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Autore: iwannadie    31/12/2012    9 recensioni
"Ho scoperto di essere incinta. [...] Non voglio tenere il bambino."
Segreti, la presenza di una terza persona e una decisione difficile decisione metteranno in dubbio la relazione di Castle e Beckett o si uniranno più che mai?
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Sorpresa | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Stava dormendo in un sonno profondo, quando non sapendo nemmeno dove si trovava allungò il braccio destro pensando di trovarsi qualcuno al suo fianco. Invece toccò l'aria. Subito si tirò su con la testa da sotto il cuscino sul quale stava dormendo e ebbe la conferma che lui non era lì. 
Si avvicinò al suo cuscino per respirare il buon profumo che emanava, per poi rendersi che era già mattina, ma le sembrava che fossero passate tante ore. Le scoppiava la testa, forse dovuto alla sbronza della sera prima e infine si accorse che era nuda. 
Com'era potuto accadere? Non le capitava mai di non ricordarsi quello che aveva fatto, soprattutto se era con un uomo. Per fortuna si ricordava benissimo l'uomo con il quale lo aveva fatto e subito le affiorò un sorriso sulla sua bocca. 
Decise infine, anche se con poca voglia, di alzarsi, voleva vedere dov'era.
Non sapeva cosa indossare così prese la prima cosa che le capitò sott'occhio: la sua camicia bianca.
Era così rilassante camminare sul pavimento di quella casa, perché erano sempre caldi. Uscì dalla stanza, poi dallo studio per arrivare sulla soglia della cucina.
Eccolo lì, a preparare la colazione. Era vestito con una semplice maglia grigia e stava indossando un grembiule.
"Quanto era sexy!", pensò lei vedendolo indaffarato.
Finalmente si accorse della sua presenza.
- Buongiorno dormigliona! - le disse con una faccia che sembrava aver visto la cosa più bella di tutta la sua vita.
- Non è vero! - subito a contraddirlo.
Sì avvicinò al balcone per sedersi su uno degli sgabelli.
- Ti sto preparando la colazione: le frittelle, le tue preferite. -
- Grazie Castle, ma... - non fece in tempo a finire la frase, perché vide quanto impegno ci stava mettendo.
Nessun uomo le aveva mai fatto la colazione. Molte delle cose che aveva fatto lui per lei, se lo sarebbe sognato da parte di un altro.
- Allora, come stai? Com'è stato ieri notte? - le chiese.
Lei iniziò a ridere e poi rispose: - Divertentissimo, davvero. Hai degli amici uno più scemo dell'altro! Non avrei... - lui la guardò con la faccia storta e lei capì che non era quello che voleva sapere.
- Ah! Intendevi quello. Mhh, bello... è stato bello... -
- Oddio, non ricordi niente? - chiese preoccupato e irritato allo stesso tempo.
- Lo so! Perdonami, non mi ricordo nemmeno come mi chiamo! Dimmelo tu, piuttosto. - - disse curiosa.
- E' stato... Wow... no doppio wow! No, è stato... wow... non riesco nemmeno a descriverlo! - lo disse con tanta intensità che quasi gli uscirono le lacrime dagli occhi.
- Ok, basta mi stai mettendo al quanto in imbarazzo. -
- Sì, perdonami. Però non sarà mai così bello come la nostra prima volta. - e le rivolse un sorriso che le fece sciogliere il cuore.
Si protese oltre il balcone per darle il 'bacio del buongiorno', quando il fornetto avvertì che il pane era pronto.
- Frittelle pronte! - disse, mentre si voltò per metterle nel piatto, poi gliele porse.
Erano due facce: una felice e l'altra triste. Le guardò per qualche secondo poi mormorò: - No, non ci riesco, scusami Castle. - e corse in bagno in preda ad un rigurgito.
- Beckett?! - chiese preoccupato. Dovette aspettare poi alla fine lei uscì dal bagno.
- Falso allarme! - disse, chiudendosi la porta alle sue spalle.
- Meno male... mi dispiace, se me lo dicevi prima non te le avrei fatte. -
- No, non ti preoccupare, ho visto l'impegno che mi mettevi a farle, che non ho saputo fermarti. - osservò l'orologio per poi domandare: - Castle... è giusto quello che segna l'orologio? -
Ebbe la conferma e le chiese il motivo di quella domanda.
Sgranò gli occhi e strillò: - Perché devo essere al distretto tra dieci minuti che c'è una riunione non arriverò mai in orario! Oddio, Castle, perché non mi hai svegliata prima?! -
- Era oggi?! - era ancora più irritato di lei – Non era domani?! - Entrambi non ci volevano credere.
In tutta fretta e furia corse in camera per mettersi i primi e gli unici indumenti che aveva a casa sua.
In dieci minuti si era preparata, tornò in cucina per prendere la borsa e scappare.
- Prendi almeno il caffè! – le disse premuroso.
- Non ho tempo per il caffè. Ciao. - e si precipitò fuori dall'appartamento. Mentre stava chiudendo la porta, lui le urlò un 'Ti amo', ma come al solito non ebbe nessuna risposta da parte di lei, forse non l'aveva sentito...
E come al solito si ritrovò da solo in quella enorme cucina. Si ripeté a sé: “Grazie amore per la colazione, ti amo anch'io.”


Si presentò al distretto che come già si aspettava avevano appena finito la riunione.
Arrivò alla sua scrivania, salutò i due poliziotti.
- Avete già fatto la riunione, vero? C'è la Gates? - non fece in tempo di sentire la risposta che il capitano la richiamò nel suo ufficio.
Entrò nel ufficio e le venne chiesto il motivo del suo ritardo.
- Sì, mi perdoni Signore, c'era traffico... -
- Lo, sa, non me lo sarei mai aspettato da lei! Uno dei migliori detective! Le conviene no farlo un'altra volta, se non vuole perdere il posto.
- Non sarà mai fatto Signore. - Prese e se ne andò, ma prima che potesse chiudere la porta, il capitano le domandò se sapeva il motivo del ritardo del suo compagno. Rispose che non ne aveva una minima idea.


Castle si presentò lì dopo un'ora e anche lui venne immediatamente richiamato.
Beckett, curiosa di sapere cosa avrebbe giustificato andò ad origliare.
Era concentratissima di sentire cosa le stava dicendo che non sentì che da dietro le stava arrivando Javier.
- Yo Beckett. - disse per attirare la sua attenzione, ma lei proprio non se lo aspettò.
- Oddio, Javi, mi hai fatto prendere un colpo! -
- Scusami. Allora? Cosa dice? -
- Le sta dicendo qualcosa su sua madre... sta male? Da quando in qua anche Castle si deve giustificare? Viene qua a lavorare di sua spontanea volontà.. potrebbe anche non venire. -
- Non so, forse non si fida di lui. Ma dimmi un po' come mai entrambi avete fatto ritardo? - diventò paonazza.
- No, niente.. per nessun motivo.. - le venne insistito, voleva che lei sputasse il rospo, quando l'uscita di Castle dall'ufficio, la salvò.
L'amico si allontanò e Beckett le chiese cosa le aveva detto la Gates.
- Ma, niente ha voluto sapere anche da me il mio ritardo. Chissà perché... Niente di preoccupante, le ho detto che mia madre non si era sentita bene e che abbiamo dovuta portarla all'ospedale. -
- Sei terrificante! - le disse avvicinandosi alla sua scrivania.
- Lo so. Allora, solito posto? - le chiese con un sorriso malizioso sulle labbra.
- Tra due ore? - lo ricambiò.
- Ok, non vedo l'ora! Ti aspetterò nudo. -
- Non azzarderesti! -
Ed entrambi presero una diversa direzione.


Era ormai impaziente, lo stava aspettando da più di cinque minuti in quello stanzino al buio, perché la luce non funzionava, ma si poteva comunque vedere qualcosa. Non ci voleva credere che lo stava rifacendo. Riusciva a mandarla fuori di senno anche al lavoro.
Tre bussi. Eccolo era arrivato, quello era il loro codice segreto.
Aprì immediatamente la porta e lo fece entrare per richiudere la porta chiave in meno di un nano secondo.
- Ma dove sei stato? Ti stavo aspettando! - ma prima che lui potesse rispondere gli saltò adosso in caldo bacio.
- Beckett?! - e cercò di prenderla il meglio possibile, ma non aspettandosi quell'assalto, stavano solamente cadendo.
- Lo so! Non mi interessa, abbiamo poco tempo! -
- Mi stai cadendo, stiamo cadendo! - lei lo implorò di non lasciarla, ma eccoli lì entrambi per terra.
Si misero a ridere. Poi lui le prese la mano per aiutarla a rimettersi in piedi.
Giusto il tempo di essere entrambi di nuovo a posto che ricominciarono a baciarsi.
Baci senza fiato, passionali e interminabili.
Stavolta senza nemmeno staccarsi la prese in braccio, facendola appoggiare su l'unico mobile presente in quel buco, le fece aprire le gambe in modo da poterla raggiungere in modo più comodo.
Continuarono a baciarsi e a toccarsi.
Con la mano sinistra le fece il perimetro di tutta la sua coscia fino ad arrivare lì.
Stava per aprile la cerniera dei jeans, quando lo fermò.
- No, fermo, non qui... -
Senza esitazione la continuò a baciare.
Questa volta era lei che lentamente gli stava sbottonando la camicia. Allora lui fece la stessa cosa.
La sua faccia si trovava proprio al livello del suo seno.
Iniziò a baciarla da sotto al mento, lentamente per arrivare al collo e poi al petto.
- Come è possibile che siamo arrivati a ridurci in questo modo solo perché arriviamo alla sera che siamo distrutti? - gli domandò, ma lui continuò a farla godere.
Le stava tirando la giù la bretella sinistra, quando lei si irrigidì.
- No, fermati! -
- Che cosa c'è adesso? - chiese lui irritato.
- Ho sentito il mio nome, qualcuno mi sta chiamando! - qualche secondo dopo, capì che era la Gates.
- No, non è vero. Nessuno ti sta chiamando. Rilassati!
- Come faccio a rilassarmi? Sono nel mio luogo di lavoro di lavoro, se ci beccano siamo fottuti! - imprecò, scendendo dal mobile. - E aiutami invece di continuare a... -

Così si fermò e l'aiutò a sistemarsi.
- Castle, dobbiamo smetterla con queste cose, non siamo più dei bambini! -
- Sì, ok, intanto è già la terza volta che lo facciamo e tutte le volte è la stessa storia.. Ma come vuole mia eccellenza. - e le rivolse quel sorriso che solo lui sapeva rivolgerle.
Si riabbottonò la camicia e senza farsi sentire uscì dal loro nascondino proibito.


Non stava guardando avanti per vedere se era a posto, quando si scontrò con la Gates.
- Signore! Mi aveva chiamato? -
- Sì, dov'era? -
La fessa dei jeans, era aperta! Se l'era completamente dimenticata!
- In bagno, mi perdoni, era urgente. -
- Il bagno è dall'altra parte. - questa volta aveva smesso di leggere il documento che aveva in mano e la stava fissando.
- Giusto... infatti ero andata a quello del piano inferiore.. è per questo che ci ho messo un po'. Cercò di essere il più credibile possibile.
- Sì, non mi interessa cosa stava facendo e soprattutto con chi, quando la chiamo al rapporto voglio una risposta immediata! - gli occhi le diventarono cupi, come erano solito a fare quando diventava arrabbiata. Beckett ormai ci aveva fatto l'abitudine.
- Sì Signore. - Era l'unica risposta plausibile che poteva darle.
- E un'ultima cosa: ha la lampo aperta. - si girò e se ne andò.
Beckett si rimise a posto e pensò che non aveva mai provato così tanto imbarazzo in vita sua, e soprattutto che era stanca di mentire.


Siccome per colpa di Castle aveva già fatto già di troppo brutte impressioni, decisero che si sarebbero visti a casa di lei una volta finito il suo turno, tanto non c'erano omicidi da risolvere.
Le ore passarono molto lentamente compilando solamente un mucchio di documenti e l'unica cosa che riusciva a tenersi in mente era lui. Aveva un sorriso stampato sul suo volto pensando a cosa le faceva passare tutte le volte. Con lui si divertiva un sacco, stava proprio bene e non si sarebbe mai immaginata una vita senza di lui.
Finì il suo turno alle undici e l'unica cosa che voleva fare era andare a casa sua.


Aprì la porta e si stupì di trovare a casa sua qualcuno che la stava aspettando.
Lei e Castle avevano deciso di avere entrambi le chiavi dell'appartamento di Beckett visto che ormai stavano insieme da più di un anno.
- Hey, eccoti. Ti ho già preparato la cena. -
- No, grazie non ho fame. - era sfinita, si sedette sul divano senza nemmeno togliersi la giacca.
- Cos' hai? - si preoccupava molto della sua salute.
- Mi scoppia la testa... - lui la invitò di appoggiarsi a lui per prendere un po' di coccole, non esitò.
Era così caldo, anche solo sentirlo respirare era rilassante. Non ostante fosse dalla parte opposta del suo cuore, lo sentiva battere ed era come una specie di ninna nanna. Pian piano si stava addormentando.
- Cosa hai fatto da essere così distrutta? -
- Sono andata al poligono... -
- Ah, sì? Non lo sapevo.. Com'è andata? -
Si tirò su e poi gli rispose che era andata benissimo come al solito. Anche se non glielo stava dicendo, ormai lui la conosceva troppo bene e sapeva benissimo che le stava mentendo. Le stava nascondendo qualcosa e gli dispiaceva un casino quando faceva così, ma non volle chiederle il perché, la vedeva veramente stanca.
- Ti aspetto a letto. - lo informò e poi lo lasciò lì da solo.
Si presentò a letto che lei stava già dormendo. Si sdraiò acconto a lei, chiuse la luce e l'avvolse tra le sue braccia.



* Salve a tutti! Questa è la mia prima ff sui Caskett, non che una delle mie OTP. Spero vi piaccia.
NB: Non voglio commenti inopportuni, se non siete d'accordo con quello che ho scritto, non leggete grazie.

ps: sì la cosa dello sgabuzzino mi è venuta dall puntata 5x07, lo sapevo che c'era, le mie seghe mentali sono iniziate, così l' ho volutoscrivere. *

  
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