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Autore: Stay away_00    01/01/2013    1 recensioni
Le gelosia è un arma potente e spesso si nasconde dietro le motivazioni più valide.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jealousy

 

“ L’hai ucciso”

 

La voce di Rebekah risuonò fin troppo forte nel silenzio di quella stanza, incredula e straziante.

In futuro, qualcuno l’avrebbe definita simile a delle unghie che graffiavano una lavagna.

Klaus sospirò rumorosamente, aveva avvertito sua sorella, l’aveva avvertita.

 

Perché ti costa così tanto credere che qualcuno possa amarmi? – gli

urlò sua sorella.

Klaus sbuffò, scocciato, Rebekah non sarebbe mai riuscita a comprendere il suo punto di vista, non avrebbe mai visto quel lato di lui che moriva ogni volta che i suoi occhi si posavano sul nuovo amante della sorella.

Rebekah non capiva che ogni volta veniva travolto dalla gelosia, o da un sentimento che poteva definirsi molto simile.

Neanche lui, alle volte riusciva a spiegarsi quello che sentiva, era semplicemente troppo imbarazzante, troppo umano per lui

Ammettere quella possessività che sentiva nei confronti di sua sorella sarebbe stato umiliante, l’ennesima prova che avvertiva qualcosa di umano.

Inclinò leggermente la testa di lato, non badando alle parole che gli urlava la donna.

La sua umanità, l’ultima volta si era manifestata nel 1114, in Italia, quando sua sorella si era innamorata di quel volgare cacciatore, era stato un giochetto insignificante ucciderlo, come d'altronde aveva sempre desiderato, ucciderlo trafiggendolo con la sua spada, era stato un sogno realizzato in poco tempo.

Ma ovviamente ne aveva pagato le conseguenze, quello stolto lo aveva perseguitato per 52 anni,  4 mesi e 9 giorni, niente per un vampiro, ma in quei tempi, Niklaus aveva avvertito lo scorrere dei secondi, come se fosse una tortura senza fine, morte dopo morte trovava i suoi demoni li ad attenderlo, ognuno prendeva una forma diversa, ognuno era qualcuno che aveva perso.

Ognuno era una sua colpa.

Decise di distogliere la mente da quei pensieri per poi puntare la sua attenzione sulla sorella.

Si era nuovamente “innamorata”, ormai erano passati alcuni secoli dalla morte del cacciatore e Rebekah sentiva il bisogno di sentirsi amata.

Peccato, che la sua innata capacità nello scegliere gli uomini avesse colpito ancora.

Quella volta era un ragazzino viziato di buona famiglia, il quale aveva sentito parlare dei vampiri in città, e aveva scoperto che tutto proveniva dalla famiglia Mikaelson.

Lui la trovava una cosa noiosa, anche perché sua sorella gli aveva vietato di ucciderlo.

Credo che tu sia patetica. – affermò lasciando traspirare la sua

irritazione, perché sua sorella non capiva quando qualcuno la prendeva in giro?

Perché non capiva che loro erano una specie predatrice, che erano nati per uccidere e non per correre dietro all’idea dell’amore.

Vide lo sguardo di sua sorella indurirsi, mentre si avvicinava a lui e incrociava le braccia sotto il seno.

Tra noi due non sono io quella patetica, Nik. – disse in tono duro,

mentre lo superava e usciva dalla camera.

Klaus abbassò lo sguardo, quasi sconfitto, quella ragazzina aveva il potere di lasciarlo senza parole, come se fosse un povero stupido, a volte, in sua presenza, si sentiva un povero stupido.

Cadeva in uno stato confusionario davvero ridicolo.

Avrebbe voluto abbracciarla, consolarla, dirle che credeva che tutti fossero capaci di amarla, che lei lo meritava, ma allo stesso tempo una vocetta nella sua testa gli diceva che non avrebbe dovuto mostrarsi così debole, che non era il caso di lasciare andare tanta umanità.

E alle volte, il più delle volte… sempre, ascoltava quella voce.

Klaus sospirò, sentendo qualcuno bussare alla porta, la aprì con violenza, credendo fosse sua sorella.

Ma davanti a lui si trovò un giovincello messo in tiro, con un aria di superiorità dipinta in volto.

L’uomo si inumidii le labbra mentre si scostava dalla porta per far entrare il ragazzo.

Io lo so cosa siete, signor Mikaelson – disse il giovane mentre si

aggiustava la giacca del vistoso vestito.

Il vampiro inclinò la testa di lato e lo studiò.

Se solo sua sorella non gli avesse proibito di ucciderlo… già, perché quel tipo che si credeva molto più furbo di lui era lo spasimante di Rebekah.

Il ragazzo estrasse dalla giacca un paletto di legno, sorridendo in modo beffardo.

Quella poteva essere identificata come una specie di minaccia e se era tale, lui aveva il permesso di difendersi.

Si avvicinò al ragazzo per poi sorridergli, un sorriso ironico e carico di amarezza, odio… gelosia, quella gelosia che aveva represso troppo a lungo.

Il collo di quello che Klaus avrebbe definito un “umano troppo coraggioso” si spezzo come un ramoscello secco.

Fu proprio in quel momento che sentì la porta aprirsi.

-  Dimmi che… - la voce di Rebekah si ruppe da un urlo strozzato.

 

“ L’hai ucciso”

 

La voce di Rebekah risuonò fin troppo forte nel silenzio di quella stanza, incredula e straziante.

In futuro, qualcuno l’avrebbe definita simile a delle unghie che graffiavano una lavagna.

Klaus sospirò rumorosamente, aveva avvertito sua sorella, l’aveva avvertita.

 

Klaus si avvicinò a sua sorella, allontanandola dal corpo.

-Smettila Rebekah… - sussurrò, doveva ammettere, che vedendo la

sorella in quelle condizioni, un po’ lo inteneriva.

- L’hai ucciso… - sussurrò nuovamente lei, incredula.

Klaus le circondò la vita con un braccio, quasi si sorprese quando lei si appoggiò a lui.

Inevitabilmente in quel momento aveva bisogno di suo fratello, dell’uomo che aveva ucciso il suo amante, aveva bisogno di Nik.

Klaus sospirò, per poi condurla fuori dalla camera.

Non disse nulla, non sapeva se ne fosse il caso.

C’era solo silenzio, troppo silenzio.

 

 

   
 
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