Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: diallslove    01/01/2013    2 recensioni
Ariana, semplice ragazza diciassettenne, rimasta incinta di Justin Bieber.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Bondage
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La mia gravidanza andava avanti da otto mesi ormai.
Mancava un mese alla nascita di Tyler.
Io maturavo, il bambino continuava a scalciare e di Justin non avevo avuto piu’ tracce.
Se n’era andato il giorno dopo che gli dissi di essere incinta. Diceva che aveva solo 18 anni e che essendo famoso, un figlio per lui era solo un impiccio.
“Driin, driin” sveglia di merda. Erano le 10:30; Dovevo alzarmi.
Avevo smesso di andare a scuola, nonostante avessi solo 17 anni, perché quel pancione non me lo permetteva.
Mi alzai dal letto piena di sonno. Misi le pantofole e scesi giù, in cucina, per fare colazione.
Una fetta biscottata con della marmellata e finii.
Sulla cucina c’era un biglietto: “Sono andata a casa della mia amica. –Skyler”. Era mia sorella minore.
 
Mi presento: Sono Ariana, ho 17 anni e, come avrete capito, sono rimasta incinta del famoso cantante canadese Justin Bieber.
Tutto accadde quel giorno che accompagnai mia sorella, di 14 anni, al concerto.
Lei fu scelta fra migliaia di ragazze e diventò la OLLG.
Quando Skyler salì sul palco, nel veder e il suo idolo così vicino, svenne, dalla troppa emozione.
Io scappai alla sicurezza e la raggiunsi sul palco per soccorrerla.
Lì ho incontrato lo sguardo di Justin e me ne sono innamorata.
Dopo finito il concerto ci fece entrare entrambe nel backstage e, dopo aver parlato per un po’ con mia sorella, mi chiese il mio numero di cellulare.
Restammo in contatto, eravamo amici. Quando era libero veniva a casa nostra, il che non creava problemi, dato che io e Skyler avevamo perso entrambi i genitori.
Dopo un po’ io e Justin ci fidanzammo e restammo insieme per due mesi, finché non gli dissi della gravidanza e mi lasciò, da sola con il bambino.
 
Mi vestii ed uscii a fare una passeggiata. Fu proprio in quel momento che mi squillò il cellulare. Era un numero che non conoscevo.
“Pronto?”
“Pronto, Ariana?”
“Si, chi è?”
“Come, non mi riconosci? Sono io, Justin”
“Justin…” avevo gli occhi lucidi. “Come pretendi che ti riconosca al cellulare!? Sono otto mesi che non ci sentiamo, OTTO MESI!” ripetei scandendo bene le parole.
“Lo so, scusa.. Dobbiamo parlare”
“Non voglio parlare con te!”
“Ho il diritto di parlare con te, sei la madre di mio figlio! Dobbiamo incontrarci. Dove sei?”
“Non ti interessa”
“Sarò a casa tua fra 10 minuti, fatti trovare lì”
Riattaccò.
La verità era che non volevo parlargli perché mi aveva abbandonata, ma io lo amavo ancora, nonostante avessi cancellato il suo numero dalla rubrica telefonica.
Tornai a casa e ci trovai Justin che attendeva il mio arrivo seduto sul muretto della mia villetta.
Mi avvicinai a lui quasi piangendo.
Non disse una parola. Il suo sguardo era fermo sul mio pancione, dove, poi, appoggiò anche la mano.
Misi la mia mano sopra la sua.
Si avvicinò a me e mi abbracciò. Mi diede un bacio sulla guancia e poi mi baciò sulle labbra.
Non so perché glielo lasciai fare, forse perché mi mancavano le sue labbra, i suoi abbracci, i suoi baci, il suo profumo, il suo tutto.
Forse perché mi mancava lui.
“Mi sei mancata” mi sussurrò all’orecchio.
“Non si vede, sai.. In questi otto mesi non mi hai mai fatto una telefonata. Ne per sapere come stavo ne per sapere il sesso del bambino” risposi.
“Scusami tanto.. Allora cos’è? Maschio o femmina?” chiese incuriosito.
“E’ maschio, si chiamerà Tyler”
“Non mi piace ‘Tyler’ come nome!”
“Non mi importa, ormai ho deciso” gli sorrisi ironicamente.
“Come vuoi tu amore” sorrise sinceramente.
Amore? Cosa gli era preso? Bah..
Entrammo in casa e ci sedemmo sul divano.
Prese le mie mani fra le sue.
“Sono pronto a tornare insieme a te!” esclamò.
“E cosa ti fa pensare che io voglia tornare a stare con te?” gli chiesi perplessa.
“Uhm.. Iniziando dal fatto che hai lasciato che ti baciassi. E poi l’ho capito anche da come mi stringevi quando ci siamo abbracciati”
Non parlai.
Aveva perfettamente ragione.
“Sono tornato perché ti amo. Amo te e Tyler” continuò.
“Cosa può assicurarmi che tu sia tornato per me e Tyler e non solo per Tyler?”
“Credimi” disse portando la mia mano sul suo cuore.
“Ti amo”
“Ti amo anche io Justin” e mi baciò.
Un mese dopo nacque Tyler.
Negli occhi di Justin leggevo la felicità e la gioia di essere diventato padre.
Non nego che non era molto presente in famiglia, per colpa del suo lavoro, ma, infondo,  andava bene così.
Per me era già tanto se era tornato dicendomi di amare me e il bambino.
 
Passarono quattro anni, stavamo ancora insieme.
“Vuoi sposarmi?”
“Si Justin, lo voglio”.
 

FINE.
  
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