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Autore: Blu Notte    31/12/2012    2 recensioni
Immaginiamo che Loki abbia vinto la prima battaglia, e che sia riuscito a impadronirsi di New York. Immaginiamo che lui e i Chitauri abbiano reso schiava la popolazione di un'intera città.
Leah è una prigioniera, come tutti gli altri. Costretta ad assistere ogni giorno a uno scenario di disperazione e di morte.
Ma qualcosa cambierà, grazie a lei. Il destino della Terra non è ancora stato scritto, così come il destino di qualcun altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ciao a tutti :)  Oggi è Capodanno. Sia che lo festeggiate con gli amici, sia che lo passiate con la famiglia: tanti auguri a tutti. (mentre chi si annoia e non ha niente da fare potrebbe mettere una piccola recensione qui u.u xD).
Buon anno nuovo,
Silvia
p.s: A scopo informativo: questo è il penultimo capitolo di "The saving voice" :)
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                                   La decisione del Giudice

Quando io e Fandral arrivammo nella sala del trono, non fu la magnificenza dell'enorme ambiente a colpirmi. Non furono gli ori, la sfarzosità, i grandi troni, o Odino e Frigga seduti come un re e una regina.
Fu l'essere che si trovava lì al centro.
.. Rispetto a pochi mesi prima – mi sembrava passato così tanto tempo – io avevo imparato e visto molto.. Avevo conosciuto i Chitauri, la loro brutalità, e avevo sperimentato sulla mia pelle quanto le cose potessero essere fragili. Avevo conosciuto Loki, e mi ero ritrovata ad Asgard, cittadella degli dei.
Tuttavia tutto questo mi era sembrato, in un certo qual modo, umano, comprensibile.
Ma quell'essere, quello che adesso era davanti ai miei occhi, al centro della sala, quello sì che avrebbe potuto essere un Dio! Una creatura mitologica, fuori dalla mia comprensione e a me completamente assurda.
Il Saggio Mandriano era enorme, grande tre volte una persona. Il suo aspetto ricordava quello di un uomo sull'orlo della vecchiaia, la sua pelle era grinzosa e abbrustolita, come succede al contadino che passa troppe ore a lavorare nei campi, e i suoi capelli bianchi. Sul capo però si diramavano un paio di possenti corna, simili a quelle di un cervo adulto, e nella grossa mano reggeva un altissimo e nodoso bastone da pastore.
Non ci sono molte parole per descrivere l'effetto che mi fece.
Mi chiesi come poteva esistere un simile essere, come potesse trovarsi nello stesso luogo dove mi trovavo io. Non aprii però bocca, e Fandral mi sospinse con molta pazienza verso Sif, Hogun e Volstagg.
La sala si stava via via riempiendo, tanti venivano ad assistere al giudizio di Loki, figlio di Odino.
Infine, le doppie porte principali si aprirono ed entrò lui, Loki, scortato da Thor e da due guardie.
La mia attenzione si concentrò per un istante sul volto di Odino, e lo vidi sospirare alla vista dei figli. Poi osservai il Saggio Mandriano.
Si stava voltando verso di loro, e i suoi occhi neri, severi e critici, li stavano mettendo lentamente a fuoco.
Mi prese il panico. Sarebbe andata male, me lo sentivo. Quell'essere era antico, e cosa ne sapeva un essere così antico dei nostri dubbi? Perché in confronto a lui, gli Asgardiani non erano poi molto diversi da me e dalla mia razza. Entrambi fragili, con i medesimi desideri e le medesime chimere.. entrambi intenti a rincorrere uno scopo, un qualcosa che desse senso alla nostra esistenza.
Cosa ne sapeva lui? Cosa ne sapeva un immortale? Non avrebbe capito.
Il piccolo gruppo si fermò, e si inchinò di fronte a lui.
Il Saggio Mandriano li osservò dall'alto, e poi disse: -Alzatevi.-
La sua voce era esattamente come il suo aspetto: antica e autoritaria.
Obbedirono. Le guardie arretrarono silenziosamente, e si sistemarono qualche passo indietro.
Gli occhi del Saggio Mandriano si puntarono su Thor. -Un passo indietro anche tu, giovane principe di Asgard. Non sono qui per te.-
Thor e Loki si scambiarono un breve sguardo, poi Thor decise a malavoglia di obbedire.
Loki alzò la testa e fronteggiò il Saggio Mandriano.
Ci furono parecchi istanti di silenzio, che nessuno osò interrompere. Il Saggio Mandriano scrutava Loki con tale intensità e violenza, che mi chiesi come facesse lui a sopportarlo.
Pareva che quell'essere stesse scavando, dentro di Loki.
Poi il Saggio Mandriano parlò: -Così tu sei il giovane Loki, figlio di Odino, motivo di tanto disordine.-
-O figlio di Laufey, se preferisci.-
-Assolutamente no. Perché in tal caso, ragazzo, tu avresti ucciso il tuo stesso padre. Cosa questa profondamente deprecabile, chicchessia la vittima in questione.-
Loki non poté ribattere, e io mi sentii gelare dentro.
Il Saggio Mandriano prese a girargli intorno, scrutandolo, come volendolo osservare da ogni prospettiva. -Mi è stato detto ciò che hai compiuto. Non da quando hai scoperto ciò che sei, oh no, da molto prima. Non è vero? Dispettoso da molto tempo, e diventato veramente pericoloso in seguito alla rivelazione fattati da tuo padre. Vorrei che tu dicessi a tutti quanti il perché, perché il marciume entrò dentro di te fin da quando eri solo un bambino.-
-Ero geloso.- Rispose Loki. -Di mio fratello.-
-E adesso non più?-
-Con tutto il rispetto, ritengo che nel frattempo siano cambiate molte cose.- Disse. -Io e Thor abbiamo già parlato di questo, mentre so che a te le parole non servono. So che tu puoi leggere i cuori quando vuoi, perciò, per favore, finiamola qui e veniamo al dunque.-
Rimasi di sasso per le sue parole.
Non aveva usato un tono altezzoso, o superbo, o arrogante. Al contrario.. Aveva saputo essere al tempo stesso rispettoso ed estremamente deciso.
Mi sembrò di scorgere un bagliore negli occhi scuri del Saggio Mandriano, ma per qualche ragione non mi sembrò una cosa negativa...
Il Saggio Mandriano gli si avvicinò, e si chinò per essere alla sua altezza. Adesso sembravano un patriarca e un bambino.
Gli poggiò una mano sul petto e Loki chiuse gli occhi.
Passarono i secondi.
A quanto mi sembrò guardandomi attorno, l'ansia non stava divorando solo me. La intravedevo nei movimenti nervosi di Sif e di Fandral, nella falsa tranquillità del re Odino, ma soprattutto la vedevo in Thor.
Poi finalmente Loki aprì gli occhi, il Saggio Mandriano abbassò la mano e si alzò.
Parlò Odino, sporgendosi appena dal suo trono: -Cosa hai visto, vecchio amico? Mio figlio è innocente?-
Ma il Saggio Mandriano pareva pensieroso e corrucciato. -Mhm..- Borbottò fra sé e sé, poi alzò lo sguardo. -Ho bisogno di parlare con la giovane midgardiana.-
Ci misi un po' a capire che si riferiva a me. E anche quando lo capii rimasi immobile, perché mi sentivo le gambe congelate. Ci volle Sif, e il suo leggero spintone, perché mi decidessi a fare qualche passo avanti.
Il Saggio Mandriano mi guardò. Avrei voluto nascondermi dietro qualcosa.
-Sei tu Leah?-
Annuii.
Sembrò annusare la mia agitazione nell'aria, e proseguì con un tono lievemente più amichevole. -Ho bisogno di alcune risposte da te.- Mi disse. -Perché credi che Loki abbia risparmiato Midgard all'ultimo minuto, del tutto incoerentemente con i suoi propositi? Per quale motivo ritieni che sia cambiato?-
-Non.. non può leggere il pensiero anche a me?- Chiesi. -Faremmo prima.-
-E a che scopo? Il tuo cuore mi rivelerebbe ciò che pensi tu, non la verità sulle sue azioni.-
-Giusto.. Dunque, perché Loki ha salvato la Terra? Perché si è pentito.- Dissi. -Ha voluto rimediare ai propri errori.-
Gli occhi del Saggio Mandriano baluginarono. -Ne sei certa?-
Io lo guardai. Il mio cuore batteva come un tamburo, ma la mia mente adesso era di ghiaccio. -Cosa vorrebbe dire?-
-E se Loki avesse risparmiato il tuo popolo solo per non perdere te? Sarebbe stato penoso, per un giovane cresciuto in solitudine, perdere il solo lume d'amore che abbia mai trovato.-
-Ma non era il solo.- Risposi subito, captando il suo inganno. -Thor gli ha sempre voluto bene. Suo padre Odino e sua madre Frigga anche.-
-Dunque le motivazioni che hanno spinto Loki a tali atti, erano solo frutto della sua fantasia.-
-Be'.. in parte io credo di sì.-
-Ma allora, Leah, quel giovane non è affatto innocente. Non credi anche tu? Egli è pazzo.-
-Cosa? No!-
-Scusami, ma non ho capito. Non hai appena detto che i motivi che lo hanno indotto a uccidere non esistono?-
Vidi una ruga di sofferenza comparire sul volto di Loki, e la cosa mi mandò in bestia.
-Non ho detto questo!-
-No?-
-No!-
Mi guardai attorno. Non sapevo più cosa dire o cosa fare. Quel maledettissimo.. affare mi stava ritorcendo ogni parola contro. Perché faceva così?
-Io ho appena letto nel suo cuore.- Mi disse il Saggio Mandriano. -Ho visto ciò che ha riposto dentro di sé. È per questo motivo che Odino, Padre degli Dei, ha chiamato me come giudice, per afferrare la verità in un ragazzo dedito alle menzogne.-
Feci un bel respiro, sapevo che mi stava mentendo. -Non ho dubbi sul fatto che lei gli abbia letto il cuore.- Dissi. -Quello a cui non credo sono le sue parole! Conosco Loki, so cos'ha passato prima di decidersi a salvare il mio pianeta, sono stati giorni di tortura per lui. E lei non riuscirà a confondermi con i suoi maledetti giochetti di persuasione, glielo assicuro!-
Il Saggio Mandriano non rispose, sembrò anzi desideroso che io continuassi a parlare. Così non dovetti fare altro che dare sfogo ai miei pensieri.
-Non ho mai detto che i motivi di Loki non erano validi, tanto meno che non esistessero! Essere cresciuto all'ombra di un fratello brillante, essere un Gigante di Ghiaccio... Nessuno sapeva questa verità, ma immagino che in qualche modo la si respirasse! Sarebbe stato troppo per chiunque. E poi.. tutte le storie sui Giganti di Ghiaccio, quelle che dicono che mangiano i loro piccoli, che.. che sono dei mostri.. Perché nessuno ad Asgard si è mai preoccupato di metterle a tacere?! Odino, suo padre, forse avrebbe dovuto. Avrebbe dovuto prepararlo a una simile rivelazione. E invece no! Ma io dico.. siete tutti degli ipocriti o cosa? Cosa avreste provato voi? Lui ha scoperto di essere ciò che voi chiamate mostro.. e ci ha creduto. Cosa fare? Prendersela con il proprio padre – che poi sarebbe stata la cosa più ovvia secondo me – ? Ma nemmeno per sogno. Il grande Odino è intoccabile, perfino per i propri figli. Distruggere Asgard? Loki è innamorato di Asgard. Così cosa gli è rimasto? Prendersela con Thor, colui che ai suoi occhi aveva tutto! Bello, proprio bello. E volete la verità, Asgardiani? A parere mio la colpa non è sua, ma del vostro maledettissimo modo di vivere e.. e sì, dannazione, anche del vostro re, che da giovane ha ucciso anch'egli in abbondanza, e adesso guarda suo figlio come si guarda un assassino!-
Ripresi fiato, arrabbiata, e mi resi immediatamente conto di avere esagerato.
Odino era impallidito, Loki mi guardava con incredulità e nessuno apriva bocca, se non per ribattere, almeno per fiatare.
L'unico che non sembrava né sorpreso né colpito, era il Saggio Mandriano.
Si voltò verso Odino. -Sei d'accordo con lei, amico mio?- Domandò, con tatto. -..Perché io lo sono.-
Lo fissai attonita.
No... Che bastardo!
Così era questo il suo gioco. Dire tutte quelle menzogne per farmi scoppiare, e farmi ammettere quello che pensavo davanti a tutti. Chissà, forse inizialmente intendeva farlo con Loki, ma Loki era troppo furbo per caderci.
Io invece...
Guardai Loki sperando che leggesse lo “scusa” nei miei occhi, ma non mi vide. Stava osservando suo padre.
Odino si passò una mano sul volto. Sembrava stanco, e vecchio... Assolutamente vecchio.
-Sì.. sì che sono d'accordo con Leah.- Disse, dopo un po'. -Sono perfettamente d'accordo. Ho sbagliato tutto.-
Al ché, Thor e Loki fecero un passo avanti, dicendo contemporaneamente -Padre!-, mentre Frigga si sporse sul trono: -Ma che dici, caro?-
-Silenzio!- Tuonò Odino. -Silenzio per favore, permettetemi di esprimere i miei errori, per una volta.-
Tutti ammutolirono.
-Io.. sono stato crudele, e spietato, e manipolatore. Avevo i miei disegni in testa e non credevo che ci fosse altro di importante. E poi ho creduto alle parole di quel.. di quel.. vecchio vigliacco di Mimir!-
-Mai prestare attenzione alle parole di un profeta, mio saggio amico.- Disse il Saggio Mandriano. -Egli ti da l'esito di tutti gli eventi, ma non fa cenno degli intermezzi.-
-L'ho capito proprio adesso.- Rispose, mesto. -Ora sto pagando il fio della mia stoltezza passata, e non c'è niente che io possa fare per rimediare. Ho visto il mio primogenito crescere con superbia e boria, e non ho fatto niente per indirizzarlo sulla giusta via... Ho visto il mio secondogenito, che amo come un figlio vero, infettato dal rancore e dall'invidia, e non ho saputo curarlo. Sono stato un padre pessimo, un uomo pessimo, e...- Alzò i suoi occhi su Loki, e io vidi che erano velati. -.. e mi dispiace, figlio mio, mi dispiace così tanto.-
Loki non distolse gli occhi da lui, ma non riuscì a dire niente. Deglutì.
Nella sala invece si stava alzando un brusio triste, di fronte a quella scena.
Dopo un po', però, in Loki sembrò scattare qualcosa, e lui si rivolse al Saggio Mandriano. -Tutto questo è ridicolo.- Disse. -Ci stiamo dimenticando che sono stato io a commettere i crimini per cui tu ora mi accusi? Né mio padre né nessun altro mi hanno aiutato.-
Il Saggio Mandriano lo fissò. -Stai tranquillo, figliolo, la tua colpa non è mai stata messa in discussione, così come non mi sembra di aver detto che per te non ci sarà nessuna pena.- Il brusio nella sala si estinse di colpo, e la voce del Saggio Mandriano risuonò forte. -Tu non puoi rimanere ad Asgard, dato che ho letto anche nel tuo stesso cuore che la cosa ti sarebbe insopportabile. La tua pena sarà l'esilio. Un esilio a tempo indeterminato sul pianeta che hai cercato di distruggere.- Si voltò verso di me. -Leah ti starà accanto, è una donna forte e coraggiosa, e ti è profondamente legata. Ti aiuterà. .. Ci sono domande?-
Io e Loki ci guardammo.
Esilio... Tutto qua? Davvero? Sulla Terra poi.
Forse – pensai – non era esattamente ciò che Loki si aspettava per rimediare ai suoi errori. Però, se il Saggio Mandriano riteneva così...
-Non credo che i terrestri vedranno molto bene la cosa.- Commentò Loki, rivolto a me.
Io sorrisi.
Il Saggio Mandriano, però, ghignò. -Ma io non ho mai parlato della Terra, giovanotto. Mi riferivo a Jotunheim.-
Gelo.
Saltò su Thor: -Cosa?-
-Jotunheim, giovane principe. Non lo conosci? Ero convinto che tu stesso vi avessi fatto un infantile e imprudente assalto, poco tempo fa.-
-Tutto questo è inammissibile!- Tuonò Thor, e addio alla saggezza e alla temperanza. -Mio fratello non si muoverà da casa sua: Asgard. Tu non hai l'autorità per mandare in esilio un membro della nostra famiglia, tanto meno il figlio del sovrano di...-
Loki interruppe il suo violento monologo: -Thor.-
Thor si voltò verso di lui, furibondo.
Loki però era tranquillo. -Va tutto bene, io voglio andare.-
-Fratello, tu non sai quello che dici...-
-Lo so bene, invece.- Guardò il Saggio Mandriano. -Immagino che mi si chieda di prendere il posto di Laufey. O rendere Jotunheim... migliore, oppure morire nel tentativo.-
-Questa è la mia proposta, Loki.- Rispose, serio. -Ma in realtà ha ragione il tuo impetuoso fratello. Non ho l'autorità per costringerti.-
-Ci andrò.- Ribadì.
-A-anche io!- Esclamai.
Loki mi guardò, sorpreso. Si guardò attorno, come a chiedere l'autorizzazione, e poi mi si avvicinò velocemente. -Leah, tu fin'ora mi hai aiutato tanto.- Disse, a bassa voce. -Anzi, se sono qui è grazie a te, te l'ho già detto. Ma io non...-
-No!- Lo ammonii.
-“No”, cosa?-
-No tutto quello che stai per dire e dirai e ridirai per convincermi a non venire! No: risparmiatelo. Io verrò.-
-Leah, Jotunheim è freddo, ci sono...-
-NO.-
Loki capì.
I suoi occhi erano una perfetta miscela tra altruistico dispiacere e un'egoistica felicità. E mi piacevano così.
-Dunque è deciso.- Disse il Saggio Mandriano, e sorrise, suo malgrado. Noi ci voltammo verso di lui. -Questo è il mio giudizio: Loki andrà a Jotunheim, a conquistarsi la redenzione con le proprie azioni. Dovrà salvare e governare le vite che aveva precedentemente disprezzato. Con lui è autorizzata ad andare solo la giovane midgardiana.-
Strinsi la mano a Loki, sorridendo.
Già, perché ero contenta. Questa era proprio l'occasione di cui lui aveva bisogno.
Certo, io avrei dovuto abbandonare la Terra, e ci sarebbero spettati tempi tragici, duri come un inverno artico.
Ma, infondo, avevo smesso di considerare la Terra come la mia unica casa. E sono sempre stata dell'idea che l'aspra battaglia sia in ogni caso preferibile alla lenta e immobile morte.

  
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