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Autore: Hikari_Mireniamu    01/01/2013    10 recensioni
Seguì un imbarazzante silenzio. Astral guardava fuori con un aria corrucciata, cercando di comprendere cosa il ragazzino gli avesse appena detto. Poi improvvisamente disse: - Yuma, mi vuoi sposare?-
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Asutoraru /Astral, Yuma/Yuma
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una splendida giornata di primavera. Il sole splendeva, gli uccellini cantavano, era un atmosfera molto da film. Yuma Tsukumo, 13 anni, si godeva il tepore che filtrava dalle finestre di casa sua, facendo colazione. Fece un sospiro soddisfatto bevendo il the che sua nonna gli aveva lasciato da parte. 
-Yuma!!- un urlo nel suo orecchio lo fece sussultare. Il ragazzino si girò verso la fonte dell’urlo, e dei suoi guai. Astral lo guardava con aria curiosa, come quando non capiva qualcosa del mondo umano, -Astral… ti dispiacerebbe essere leggermente più delicato quando mi devi chiamare per qualunque motivo? –
-Yuma, che cos’è un matrimonio?- disse Astral come se non avesse sentito. Yuma ci pensò su cercando il modo più adatto per descriverlo: -Lo definirei … un giuramento. Quando due persone si amano e desiderano stare insieme per tutta la vita di solito si sposano. I miei genitori si amavano molto e infatti si sono sposati.- disse alla fine ricominciando a bere come se il discorso fosse chiuso lì.
Seguì un imbarazzante silenzio. Astral guardava fuori con un aria corrucciata, cercando di comprendere cosa il ragazzino gli avesse appena detto. Poi improvvisamente disse: - Yuma, mi vuoi sposare?-
Per poco Yuma non morì soffocato. Il the gli andò di traverso, e lui cominciò a tossire come un dannato. Cercando di riprendere fiato battendosi un pugno sul petto, guardò Astral con la faccia viola: - Che … che cosa?!- Astral annuì con aria convinta: - Tu hai detto che due persone si sposano quando vogliono stare insieme per tutta la vita … io voglio stare con te, qui sono felice. Quindi ci dobbiamo sposare. -. Yuma respirò profondamente, ancora shockato dalla frase di Astral: - Non è così che funziona … e poi ho solo 13 anni! – Astral piegò la testa, gli orecchini che gli cadevano delicatamente sulle spalle, gli occhi sgranati per la curiosità: - Se si ha 13 anni non ci si può sposare? – Yuma scosse la testa: - Teoricamente no … non ne ho idea. E poi tu non mi ami … vero? –
Astral distolse lo sguardo imbarazzato: - Non so cosa sia bene l’amore … però io voglio restare con te, e questo mi basta. – Yuma lo guardò per un momento, poi sospirò : - E va bene, facciamo questo matrimonio. Ma se mi chiedi ancora una volta una cosa del genere giuro che ti sbatto fuori di casa e non ti faccio rientrare nemmeno se mi offri il titolo di Re dei Duelli su un piatto d’argento! – Astral lo guardò sorpreso: - Davvero possiamo?- Yuma annuì e Astral sorrise felice; non la finiva più di ringraziarlo. Yuma arrossì un po’ per l’imbarazzo: - Solo per curiosità … dove hai sentito questa parola?-
-Alla televisione, ovviamente.-
Yuma si batté una mano sulla fronte. Promemoria per il futuro. Non far  più guardare ad Astral la tv.
-Oh, già! Nei matrimoni ci sono tanti fiori, non è vero?-  esclamò Astral. Yuma annuì, intuendo dove voleva andare a parare lo spirito azzurro. –Ne compri un po’ …. Per favore? – disse infatti Astral con aria supplichevole.  –Non se ne parla nemmeno! Non ho soldi da spendere per dei fiori! Sii ragionevole, Astral! La prossima volta cosa mi chiederai, uno koala? – Astral abbassò lo sguardo con aria afflitta, e a Yuma si strinse il cuore a vederlo triste. Alla fine si arrese: - Va bene, va bene, hai vinto … ma non finisce qui!- gli urlò dietro mentre usciva di casa.
Mentre camminava per le strade affollate, non finiva di smettere di pensare al suo amico azzurro. Voleva davvero rimanere con lui … o era solo un suo capriccio temporaneo? In cuor suo, ammetteva non senza un certo imbarazzo, sperava che sarebbero rimasti insieme ancora per molto tempo. Non voleva farsi illusioni: sapeva che Astral non apparteneva a questo mondo, e che se fossero riusciti a collezionare tutti i Numeri, era probabile che lui sarebbe tornato indietro. Però preferiva non pensarci: non era il momento di farsi mille problemi per una cosa che forse sarebbe successa tra molto tempo, o nella migliore delle ipotesi, mai. La verità era che Yuma si era affezionato ad Astral: con la sua curiosità infantile, con le sue assurde osservazioni, con la sua saggezza con non sempre mostrava ma che lo salvava in diverse situazioni, tutto di lui formava una personalità complicata ma nel complesso dolce. E Yuma adorava tutto di lui, anche se non voleva ammetterlo. Forse, in fondo, quando lo sgridava era perché si sentiva in dovere di proteggerlo, il suo amico che spesso sembrava così fragile.
Finalmente arrivò dal fioraio, un negozietto nascosto agli occhi della gente ma che lui conosceva grazie alle sue incessanti passeggiate alla caccia di Numeri per la città. C’erano fiori di ogni genere, dai colori vividi che attiravano l’attenzione a quelli meno appariscenti ma con una loro grazia nascosta dall’apparenza. Yuma si avvicinò al negoziante, con una nuova determinazione che gli infiammava il cuore:  avrebbe fatto le cose per bene. Voleva rendere Astral felice.
Il negoziante gli sorrise amichevole: - Cerchi fiori per una bella fanciulla, giovanotto? – Yuma scosse la testa, le guancie in fiamme: - No, no, solo per un amico … E’ per un matrimonio.-  L’anziano signore sorrise ancora,  non molto convinto, e gli porse un libriccino. Yuma lo guardò confuso:- Cos’è questo?-
-E’ un dizionario dei fiori. Nei secoli passati i giovanotti come te venivano a scegliere i fiori per l’amata in base al loro significato, per esprimere i loro sentimenti. Purtroppo è un metodo caduto in disuso … usalo per scegliere i fiori per il tuo “amico”. Lo renderai felice, vedrai.-
Yuma sfogliò le pagine ingiallite e polverose: non doveva essere stato usato per molto tempo. Voleva dei fiori che riassumessero tutte le caratteristiche di Astral, in modo che sapesse cosa amava di lui. Alla fine decise per una splendida composizione: fiori di biancospino, speranza, quella che lo spirito sapeva infondergli nei suoi duelli, insieme a fiori di borracina, che rappresentavano latranquillità che caratterizzava Astral, e per ultimo dei bellissimi fiori di cosmea: gioia di amare e di vivere. Perfetto per descrivere la curiosità di Astral e simboleggiare la sua dolcezza di fronte alle nuove scoperte. Mentre il negoziante preparava la composizione di Yuma, il ragazzino si sentiva stranamente elettrizzato. Il cuore gli batteva forte e gli sembrava di essere in mezzo al fuoco e sorrideva senza un motivo apparente. Non sapeva nemmeno lui come descrivere quel nuovo sentimento. Il negoziante gli porse il suo mazzo di fiori, porgendogli anche una dafne: non ti vorrei in nessun altro modo. :- Si vede che gli vuoi molto bene . .. sono felice di averti aiutato. E ora va’, corri da lui. – Yuma ringraziò, con l’impressione che quell’anziano e sorridente signore fosse un angelo sceso dal cielo. Corse a casa con le ali ai piedi.
Spalancò la porta di botto, calciando le scarpe da un lato e correndo in cucina dove aveva lasciato Astral. Si guardò intorno non vedendolo: - Astral? Dove sei?- lo chiamò  girando per le stanze. Alla fine lo trovò in soffitta, in mezzo ai cimeli dei suoi genitori. Teneva in mano un pezzo di uno specchio molto antico, inginocchiato per terra, dandogli le spalle. Ma la cosa che stupì di più Yuma era il lungo velo che gli scendeva delicato sulla schiena: sembrava che una nuvola fosse scesa dal cielo azzurro e gli si fosse posata sulla testa.  Il cuore di Yuma perse un battito, le guancie in fiamme. - Astral … - lo chiamò piano. L’altro si girò a guardarlo, un sorriso stampato in volto, gli occhi dorati che scintillavano di una felicità a stento repressa. – Yuma! Sei tornato! – disse fluttuando verso di lui.
Non ti avrei mai lasciato solo, Astral. Pensò Yuma, ma non lo disse ad alta voce. Era incantato. O forse … innamorato? – E questo dove l’hai trovato?- disse indicando il velo trasparente. Astral si portò una mano azzurra alla testa, sfiorando con un dito affusolato la stoffa impalpabile:- Sapessi … ci sono volte in cui perfino io mi stupisco di quello che posso fare.- Yuma non chiese altro, non volendo causare un delirio di onnipotenza al suo amico. Non riusciva a distogliere lo sguardo da Astral. –Aspetta … - sussurrò prendendo in mano il fiore di dafne che gli aveva offerto il fioraio. La guardò per un momento, poi la infilò tra i capelli azzurri, quasi bianchi tanto erano chiari, di Astral. L’altro guardò il fiore nei suoi capelli, ringraziando silenziosamente Yuma come solo lui sapeva fare. Yuma finalmente si riscosse:- Avanti, diamoci una mossa! Facciamo questo matrimonio!- disse tutto agitato. Astral annuì andando davanti all’amaca di Yuma, dove la finestra faceva entrare i raggi del sole. Yuma tese le mani, aspettando che Astral le prendesse, scordandosi per un momento che non si potevano toccare. E invece, sorprendentemente, le mani delicate di Astral si appoggiarono sulle sue: erano fresche, ma soprattutto, vere e tangibili. Yuma non disse niente, incapace di spiccicare una sola parola. Alla fine alzò le spalle, arrendendosi all’innegabile, e guardò Astral negli occhi:- Ehm … cose dobbiamo fare? Stare qui a fare le belle statuine? – Astral alzò le spalle, socchiudendo gli occhi:- Questo me lo dovresti dire tu … non so come si celebri un matrimonio.-
Yuma deglutì, sentendosi un idiota:- A-allora … vuoi … no, aspetta: voglio io prendere come sposa … Astral?- Scosse la testa: - Sì, sì, lo voglio … tutto questo è ridicolo! – Astral sorrise divertito dalle reazioni confuse del suo amico umano, aspettando che continuasse. Yuma riprese fiato, cercando di calmarsi: - Ok … e uno è fatto. Vuoi tu, Astral, prendermi come tuo legittimo sposo … fin che morte ( o quei bastardi del mondo Astrale, pensò dentro di sé )non ci separi? -. Astral annuì sorridendo, la luce che veniva da fuori che gli illuminava il viso dai lineamenti aggraziati, rendendolo a parere di Yuma bellissimo. – Sì, lo voglio. –
Yuma buttò fuori il fiato che fino a quel momento aveva trattenuto inconsapevolmente, lasciando i fiori che aveva comprato in mano ad Astral. Lo spirito chiuse gli occhi, annusandone il profumo, incantato. Riaprì gli occhi  di un poco, le guance leggermente rosse: - Grazie, Yuma … sono felice. Molto felice. – Yuma annuì, non sapendo come comportarsi. Fece per andarsene, ma Astral lo fermò:- Aspetta! Non abbiamo finito!- gli disse agitato. Yuma lo guardò confuso:- Cos’altro c’è adesso?- Astral teneva gli occhi puntati sul mazzo di fiori che aveva in mano, il velo calato sugli occhi d’oro. –Gli anelli, Yuma. Sono molto importanti.- Yuma sgranò gli occhi:- E dove li vado a pescare due anelli secondo te?-. Astral lo guardò di sottecchi, dispiaciuto. Poi al ragazzino venne un’idea. Si mise a sgattare nel baule sotto la sua amaca, in cerca di qualcosa. Poi si rialzò con un scatoletta impolverata: era bianca, con dei fini ricami sulla stoffa che la rivestiva. Al centro, due cerchi che si incrociavano formando una specie di simbolo dell’infinito. Yuma la aprì, rivelando due anelli dorati e perfetti. Erano le fedi dei suoi genitori. Le prese un po’ commosso, e le tese ad Astral:- Trovati-. Lo spirito azzurro le prese delicatamente, studiandole con curiosità. Poi prese la mano di Yuma e cercò di infilargli all’anulare la fede del padre, che ovviamente era molto più grande del dito del ragazzo. Yuma si guardò il dito con l’anello dorato, che gli ricordava incredibilmente gli occhi seri di Astral, e prese in silenzio dalla mano aperta di Astral l’altro anello, quello della sua mamma. Entrava perfettamente nel dito sottile e affusolato dello spirito.
Astral annuì soddisfatto:- Ora è tutto perfetto. Siamo marito e moglie-. Anche Yuma annuì, ma poi fissò confuso Astral:- Ma tu non sei un maschio?-
 -Ovviamente, ma come si può dire? Ci ho pensato, ma non credo che vada bene dire marito e marito, o peggio ancora marito e moglio … suona strano, no?-.
 Yuma scoppiò a ridere:- Va benissimo così, sciocchino … anche io sono felice.-
Senza alcun preavviso, Astral si chinò verso di lui, stampandogli un  bacio dolce sulla guancia, gli occhi chiusi. Yuma fece un salto indietro, sorpreso. Astral sorrise divertito:- Ora puoi baciare la sposa- concluse così il rituale. Yuma scosse la testa, poi attirò a sé lo spirito dandogli un bacio sulle labbra, studiando curioso la reazione dell’altro. Astral spalancò gli occhi sorpreso, poi abbracciò Yuma chiudendo gli occhi. Dopo un minuto che pareva un anno, si staccarono, entrambi imbarazzati. Fu Astral a rompere il silenzio che si era creato:- Quando sarai grande … se saremo ancora insieme … ci sposeremo per davvero?- chiese, quasi stesse chiedendo perdono, o cercasse disperatamente l’approvazione di Yuma, invece di fare una richiesta. Yuma sorrise: ecco i momenti in cui sentiva il bisogno di stringere a sé Astral, di farlo sentire a casa. E infatti lo prese tra le braccia, come aveva visto fare a suo papà con la mamma quando si erano sposati, e gli toccò la fronte con la sua:- Promesso. E se non fossimo insieme … ti verrei a prendere su un cavallo bianco. Noi resteremo insieme, Astral. Sia ora nella vita, che dopo nella morte.- concluse solennemente. Astral sorrise con gli occhi chiusi, raggomitolandosi tra le braccia di Yuma come un bambino piccolo.
Lo amava. Ora sapeva cos’era l’amore.
   
 
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