Buon anno nuovo,
Silvia
p.s: A scopo informativo: questo è il penultimo capitolo di "The saving voice" :)
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La decisione del Giudice
Quando io e
Fandral arrivammo
nella sala del trono, non fu la magnificenza dell'enorme ambiente a
colpirmi. Non furono gli ori, la sfarzosità, i grandi troni,
o Odino
e Frigga seduti come un re e una regina.
Fu l'essere che si trovava lì
al centro.
.. Rispetto a pochi mesi prima –
mi sembrava passato così tanto tempo – io avevo
imparato e visto
molto.. Avevo conosciuto i Chitauri, la loro brutalità, e
avevo
sperimentato sulla mia pelle quanto le cose potessero essere fragili.
Avevo conosciuto Loki, e mi ero ritrovata ad Asgard, cittadella
degli dei.
Tuttavia tutto questo mi era
sembrato, in un certo qual modo, umano, comprensibile.
Ma quell'essere, quello
che adesso era davanti ai miei occhi, al centro della sala, quello
sì
che avrebbe potuto essere un Dio! Una creatura mitologica, fuori
dalla mia comprensione e a me completamente assurda.
Il Saggio Mandriano era enorme,
grande tre volte una persona. Il suo aspetto ricordava quello di un
uomo sull'orlo della vecchiaia, la sua pelle era grinzosa e
abbrustolita, come succede al contadino che passa troppe ore a
lavorare nei campi, e i suoi capelli bianchi. Sul capo però
si
diramavano un paio di possenti corna, simili a quelle di un cervo
adulto, e nella grossa mano reggeva un altissimo e nodoso bastone da
pastore.
Non ci sono molte parole per
descrivere l'effetto che mi fece.
Mi chiesi come poteva esistere
un simile essere, come potesse trovarsi nello stesso luogo dove mi
trovavo io. Non aprii però bocca, e Fandral mi sospinse con
molta
pazienza verso Sif, Hogun e Volstagg.
La sala si stava via via
riempiendo, tanti venivano ad assistere al giudizio di Loki, figlio
di Odino.
Infine, le doppie porte
principali si aprirono ed entrò lui, Loki, scortato da Thor
e da due
guardie.
La mia attenzione si concentrò
per un istante sul volto di Odino, e lo vidi sospirare alla vista dei
figli. Poi osservai il Saggio Mandriano.
Si stava voltando verso di loro,
e i suoi occhi neri, severi e critici, li stavano mettendo lentamente
a fuoco.
Mi prese il panico. Sarebbe
andata male, me lo sentivo. Quell'essere era antico, e cosa ne sapeva
un essere così antico dei nostri dubbi? Perché in
confronto a lui,
gli Asgardiani non erano poi molto diversi da me e dalla mia razza.
Entrambi fragili, con i medesimi desideri e le medesime chimere..
entrambi intenti a rincorrere uno scopo, un qualcosa che desse senso
alla nostra esistenza.
Cosa ne sapeva lui? Cosa ne
sapeva un immortale? Non avrebbe capito.
Il piccolo gruppo si fermò, e
si inchinò di fronte a lui.
Il Saggio Mandriano li osservò
dall'alto, e poi disse: -Alzatevi.-
La sua voce era esattamente come
il suo aspetto: antica e autoritaria.
Obbedirono. Le guardie
arretrarono silenziosamente, e si sistemarono qualche passo indietro.
Gli occhi del Saggio Mandriano
si puntarono su Thor. -Un passo indietro anche tu, giovane principe
di Asgard. Non sono qui per te.-
Thor e Loki si scambiarono un
breve sguardo, poi Thor decise a malavoglia di obbedire.
Loki alzò la testa e fronteggiò
il Saggio Mandriano.
Ci furono parecchi istanti di
silenzio, che nessuno osò interrompere. Il Saggio Mandriano
scrutava
Loki con tale intensità e violenza, che mi chiesi come
facesse lui a
sopportarlo.
Pareva che quell'essere stesse
scavando, dentro di Loki.
Poi il Saggio Mandriano parlò:
-Così tu sei il giovane Loki, figlio di Odino, motivo di
tanto
disordine.-
-O figlio di Laufey, se
preferisci.-
-Assolutamente no. Perché in
tal caso, ragazzo, tu avresti ucciso il tuo stesso padre. Cosa questa
profondamente deprecabile, chicchessia la vittima in questione.-
Loki non poté ribattere, e io
mi sentii gelare dentro.
Il Saggio Mandriano prese a
girargli intorno, scrutandolo, come volendolo osservare da ogni
prospettiva. -Mi è stato detto ciò che hai
compiuto. Non da quando
hai scoperto ciò che sei, oh no, da molto prima. Non
è vero?
Dispettoso da molto tempo, e diventato veramente pericoloso in
seguito alla rivelazione fattati da tuo padre. Vorrei che tu dicessi
a tutti quanti il perché, perché il marciume
entrò dentro di te
fin da quando eri solo un bambino.-
-Ero geloso.- Rispose Loki. -Di
mio fratello.-
-E adesso non più?-
-Con tutto il rispetto, ritengo
che nel frattempo siano cambiate molte cose.- Disse. -Io e Thor
abbiamo già parlato di questo, mentre so che a te le parole
non
servono. So che tu puoi leggere i cuori quando vuoi, perciò,
per
favore, finiamola qui e veniamo al dunque.-
Rimasi di sasso per le sue
parole.
Non aveva usato un tono
altezzoso, o superbo, o arrogante. Al contrario.. Aveva saputo essere
al tempo stesso rispettoso ed estremamente deciso.
Mi sembrò di scorgere un
bagliore negli occhi scuri del Saggio Mandriano, ma per qualche
ragione non mi sembrò una cosa negativa...
Il Saggio Mandriano gli si
avvicinò, e si chinò per essere alla sua altezza.
Adesso sembravano
un patriarca e un bambino.
Gli poggiò una mano sul petto e
Loki chiuse gli occhi.
Passarono i secondi.
A quanto mi sembrò guardandomi
attorno, l'ansia non stava divorando solo me. La intravedevo nei
movimenti nervosi di Sif e di Fandral, nella falsa
tranquillità del
re Odino, ma soprattutto la vedevo in Thor.
Poi finalmente Loki aprì gli
occhi, il Saggio Mandriano abbassò la mano e si
alzò.
Parlò Odino, sporgendosi appena
dal suo trono: -Cosa hai visto, vecchio amico? Mio figlio è
innocente?-
Ma il Saggio Mandriano pareva
pensieroso e corrucciato. -Mhm..- Borbottò fra sé
e sé, poi alzò
lo sguardo. -Ho bisogno di parlare con la giovane midgardiana.-
Ci misi un po' a capire che si
riferiva a me. E anche quando lo capii rimasi immobile,
perché mi
sentivo le gambe congelate. Ci volle Sif, e il suo leggero spintone,
perché mi decidessi a fare qualche passo avanti.
Il Saggio Mandriano mi guardò.
Avrei voluto nascondermi dietro qualcosa.
-Sei tu Leah?-
Annuii.
Sembrò annusare la mia
agitazione nell'aria, e proseguì con un tono lievemente
più
amichevole. -Ho bisogno di alcune risposte da te.- Mi disse.
-Perché
credi che Loki abbia risparmiato Midgard all'ultimo minuto, del tutto
incoerentemente con i suoi propositi? Per quale motivo ritieni che
sia cambiato?-
-Non.. non può leggere il
pensiero anche a me?- Chiesi. -Faremmo prima.-
-E a che scopo? Il tuo cuore mi
rivelerebbe ciò che pensi tu, non la verità sulle
sue azioni.-
-Giusto.. Dunque, perché Loki
ha salvato la Terra? Perché si è pentito.- Dissi.
-Ha voluto
rimediare ai propri errori.-
Gli occhi del Saggio Mandriano
baluginarono. -Ne sei certa?-
Io lo guardai. Il mio cuore
batteva come un tamburo, ma la mia mente adesso era di ghiaccio.
-Cosa vorrebbe dire?-
-E se Loki avesse risparmiato il
tuo popolo solo per non perdere te? Sarebbe stato
penoso, per
un giovane cresciuto in solitudine, perdere il solo lume d'amore che
abbia mai trovato.-
-Ma non era il solo.- Risposi
subito, captando il suo inganno. -Thor gli ha sempre voluto bene. Suo
padre Odino e sua madre Frigga anche.-
-Dunque le motivazioni che hanno
spinto Loki a tali atti, erano solo frutto della sua fantasia.-
-Be'.. in parte io credo di sì.-
-Ma allora, Leah, quel giovane
non è affatto innocente. Non credi anche tu? Egli
è pazzo.-
-Cosa? No!-
-Scusami, ma non ho capito. Non
hai appena detto che i motivi che lo hanno indotto a uccidere non
esistono?-
Vidi una ruga di sofferenza
comparire sul volto di Loki, e la cosa mi mandò in bestia.
-Non ho detto questo!-
-No?-
-No!-
Mi guardai attorno. Non sapevo
più cosa dire o cosa fare. Quel maledettissimo.. affare
mi
stava ritorcendo ogni parola contro. Perché faceva
così?
-Io ho appena letto nel suo
cuore.- Mi disse il Saggio Mandriano. -Ho visto ciò che ha
riposto
dentro di sé. È per questo motivo che Odino,
Padre degli Dei, ha
chiamato me come giudice, per afferrare la verità in un
ragazzo
dedito alle menzogne.-
Feci un bel respiro, sapevo
che mi stava mentendo. -Non ho dubbi sul fatto che lei gli abbia
letto il cuore.- Dissi. -Quello a cui non credo sono le sue parole!
Conosco Loki, so cos'ha passato prima di decidersi a salvare il mio
pianeta, sono stati giorni di tortura per lui. E lei non
riuscirà a
confondermi con i suoi maledetti giochetti di persuasione, glielo
assicuro!-
Il Saggio Mandriano non rispose,
sembrò anzi desideroso che io continuassi a parlare.
Così non
dovetti fare altro che dare sfogo ai miei pensieri.
-Non ho mai detto che i motivi
di Loki non erano validi, tanto meno che non esistessero! Essere
cresciuto all'ombra di un fratello brillante, essere un Gigante
di
Ghiaccio... Nessuno sapeva questa verità, ma
immagino che in
qualche modo la si respirasse! Sarebbe stato troppo per chiunque. E
poi.. tutte le storie sui Giganti di Ghiaccio, quelle che dicono che
mangiano i loro piccoli, che.. che sono dei mostri.. Perché
nessuno
ad Asgard si è mai preoccupato di metterle a tacere?! Odino,
suo
padre, forse avrebbe dovuto. Avrebbe dovuto prepararlo a una simile
rivelazione. E invece no! Ma io dico.. siete tutti degli ipocriti o
cosa? Cosa avreste provato voi? Lui ha scoperto di essere
ciò che
voi chiamate mostro.. e ci ha creduto. Cosa fare? Prendersela con il
proprio padre – che poi sarebbe stata la cosa più
ovvia secondo me
– ? Ma nemmeno per sogno. Il grande Odino è
intoccabile, perfino
per i propri figli. Distruggere Asgard? Loki è innamorato di
Asgard.
Così cosa gli è rimasto? Prendersela con Thor,
colui che ai suoi
occhi aveva tutto! Bello, proprio bello. E volete la verità,
Asgardiani? A parere mio la colpa non è sua, ma del vostro
maledettissimo modo di vivere e.. e sì, dannazione, anche
del vostro
re, che da giovane ha ucciso anch'egli in abbondanza, e adesso guarda
suo figlio come si guarda un assassino!-
Ripresi fiato, arrabbiata, e mi
resi immediatamente conto di avere esagerato.
Odino era impallidito, Loki mi
guardava con incredulità e nessuno apriva bocca, se non per
ribattere, almeno per fiatare.
L'unico che non sembrava né
sorpreso né colpito, era il Saggio Mandriano.
Si voltò verso Odino. -Sei
d'accordo con lei, amico mio?- Domandò, con tatto.
-..Perché io lo
sono.-
Lo fissai attonita.
No... Che bastardo!
Così era questo il suo gioco.
Dire tutte quelle menzogne per farmi scoppiare, e farmi ammettere
quello che pensavo davanti a tutti. Chissà, forse
inizialmente
intendeva farlo con Loki, ma Loki era troppo furbo per caderci.
Io invece...
Guardai Loki sperando che
leggesse lo “scusa” nei miei occhi, ma non mi vide.
Stava
osservando suo padre.
Odino si passò una mano sul
volto. Sembrava stanco, e vecchio... Assolutamente vecchio.
-Sì.. sì che sono d'accordo
con Leah.- Disse, dopo un po'. -Sono perfettamente d'accordo. Ho
sbagliato tutto.-
Al ché, Thor e Loki fecero un
passo avanti, dicendo contemporaneamente -Padre!-, mentre Frigga si
sporse sul trono: -Ma che dici, caro?-
-Silenzio!- Tuonò Odino.
-Silenzio per favore, permettetemi di esprimere i miei errori, per
una volta.-
Tutti ammutolirono.
-Io.. sono stato crudele, e
spietato, e manipolatore. Avevo i miei disegni in testa e non credevo
che ci fosse altro di importante. E poi ho creduto alle parole di
quel.. di quel.. vecchio vigliacco di Mimir!-
-Mai prestare attenzione alle
parole di un profeta, mio saggio amico.- Disse il Saggio Mandriano.
-Egli ti da l'esito di tutti gli eventi, ma non fa cenno degli
intermezzi.-
-L'ho capito proprio adesso.-
Rispose, mesto. -Ora sto pagando il fio della mia stoltezza passata,
e non c'è niente che io possa fare per rimediare. Ho visto
il mio
primogenito crescere con superbia e boria, e non ho fatto niente per
indirizzarlo sulla giusta via... Ho visto il mio secondogenito, che
amo come un figlio vero, infettato dal rancore e dall'invidia, e non
ho saputo curarlo. Sono stato un padre pessimo, un uomo pessimo,
e...- Alzò i suoi occhi su Loki, e io vidi che erano velati.
-.. e
mi dispiace, figlio mio, mi dispiace così tanto.-
Loki non distolse gli occhi da
lui, ma non riuscì a dire niente. Deglutì.
Nella sala invece si stava
alzando un brusio triste, di fronte a quella scena.
Dopo un po', però, in Loki
sembrò scattare qualcosa, e lui si rivolse al Saggio
Mandriano.
-Tutto questo è ridicolo.- Disse. -Ci stiamo dimenticando
che sono
stato io a commettere i crimini per cui tu ora mi accusi? Né
mio
padre né nessun altro mi hanno aiutato.-
Il Saggio Mandriano lo fissò.
-Stai tranquillo, figliolo, la tua colpa non è mai stata
messa in
discussione, così come non mi sembra di aver detto che per
te non ci
sarà nessuna pena.- Il brusio nella sala si estinse di
colpo, e la
voce del Saggio Mandriano risuonò forte. -Tu non puoi
rimanere ad
Asgard, dato che ho letto anche nel tuo stesso cuore che la cosa ti
sarebbe insopportabile. La tua pena sarà l'esilio. Un esilio
a tempo
indeterminato sul pianeta che hai cercato di distruggere.- Si
voltò
verso di me. -Leah ti starà accanto, è una donna
forte e
coraggiosa, e ti è profondamente legata. Ti
aiuterà. .. Ci sono
domande?-
Io e Loki ci guardammo.
Esilio... Tutto qua? Davvero?
Sulla Terra poi.
Forse – pensai – non era
esattamente ciò che Loki si aspettava per rimediare ai suoi
errori.
Però, se il Saggio Mandriano riteneva così...
-Non credo che i terrestri
vedranno molto bene la cosa.- Commentò Loki, rivolto a me.
Io sorrisi.
Il Saggio Mandriano, però,
ghignò. -Ma io non ho mai parlato della Terra, giovanotto.
Mi
riferivo a Jotunheim.-
Gelo.
Saltò su Thor: -Cosa?-
-Jotunheim, giovane principe.
Non lo conosci? Ero convinto che tu stesso vi avessi fatto un
infantile e imprudente assalto, poco tempo fa.-
-Tutto questo è inammissibile!-
Tuonò Thor, e addio alla saggezza e alla temperanza. -Mio
fratello non si muoverà da casa sua: Asgard. Tu
non hai l'autorità per mandare in esilio un membro della
nostra
famiglia, tanto meno il figlio del sovrano di...-
Loki interruppe il suo violento
monologo: -Thor.-
Thor si voltò verso di lui,
furibondo.
Loki però era tranquillo. -Va
tutto bene, io voglio andare.-
-Fratello, tu non sai quello che
dici...-
-Lo so bene, invece.- Guardò il
Saggio Mandriano. -Immagino che mi si chieda di prendere il posto di
Laufey. O rendere Jotunheim... migliore, oppure
morire nel
tentativo.-
-Questa è la mia proposta,
Loki.- Rispose, serio. -Ma in realtà ha ragione il tuo
impetuoso
fratello. Non ho l'autorità per costringerti.-
-Ci andrò.- Ribadì.
-A-anche io!- Esclamai.
Loki mi guardò, sorpreso. Si
guardò attorno, come a chiedere l'autorizzazione, e poi mi
si
avvicinò velocemente. -Leah, tu fin'ora mi hai aiutato
tanto.-
Disse, a bassa voce. -Anzi, se sono qui è grazie a te, te
l'ho già
detto. Ma io non...-
-No!- Lo ammonii.
-“No”, cosa?-
-No tutto quello che stai per
dire e dirai e ridirai per convincermi a non venire! No:
risparmiatelo. Io verrò.-
-Leah, Jotunheim è freddo, ci
sono...-
-NO.-
Loki capì.
I suoi occhi erano una perfetta
miscela tra altruistico dispiacere e un'egoistica felicità.
E mi
piacevano così.
-Dunque è deciso.- Disse il
Saggio Mandriano, e sorrise, suo malgrado. Noi ci voltammo verso di
lui. -Questo è il mio giudizio: Loki andrà a
Jotunheim, a
conquistarsi la redenzione con le proprie azioni. Dovrà
salvare e
governare le vite che aveva precedentemente disprezzato. Con lui
è
autorizzata ad andare solo la giovane midgardiana.-
Strinsi la mano a Loki,
sorridendo.
Già, perché ero contenta.
Questa era proprio l'occasione di cui lui aveva bisogno.
Certo, io avrei dovuto
abbandonare la Terra, e ci sarebbero spettati tempi tragici, duri
come un inverno artico.
Ma, infondo, avevo smesso di
considerare la Terra come la mia unica casa. E sono sempre stata
dell'idea che l'aspra battaglia sia in ogni caso preferibile alla
lenta e immobile morte.