Fanfic su artisti musicali > Led Zeppelin
Ricorda la storia  |      
Autore: The_Wall    30/12/2012    3 recensioni
Jimmy è triste per una telefonata finita male con Robert, ma quest'ultimo fa di tutto per chiedergli scusa.
P.S. Metto Slash tra gli avvertimenti, ma è una Pre-Slash
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

"And my spirit is crying for living."
- Led Zeppelin, Stairway to Heaven

 

TOGETHER. 

Londra, 1970.
 
La domestica non trovava pace, correva per tutta la villa con il piumino in mano passandolo su ogni superficie continuando a sbraitare, perché il signor Page era seduto sulla cassetta della legna e lei doveva pulirla, perché chissà quanta sporcizia aveva accumulato dalla settimana precedente, ma, d’altro canto, il chitarrista non aveva nessuna intenzione di alzarsi, teneva il capo chino e osservava le fiamme della stufa sbattere contro il vetro.
“Se continuerà a stare così in vestaglia si prenderà un accidente … Si alzi che devo spazzare, od almeno si metta qualcosa addosso!”
Si lamentò ancora la domestica, infastidita nel vedere il signor Page così scoperto. Alla fine era come una nonna, se il chitarrista mangiava troppo poco od aveva pochi vestiti addosso si sentiva in dovere di fare qualcosa, anche se l’uomo in questione non era suo nipote, lo aveva comunque a cuore; aveva a cuore i suoi strani oggetti, i suoi libri di venti quintali che ogni volta doveva spolverare, le chitarre in giro per tutta la villa, le bacinelle piene di roba da lavare che gli lasciava ogni fine settimana e i vestiti assurdi che aveva trovato una volta sistemando il suo armadio, o meglio la sua cabina armadio, da quanto era grande. Insomma, aveva a cuore quel ragazzo, e quando lo vedeva lì, seduto su una cassetta, le mani a ciondoloni e lo sguardo perso nel vuoto, capiva subito che qualcosa non andava, e a modo suo cercava di aiutarlo.
“Vada via, le do la sera libera, vada a dormire.”
Rispose Page sovrappensiero, e, l’anziana donna, dalla sorpresa, fece quasi cadere un soprammobile orribile a forma di gatto che stava spolverando.
In tutti i fine settimana che aveva lavorato in quella villa, mister Page non le aveva mai dato una serata libera, doveva essere sicuramente successo qualcosa di grosso, però non sapeva come scoprirlo, il chitarrista non era tipo di dire i suoi segreti alla prima persona che capitava.
Non che capitassero molte persone in casa di mister Page, in fin dei conti.
L’anziana signora uscì dalla stanza lasciando il piumino sul tavolo, tanto di certo il padrone di casa se ne sarebbe accorto, ma si fermò davanti alla porta della villa, poi lentamente l’aprì.
All’inizio non vide nulla, a parte la pioggia che cadeva velocemente sulle piastrelle del giardino della casa, ma quando sentì qualcosa strisciare fra le sue gambe, strillò così forte che persino Jimmy si risvegliò dai suoi pensieri e tirò le gambe sulla cassetta, sgranando gli occhi: un cagnolino bagnato fradicio era ai suoi piedi, e lo guardava piangendo, ma a lui i cani avevano da sempre fatto paura, grandi o piccoli che fossero.
“Guardalo qui il piccolo farabutto, lo può tenere dentro per questa sera, vero mister Page? Lasciarlo lì fuori sotto la pioggia sarebbe davvero crudele!”
 Esclamò la domestica entrando in cucina e prendendo un bicchiere, per poi riempirlo d’acqua e metterlo distante dalla stufa, senza aspettare la risposta di Jimmy, tanto il cane sarebbe restato dentro, conosceva il chitarrista, non sapeva dire di no molto spesso, e dato che già glielo aveva detto quando gli aveva chiesto di pulire la cabina armadio, non l’avrebbe fatto di certo un’altra volta.
Jimmy infatti non rispose e lasciò di nuovo cadere le gambe, rimettendosi a guardare le fiamme, mentre la domestica si chiedeva come facesse, lei non riusciva a osservarle neanche per un secondo senza sentire gli occhi andare a fuoco. L’anziana signora se ne andò dalla stanza dopo aver messo il cane fradicio tra le braccia del chitarrista, perché da brava nonna aveva capito che mister Page si sentiva solo, e dato che lei non era brava con le parole, decise di lasciare l’animale a tenergli compagnia.
All’inizio Jimmy  non si accorse del cane, ma, quando questo prese a leccargli la mano, fece un salto di due metri andando a sbattere il braccio sulla stufa, ustionandoselo. Maledì il cane ma non lo fece scendere, anzi, appoggiò il fine braccio sul suo pelo bagnato, cercando di raffreddare la scottatura, o forse solo perché si sentiva solo, e voleva qualcuno da abbracciare, che ci fosse sempre, perché non ce la faceva più a restare da solo, a fare finta di niente continuando a rispondere alla gente con le sue metafore, quando in realtà stava male e dentro; si sentiva morire. Era stufo di tutto, ed era giunto alla conclusione che la colpa era completamente sua.
Colpa sua perché quando era di umore nero rispondeva male a tutti e finiva sempre per litigare e per altri milioni di motivi. Non era una bella persona, aveva davvero un brutto carattere, e soprattutto aveva un sacco di rabbia repressa che usciva quando voleva facendogli litigare con le persone a cui teneva di più, come ad esempio Robert.
Robert, oh Robert, il motivo per cui quella sera stava male.
Il cantante lo aveva chiamato, cose che faceva raramente, e lui gli aveva dato una delle sue solite rispostacce da idiota, solo perché stava comprendendo e non aveva voglia di parlare. Quell’altro ovviamente gli aveva sbattuto il telefono in faccia, e allora fanculo la composizione ed anche la telefonata, Jimmy era entrato in umore nero perché in un momento di follia aveva litigato con la persona a cui teneva di più al mondo, la sua stella, la sua luce … Ehi basta, insomma, va bene fare la persona ficcanaso, ma invadere la privacy fino a questo punto lo trovo imbarazzante per lui, dai pensieri potrebbe sembrare una ragazzina innamorata, e non scherzo.

***

Jimmy era entrato in umore nero e si era seduto sulla cassetta e, com’è scientificamente provato, dopo aver fatto quell’errore aveva cominciato a pensare a tutti i precedenti sbagli della sua vita, così la voglia di alzarsi gli era definitivamente passata. Aveva solo voglia di parlare con un amico, che non aveva. Con Robert aveva litigato, di John Paul Jones non era tanto amico, e Bonzo era assolutamente da escludere, perché essendo il migliore amico di Percy, di certo avrebbe preso le sue difese. Altre persone non ne conosceva, aveva dedicato tutta la sua vita ai Led Zeppelin ed a Robert Plant, dimenticandosi la definizione di vita sociale, o almeno dimenticandosene una buona parte, perché per scoparsi ragazze mai viste in faccia trovava sempre il tempo, da bravo idiota che era.
Non avendo amici si era sentito abbandonato dal mondo, la sua esistenza sembrava inutile, aveva cominciato a pensare che lui non serviva a nulla e che sapeva solo far soffrire la gente, e poi.. E poi era arrivata la domestica con il suo stupidissimo piumino, e la storia la sappiamo già.
Il cane riprese a leccargli la mano, Jimmy gli accarezzò le orecchie pelose, poi lo prese di peso e lo appoggiò sul tavolo, stirandosi la vestaglia che ormai era bagnata fradicia, per colpa dell’animaletto che stava a guardarlo con gli occhi lacrimosi, come se fosse appena stato abbandonato, facendo sentire in colpa il chitarrista per averlo lasciato solo per appena due secondi.
Solo una persona riusciva a fargli quest’effetto: Robert Plant, quindi, dopo aver preso in braccio nuovamente il cane, gli diede un buffetto dietro il collo e gli disse che si sarebbe chiamato Percy, in onore della persona più importante della sua vita.
“Sì, non vorrei disturbare mentre conosce il cagnolino che ho avuto la geniale idea di far entrare in casa, ma un tizio sta lanciando sassolini addosso alla mia finestra, ed io non chiedo tanto, solo di dormire tranquillamente la notte fra sabato e domenica che mi tocca passare da voi.”
Esclamò la domestica, prendendo in mano il piumino e passandolo in faccia al signor Page, con la scusa che stava cercando di spazzare via quel broncio che proprio non sopportava di vedere su un viso così carino.
“Se ne freghi, se lo ignora se ne andrà presto, non so chi sia e non mi interessa saperlo.” Rispose Jimmy, sputacchiando la polvere che la domestica gli aveva buttato in bocca passandogli il piumino per tutta la faccia.
L’anziana signora uscì dalla stanza, e Jimmy riprese a sorridere a quel cagnolino, che gli stava riportando il buonumore con i suoi occhioni dolci e perennemente lacrimosi e con le sue rughe che aveva perché era di razza Carlino. Lo trovava semplicemente adorabile.
Di solito non si prendeva cotte assurde per i cani o per i gattini, era un uomo fatto e finito, ma quell’animale entrato improvvisamente nella sua vita quando più ne aveva bisogno, gli faceva così tanta tenerezza che si perdeva a guardarlo in faccia, pensando a quanto fosse carino, ricevendo per tutta risposta una leccata sul naso. Ecco, aveva ragione, avere il naso storto e ben visibile serviva a qualcosa, lo aveva sempre saputo.
“Ehm, scusate mister Page, proprio, vedere questo ragazzo lì fuori a prendere la pioggia per vedere lei mi faceva troppa compassione, quindi l’ho fatto entrare.
 Questo ragazzo ha fatto come quel cagnolino, ha gli stessi occhi di un cucciolo, e anche la stessa criniera, non ho proprio resistito a farlo entrare!”
 Si giustificò la domestica, soffiandosi il naso facendo finta di piangere, giusto per fare un po’ di scena, per poi spingere dentro la sala Robert ed uscire, chiudendo la porta alle sue spalle con un sorriso da una parte all’altra della faccia, pensando qualcosa del tipo “ora posso morire in pace”.
Il silenzio cadde nella stanza, persino il cane smise di leccare la faccia o la mano di Jimmy, solo la stufa ogni tanto scricchiolava.
“Beh, non mi merito neanche un applauso? Sono entrato da una finestra al secondo piano di una mega villa e mi sono preso litri e litri di acqua in testa per chiederti scusa di oggi al telefono, mi pare un’impresa degna di Tarzan!”
 Ironizzò il cantante, passandosi una mano fra i capelli ricci, fradici.
“Oh, Robert.”
Disse Jimmy, lasciando il cane sulla cassetta e correndo ad abbracciare il cantante, cosa che non faceva mai, infatti all’inizio l’altro non ricambiò il gesto d’affetto, ma alla fine lo fece.
Ecco com’era Robert, anche se era l’altro ad avere torto si lanciava in imprese titaniche per recuperare Jimmy, perché in fondo anche lui l’amava.
“Ehi, ti prenderei un accidente stando qui ad abbracciare me, che sono fradicio!”
 Sbottò, non sapendo cosa dire, dato che l’altro non si staccava. A quanto pare aveva detto la cosa giusta, perché Jimmy si staccò e corse in cucina a riempire di acqua una brocca da venti litri, per poi portarla con fatica a Robert.
L’altro capì subito il gioco e l’afferrò, tirandogli addosso tutta l’acqua, adesso erano in due ad essere bagnati fradici, ma erano insieme. Sì, perché loro volevano essere insieme, non è che uno poteva stare asciutto mentre l’altro era bagnato!
“Seguimi.”
Disse Jimmy, correndo nella sua stanza, mentre Robert e il cane lo inseguivano, chiedendosi cosa aveva di tanto importante da mostrare. Il chitarrista tirò fuori un colbacco, un’altra vestaglia e un accappatoio, tese i primi due al cantante, mentre si infilò l’ultimo. Robert rideva mentre si infilava il colbacco e la vestaglia, e rise per tutto il tempo quando Jimmy si arrampicò su una scala nel tentativo di prendere una macchina fotografica nuova per l’epoca.
Il chitarrista prese Robert e lo buttò su una panca su cui era scritto in caratteri cubitali “ZoSo”, poi si sedette vicino a lui e mise la macchina fotografica davanti al cane.
“Ma stai scherzando, vero?” Chiese il cantante, guardando il chitarrista e ridacchiando.
“Percy, vieni qui a leccarmi la faccia!”
 Urlò Jimmy, e il cane fece la cosa più ovvia da fare, appoggiò la zampa sul bottone per fare la foto, nel tentativo di superare la macchina fotografica, e lo fece scattare. Venne fuori una foto stupida, con Robert che rideva e Jimmy che guardava il cane come un ebete, ma in fondo era bellissima.
Perché Jimmy era così, intelligente, ma che si divertiva con delle piccole cose, bastava che fossero fatte con lui, con il suo Robert.
E perché in fondo l’importante era stare insieme, no? 

Spazio me: Eccomi qui ad approdare in questo fandom con una stupida fan fiction, che però alla mia beta AlisLavoisier
(lavora nel fandom Supernatural, ma scrive benissimo, le sue fanfiction meritano!) è piaciuta, in poche parole se fa schifo, prendetevela con lei. No dai, sto scherzando. In un momento in cui mi sentivo cone il Jimmy qui sopra l'ho scritta, spero che in qualche modo vi sia piaciuta.
TheWall. 
P.S. Il cane di razza Carlino è 
questo

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Led Zeppelin / Vai alla pagina dell'autore: The_Wall