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Autore: stayimperfect    31/12/2012    1 recensioni
La storia di una newyorkese e di un canadese. Lei, Destiny, all'inizio spaventata dai capelli color grano, le labbra morbide e il sorriso dolce di lui, quello strano ragazzo che con lei cambia, che con lei può essere se stesso senza avere paura. La storia di come i loro occhi, quelli di lei celesti come il cielo d'estate e quelli di lui color miele, si incontrano. E di come tutto cambia. Attraverso proibizioni, distanza, paure, la storia di come il loro amore è troppo forte per spezzarsi.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Era il 15 Giugno.
Erano ormai tre ore che stavo su quell'aereo, con mia sorella accanto che dormiva beatamente (finalmente).
La scuola era ormai finita da tre o quattro giorni e il giorno prima avevo salutato Jenny, la mia migliore amica, lasciandole il braccialetto che avevo comprato il giorno prima per lei e promettendole di scriverle, dato
che non ci saremmo viste per tre mesi interi. Già mi manca..
Io sono Destiny, per gli amici Dasy, e ho 16 anni, 17 fra due mesi esatti.
Mi girai dietro e vidi i miei genitori addormentati nei sedili dietro il mio.
Le mie gambe iniziavano a sentire dolore per il troppo tempo in cui erano state ferme, così decisi di alzarmi per sgranchirle un poco con la scusa di andare al bagno.
Mi alzai e mi diressi verso quel buco; mi girai intorno e vidi quasi tutti i passeggeri di quell'enorme aereo addormentati.
Stavo per arrivare quando mi scontrai, come mio solito, con un ragazzo riccio.
“Scusa!”
“Niente, scusa te!” mi disse il ragazzo sorridendomi sprizzando gentilezza da quei suoi occhioni verdi.
Entrai in bagno e mi sciacquai le mani e il viso, dopo di che riuscii per tornare al mio posto.
Mi rimisi accanto al finestrino dopo aver attraversato(?) mia sorella, Christine (Chris); che ha due anni meno di me.
Sfilai il cellulare dalla tasca dei miei jeans attillati e presi le cuffiette dalla borsa. Inizia ad ascoltare Sparks Fly di Taylor Swift mentre mi chiedevo dove mi avrebbe portata quell'aereo, oltre al 50° stato degli USA.
Esatto, stavo andando alle Hawaii. Siamo una semplice famiglia di New York e solitamente passiamo l'estate in Tennessee dai miei nonni o in Florida dagli zii, ma quest anno no.
Circa due mesi prima i miei chiamarono me e mia sorella in salotto per annunciarci che quell'anno saremmo andati alle Hawaii. Il giorno dopo ricordo che lo dissi subito a Jenny e rimanemmo a parlarne per ore!
Dannato aereo! Non riuscivo proprio a dormire. Continuavo a pensare a quelle isole paradisiache, i ragazzi che fanno surf e le granite ghiacciate durante le feste in spiaggia.. Che meraviglia!
Dopo qualche oretta finalmente la voce della hostess ci disse di riallacciare le cinture per l'atterraggio. Svegliai Chris e ci preparammo a scendere.
L'atterraggio fu leggermente brusco da farmi attaccare al sedile come una cozza dalla paura.
Scendemmo e dopo circa mezz'ora per ritrovare le valigie ci dirigemmo al nostro villaggio turistico che si trovava davanti alla spiaggia.
Durante il tragitto in taxi nessuno disse una parola, eravamo tutti impegnati ad ammirare la bellezza di quel magico posto.
Non ci credevo proprio.
Quando scendemmo i fattorini portarono le nostre valigie nelle casette e, dopo aver preso la chiave, anche noi arrivammo.
Ero stanchissima, così mi coricai sul mio letto enorme pieno di cuscini morbidissimi.
Mi addormentai per circa dieci minuti e poi decisi di mettere un paio di pantaloncini e una canottiera dato il caldo. Decisi così di uscire per esplorare quel poco che potevo di quelle isole paradisiache; ma prima ovviamente mia mamma dovette rovinarmi i piani..
“Tesoro! Prima di uscire sistemati la valigia!!” urlò mia mamma dalla cucina, ma come faceva a sentirmi??
“Si mamma!” le riurlai.. Non mi andava, ma non volevo litigare il primo giorno di vacanza..
Così da brava bambina misi apposto la mia roba e quando stavo per aprire la porta qualcun altro interruppe i miei piani. «Merda!» pensai.
“Hei, dove vai?” mi disse Chris con quel suo fare da maestrina.
“A fare un giro!” risposi secca mentre mi rigiravo verso la porta
“Vengo pure io!”
“No!” le urlai contro.
“Dasy, porta fuori anche tua sorella!” disse mio padre dal salotto.
“Che palle!” mormorai senza farmi sentire
“E cercate di non distruggere niente!!”
“Non te lo prometto, papà!” dissi chiudendo la porta.


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Okay, non sono questa gran cosa a scrivere, ma migliorerò! Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. E, se siete arrivati fin qui, ditemi cosa ne pensate! #muchlove
  
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