Lentamente.
 

Mi parli lentamente, accarezzandomi i capelli.
 

Sospiro appena, come un gatto che fa le fusa, mentre le tue dita leggere mi sfiorano le orecchie.
 

- E' quello che provi per i tuoi genitori Sara, nè più nè meno.
 

Certo, hai ragione, l'amore è proprio questo, me lo ripeto spesso in queste sere di fine estate, quando ancora le chiacchere allegre delle cicale accompagnano i nostri mormorii sommessi.
 

Ma è difficile lo stesso essere sicura perchè fino a questo momento la teoria stava da una parte, luminosa e idealista al massimo, e la pratica mi sporcava i pensieri e le giornate, rendendomi confusa.
 

E adesso tu mi accarezzi, lentamente.
 

Ed è una dolce resa la mia, non più dettata dal bisogno o dalla curiosità, non c'è quella smania stupida del ''fare esperienze'' nè una ricerca di distrazioni.
 

Semplicemente me ne sto qui, rilassata contro di te e lascio che la lentezza faccia il resto.
 

Ti ascolterò solo questa notte perchè pian piano sto imparando anch'io i tempi giusti.
 

Non mi muoverò e tu continuerai semplicemente a parlare, mi sfiorerai con le tue dita lunghe e mi racconterai com'è il resto, quello che ancora non posso sapere perché sono troppo piccola.
 

Le ore trascorreranno, tutte diverse, mentre la tua voce al mio orecchio mi cullerà piano.
 

Non mi addormenterò però, starò sveglia a condividere i respiri e guarderemo insieme il tempo mutare fuori dalle finestre.
 

Il caldo opprimente della sera diventerà una notte fresca, piena di pioggia e all'alba l'aria sarà pulita e profumata come le lenzuola intonse.
 

Allora potremo alzarci e uscire silenziosi, la casa addormentata non farà caso ai nostri passi e noi scivoleremo nella vita.
 

Lentamente.