, anzi, ero piuttosto sicuro che avresti accettato. >>

In tanto in cucina, al piano inferiore, Sue era appena rientrata con il vassoio vuoto, dove prima c'erano due tazze di caffè e due bicchieri d'acqua.

<< Come l'hai vista? >> domandò la signora Flowers, che stava preparando dell'altro caffè, ma per sé e i presenti in cucina.

<< Era lì, seduta come un pavone. Il naso per aria, mentre faceva sfoggio delle sue disgustose piume. >> le comunicò Sue, con una metafora che lasciava un po' a desiderare, ma che rendeva comunque l'idea.

<< Ma perché è venuta? >>

<< Non sono riuscita a sentire nulla, appena sono entrata hanno smesso di parlare. >> rispose Sue alzando le spalle per poi portare il caffè a Jeb e una tazza anche per Camille, che ascoltava in silenzio, con la borsetta sul tavolo e vestita meglio del solito. Il padre le aveva promesso che sarebbero usciti, per cambiare un po' aria.

<< Pronta? >> le domandò Jeb burbero, come sempre.

Camille annuì facendo un sorriso a trentadue denti, felice di poter uscire un po' da quella casa.

<< Appena va via, il pavone usciamo. >> le disse poi facendo scoppiare a ridere i presenti in cucina.

<< E ai ragazzi non hai pensato? Cambieresti completamente la loro vita. >> disse Maggie, dopo un altro sorso, facendo finta di essere preoccupata per Bonnie e Matt.

<< Sono sicuro che cambierà in meglio. Come mi avevi detto tu... noi dovremmo pensare un po' di più alle nostre vite. >> le disse guardandola cauto mentre usava le sue stesse parole contro di lei e allo stesso tempo le lanciava un piccola frecciatine.

Quella donna doveva appunto pensare ala propria vita e non intrometteresti in quella degli altri.

<< Ma Elena è ancora troppo giovane... lo dico perché magari domani o dopodomani potrebbe pentirsi di questa sua decisione. >> gli disse Maggie, cercando in qualche modo di mettergli la pulce nell'orecchio.

Lui non doveva sposare Elena, ma lei!

<< So quel che faccio signora Gilbert! - le disse spazientito, usando infatti un tono molto formale, per farle capire, che quella conversazione doveva finire in qualche modo.- e io lascio a Elena tutto il tempo che vuole per sapere e capire in cosa consiste questa sua decisione. Non abbiamo nessuna fretta. >>

Maggie a quel punto rimise la tazza sul tavolo che aveva di fronte, anche lei un po' spazientita e scocciata.

Quell'uomo era cieco.

<< Sì, ma non vedi la differenza di età che c'è tra di voi? >> gli domandò la donna, tentando quell'ultima spiaggia.

<< Certo che la vedo. >>> le rispose lui con uno sguardo quasi derisorio.

Non disse altro.

Maggie lo guardò per qualche istante e poi di alzò, decisa ad andarsene

<< Davvero ti sei innamorato di lei così in fretta? >> domandò curiosa e sorpresa.

Lui si limitò a sorriderle annuendo.

<< Beh... mi sa che avrò bisogno di un po' di tempo per abituarmi alla cosa... >> disse tendendogli la mano per salutarlo.

Per quella volta avrebbe lasciato vincere la figlia. Non potevano lasciarsi scappare un buon partito come lui.

<< Felice di averti convinta. >> le rispose lui,contese, mentre ricambiava il saluto.

Giuseppe la accompagnò alla porta dove incontrò Denise che stava giusto rientrando a casa da una passeggiata, dopo essersi salutate cortesemente e anche dopo qualche battutina da parte di Maggie, la donna se ne andò a casa.

<< Non avete idea di quanto mi siate mancati ragazzi. >> mormorò Martha, la sorella di Giuseppe, ai propri nipoti mentre sorseggiava il suo caffè e i ragazza facevano uno spuntino con dello yogurt e una torta al cioccolato, seduti tutti insieme in giardino.

<< Quello che ti manca di più è Stefan. >> le disse Bonnie ridendo e facendola ridere con lei.

La donna, infatti, adorava Stefan e anche il ragazzo le voleva bene. Era quella che gli era stata più vicino dopo la morte dei suoi genitori. Lo aveva accolto per più di un anno nella sua casa, per fargli cambiare aria. A casa McCullough c'erano troppi ricordi di lui e dei suoi genitori. Martha in quell'anno gli aveva fatto da madre ed erano finiti per affezionarsi l'uno all'altra. Lui perché aveva bisogno di affetto e lei perché ne aveva tanto da dare e non avendo figli aveva amato Stefan con se fosse proprio un figlio.

<< Ora sei gelosa anche di lui? >> domandò Matt, derisorio mentre mangiava il suo yoghurt.

<< Adesso basta Matt. stai davvero esagerando con le tue prese in giro. >> scattò Bonnie mettendo su tavolo bruscamente la fetta di torta che stava mangiando per poi girarsi verso il fratellino e fulminarlo con lo sguardo, arrabbiata.

<< Stavo scherzando. >> rispose il piccolo alzando le spalle e facendo un sorrisino da birbante. Aveva praticamente tutta la faccia sporca di yogurt.

<< Vai a pulirti le mani e il viso e torna. >> gli disse Bonnie scocciata.

Il bambino guardo Stefan, forse in cerca di un appoggio come era abituato con Damon, ma il ragazzo non glielo diede.

<< Dai... >> gli disse invece sorridendo.

Matt dopo aver finito di mangiare le ultime cucchiaiate corse dentro la villa per pulirsi.

<< Devi avere pazienza con lui tesoro. Cosa vuoi fare? Continuare a urlare e a sgridarlo tutto il tempo? Tanto non ti darà ascolto lo stesso, cara. È piccolo. >> le disse sua zia, una volta che Matt entrò in casa.

<< Bonnie non lo fa sempre, ma è quel birbante di Matt che si diverte a farla arrabbiare. >> disse Stefan difendendola.

Martha sorrise, conscia di quello che era capace di fare Matt. Poi cambiò argomento.

<< Resterete qui con me per un po', vero? >> domandò non intenzionata ad accettare un “no” come risposta.

Era da tanto che non vedeva i suoi nipotini e voleva che restassero un po' anche per farle compagnia.

<< Una volta che papà si sarà sposato verrei molto volentieri a stare qui anche tutti i giorni. >> replicò la Rossa, credendo che la zia fosse a conoscenza delle imminenti nozze del fratello minore.

<< Chi è che si sposa? >> domandò confusa la donna.

<< Davvero non lo sapevi? Oh dio, ho rovinato la sorpresa. >>

<< State parlando sul serio? >> domandò un po' anche alterata, ma con il fratello perché non le aveva detto nulla.

<< Chi è la sposa? >> domandò ancora quando vide Bonnie annuire.

<< La sposa è Elena. La figlia della signora Magnolia. >> le disse Bonnie porgendo dell'altro yogurt a Matt, che era appena tornato.

<< Quella Magnolia, tesoro? >> si informò la zia.

Aveva sentito molte voci su quella donna e nessuna di queste era buona.

Bonnie annuì nuovamente, sconvolgendo la donna.

Intanto a casa Gilbert, Maggie aveva appena fatto il suo ingresso in casa, che le si parò di fronte Elena infuriata.

Tornata dal cimitero aveva chiesto a Katherine dove fosse la madre e ricevette una batosta nell'apprendere che la donna era andata a casa McCullough per parlare con Giuseppe.

<< Perché sei andata da loro? >> sibilò la bionda.

Maggie continuò a guardare la figlia, non intenzionata a rispondere, tanto per vedere cosa avrebbe fatto la bionda.

<< Parla! Perché si andata dai McCullough? >> le urlò questa volta la figlia.

<< Calmati un pochino... non urlare. >> si limitò a dirle Maggie con un sorriso, calmissima, mentre andava in salotto ignorandola.

<< Se hai osato chiedergli soldi, come hai fatto con Rick...- >> cominciò a dirle Elena seguendola, ma venne interrotta da Maggie.

<< Che farai? Non lo sposerai più? >> le domandò brusca, mentre la derideva.

<< E questo è proprio quello che tu vorresti. Giuseppe a me. Me! E io non ti premetterò di rovinarci la vita. Non ti permetterò di prendergli un solo centesimo. Da oggi in poi, tutto quello che Giuseppe possiede è mio! >> urlò la bionda sbattendo la mano sul tavolo da pranzo, infuriata.

Magnolia aveva incrociato le braccia nel frattempo e guardava la figlia, orgogliosa.

<< E se pensi che riuscirai ad intascartelo, sei proprio fuori strada e lo vedrai. >> finì di dire Elena, velenosa.

Maggie reagì con una risata molto divertita, e poi cominciò ad avvicinarsi alla figlia.

<< La conosco questa donna. - Maggie prese bruscamente l bionda per le braccia e la costrinse a girarsi, verso lo specchio che aveva dietro. Dopodiché iniziò ad elencare.- Stesso temperamento, stessa rabbia, stesso orgoglio. Non facevi che ripetermi che sei figlia di tuo padre, ma oggi sono molto orgogliosa di te, Elena. - le disse lentamente, mentre la costringeva nuovamente a girarsi, per poterle parlare direttamente in faccia.- Tu sei figlia mia. >> le disse Maggie, sorridendo malefica, per poi uscire dal salotto, lasciando Elena da sola, scossa da quelle parole.

Era veramente così? Lei davvero uguale a sua madre?

Nel frattempo a casa McCullough, Giuseppe era nella stanza del pianoforte. Suonava qualcosa disconnesso, perso nei suoi pensieri. Venne però interrotto da Denise, che entrava nella stanza.

<< Giuseppe, se vuoi domani vado da Martha, per stare un po' con Bonnie. >> lo aveva visto piuttosto preoccupato per la figlia e sapeva che non le avrebbe mai chiesto di andare a vedere come stava, per non infastidirla più di tanto, per ciò si era offerta.

<< D'accordo domani parto. >> gli disse sorridendo quando notò che non batté ciglio. Era segno che gli avrebbe fatto piacere, ma che appunto non voleva che il suo volere la costringesse a fare qualcosa che lei stessa non voleva.

<< Ora, con permesso. Vado un po' in giardino. >> gli disse facendo per uscire dalla stanza.

<< Denise. >> la chiamò Giuseppe fermandola.

<< Ho sbagliato con la storia del matrimonio. >> le confessò a testa bassa. Non faceva che pensarci da quando l'aveva chiesta in sposa.

<< È quello che senti? >> gli domandò Denise, da brava ascoltatrice. In tutti quegli anni che aveva lavorato per lui erano finiti per diventare molto amici e quindi ogni volta che uno dei due era angosciato andava a confessarlo all'altro, sperando che questo lo potesse aiutare.

<< Sì, però la amo. >>

<< Beh, questo significa che non c'è nulla di sbagliato. Fai quello che ti seni di fare, più avanti si vedrà.... >> gli consigliò lei, sincera.

<< Grazie per il consiglio. >> le disse sorridendole, mentre le accarezzata, amichevole, il braccio.

Denise a quel contatto sentì un brivido di piacere percorrerla dalla testa ai piedi, quello si trasformò subito in un grande sofferenza, perché sapeva che l'uomo che aveva di fronte non sarebbe mai stato suo. Giuseppe non si accorse del brivido, di lei, ma trovò strana la scossa che lo aveva percorso, non appena l'aveva toccata.

<< A quanto pare sta sera saremo a casa da soli. Jeb e la sua famiglia hanno chiesto un permesso e sono andati via per il week end e con loro è andata Sue. >>

<< Allora vado a preparare la cena. >> gli rispose con un sorriso lei, mentre andava in cucina.

<< Mangi in giardino vero? >> gli domandò poi, poco prima di uscire definitivamente dalla stanza.

<< Sì, certo, in giardino. >> rispose lei, che le frattempo si era nuovamente perso nei suoi pensieri.

Appena Denise fu fuori dalla stanza il telefono di Giuseppe iniziò a squillare.

<< Elena... >> ripose con un sorriso.

<< Che succede? Ora fate comunella alle mie spalle? >> domandò la Bionda facendo un muso che non le si addiceva, ma doveva sapere cosa si erano detti e dal momento che la madre non aveva aperto bocca, l'unico modo per cavare un ragno dal buco era quello che fare la civetta con Giuseppe.

<< Maggie mi voleva parlare. >>

<< Spero non ti abbia infastidito troppo. >> gli rispose fintamente preoccupata.

<< Al contrario. Era venuta per scusarsi. >>

<< Dici davvero? >> domandò la Bionda sbalordita.

<< Sì. >>

<< Te l'aveva detto che avrebbe accettato la situazione. >> gli disse lei, soddisfatta.

<< A dirla tutta, mi ha molto tranquillizzato. Mi sarebbe dispiaciuto sposarti, sapendo che lei non era d'accordo. >>

<< Che facciamo sta sera? >> domandò di colpo Elena, cambiando argomento.

La madre stava origliando e lei se n'era accorta.

<< Che vorresti fare? >>

<< Ceniamo insieme? >> domandò la ragazza per infastidire la madre, che in quel momento entrò in salotto, dove la ragazza era intenta a parlare con Giuseppe, stravaccata sul divano, mentre giocherellava con qualche ciocca bionda.

<< D'accordo. Vestiti. Ci vediamo tra poco. >>

<< A dopo. >> disse Elena, prima di chiudere la chiamata.

Giuseppe, dopo aver rimesso il cellulare in tasca, si diresse verso la cucina, da Denise, che aveva appena cominciato a preparare qualcosa.

Stava giusto prendendo un bottiglia di vino, quando Giuseppe entrò in cucina.

<< Denise. Sono costretto a scusarmi con te oggi. >> le disse entrando con un sorriso colpevole.

Il sorriso che la donna aveva stampato in viso cominciò a scemare pian piano.

<< Perché come mai hai cambiato idea? >> domandò la donna, pensando che fosse colpa sua.

<< Ho appena ricevuto una chiamata... >> disse Giuseppe, tergiversando un po'. No voleva farle sapere che sarebbe uscito con Elena.

<< Sarà per un'altra volta allora. E poi non avevo ancora preparato nulla, se non il vino... >> si affrettò a dire Denise, stampandosi un sorriso tirato, sul viso.

<< Grazie, Denise. >> le disse lui, sinceramente riconoscente.

<< No c'è di che. >> rispose lei ancora sorridendo.

Appena Giuseppe lasciò la cucina anche il sorrisino, di circostanza di Denise, scomparve, lasciando spazio ad una faccia piena di dolore e tristezza.

La donna cominciò, allora, con calma a rimettete la cucina in ordine. Quella sera avrebbe cenato da sola.

Giuseppe ed Elena quella sera andarono nel ristorante più “in” della città. La ragazza si era vestita con un abitino blu notte, che metteva in risalto i suoi occhi e aveva acconciato i biondi capelli in uno chignon altro ed elaborato, lasciando libera solo qualche ciocca.

In quel momento stavano cenando, Elena mangiava tranquilla, mentre Giuseppe no faceva che guardarla.

<< Sei bellissima... >> le disse infine attirando la sua attenzione.

<< Ora non c'è più nulla che ci possa dividere. >> gli disse Elena con gli occhi che brillavano, mentre lo prendeva per mano.

<< Hai ragione. >>

<< Sono curiosissima di sapere come hai fatto a convincere mia madre. >> gli disse poi Elena facendogli uno sguardo da cane bastonato.

<< È venuta nella villa che era già convinta. Credevo le avessi parlato tu. >>

<< Visto? Alla fine è andato tutto bene e ne mamma ne i ragazzi ci hanno creato problemi. >> gli disse la Bionda sorridendo.

Dopo essersi sorrisi a vicenda, i due ripresero a mangiare tranquillamente.

Intanto nella fattoria di Martha, Stefan aveva appena preso Matt, in braccio portandolo a letto. Il piccolo si era addormentato sulla poltrona accanto a sua zia.

<< Era stanchissimo. >> disse Bonnie sorridendo.

<< Mmmh... >> rispose semplicemente la zia annuendo mentre si massaggiava il collo cercando anche di tenere gli occhi aperti.

<< E anche tu sei stanca. Se vuoi vai a dormire. Io e Stefan staremo svegli ancora un po'. >> disse Bonnie esortando la donna ad andare a dormire.

<< Non sono stanca. >> mentì la donna.

Bonnie non volle insistere e poi era in preda ad una forte curiosità.

<< Zia. Perché eri sorpresa quando ti ho detto della figlia di Maggie? Li conosci? >> le domandò infine la Rossa, non resistendo.

<< No, tesoro. >> ripose Martha scuotendo il capo.

<< Sembra amarlo molto. >> mormorò Bonnie con lo sguardo fisso, su niente in particolare.

<< Per me dovresti rispettare la scelta di tuo padre tesoro. >>

<< Sì, certo... sono contenta per lui. >> rispose un po' incerta la Rossa.

<< Va bene, cara. Ora uscite a fare una passeggiata. >> disse poi Martha rivolta a Stefan, che era appena rientrato in salotto.

<< Certo, se Bonnie lo vuole. >> rispose il ragazzo, con un sorriso imbarazzato.

<< Sì, andiamo Stefan. >> disse Bonnie alzandosi.

<< Buonanotte, zia. >> dissero i ragazzi in coro, prima di uscire.

Non appena i ragazzi furono nel cortile della villetta Stefan si lasciò andare ad un sorriso Sereno.

<< Che c'è da ridere. >> domandò Bonnie, curiosa.

<< Mi piace stare qui. Mi ricorda i vecchi tempi. -disse Stefan ricordando la sua infanzia con Bonnie, che sorrise anche lei ricordando le estati che passavano in quella fattoria.- Qui spariscono tutte le distanze. >> confessò ancora il ragazzo sovrappensiero.

<< Di che distanze parli. Stefan, abitiamo sotto lo stesso tetto. >> gli disse Bonnie, capendo a che genere di distanze si riferisse.

<< Tu stai sopra, e io sotto. >> disse il ragazzo guardandola torvo.

Stefan con l'affermazione” Tu stai sopra, e io sotto. “ non intendeva dire che lei stava al piano superiore della villa e lui a quello inferiore, ma di riferiva alla “piramide sociale” lei era una ragazza di famiglia benestante e lui era il ragazzo che lavorava per lei. Non potevano essere amici come lo erano stati da piccoli. Non sapeva dire il perché, ma ogni volta che sembrava che stessero parlando, come se fossero i bambini di una volta arrivava sempre qualcuno a ricordargli che lui stava sotto di lei, appunto. Nonostante lei lo trattasse da suo pari, lui non si sentiva così.

<< Stefan sei il miglior amico che io potessi sperare di avere. Dopo Matt, sei il fratello maggiore che non ho mai avuto. >> gli disse dolcemente Bonnie dopo avergli preso la mano. Quelle parole su Stefan ebbero un effetto molto diverso da quello che avrebbero dovuto avere. Lui averebbe dovuto sentirsi felice e lusingato dalle parole della Rossa, m a non era così.

Bonnie lo considerava solo un amico, addirittura quasi un fratello.

<< D'accordo. >> disse Stefan ritraendo la mano, che Bonnie gli teneva ancora, per poi riprendere a camminare.

<< Da quando sono qui non ho parlato con papà. >> disse Bonnie dopo qualche minuto che camminavano in silenzio.

<< Chiamalo. >>

<< Ora posso. Ho lasciato il telefono a casa. >>

<< Chiamalo dal mio. >> le disse Stefan tendendole il proprio cellulare.

Bonnie dopo aver ringraziato l'amico prese il telefono e compose il numero del padre, chiamando.

<< Stefan? >> rispose Giuseppe preoccupato.

<< Sono io papà. >> rispose Bonnie con un sorriso.

<< Che c'è tesoro? >>

<< Nulla. Volevo solo chiamarti. >>

<< Vi avrei chiamati anche io tra poco. Come stai? >> le disse il padre sotto lo sguardo indagatore di Elena.

<< Sto bene. Ero preoccupata per te. >>

<< Non ce n'era bisogno. Sto bene tesoro. >>

<< Hai già cenato? >> domandò la Rossa come se lo stesse chiedendo al proprio figlio.

<< Ho cenato. >> rispose ridacchiando lui.

<< Con la signorina Elena? >>

<< No. Elena è stata tutto il giorno fuori oggi e Jeb e la sua famiglia hanno chiesto un permesso per il week end. Non c'è nessuno a casa. >> le spiegò distorcendo un po' la verità sul conto di Elena per non infastidirla.

<< No... sei da solo a casa quindi? >> domandò Bonnie dispiaciuta.

<< No tesoro, non sono solo. >>

<< Mi sono pentita di essere venuta qui, oggi, lasciandoti da solo. >>

<< No, non ti preoccupare. Sto molto bene. È probabile che domani io venga da voi. >>

<< Ci manchi. >> gli disse Bonnie contenta.

<< Domani verrò. >> le disse Giuseppe ridacchiando.

<< Ti voglio bene, papà. >>

<< Io anche tesoro mio. Salutami tutti e dai un bacio a Matt da parte mia. >>

<< Consideralo già fatto. 'notte, papà. >> replicò la Rossa sorridendo.

<< Buonanotte, cara. >> rispose Giuseppe, dopodiché rimise il cellulare nella tasca dei pantaloni, per poi sorridere ad Elena, che lo guardava intenerita.

<< Era molto preoccupata per te. >> gli disse la Bionda sorridendo.

<< Anche io lo ero. >> le disse Giuseppe, pensando alla figlia.

Elena dopo un sorriso, si perse nei suoi pensieri, cominciando a ricordare quanto fosse stata fredda sua madre sia nei suoi confronti che in quelli della sorella, durante la loro infanzia. Quella donna non aveva fatto altro che pensare alle sue storie clandestine e a rimproverare suo padre perché non le offriva la vita da regina che credeva di meritare.

Poi cominciò pensare a come avrebbe reagito Matt alla sua entrata in casa. E Bonnie? Era legatissima al padre, sicuramente l'avrebbe odiata morte.

Giuseppe, come percependo quegli ultimi pensieri le prese la mano, cercando di rassicurarla.

<< So che andrete molto d'accordo e con Matt è facilissimo trattare. Bonnie...- >> cominciò a dire Giuseppe, ma venne interrotto da Elena.

<< Sta passando un periodo difficile, vero? >>

<< È un'adolescente. Fa il possibile per crescere. Fa di tutto per non essere trattata come una bambina. >> le spiegò Giuseppe sorridendo.

<< Brava... >> fece per dire la Bionda, ma venne distratta dalla pettegola di turno, che entrava nel ristorante.

Strinse la mano a Giuseppe, in modo da renderla ben visibile a Rebekah. Alla fine se l'era preso lei e non Magnolia Gilbert. Elena ci teneva a farglielo capire.

La pettegola entrò in sala e non poté non notare i due e non te sfuggirono neanche le loro mani intrecciate.

La reazione della donna fu di estrema sorpresa, mentre Elena le sorrideva vittoriosa.

<< Ciao...- salutò la donna.- Oh.. no, fate pure come se non ci fossi. >> disse ancora quando vide che il due avevano lasciato la mano l'uno dell'altra.

<< Ci vediamo, Elena. >> disse ancora, per poi andare al suo tavolo, che per uno strano scherzo del destino era quello dietro a Giuseppe. Rebekah, quindi era seduta, praticamente di fronte ad Elena, che continuava a sorridere.

<< Tra un po' tutta Fells's Church saprà che abbiamo cenato insieme. >> disse Elena in tono melo drammatico, a Giuseppe, dopo che Rebekah si fu allontanata abbastanza da non sentire.

<< Non è quello che abbiamo fatto? >> le domandò Giuseppe, facendole capire, che non gli interessava ciò che gli altri dicevano di lui.

<< Certo. >> rispose lei ridendo.

Detto fatto.

Rebekah, non appena si sedette al suo tavolo prese il telefono e chiamò la signora Gilbert.

<< Maggie... dove sei? >>

<< Sono a casa. Che c'è? >> le rispose scocciata, la donna.

<< Indovina chi è seduto di fronte a me adesso? >>

<< Non ho tempo per i tuoi stupidi giri di parole. Devi parlare? Fallo! Altrimenti chiudiamo qui la conversazione. >>

<< Elena è qui. Con il signor McCullough. >> le disse Rebekah, un po' alterata per il trattamento riservatole da Magnolia.

<< Sì, lo o. >> le rispose Maggie sentendosi un po' umiliata. Poteva almeno cercare d uscirne dicendo che lo sapeva e che era completamente d'accordo, per quella relazione.

<< Lo sai? ah...aah ho capito ora. Quindi hai mandato tua figlia per tastarti un po' il terreno con il signor Giuseppe e aprirti la cassaforte? Brava! >> le disse sorridendo Rebekah, facendo infuriare Maggie.

<< Finiscila con le tue stupidaggini! Giuseppe ed Elena si sposeranno. >> sbottò Maggie, tanto per chiuderle la bocca.

<< Di sul serio? E a te va bene? >> domandò la pettegola, coinvolta da quella rivelazione, ma anche contenta di avere un nuovo scoop da vendere ai giornali.

<< Sì, certo. Il signor Giuseppe, tra poco diventerà il mio genero. E del resto non mi interessa proprio nulla. >>

Intanto Elena non faceva che guardare la donna. Curiosa di sapere con chi fosse l telefono. Era talmente concentrata su quella donna, che Giuseppe, stesso si girò per vedere cosa stesse facendo.

<< Scusa. È che quella donna mi innervosisce. >> gli disse Elena, facendo girare Giuseppe, nuovamente perso di sé.

<< Se vuoi posiamo andare via. >> le propose il signor McCullough.

<< Sì, grazie. Dal momento che i ragazzi non sono in città, possiamo prendere il caffè a casa da te. >> gli ripose Elena mettendo su una faccia tenera.

<< Sì. Buona idea. >>

Intanto alla fattoria di Martha. Bonnie e Stefan stavano ancora passeggiando in silenzio.

<< Sono molto ingiusta con papà vero? Lui ha tanto bisogno di me e io mi sto allontanando. >> confessò Bonnie con sguardo pensoso.

<< Sì. >> convenne Stefan a testa bassa.

<< Non dovrei comportarmi come una bambina. >> si rimproverò la Rossa.

<< Certo. >> disse nuovamente Stefan.

<< E se torniamo? >> disse Bonnie all'improvviso.

<< Hai sonno? >>

<< No, intendo a casa. >>

<< A quest'ora? >>

<< Sì! Andiamo. >> disse Bonnie incamminandosi, verso il porto.

<< Bonnie, fermati. Non dovremmo andare a quest'ora. Tua zia si preoccuperebbe e poi è troppo tardi. E poi come facciamo a svegliare Matt a quest'ora e portarcelo dietro. >> le disse Stefan fermandola per il polso.

<< Matt resta qui. >> disse Bonnie allontanando il proprio polso dalla presa di Stefan.

Allo sguardo rimproveratorio di Stefan Bonnie abbassò la testa.

<< Tu non capisci. Io devo andare. >> mormorò Bonnie

<< Perché? >>

<< Ti prego non me lo chidere. È così e basta. >>

<< Andiamoci domattina, allora. >> le propose Stefan che si stava facendo convincere pian piano.

<< No. Adesso. >>

<< D'accordo. >> cedette il ragazzo, cominciando ad andare verso il piccolo porto, dove c'era lo yacht.

Intanto Elena e Giuseppe erano appena entrati nel cortile della villa.

<< La casa è molto tranquilla. >> disse Elena uscendo.

<< Ti avevo detto che non c'era nessuno. >>

<< Una calma rilassante. >> mormorò la bionda sospirando.

<< Ma probabilmente Denise è di sopra. >>

<< Quella donna è strana. La trovo inquietante. >> replicò Elena andando verso la seduta in giardino.

<< Vado a preparare il caffè e a vedere se Damon è rientrato. Come lo vuoi il tuo caffè? >> chiese Giuseppe cominciando ad entrare in casa.

<< Non mi va più. >> rispose la bionda facendo ridere Giuseppe.

Elena rimase in giardino, a guardarsi intorno, quando nel cortile entrò anche una seconda macchina. Quella di Damon.

Uscito dalla macchina, il ragazzo notò subito la bionda, di spalle, seduta accanto al tavolo, come in attesa.

<< Ohoo, guarda chi è venuto a trovarci... Buonasera. >> disse il ragazzo, avvicinandosi, per poi tenderle la mano, in segno di saluto.

<< Ciao. >> mormorò, l'altra, freddamente, mentre gli tendeva anche lei la mano. Mano che Damon afferrò poco dopo e alla quale baciò il dorso.

Elena in risposta al baciamano del Moro, roteò gli occhi, profondamente infastidita dai modi del ragazzo.

<< Dov'è mio zio? >>

<< È dentro... sta preparando un caffè. >> rispose la ragazza, sempre distaccata.

<< Spero non ti dispiaccia se ti faccio un po' di compagnia, finché° non torna. >> propose Damon e poi senza lasciare il tempo ad Elena di rispondere si sedette di fianco a lei.

<< Fai come ti pare. >> replicò Elena con un'alzata di spalle, mentre girava la testa, guardando dappertutto tranne che nella direzione dell'essere che aveva vicino.

<< Perché sei così fredda con me? Eri così anche quando uscivo con Meredith. >> domandò Damon di punto in bianco.

<< Mi piace tenere le distanze... >> mormorò la Bionda tornando finalmente a guardarlo in faccia.

<< Me lo avevi detto. E come sta andando il viaggio di nozze di Meredith? >> domandò nuovamente Damon, cambiando argomento.

<< Per me non dovresti interessarti così tanto a mia sorella. >> gli disse bruscamente Elena.

<< E perché? Sei per caso gelosa? >> domandò il ragazzo divertito, stuzzicandola.

<< Non pensi che dovresti scendere dal piedi stallo in cui ti sei messo? >> domandò Elena dicendogli le cose come le pensava, una buona volta.

Le sue parole turbarono Damon. Non avrebbe mai pensato che la biondina lo avrebbe attaccato in quel modo.

<< Ah, Damon. Sei qui. Come stai, figliolo? >> domandò Giuseppe appoggiando sul tavolino una bottiglia di vino e due bicchieri.

Il signor McCullough era arrivato proprio giusto in tempo. L'aria iniziava a diventare tesa da quelle parti.

<< Tutto bene, zio. Credo che vi lascerò soli. >> disse Damon rivolto allo zio, dopo essersi alzato.

<< Elena. Sono felice che ora tu faccia parte della nostra famiglia. >> disse nuovamente, questa volta rivolto alla Bionda, che lo fulminò con lo sguardo, senza farsi vedere da Giuseppe. Aveva sentito tutto il sarcasmo celato in quelle poche parole.

<< Grazie mille. Anche io ne sono felice. >> rispose, però, altrettanto falsamente la ragazza.

<< Buonanotte. >> gli augurò gelidamente il Moro, prima di avviarsi verso la villa.

<< Anche a te. >> gli disse Giuseppe, per poi voltarsi verso Elena, che gli stava sorridendo.

<< Finalmente.... >> sussurrò Elena, dopo che Damon se ne andò. Dopodiché prese in mano i due bicchieri in attesa che Giuseppe stappasse la bottiglia.

In quel momento esatto Bonnie e Stefan stavano entrano nel cortile della villa.

<< Le luci sono tutte spente. Tuo padre starà dormendo. >> disse Stefan alla Rossa.

<< Meglio così.... gli facciamo una sorpresa. >> stava dicendo Bonnie quando venne interrotta dal rumore di una bottiglia che veniva stappata.

Cominciò ad avvicinarsi preoccupata. Chi c'era in giardino a quell'ora?

Non l'avesse mai fatto. Vide suo padre ed Elena che si versavano il vino nei bicchieri, per poi cominciare a guardarsi intensamente negli occhi.

<< Sto per caso sognando? >> domandò Giuseppe, rapito dalla bellezza della bionda, che dopo un sorriso si avvicinò al signor McCullough, per poi baciarlo.

Bonnie chiuse gli occhi per risparmiarsi quello spettacolo e solo in quel momento si accorse che stava piangendo.

Erano davvero arrivati a tanto, in così poco tempo?

<< Ti amo. >> gli disse Elena dopo essersi allontanata.

Giuseppe, sempre incantato, dopo averle rivolto un altro sguardo, le prese il viso, per poi tuffarsi sulle sue labbra.

Bonnie dopo aver visto anche quel bacio, chiuse nuovamente gli occhi e cominciò a scuotere la testa, come a voler far uscire quelle immagini dalla sua mente.

<< Sei la mia vita. >> disse Giuseppe ad un Elena sempre più sorridente.

<< Mi ha mentito! >> disse Bonnie, più a sé stessa che a Stefan che l'aveva seguita.

<< Andiamo dentro Bonnie. >>

<< Mi stava mentendo al telefono... >>

<< Ti amo anch'io. >> sentì dire al padre, prima di un altro bacio, tra i due.

Solo dopo quel bacio Elena svolse lo sguardo, verso Bonnie e Stefan e Giuseppe seguendo il suo sguardo ebbe un tuffo al cuore quando vide la figlia guardarlo delusa, con le lacrime agli occhi.

I due amanti si guardarono di nuovo questa volta preoccupati. Giuseppe, perché sapeva che la figlia stava pensando che le aveva mentito ed Elena era terrorizzata. L'odio della ragazza nei suoi confronti sarebbe aumentato a dismisura dopo ciò.

D'altra parte Bonnie non ce la fece a continuare a guardarli negli occhi. Strizzò i suoi, per far uscire le lacrime, in modo da poter vedere qualcosa, dal momento che poco prima aveva la vista annebbiata a causa di queste, dopodiché cominciò a correre, diretta in camera sua.

Stefan si dileguò, diretto verso la cucina.

<< Bonnie! >> la chiamò Giuseppe, per poi correrle dietro.

Bonnie ignorò il padre, correndo più forte, per le scale. Una volta arrivata in camera sua sbatté la porta più forte che poté, per far capire al padre che non era gradito e anche per sfogare in qualche modo la sua frustrazione.

Damon, si era cambiato, mettendosi un pigiama, formato da una semplice maglietta grigia e dei pantaloni della tuta neri. Stava leggendo una rivista quando sentì la porta della stanza di Bonnie, che era accanto alla sua, sbattere.

Si alzò preoccupato andando a bussare alla sua porta. Cos'era successo? E lei non era a casa della zia?

Si avvicinò alla porta di Bonnie e a sentì, mentre scoppiava finalmente a piangere.

<< Bonnie? >> bussò nuovamente.

<< Damon lasciami in pace. >> gli disse la rossa soffocata dai singulti, mentre si asciugava le lacrime con la manica del maglione.

<< Che è successo? >> le domandò nuovamente Damon, questa volta usando un tono più dolce.

<< Ti ho detto di lasciarmi in pace. Vai via. >> urlò la ragazza, prima di scoppiare nuovamente a piangere.

Non ce la faceva a sentirla piangere in quel modo, gli venne l'impulso di aprire lo stesso la porta, anche senza il suo permesso, entrare in quella stanza, abbracciarla e dirle che qualunque cosa fosse successa, farebbe finita bene, ma sapeva anche se se fosse entrato, malgrado 'l'avvertimento della ragazza, averebbe peggiorato la situazione e Bonnie si sarebbe arrabbiata anche con lui, così imprecando con un “maledizione” fece dietrofront e tornò nella sua stanza, come se nulla fosse.

Andò poi nel terrazzo della sua stanza e si affacciò per vedere se quello che aveva sconvolta tanto la sua piccola fosse in giardino.

Nel cortile, accanto alla porta vide Elena e Giuseppe, che parlavano, così decise di stare ad ascoltare, magari avrebbe capito cos'era successo.

<< Sono tornati prima... dici che sarà successo qualcosa? >> domandò Elena a Giuseppe, che si era fermato davanti alla porta d'ingresso.

<< Non saprei. >> rispose lui, preoccupato per la figlia.

<< Credo... che avrà a vederla adesso. >> mormorò Giuseppe dopo un po'.

<< Forse è meglio che vada, adesso. >> disse Elena questa volta, mentre prendeva per mano il suo futuro marito.

<< Aspettami un attimo. Ti accompagno io. >>

<< Non ce n'è bisogno. Vado da sola. Tu vai a vedere Bonnie. >> gli disse Elena accarezzandogli il braccio.

<< D'accordo. Chiederò a Stefan di accompagnarti allora. >> le propose il signor McCullough un po' indeciso.

<< Non c'è bisogno dai... >>

Ma Giuseppe non la stette ad ascoltare. La lasciò davanti alla porta per entrare a chiamare Stefan dicendogli di accompagnare la Bionda a casa sua e solo dopo che Elena fu sulla strada di casa Giuseppe salì dalla figlia.

Damon, capì cosa poteva essere successo e rientrò in stanza dopo aver alzato gli occhi al cielo, scocciato. Come avevano potuto fare una cosa del genere alla piccola Bonnie?

Bonnie, intanto era ancora in camera sua che piangeva quando Giuseppe entrò senza bussare.

<< Bonnie... >> iniziò l'uomo, ma quando notò che la figlia non lo calcolava nemmeno, si sedette sul letto di fronte a lei e le chiese quando erano tornati lei e Stefan.

<< L'hai visto quando siamo arrivati. >> rispose acidamente la rossa, con la voce rotta dal pianto.

<< Dov'è Matt? >> Giuseppe, decise di passare ad un argomento più leggero.

<< Ero preoccupata. Sono venuta perché mi hai detto che eri solo. >> fu Bonnie a parlare.

Le sue parole fecero sentire terribilmente in colpa il signor McCullough.

<< Tu mi hai mentito! >> disse nuovamente Bonnie, allontanandosi dal padre, per rintanarsi nel suo bagno privato.

<< Bonnie... >> la chiamò inutilmente il padre, perché ormai si era chiusa a chiave.

Non la seguì. Non bussò alla porta, ma rimase in piedi in mezzo alla stanza, aspettando che la figlia sbollisse, per poterle parlare con calma.

<< Tesoro, ero davvero da solo quando ho parlato con te. >> disse Giuseppe, una piccola bugia a fin di bene. Sapeva che la figlia non lo avrebbe perdonato per averle mentito. Lui era il primo che si arrabbiava con i propri figlia se gli dicevano bugie e viceversa. Quindi Bonnie non glie l'avrebbe perdonata e pensò così di dirle un'altra piccola bugie, per farla stare più tranquilla.

E infatti, Bonnie dopo un po' uscì dalla stanza con qualcosa di grande e di forma quadrata dietro la schiena.

Oggetto che Giuseppe riconobbe come una delle sue lastre.

Bonnie uscì, tranquilla dal bagno e mise la lastra sulla sua scrivania, scoprendola, per farla vedere al padre. Era la sua lastra quella che aveva preso quando era andata nel suo laboratorio.

<< Mi dispiace averla presa, ma la porta del laboratorio era aperta. >> si scusò freddamente Bonnie. Non realmente dispiaciuta per ciò che aveva fatto.

Vedere quella lastra sulla scrivania di Bonnie destabilizzò un po' Giuseppe, perché significava che la ragazza aveva visto che aveva “abbandonato” la sua per poter lavorare a quella di Elena. E conoscendola, la Rossa aveva pensato che da quando aveva conosciuto la Bionda, Giuseppe aveva iniziato ad ignorare lei. Ciò significava che non stava mantenendo la promessa che le aveva fatto.

<< Lo sai quanto ci tenevo a vederla finita. >> mormorò Bonnie delusa.

<< Ma non l'ho ancora finita infatti... >> disse Giuseppe cercando di fare una carezza sulla guancia a Bonnie.

Iniziava a sentirsi terribilmente in colpa.

<< Lo so. - replicò la ragazza allontanando bruscamente la mano del padre. - non l'hai finita perché hai iniziato una nuova lastra. Quella della signorina Elena. - sputò il nome della Bionda con disgusto. - non avevi più tempo per la mia. >> finì di dire la ragazza andandosi a sedere sul proprio letto, dopo aver incrociato le mani, arrabbiata.

Giuseppe dopo aver fatto un sospiro mezzo disperato andò a sedersi vicino alla figlia e fece per accarezzarle i capelli.

<< Bonnie... guardami ti prego. Mi stai preoccupando molto. >> le disse Giuseppe, quando lei si scansò bruscamente per non farsi toccare.

La Rossa dopo aver dato un'occhiata al padre scoppiò a piangere facendolo preoccupare ancora di più.

Lo stava perdendo.

Stava perdendo suo padre e l'oca bionda glielo stava sottraendo da sotto il naso senza che lei potesse fare nulla per tenerselo stretto.

Si sentiva inutile.

Sentiva che il padre era ormai succube di quella ragazza, ne era quasi dipendente.

Sentiva che una volta che una volta entrata quella ragazza in casa , niente sarebbe stato come prima.

Sentiva che quell'armonia che a fatica erano riusciti a riacquistare dopo la morte di sua madre si sarebbe disgregata. Elena avrebbe disgregato, distrutto la sua famiglia e lei non poteva fare nulla.

Si sentiva veramente inutile.

<< Oh, non ti preoccupare. Piango perché oggi Matt mi ha fatto arrabbiare. Sai come può essere a volte. >> si inventò Bonnie sul momento, quando vide la faccia del padre, molto in pensiero per lei.

Giuseppe a quel punto la abbracciò molto forte. Aveva capito di averla trascurata nell'ultimo periodo e ferita molto non finendo la sua lastra, ma quella di Elena, che l'aveva cominciata dopo sì.

<< Ti voglio bene, Bonnie. Lo sai. Voglio bene a te e a Matt e questo non cambierà mai. Capito? Continuerò a volerti bene anche se tu non me ne vuoi. >> le domandò cercando di tranquillizzarla, mentre lei continuava a singhiozzare, disperata.

<< Come puoi penare che io non ti voglia bene, papà. >> gli chiese lei un po' più tranquilla.

<< E neanche tu ci devi pensare. >> le disse Giuseppe sorridendo, prima di scoccarle un bacio sulla fronte.

<< E ti prometto che da oggi in poi, sarò molto più attento. >> le disse nuovamente Giuseppe, prima di riabbracciarla. Questa volta ricambiato.

Pace fatta.

Nel frattempo Stefan aveva accompagnato Elena a villa Gilbert e quella stava giusto rientrando, premettendo così al ragazzo di tornare a casa.

<< Oh... ora mi aspetti sveglia la sera? >> domandò sarcasticamente Elena, quando una volta entrata vide Maggie appoggiata allo stipite della porta del salotto. La stava aspettando, infatti. Non voleva che passasse la notte da Giuseppe.

<< Avete deciso una data per le nozze? >> domandò a sua volta Maggie, ignorando la frecciatina della figlia.

<< Stiamo pensando di farslo tra qualche giorno. Contenta? >>

La signora Gilbert annuì disinteressatadopodiché rientrò in salotto, per poi affacciarsi alla porta aperta per prendere una boccata d'aria, seguita dalla figlia.

<< Fai finito con l'avvocato oggi? >>

<< Tsh... strano... tu che ti interessi dei miei affari. >>

<< Hai estinto tutti i debiti? >> si informò Elena ignorandola.

<< Una parte... ma non ti rilassare tanto sai? Possono venire a prenderci la casa, per poter estinguere tutti i debiti. Elena, ho fatto tutto quello che era in mio potere... ora tocca a te. >> disse Maggie, dopo averla fulminata con lo sguardo.

Sentite le parole della madre la Bionda, girò i tacchi e andò in camera sua, senza degnarsi di rispondere.

Intanto a casa McCullough Bonnie si era già cambiata ed era sotto le coperte, mentre Giuseppe le stava dando la buonanotte.

<< Domani andremo nella fattorine per prender Matt, e torniamo a casa. >>

<< Insieme? >> domandò Bonie con un sorriso.

<< Insieme. >> rispose Giuseppe facendole un buffetto una guancia.

In quel momento ricevetteuna chiamata da Elena.

<< Pronto Elena. >> rispose Giuseppe, allontanandosi un pò da Bonnie, per poert parlare.

<< Come stai amore mio... >> domandò Elena che era in camera sua e si stava sciogliendo i capelli.

<< Sto bene... sono con Bonnie. >> le disse Giuseppe sorridendo.

La ragazza in questione era una diciassettenne certo. Era giovane ed ingenua, ma non certo stupida, perché capì perfettamente che le parole "sono con Bonnie" erano sinonimo di "non posso parlare ora, perché rischio di agitare la bambina.

E così era infatti.

La Rossa diede le spalle al padre scocciata, facendo finta di dormire. Per quella sera non voleva proprio parlare con lui.

<< Dimmi... va tutto bene? >> domandò Elena dall'altro capo del telefono.

<< Sì, certo. >>

<< Sembra che non riesci a parlare liberamente... >>

<< Esattamente. >> le disse Giuseppe, meravigliandosi, per quanto la ragazza fosse perspicace.

<< Va bene allora ciao. >> gli disse affettuosamente lei, chiudendo la chiamata.

<< Sì, ti chiamo dopo. >> le disse Giuseppe, dopodiché chiuse la chiamata a sua volta.

Una volta che Giuseppe, rimise il telefono in tasca e si giro, per poter parlare a Bonnie, la vide dargli le spalle. Sembrava addormentata.

Le si avvicinò e... sì stava dormendo.

Sorrise intenerito e dopo averle augurato la buonanotte ed averle stampato un bacio in fronte, prese la lastra dalla scrivania di Bonnie, uscì dalla stanza della figlia dopo aver spento la luce.

Dopo che il signor McCullough uscì dalla stanza e si chiuse la porta dietro, Bonnie riaprì, gli occhi. Non si era mai addormentata. Non voleva parlare con il padre di Elena e conoscendolo sarebbero sicuramente finiti a parlare di lei. Lei non voleva parlare male di quella ragazza e sicuramente sarebbe finita per farlo se Giuseppe avesse aprto l'argomento. La Bionda si stava insinuando nelle loro vite, come una vipera che stiscia in silenzio, tra la sabbia. Invisibile. Cercando il momento giusto per azzannare la sua preda e avvelenarla. Era esattamente ciò che stava facendo e la vittima di turno era suo padre. Elena stava entrando nelle loro senza neanche chiedere il permesso. Cosa avrebbe dovuto fare. Chiamarla mamma?





Angolino dell'autrice:


Ciao a tutti ragazzi....

Passo subito a commentare il capitolo.

Sono fiera di questo capitolo, dai non è venuto malissimo vero? Mi sono piaciuti molto i dialoghi che sono riuscita a tirare fuori. Non credevo di poter essere tanto acida con le parole ahahah ma questo me lo avevano già detto, vabbeh.... le conversazioni che più mi sono piaciute sono innanzitutto quella di Elena con Maggie a casa Gilbert, dove le diceva che lei era una uguale a Maggie. E infatti per me è vero... la bionda è simile caratterialmente all'arpia. Voi che ne pensate?

Comunque qui vediamo l'arpia in questione che fa un po' la lecchina, per poter poi attingere alla “banca” Giuseppe McCullough. Una Bonnie un po' così... da una parte non accetta il matrimonio del padre perché non ha ancora dimenticato sua madre e dall'altra parte non vuole il padre infelice e solo quindi è un po' confusa. Troviamo anche un Damon un po' più... preoccupato? Per il nostro uccellino. Sempre la solita Elena e qui facciamo anche la conoscenza della sorella di Giuseppe, che è Martha e a proposito del nome... beh mi sono scervellata per un pò su come chiamarla, poi ho deciso per "Martha" infondo tutte le vecchiette americane si chamano così quindi...

Ehy oddio non vi immaginate una vecchia decrepira prossima alla porte però XD è più vecchia solo di un paio di anni di Giuseppe :)

Non so... io spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo e spero mi direte anche che ne pensate.

Oltre a questo non credo di avere altro da dire, perciò io vi saluto qui.

Alla prossima

Un bacione

Immy

   
 
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