«Justin!»  
Oh no, di nuovo lei. Questa ragazza era il suo incubo, ogni volta che si dirigeva all’armadietto per posare un libro e prenderne un altro, lei era lì.
«Ehm, ciao Samantha. - chiuse velocemente l’armadietto e la guardò - Hai bisogno di qualcosa? Perché andrei di fretta.»
«Si. -rispose in tono molto sicuro - sai, volevo parlarti di una cosa..» 
La ragazza venne interrotta da Ryan, il migliore amico di Justin, che arrivò scatenando il caos totale. «Ehi amico! - diede una pacca sulla spalla a Justin, e si voltò verso la ragazza - Cosa ci fai qui con questa? Forza, andiamo che è tardi.»
«Ma, aspetta.. -si rivolse all'amico, indicando Samantha - mi deve dire una cosa, e..» venne nuovamente interrotto da Ryan. 
«Ora parli pure con gli sfigati? Insomma, che ti sta succedendo? Dai muoviti.» detto questo, prese Justin per un braccio e lo trascinò verso l'aula.
I due amici si diressero verso in classe, lasciando la ragazza lì senza spiegazioni. Prima di entrare in classe si voltò indietro e la vide appoggiarsi all’armadietto con le lacrime agli occhi. Justin rimase qualche secondo a guardarla, non l’aveva mai vista così e non avrebbe mai pensato che fosse importante per lei, che lui le rivolgesse la parola. Entrò in aula, si sedette al proprio banco, non considerando minimamente l'amico che lo chiamava e pensò a cos’avrebbe potuto fare a riguardo. «Cosa potrei fare? Non posso cambiare umore da un giorno all’altro in questo modo, lei mi chiederebbe il perché di tutto questo e io non avrei una risposta adatta» pensò. Aveva deciso: dopo la scuola si sarebbe sforzato ad andare a casa sua.
La lezione terminò. Tutti si alzarono velocemente e si ammassarono sulla porta della classe, per uscire il più veloce possibile. Justin si alzò con calma, mise i libri nel suo zaino e se lo mise su una spalla per poi uscire.
Vide Samantha; al solo vederla in quella prospettiva cominciò ad agitarsi, nemmeno lui sapeva il perché di questa reazione. Si diresse al suo armadietto per prendere la giacca, e non fece in tempo a voltarsi verso la ragazza che lei guardandolo, se ne andò.Justin arrivò finalmente a casa. «Mamma, sono a casa!» urlò, posando lo zaino accanto al divano.
«Ciao tesoro, com’è andata oggi? Il pranzo è pronto, muoviti prima che si raffreddi.» rispose la madre dalla cucina. Appena Justin attraversò la porta della stanza, si sentì un profumo di pasta al forno attraversargli le narici. Si sedette e cominciò a mangiare.
«Mà, oggi esco, vado a casa di.. un’amica.» le disse, con tono agitato.
«Un’amica, eh? E chi sarebbe? Avanti, dimmelo, sono curiosa e lo sai.» rispose, scoppiando in un’allegra risata.
«Samantha, vado da lei.» confessò, infilandosi in bocca una forchettata di pasta.
«Samantha? - disse in modo interrogativo – ma non era la ragazza che non sopportavi?»
«Si, ma tutto può cambiare, no?» rispose Justin, questa volta sicuro di sè e delle parole che stava pronunciando. Chissà, magari potrebbe davvero cambiare la situazione e si potrebbe scatenare una forte amicizia, o qualcosa di diverso. Anche Justin era curioso di sapere cosa sarebbe successo quel giorno stesso, a casa di quella ragazza, voleva vedere la sua reazione se lui si presentasse alla sua porta con quel sorriso ammaliante che la faceva sempre sciogliere.
Ricordate: tutto può succedere, niente è impossibile, basta crederci.



Helloooo! 
Questa è la mia prima fanfiction, perciò siate sinceri cc
Allora, potete immaginare Samantha come la bella Hayden Panettiere, fghjk. Spero tanto che vi piaccia, e RECENSITE IN TANTI, mi raccomando uu scusate la lunghezza ma non mi veniva in mente molto per il 'primo capitolo'.
Se volete seguirmi su twitter, sarò felice di ricambiare. Sono: @dobrevsrauhl. :)