Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: nameless colour    29/12/2012    1 recensioni
FIRST!SEBLAINE!
Prendete dei biscotti, un Fringuello affamato, della neve, un Sebastian annoiato ed un Blaine un po' bambino.
---
Dal testo:
[...]
«Blaine, è dicembre. Siamo ad una banana di gradi sotto lo zero e non ho intenzione di portare mio figlio a giocare a palle di neve ed a mettere una carota sul volto di un pupazzo! Non se ne parla. Non riuscirai a convincermi.» Cercò di tenere un tono fermo e piuttosto imponente, ma Blaine non era di certo il tipo che si arrendeva se non riusciva ad ottenere ciò che desiderava.
«Okay. Ed io non ti accompagno più in quel bar francese che ti piace tanto. Il tempo di bere latte materno è passato.»
Sapeva che forse ricattarlo non era la strada migliore da intraprendere, ma tanto valeva provarci.
«Cos- non puoi ricattarmi con questo! Che c’entra? Dannazione, Blaine. Cos’hai, sette anni?»
«Hey! Sette e mezzo!»
---
OS scritta per il concorso invernale indetto dal Gleeky Cauldron.
---
Buon anno nuovo a tutti!
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Personaggi: Sebastian Smythe, Blaine Anderson, Warblers
Genere: commedia romantica
Rating: Verde
Avvertimenti: slash, what if, nonsense, demenzialità qui e lì, fluff

Note: OH OH OH! OS dedicata a Lady_Thalia a supporto dell’iniziativa natalizia del Gleeky Cauldron!
Partiamo dal presupposto che la tua letterina è stata… particolare. La Babba Natale qui presente non sarebbe in grado di scriverti la tesi perché ahimè, non avrebbe neanche idea di che tasto pigiare per primo. Sono mediocre, lo so! È che gli ombrellini di zucchero mi hanno data alla testa… tuttavia, spero possa farti sorridere almeno un pochino!
Per il resto, Dalton, Seblaine, Fluff, Warblers, Natale... non dovrebbe mancare nessun ingrediente!

Sebastian è un angelo, Trent ama i biscotti e Blaine è un pupazzo di neve!

«Trent, diamine, smettila di ingozzarti di biscotti! Vuoi ritrovarti obeso prima che riesca a dire “cookie”?» La voce di Sebastian arrivò dura e vibrante alle orecchie del Warbler che, per l’ultima volta, aveva infilato le mani nella grossa tazza di ceramica che conteneva dolciumi di tutti i tipi.

«Era solo il terzo! O forse il quinto, o il sesto? Oh, Sebastian, è Natale! E a Natale siamo tutti più buoni! Diglielo anche tu, Blaine!»

Blaine odiava intromettersi nei battibecchi tra Sebastian ed il resto dei suoi amici, anche perché sapeva che ne sarebbe uscito sconfitto secondo ogni previsione. Tuttavia preferiva starsene in disparte, seduto sul divanetto in pelle marrone della sala Comune – sì, di tanto in tanto ci si sedeva anziché saltarci sopra strimpellando qualche nota, a godersi lo spettacolo da lontano. Il carisma e la foga che il suo ragazzo usava per esprimere anche il più banale dei concetti lo affascinava più di ogni altra cosa.

«Terra chiama Trent! Noi altri cosa dovremo mangiare? La legna per il camino? Non essere idiota.» Sottolineò le ultime parole con una sottile ironia che colpì severamente l’orecchio dell’altro.

«Okay… ne vuoi uno?» Fu tutto quello che riuscì a dire, con un tono misto tra lo sconsolato ed il rassegnato. Sebastian odiava ammetterlo, ma gli faceva una tenerezza non da poco.

«Oh, va al Diavolo, Trent! Mangia quanto ti pare, non è affar mio.» Dietro quelle parole c’era l’affetto immenso che Sebastian provava per ciascuno di loro, ma dimostrarlo non era una delle sue priorità. L’unico che godeva di questo privilegio, diceva lui, era Blaine. Il suo Blaine, che lo guardava con occhi luminosi e vispi mentre si avvicinava al sofà.

«Perché sei sempre così acido con tutti? Guardati, hai un cuore che rischia di sciogliersi se ti avvicini un altro po’ al fuoco!» Gli sputò, conscio del fastidio che l’altro provava nell’essere considerato vulnerabile. Avevano sicuramente da lavorarci sopra.

«Oh, ma senti un po’ chi parla! È la miliardesima volta che ne discutiamo, splendore. E non mi va affatto di trasformarmi nell’omino di marzapane di turno.» Mentre pronunciava le ultime parole aveva poggiato un ginocchio sul divano e posizionato la mano destra sulla testata di ciliegio, allungandosi per regalare a Blaine il più dolce dei sorrisi. «E poi lo sai che sei tu che riesci a tirare fuori il meglio di me.»

Un sorriso tenue arricciò le labbra del moro e con gli occhi puntati alle labbra, un bacio volò sulla bocca sottile e ferma di Sebastian. Questi gli prese la mano e se la portò al cuore. «Lo senti? Immagina che tutto ciò che non trapela per gli altri, lo conservo per te.»

Ecco di cosa Blaine si era innamorato. Di quella dolcezza sempre un po’ aspra e di quello sguardo che gli penetrava l’anima ogni qualvolta incrociava il suo. Non era stato facile comprenderlo, capire il suo atteggiamento ed il suo modo di fare. Ma con il tempo, qualche litigio ed un lento fare l’amore, ci era riuscito. E Sebastian gli aveva regalato se stesso. Non Seb, o Bastian, o il dongiovanni parigino che aveva contribuito a fargli costruire quell’aria un po’ beffarda che adorava. Blaine aveva Sebastian, pacchetto intero, tutto compreso. E non avrebbe mai potuto amare di più un così complicato roviglio di emozioni.

Un “Ti amo” volò dalle labbra di Blaine.

Un “Ti amo anch’io,” da quelle di Sebastian.

«La volete smettere di tubare sul divano o dobbiamo finire per decontaminarlo?» Wes, poggiato contro lo stipite della porta, gli aveva appena urlato contro, spalleggiato da David che stava per piegarsi in due dalle risate.

«Sicuro di non volerti unire? Non sai cosa ti perdi.» Rispose dal canto suo Sebastian, subito colpito da un pugno nello sterno che Blaine gli aveva generosamente donato, chiedendosi se il suo ragazzo non avesse una qualche sindrome da dottor Jekyll e mister Hyde.

Erano una famiglia; non importava quanto si prendessero in giro, quanto a volte litigassero o quanti biscotti toccassero ad ognuno di loro. Erano fratelli, amici, e tra di loro vigeva un legame più forte di quello sanguigno. Non si sarebbero persi, mai.

Nell’immenso salone tappezzato da tappeti persiani e sedute imbottite, sembrava non mancare nessuno. Flint prendeva in giro James per il colore paglierino dei suoi capelli, Luke si cotonava l’acconciatura nello specchio a grandezza uomo corniciato d’oro che troneggiava ai lati opposti delle vetrate e Thad era fuori a prendere altra legna da ardere.

«Ragazzi, uscite fuori!» Delle urla ovattate sembravano provenire dall’esterno, ed in un primo momento Sebastian quasi non cadde dalla posizione di precario equilibrio in cui ancora giaceva. Sembrava la voce di Nick.

«Sta nevicando!» si aggiunse un’altra voce, quella di Jeff. Cosa ci facevano fuori con quel gelo? Sarebbero diventati dei surgelati.

Tutti gli Usignoli si catapultarono fuori in un batter d’occhio lasciando Blaine con un palmo di mosche in mano.

«Non ci provare nemmeno.»

A volte, Blaine si domandava come Sebastian fosse in grado di capire le sue intenzioni anni luce prima che ci pensasse.

«Dai Seb, sta nevicando! Ti prego!» I suoi occhi, se possibile, diventarono ancora più luminosi, quasi lucidi, ma lui non demordeva.

«Blaine, è dicembre. Siamo ad una banana di gradi sotto lo zero e non ho intenzione di portare mio figlio a giocare a palle di neve ed a mettere una carota sul volto di un pupazzo! Non se ne parla. Non riuscirai a convincermi.» Cercò di tenere un tono fermo e piuttosto imponente, ma Blaine non era di certo il tipo che si arrendeva se non riusciva ad ottenere ciò che desiderava.

«Okay. Ed io non ti accompagno più in quel bar francese che ti piace tanto. Il tempo di bere latte materno è passato.»
Sapeva che forse ricattarlo non era la strada migliore da intraprendere, ma tanto valeva provarci.

«Cos- non puoi ricattarmi con questo! Che c’entra? Dannazione, Blaine. Cos’hai, sette anni?»

«Hey! Sette e mezzo! Dai Seb, dai!» Oramai quelle di Blaine erano preghiere. Incrociò le mani fissandolo con aria devota.

«Okay! Okay, ma rientriamo subito. E non provare a fare brutti scherzi.»

«Oh, lo sapevo! Muoviamoci, e… grazie.» Blaine dovette riconoscere che la sua tattica dopotutto non era così scontata. Dovette scontrarsi con un “aspetta a ringraziarmi” borbottato tra gli imprechi del suo ragazzo, ma ne valeva la pena.
 

♥ ♠ ♣ 
 

Nel cortile della Dalton non si riuscivano a riconoscere gli studenti dalle statue di marmo ricoperte dalla neve. Tutti erano pieni zeppi di fiocchi candidi e l’atmosfera era delle più meravigliose che Blaine avesse mai percepito. E forse anche Sebastian, ma non l’avrebbe mai ammesso, ovvio.

«Cosa fate lì impalati come due stoccafissi? Venite!» Nicholas aveva il ciuffo di capelli che quasi prendeva vita sotto i colpi delle palle di neve, e trovò il tempo di chiamarli grazie a chissà quale tregua. 

D’altro canto Blaine neanche si scompose a chiedere a Sebastian di giocare, piuttosto, gli mise le mani lungo i fianchi e lo baciò.

«Non funziona così, Blaine.» Rispose lui, furbo, ricambiando però il bacio.

Blaine lo prese per mano e lo condusse in una zona più pacifica del giardino, e si sedette per terra. Era uno spettacolo tenerissimo. Sotto gli occhi di un Sebastian che lo osservava a bocca aperta e con occhi spalancati, prese della neve, poi altre manciate ed altre ancora. Dopo una decina di minuti il risultato non fu proprio dei migliori, ma una sagoma sbilenca con qualche chilo di troppo faceva da regina al cortile. Blaine arrivò a togliersi la sciarpa con motivi rosso-blu e a mettergliela attorno al collo.

«Tadan! Non è meraviglioso?» L’entusiasmo nella sua voce avrebbe fatto liquefare il cuore di chiunque. Proprio in quell’istante ricominciò a nevicare e Sebastian roteò gli occhi.

«Ti somiglia!» disse in tono scherzoso.

«Nevica di nuovo! Sebastian, baciami. Baciami sotto la neve. Non è meravigliosa?» Alzò le mani coperte dai guanti di pelle blu al cielo e dei piccoli ricci gli vi si poggiarono sopra.

«È neve, Blaine. Non hai mai visto una nevicata in vita tua? Cos’ha di tanto straordinario?»

«È magica.» Rispose Blaine, con un tono che rasentava l’ovvio.

Calò le mani e… Sebastian si ritrovò la faccia bagnata da un liquido gelato.

L’aveva fatta grossa.

Tra di loro prese vita un’aspra lotta che vedeva Blaine pendolare da un lato all’altro con le gambe bloccate da quelle di Sebastian e le loro mani intrecciate e salde. Nel giro di un secondo Sebastian si ritrovò sotto e Blaine sopra. Lo strinse come solo lui poteva fare. Le sue lunghe braccia e le sue dita si rincontravano dietro la schiena di Blaine, che colmò la distanza tra le loro labbra con un immacolato, casto bacio. Sebastian chiuse gli occhi e si fece cullare da quel manto materno. Profumava di buono.

«Sebastian, muovi le gambe e le braccia!»

«Cosa?» Era scioccato.

«Muovi le gambe e le braccia a destra e sinistra, fallo, oramai sei a terra.» Insisté Blaine, che lo guardava dall’altro.

«Non se ne parla. Te lo scordi questo.»

«Fallo per me.»

Sebastian cedette e grugnì un “guarda che mi tocca fare” tra una imprecazione e l’altra, facendo poi quanto gli era stato chiesto. Si alzò perché il freddo gli pizzicava la schiena e le gambe e, quando fu finalmente in piedi accanto a Blaine, ammirarono i loro capolavori.

«Cosa sarebbe?»

«Sebastian! È un angelo! Un angelo della neve.»

«Oh. È… carino.»

Non disse che non aveva mai fatto un angelo della neve; che non era mai uscito all’aperto mentre nevicava o che aveva sentito poche volte il vero profumo dell’inverno; non disse neanche quanto fosse felice in quel momento e dovette fingere di soffiarsi il naso per nascondere quelle lacrime bollenti che gli invasero i condotti lacrimali senza preavviso.

«Guarda un po’,» disse, «sei soddisfatto ora?»

Blaine non gli fece intendere d’essersi accorto di quelle lacrime. I suoi respiri erano irregolari e la sua schiena si muoveva secondo un ritmo innaturale. Era impossibile non rendersene conto.

«Sono soddisfatto. Sarà un’ottima annata. E sai perché?»

«Perché? Sentiamo.» Disse, mentre cercava di tornare in sé.

«Perché ho un angelo al mio fianco.»

 




Nda: buonasera a tutti, e buon Natale posticipato! Eccomi con la mia prima one short Seblaine. È la prima volta che scrivo di questo pairing, e spero di non aver fatto alcun pasticcio! 
Vi ringrazio immensamente per la lettura, speriamo di rivederci presto e di aver concluso quello che spero essere un mediocre esperimento. 
A presto, e buon anno nuovo.

Un abbraccio!

P.s.: Thalia, grazie per avermi dato l'opportunità di sperimentare. 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: nameless colour