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Autore: alister_    31/12/2012    5 recensioni
“Hai dato il mio nome a un drink?” trilla Zoe, stupefatta e sorridente.
“... Forse. Oh, togliti quel sorriso ebete dalla faccia”.

Per Fiery ♥
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lavon Hayes, Wade Kinsella, Zoe Hart
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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>> Scritta per la Staffetta in Piscina di piscinadiprompt, Sfida #6, prompt: Hart Of Dixie, Wade/Zoe, “Hai dato il mio nome a un drink?” e ambientata dopo la 2x10.

Questo avrebbe dovuto essere il regalo di Natale di Fiery, quando ancora ottimisticamente credevo di riuscire a fare tanti regalini a tutte le persone speciali che ho incontrato grazie alle fan fic. Ahimé, non ci sono riuscita: Mary, te lo prendi lo stesso un regalino in ritardo? :D



A Fiery,

una delle persone più dolci che conosca, nonché ottima spalla di fangirling ♥



Per Lavon Hayes non c'è rimedio migliore alle delusioni d'amore che annegare il dispiacere nell'alcol e piangere sulla spalla dei suoi migliori amici.

Non è stato difficile convincere Wade e Zoe a passare l'ultimo giorno dell'anno in famiglia, con i cocktail dell'amico barista ad allietare la serata: la gamma di espressioni afflitte che ha sfoggiato dalla rottura con Ruby sarebbe riuscita a convincerli a fare qualsiasi cosa, anche a improvvisare una parata per le strade di Blue Bell.

Per fortuna – o sfortuna – il sindaco è piuttosto restio a farsi vedere in giro, dopo essere stato scaricato sulla pubblica piazza, e preferisce di gran lunga farsi tirar su dalle pacche sulla spalla di Wade e dalle frasi incoraggianti di Zoe, che spesso coinvolgono più di un paio di improperi diretti alla donna che voleva portare all'altare. E Lavon, ancora diviso tra il rimpianto per l'aver perso la potenziale anima gemella e la rabbia di essere stato piantato in asso, preferisce bere per astenersi da ogni giudizio.

“Wade, il tuo bar sarà il migliore dell'Alabama!” commenta strascicando un po' le esse, dopo aver preso un sorso dell'ennesimo drink.

Zoe, seduta al suo fianco, aggrotta le sopracciglia.

“Bar?”

“Dov'è finita la riservatezza professionale, amico?”, si lamenta Wade, agitando lo shaker a mo' di rimprovero.

Candido come un bambino, Lavon si stringe nelle ampie spalle.

“Credevo non valesse più, ora che voi due siete...” Con un gran sorriso stampato in viso, disegna un cuore in aria con le dita; poi il suo viso si rabbuia e si alza dallo sgabello biascicando qualche sillaba che, con un po' di fantasia, assomiglia al nome Ruby.

Bar?” ripete Zoe una seconda volta, dato che alla prima è stata ignorata, mentre Lavon sparisce nello studio, in cerca di solitudine per riprendersi dalle sue pene d'amore.

Wade, elusivo, tiene gli occhi fissi sui suoi attrezzi del mestiere.

“Mmmh”.

“Mmmh? Wade! Ti ho fatto una domanda!”

“Progetti a lungo termine. Ne ho anch'io: stupita?”

Zoe apre bocca e la richiude. Perché sì, stava per assentire stupidamente, ma se c'è una cosa che le hanno insegnato le ultime settimane è che deve smetterla di giudicare un libro dalla copertina, specie se il libro in questione si chiama Wade Kinsella.

“No” dissimula, sperando di risultare più convincente del suo solito. Cerca anche di tenere un'espressione impassibile mentre lui la scruta, diffidente.

“Credi che sia un'idea stupida?” chiede poi. Il tono non lascia trapelare alcuna sfumatura, ma è sulla difensiva – Zoe se ne accorge guardandone la mascella leggermente contratta, lo sguardo serio oltre il sorriso di scherno, le nocche pallide per la presa troppo salda attorno alla bottiglia di spumante.

“Wade, ci sono due locali a Blue Bell” replica piano, e questa volta non deve sforzarsi di apparire sicura. “Credo che la gente muoia dalla voglia di avere una terza scelta”.

Wade la guarda, spiazzato; poi sorride, genuinamente sorpreso e contento, proprio come ha fatto solo una settimana prima sul portico di casa sua tra un bacio e l'altro. In quei momenti sembra un bambino abituato a ricevere sempre rimproveri e mai complimenti, e Zoe un po' si sente in colpa di avergliene negati per tanto tempo.

Mentre ricambia il sorriso, stranamente a corto di parole, Lavon riappare, in cerca di un nuovo drink.

“Barista!” tuona, sbattendo vigorosamente la mano sul bancone da cucina e causando un piccolo terremoto tra bicchieri e stoviglie. “Uno Zoe per Lavon Hayes!”

Zoe?!” fa eco – di nuovo – la diretta interessata con occhi sgranati.

“Lavon!” urla Wade.

Con un sorriso colpevole, Lavon si manleva da ogni colpa.

“E' il mio preferito” ammette con tono confidenziale alla dottoressa, sempre più incredula.

Wade digrigna i denti e si concentra sul drink, tentando senza successo di celare l'imbarazzo.

“Hai dato il mio nome a un drink?” trilla Zoe, stupefatta e sorridente.

“... Forse. Oh, togliti quel sorriso ebete dalla faccia”.

“Che dolce” cantilena lei. Wade fa una smorfia disgustata.

“E com'è questo drink?” insiste, gongolando.

“Frizzante, con tante bollicine che ti fanno pizzicare il naso. Fastidioso come te”.

“Fantastico! Lo voglio provare”.

“No!” A Wade quasi scivola la caraffa dalle mani. “No”, ripete, scadendo meglio il rifiuto.

“Daiiii. Uno Zoe per Zoe! Non senti come suona bene? Suona bene, vero Lavon?”

“Suona benissimo”.

“Lavon, la sbronza impicciona mi mancava. Ti preferivo depresso” borbotta Wade, fulminandolo con lo sguardo.

“Su, Wade! Hai dato il mio nome a un drink!”

“Piantala di ripeterlo!”

“Devo assaggiarlo. Si chiama come me. Poi magari fa schifo e tu lo servi ai clienti con il mio nome, così la gente comincia a dire: Zoe fa schifo!”

“Appunto” taglia corto lui. “Magari fa schifo”.

Zoe si interrompe e sospira. Dosare le parole, quando parla a ruota a libera con Wade, è un'impresa più ardua del previsto.

“Sono sicura che è buono. Ma devo assaggiarlo per potertelo dire! E se non mi piace... Beh, te lo dico, così puoi migliorarlo. Sarò la tua cliente zero, okay?”

“Ehi, sono io il cliente zero!” protesta Lavon.

“Sarò la cliente zero dopo Lavon”.

Lo sguardo di Zoe è così risoluto che Wade finisce con il cedere.

“Che testarda”, sbuffa.

“Grazie!”

Zoe si sporge allegra fino a raggiungere il suo viso dall'altra parte del bancone, e gli stampa un rapido bacio a fior di labbra. Il broncio di Wade si scioglie, suo malgrado, in un sorriso.

“Che carini!” esclama Lavon, con una nota acuta che non gli si addice. “Proprio come me e Ruby...”

Torna a rabbuiarsi, e subito Zoe torna a concentrarsi su di lui, cingendogli le spalle con un braccio – o perlomeno provandoci.

“Coraggio, Lavon, non pensarci. Non sa cosa si perde!”

“Lavon Hayes: ecco cosa si perde!” concorda lui, anche se l'alcol gli instilla qualche dubbio sulla connotazione da dare a tale verità.

“Esatto!” rincara Zoe, facendolo propendere verso una connotazione negativa. “Lavon Hayes! Ti sembra forse una cosa da poco?”

Lui scuote la testa.

“No”.

“Appunto! Barista, ci muoviamo con questi drink?”

“Quanto sei noiosa. Non ti ci voglio, nel mio futuro bar”.

Wade borbotta fingendosi infastidito, ma Zoe sorride: improvvisamente nella sua testa si è dipinto uno strano quadretto, dove, a distanza di qualche anno, lei esce dal suo studio e passa a dare una mano nel bar di Wade. Il medico e il barista – stavolta a tutti gli effetti – di Blue Bell: proprio una bella coppia.

“Perché sogghigni?” le chiede Wade, sventolandole uno spicchio di limone sotto il naso.

“Non sogghigno; sorrido”.

A quella precisazione, lui la fissa per un po', critico.

“Vabbe'”, si arrende, scuotendo le spalle. “Ecco il tuo Zoe, Lavon!”

“Grazie, Wade!” commenta Lavon, sull'orlo della commozione, afferrando entusiasta il bicchiere.

“E il mio?”

Zoe sbatte le ciglia, ma Wade risponde con un sorriso canzonatore.

“Mettiti in fila, Doc. Stasera siamo qui per consolare il povero Lavon”.

Stranamente, Zoe non ribatte, perché non ha nulla da obiettare: questa volta è Lavon ad avere il cuore a pezzi, non lei. E, dopo tanti tormenti amorosi, è bello avere la serenità necessaria per offrire un valido sostengo a un amico in difficoltà.

Così guarda Wade e sorride. Chissà cosa riserva loro questo nuovo anno che sta per arrivare, e chissà se quel flash di un possibile futuro insieme che le ha attraversato per un attimo la mente si concretizzerà mai; in fondo non le importa, perché ora è felice.







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N/A:

Perché le mie storie su Hart Of Dixie implicano sempre Lavon, Wade e Zoe e una cucina? #bah

E' uscita strana, questa oneshot, complici i ritmi assurdi con cui ho dovuto scrivere negli spazi tra le festività natalizie: all'inizio volevo andare a parare da tutt'altra parte, ma alla fine è venuta così e non ho neanche un gran tempo per rileggere, quindi perdono! ç_ç Come già detto volevo postarla come regalo di Natale, ma devo ammettere che metterla online oggi è ad effetto e posso cogliere l'occasione di fare gli auguri di buon anno a tutti :D



   
 
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