John amava la sua casa, sua moglie e le sue bambine.
Quando i tour finivano, era sempre impaziente di tornare dalla sua famiglia.

Quel giorno Jones si alzò dal letto con un sorriso.
Casa dolce casa
Si infilò le ciabatte e si diresse verso la camera delle figlie, le quali dormivano tranquille.
Jacinda si era arrotolata nelle coperte, Tamara, al contrario, aveva scalciato via il povero copriletto. Kiera abbracciava l’orsetto di pezza che lui le aveva regalato il giorno prima di partire.

“Lo porta sempre con sé quell’orso” mormorò assonnata Maureen
“Davvero?”
“Certo che sì. Lo ha battezzato chiamandolo ‘Daddy’”
“Che carina. In fondo un po’ mi dispiace di non essere presente e di non vederle crescere. Devi fare tutto tu da sola….”
Mo gli mise le braccia attorno al collo e mormorò
“John tu ami il tuo lavoro?”
“Sì, certo”
“E ami la tua famiglia?”
“Siete la cosa più importante che ho.”
“Allora non hai nulla da preoccuparti. Ti amiamo così come sei”
John capì e con un sorriso le stampò un bacio sulle labbra.
Quanto gli era mancata quella sensazione…

I  tour erano sfiancanti e tornare improvvisamente a casa come se nulla fosse successo era difficile.
Riabituarsi alla vita tranquilla, alle piccole delizie del matrimonio…
Il modo migliore che John conoscesse per adattarsi nuovamente alla vita ‘normale’ e non a quella della rockstar…era giocare a nascondino con le sue bambine.

Contò fino a venti e si staccò dalla pianta che aveva usato come muro.
Vide i riccioli biondi di Jacinda da dietro il cespuglio, ma finse di non accorgersene.
Alla fine trovò sia Tamara che Jacinda, ma di Kiera nemmeno l’ombra.
Iniziava a preoccuparsi, ma quando vide una manina che spuntava da dietro l’albero si tranquillizzò.
Prese in braccio la bimba e la strinse al petto.
Kiera strillò di gioia e quasi assordò il padre, ma lui non lo diede a vedere.
Tamara afferrò decisa la manica della maglietta che John indossava.
“Papà?”
“Dimmi tesoro”
“Ci racconti una favola?”
“Volentieri. Andiamoci a sedere sul prato”

Ma le bambine non erano della sua stessa idea. Infatti, quando lui si sedette e appoggiò la schiena sul tronco dell’albero, loro si sedettero sulle sue gambe.
Perché accomodarsi per terra quando si hanno a disposizione le ginocchia del papà?
John sorrise alla sua schiera di figlie e iniziò a raccontare.
Le piccole ascoltavano rapite la storia e la curiosità dipinta sui loro visini deliziavano il bassista.

La scena era osservata da Maureen, la quale sorrise intenerita.
Uscì di casa e si avviò verso il marito.
“Mi spiace interrompervi, ma è pronto il pranzo.”
“ma mamma! Sei arrivata sul più bello! Non vale” protestò Jacinda
“Susu, date retta alla mamma. Andate a lavarvi le mani e dopo andiamo avanti con la storia” assicurò suo padre.
Le bimbe ubbidirono e corsero in casa.
John si alzò e abbracciò la moglie, la quale soffiò “Scommetto che ti era mancato tutto ciò.”
“Ebbene sì, mi mancava essere sfruttato come poltrona dalle mie figlie, ma soprattutto mi mancava mia moglie”
Le rispose lui dandole un bacio.


Angolo dell'autrice.
Ebbene sì, sono di nuovo qui.
Questa mini storiella mi è venuta in mente stanotte, non riuscivo a dormire.
L'ho scritta su Jonesy perché... perché è il mio preferito ecco. Non se lo fila mai nessuno, povero caro, eppure lui non ha nulla da invidiare da Jimmy e Robert.
E poi ho sempre adorato i "quadri familiari" mi è sempre piaciuto immaginare le rockstar come genitori.
Lasciatemi una recensione per piacere!
Grazie mille!
The Edge