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Autore: Be Mine    16/07/2007    6 recensioni
"In primis era stata il tenente ad obbligarlo, poi aveva iniziato ad andarci di sua spontanea volontà, in quella casa. Le urla di gioia della piccola Elicya lo facevano sentire forse meno colpevole, o forse era il fatto stesso di sentire l'appartenenza ad una famiglia, sebbene quella non fosse la sua, ad acquietarlo. Lei se ne stava in disparte ad osservare quella scena dolce, chiedendosi perchè le facesse così male sul cuore. Poi una sera accadde che lei gli chiese di fermarsi un pò di più in casa, a sera." Non mi aspetto nulla di che da questa fanfiction, ma apprezzerei dei commenti.Non è affatto del tipo "quando il gatto non c'è i topi ballano"...non credo che Roy sia capace di tradire la memoria del suo vecchio amico Maes.(L'altro personaggio è infatti Glacier)
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guilty*

 

 

                                       Guilty*

 

 

In primis era stata il tenente ad obbligarlo, poi aveva iniziato ad andarci di sua spontanea volontà, in quella casa.

Le urla di gioia della piccola Elicya lo facevano sentire forse meno colpevole, o forse era il fatto stesso di sentire l'appartenenza ad una famiglia, sebbene quella non fosse la sua, ad acquietarlo.

Se ne stava lì in salotto, durante l'unico giorno libero che gli era concesso a giocare con la piccolina, e anche se non l'avrebbe mai confessato, si divertiva da morire.

Lei se ne stava in disparte ad osservare quella scena dolce, chiedendosi perchè le facesse così male sul cuore.

Negli occhi color del turchese si dipingeva un'amara malinconia, come se ci fosse il vuoto nei suoi pensieri: restava fissa per minuti interi a leggere sul volto della sua bambina quei sorrisi che una volta erano così frequenti, e che ora tornavano ad illuminarle il visino paffuto; a sera poi, quando lui la metteva a nanna proprio come il suo papà faceva una volta, sembrava così serena!

Lui si chinava sul lettino senza sfiorarla nemmeno, e le sorrideva dolcemente donandole sicurezza.

 

-Mamma...-

 

Mugugnava nel sonno, mentre l'uomo e la donna vegliavano su di lei.

 

-Si Elicya, sono quì.-

 

-Mamma, Roy...sono felice!-

 

Tornava poi a riposare beata.

Glacier era molto contenta che il colonnello andasse a trovarle così di frequente, anche se, discreta com'era, non aveva mai domandato lui il motivo per cui lo facesse.

 Nè lui si comportava diversamente: a loro bastava che la bambina fosse felice, non gl'impotrava molto di loro stessi.

Poi una sera accadde che lei gli chiese di fermarsi un pò di più in casa, a sera.

Tralasciò le faccende, e si dedicò per un istante alle attenzioni del militare: sedutasi in salotto, con quel suo sguardo flemmatico e malinconico, accompagnato dal sorriso che marcava sempre le sue labbra sottili, lo fissò, come per volersi sentir dire parole che entrambi conoscevano bene.

Come pressato da quei due occhi così imploranti, sentì il suo animo così viscido, sentiva svuotarsi dentro, fino all'esasperazione.

-Mi...-

Lei allungò una mano sul tavolo in legno e sfiorò la sua stretta in un pugno con entrambe, socchiudendo gli occhi.

-Mi dispiace...-

Continuò.

Poi scoppiò in un pianto crudele, crudele per il cuore di una donna che doveva vivere già la propria sofferenza.

-Lui non vorrebbe vederti così, su. Tu gli devi una cosa: devi arrivare in alto.-

Si alzò e si sedette accanto a lui, in modo tale da osservare il suo viso fiero anche nel momento del pianto.

Si, perchè gli occhi grondavano di lacrime, ma il volto era quello della determinazione e della rabbia.

Continuava a stringergli le mani forte, finchè iniziò anche lei a piangere; allora, con uno strattone, la gettò verso il suo petto per sprofondare il viso di lei nel candore della camicia bianca e cingendola con le braccia.

Non voleva sentire i suoi singhiozzi, non avrebbe retto.

L'orologio scoccò le 21.30.

Era inverno.

Tra poco Elicya avrebbe compiuto tre anni.

Mancava poco all'anniversario della morte di Maes.

Si sentiva maledettamente colpevole.

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Il mattino seguente il colonnello entrò nel proprio ufficio, e vi trovò i propri sottoposti già al lavoro.

 Era perfettamente in orario, cosa molto strana.

Allora, salutatolo, e notata lo strano comportamento di Mustang, Havoc decise di rompere il ghiaccio con le solite battute.

-Allora, colonnello, mi dica, dove ha passato ieri la notte?!-

Il sottotenente strinse la sigaretta tra le labbra e fece un tiro, osservando il capo chino su alcuni documenti del superiore.

Improvvisamente, anche se lentamente, lui lo sollevò, e fissò in volto l'uomo.

Il tabacco gli morì in gola, uscendo fioco per la bocca.

Gli era parso che il colonnello avesse pianto.

I suoi occhi erano ancora rossi.

-Ieri?

Sono stato a casa.-

 

 

                                Fine

Premetto che è stata un'idea lampo e che ho scritto di pugno. Ho sempre pensato, nella mia testolina bacata, in un rapporto particolare tra Glacier e Roy, anche se non credo sarà un'idea condivisa da molti. Non ho scritto cos'è avvenuto dopo le 21.30: ci potrebbero essere diverse interpretazioni. Sono curiosa di sapere cosa pensate sia successo^^. In ogni caso, non mi smentisco: W il RoyXEd.

 

Grazie a chi leggerà o\e commenterà.

 

*GUILTY= colpevole.

 

 

 

   
 
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