Quanto possiamo biasimare Don
Chisciotte? Quanto ritenerlo
un folle? Aveva scambiato la fantasia dei suoi adorati libri per
realtà: quanti
si sentirebbero esuli da questa accusa, a parte la lotta contro i
mulini a
vento? Era forse pazzo perché i suoi nemici, i suoi
fantasmi, la personificazione
del suo errore, non erano entità ma cose fisiche? Io non mi
sento in potere di
scagliare la prima pietra. Tutt’oggi faccio confusione su
ciò che voglio e ciò
che è realmente ed è una cosa sfibrante.
Così, ecco il risultato delle mie
elucubrazioni.
Ti ho sognato anche stavolta
Di notte o in pieno giorno, non
ricordo
Ma non importa perché lo
faccio sempre.
Sei lì, ritto nella tua
imponenza e quasi mi guardi con
sfida
Un po’ ti temo ma non
intendo tirarmi indietro
Con il tuo moto lento e cadenzato
Sembra che incarni il susseguirsi
delle ere,
l’irriducibile cambiamento
a cui tutto soggiace
ma ciascuno vive per cercare il
proprio attimo di eternità.
E tu sei il mio.
Ti guardo, o forse ti immagino, e la
speculazione diventa
azione
Mi muovo verso di te, a spada
sguainata, pronta a far
prevalere la mia verità
Perché niente è
più importante di questo
E so che sotto i colpi
dell’ovvietà perirai, poiché questo
è
il tuo destino.
Questo è il mio destino
E dopo? Dopo ce ne saranno altri come
te?
Finirò di lottare e mi
darò alla meditazione?
Dopo farai i conti con la
realtà, mi dicono
Ma più vero di questo, per
me, non c’è nulla.
Sei tu.
Tu
ciò che voglio, su
di te ho riversato speranze per un futuro amorfo e obnubilato
In te confido
E perciò ti ho aspettato
Ora è venuto il momento di
agire, però, e lotterò per
entrambi
Perché tu sei la mia
verità
Al diavolo tutti quelli che ti
ritengono un abbaglio, un
miraggio del mio cuore e della mia mente
Io ti sento dentro
Scorri in me, permei nella mia anima
Non è un miraggio
né illusione
È solo aldilà
della lingua
Inconcepibile per chiunque ci provi
Ma catturato dagli spiriti
più sopraffini per vie
alternative
È invidia, ipocrisia,
gelosia.
Ma io lotterò
Perché tu sei la mia
verità, il mio destino
Tu sei il mio attimo di
eternità
E allora facciamolo, sfidiamo il
tempo,
Il mondo, l’universo, lo
spazio, la vita.
Tu però non ti muovi, o
meglio, non verso di me
Non posso da sola, dobbiamo camminare
insieme
Che farei senza te? Cosa sarei senza
la nostra lotta?
È l’unica cosa
che abbia mai conosciuto
Ti guardo, o forse i immagino, e vedo
che ti allontani
Non andare, resta
Oppure vattene, ma perirai con me
Non lascerò il campo senza
immolare nessuno oltre il mio
cuore, la mia dignità.
Me stessa.
Sembri quasi irreale, avvolto da un
alone ultraterreno
E allora trovo la forza
Camminerò anche per te
Per tutti e due
Anche oggi
Un giorno capirai e mi aiuterai,
sostenendo per po’ anche il
mio peso
Lasciandomi riposare
E allora vengo verso di te, a spada
sguainata.
O tutto o niente
Né vie di mezzo o sfumature
Non quando la mia anima è
la posta.
Ti vedo, o forse ti immagino
Le tue pale colorate sospinte dal
vento
La tua mole maestosa
Il mio ultimo, disperato, tentativo
Ma tu continui nel tuo moto senza
curarti di altro
Di me.
E allora basta,
Ferirò le tue pale
così come hai tarpato le mie ali
Cesserai di bearti del vento
Non assolverai più alla
tua egoistica funzione
O tutto o niente
E tu hai deciso per entrambi.
Dicevano che dopo sarei andata
incontro alla realtà
Che eri un miraggio,
un’illusione
Ma forse loro non vedono il mio cuore
dilaniato, la mia anima
distrutta
Non l’hanno mai fatto, non
hanno mai capito.
Non hanno mai sentito.