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Autore: kia84    19/07/2007    5 recensioni
"Promettimi che non mi lascerai mai sola" lo supplicò fissandolo con uno sguardo da cucciolo indifeso. TITOLO PROVVISORIO!! E se Marzio e Bunny si conoscessero fin da piccoli? E se il destino...leggete e commentate. ciao
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Uscì di corsa dal campus, come se fosse ricorsa da un branco di cani inferociti, controllando ripetutamente l'orologio da polso che segnava fastidiosamente le 9.10 di mattina. Era in un ritardo madornale e sapeva che il professor Nakazawa le avrebbe fatto penare quei pochi minuti. Poteva benissimo fregarsene e rimanere in stanza oppure andare in biblioteca a studiare piuttosto che sentirsi presa in giro di fronte a tutta la classe, ma nonostante lui fosse un arrogante e si credesse un dio sceso in terra non poteva di certo mancare nemmeno a una sua lezione visto che erano quelle più importanti tra tutte le lezioni della sua facoltà. Fece una smorfia di disgusto al ricordo di quel sorriso spocchioso che la prendeva sempre di mira facendola sentire incompetente ed insignificante. Le vennero i brividi ma scosse la testa cercando di non pensarci e accelerò il passo sempre di più sperando in qualche miracolo ma, girando l'angolo, andò a sbattere contro qualcosa di solido e muscoloso che la fece capitolare a terra insieme all'altra persona. Si massaggiò la fronte dolorante iniziando a sentire anche un certo male al fondo schiena che aveva appena battuto sull'asfalto.
“Cavolo che male! Mi scusi tanto…” iniziò a scusarsi la ragazza alzando lo sguardo verso il ragazzo che si era rimesso in piedi e adesso se lo ritrovava proprio davanti. Per qualche secondo si perse nell'ammirarlo a bocca aperta non riuscendo a proferire più alcuna sillaba. Non aveva mai visto un ragazzo come lui: alto, capelli di color nero corvino, occhi intensi di un blu profondo come la notte piena, un corpo da favola per il quale chiunque avrebbe fatto carte false per possederlo. Tutto in lui era magnetico e lei non riusciva a distogliere gli occhi arrossendo come una ragazzina alla sua prima cotta. Ma cosa le stava succedendo? Cosa le stava facendo? Sentiva una forte attrazione irrompere in lei e travolgerla del tutto, ma fu proprio il ragazzo a riportarla alla realtà in modo brusco.
“Stai più attenta la prossima volta o continuando di questo passo travolgeresti persino una montagna!” disse tra l'ironico e l'irritato il bel moro guardandola con espressione imperscrutabile. Bunny inizia a imbestialirsi sempre di più dandosi dell'imbecille per quello che aveva pensato, altro che angelo quello era proprio…
“Ma che grande stronzo!” gli urla alzandosi a sua volta per fronteggiarlo faccia a faccia, nonostante lui la superasse molto di altezza.
“Non pensavo fossi un maschiaccio ma a quanto pare mi devo ricredere. Ho trovato un maschiaccio e per giunta goffo come un elefante in un negozio di cristalli! Che fortuna!” ribattè lui con un sorrisetto sfrontato tra le labbra finché non sentì dei rumori di passi affrettati provenire dalla loro parte e scorse, dietro la ragazza, in lontananza, due familiari figure femminili dalle quali stava scappando ormai da settimane. Un'idea malsana fece capolino nella sua mente contorta e decise di cambiare le carte in tavola a suo favore e sfruttare l'occasione che quella biondina gli aveva appena offerto su un piatto d'argento.
“E poi sarei io la maleducata che non guarda dove cammina…e ti ho persino chiesto scusa! Sei solo un arrogante pallone gonfiato…”
Senza darle il tempo di finire quella fastidiosa filippica, che poteva solo immaginare quanto fosse lunga e noiosa, la baciò all'improvviso con passione. Bunny rimase spiazzata: una parte di lei avrebbe voluto schiaffeggiarlo irata urlandogli dietro come osava baciarla, mentre l'altra parte si sentiva protetta e amata e non avrebbe mai voluto che quel bacio finisse. Per un breve istante si lasciò andare alla passione e a quelle sensazioni sopite da tanto tempo, le sembrava di aver finalmente trovato ciò che stava cercando pur sapendo di non averlo nemmeno cercato. Quel bacio le stava mandando in pappa il cervello e si sentiva sciogliere dentro, se lui non l'avesse sorretta di certo sarebbe finita per terra a far compagnia alle lucertole. Quel momento di pura ebbrezza, come sotto effetto di stupefacenti, durò finché non si rese effettivamente conto in quale situazione la stava mettendo quello strafottente cafone e, spintonandolo con decisione, lo allontanò da sè con espressione oltraggiata mollandogli un sonoro ceffone su una guancia. Quel cretino si stava divertendo a metterla in imbarazzo e, con quella consapevolezza, la ragazza si irritò ancor di più. Avrebbe tanto voluto togliergli quel sorrisino bastardo dal viso e si stava preparando a colpirlo di nuovo quando lui fulmineo le afferrò il braccio scuotendo la testa.
“Eh no, questo non si fa! Così non si comporta una ragazza per bene!”
“E chi ti ha detto che io non lo sia? Quando mi girano è meglio non starmi accanto!” gli lancia un'occhiataccia di avvertimento.
“Non sapevo di aver trovato uno scaricatore di porto imbranato…” dice lui abbassandole il braccio con sguardo ironico.
“Come ti permetti?!” scoppiò lei completamente rossa dalla furia mentre lui inizia a ridacchiare.
“Mi piacerebbe intrattenermi ancora con te, ma ho una lezione tra poco. Ci vediamo in giro e stai più attenta testolina buffa!” le dice voltandole le spalle e salutandola con una mano da dietro.
“Ehi aspetta!” non fece in tempo a gridarlo che ormai lui stava correndo verso l'università di fronte lasciandola da sola. “Spero proprio di non rivederti! Però aveva qualcosa di stranamente familiare…oh cavolo! Me ne stavo quasi dimenticando! Adesso non posso nemmeno entrare ed interrompere la lezione perché sono troppo in ritardo…Milena mi uccide! Ed è tutta colpa di quello stupido!” disse sbuffando mentre dava un calcio a una piccola pietra che aveva vicino ai piedi.
Sconsolata si diresse verso i giardini del campus, visto che era una bella giornata soleggiata non voleva rovinarsela ulteriormente per andare a rintanarsi in biblioteca. Avrebbe voluto che ci fossero anche le sue amiche ma a quell'ora avevano tutte lezione e lei di certo non voleva fare l'egoista chiamandole per puro capriccio personale. Avrebbe avuto tante cose da dir loro, alcune delle quali sapeva che era meglio tacere per non rivangare ricordi dolorosi d'infanzia o il senso di perdita che, giorno dopo giorno, sentiva crescere in lei. Nonostante le conoscesse da anni, nessuna di loro sapeva nulla riguardo alla sua vita antecedentemente al loro incontro. A volte si sentiva in colpa per questo motivo, d'altronde come poter spiegare una delle più traumatiche esperienze della sua vita? Persino dopo dieci anni non riusciva ancora a capacitarsene se ci si soffermava un attimo col pensiero, per questo motivo si teneva costantemente occupata cercando di non pensarci. Ed ecco che ci ricascava con tutte le scarpe tra i ricordi, sbuffò spazientita mentre si metteva a sedere sotto a un albero e si appoggiava ad esso guardando ciò che quel bel panorama verde le offriva davanti. La quiete di quel posto era il modo migliore per riflettere sui suoi crucci attuali come la sua relazione con Marc. Forse Ottavia e Marta avevano ragione a preoccuparsi, del resto anche lei stessa, nel profondo del suo cuore, sapeva che Marc era cambiato da un pò di tempo a quella parte e che la loro storia sembrava quasi appesa a un filo di dubbi. Stavano insieme ormai da due anni; si erano conosciuti al liceo tramite un'amica in comune, Amy, che frequentava amicizie intellettualmente interessanti e lui ne faceva parte. Marc aveva un anno in più di loro, era uno dei migliori della sua classe e giocava nella squadra di basket della scuola dove tutte le ragazzine correvano a vedere la partita soltanto per sbavare dietro a quei ragazzi in divisa con i muscoli ben in evidenza e alquanto sudati. Sorrise al ricordo di essere stata una di loro finché non aveva iniziato a frequentarlo e da allora aveva avuto occhi solo per lui. Poi l'università e le nuove amicizie avevano iniziato a riempire le loro giornate senza lasciare loro molto tempo per vedersi, in qualche modo erano riusciti ad appianare le cose e ad organizzare gli impegni per passare un pò di tempo insieme. Avevano passato una settimana da sogno durante l'inizio dell'estate ma, successivamente, lui aveva trovato lavoro in un bar in una città vicina e l'aveva lasciata divertirsi con le amiche nella casa al mare della famiglia di Milena. Avevano passato soltanto un mese separati e durante tutto quel tempo si erano sentiti di sfuggita soltanto una volta. Inizialmente c'era rimasta un pò male per quell'assenza di telefonate, ma ogni volta si era detta che doveva avere pazienza perché sicuramente era costantemente impegnato al bar e tornava a casa stanco. Le ultime due settimane di vacanza aveva deciso di divertirsi sul serio, senza farsi paranoie per quel silenzio estenuante, e si era lasciata andare trascinando con sè le sue migliori amiche che, dopo averla vista riprendersi di punto in bianco, avevano finalmente tirato un sospiro di sollievo e l'avevano assecondata felici per quella distrazione. Dal ritorno delle vacanze estive si erano visti soltanto quattro volte e ormai erano passate già due settimana ma si era ripromessa di tornare agli stessi ritmi di prima per la loro relazione nella speranza di risolvere eventuali problemi o, come sembrava più evidente, momenti di confusione e strani comportamenti da parte del ragazzo. A volte aveva paura di chiedersi che cosa veramente provasse per lui, sapeva di volergli bene e che erano una bella coppia ma qualche volta sentiva che mancava qualcosa tra di loro e lei rimaneva, vigile in costante attesa, come se aspettasse qualcosa o qualcuno da un momento all'altro. Spesso si sentiva in colpa con lui quando le venivano in testa questi strani pensieri e, dandosi della scema, li metteva da parte concentrandosi unicamente sulla loro relazione e su Marc. Improvvisamente le tornò in testa il bacio di quell'aitante sconosciuto e si ritrovò ad arrossire di nuovo imbarazzata. Nessuno l'aveva mai fatta sentire così fin'ora e la cosa la sconvolgeva alquanto, specialmente perchè mentre baciava il moro non aveva pensato nemmeno una volta al suo ragazzo e si sentiva profondamente in colpa per questo. Sospirando agitata, prese il cellulare e mandò un messaggio a Marc. “Mi manchi, ho bisogno di stare un pò con te stasera. Chiamami appena puoi. Un bacio, Bunny.” Con lo sguardo turbato, alzò il viso tornando a perdersi tra il verde immenso del giardino.




Ciao a tutte e grazie mille per le recensioni. Volevo fare due piccole precisazioni: tutte le guerriere si sono risvegliate e combattono per portare a termine la loro missione, come già sapevate, però; Chibiusa non esiste ancora...ed è meglio che mi fermo qua ;)

x Usagi_84: milord non è ancora entrato in azione con le guerriere sailor, ma tranquilla che arriverà sconvolgendo i loro animi...dopotutto chi meglio di lui può farlo?
   
 
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