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Autore: AnnaGamgee    01/01/2013    1 recensioni
La piccola Gin ha dei sogni strani, li ha sempre avuti dall'età di cinque anni.
La sua vita solitaria e senza amici la vede protagonista di diverse sedute da svariati psichiatri.
A 18 anni va a vivere nella famosa Casa Degli Omicidi con il suo ragazzo, ed è lì che tutto ha inizio, o un seguito.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tate Langdon
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
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CINQUE ANNI.

-Dove sono? Chi,chi sei?-
Ginger era spaventata. Un momento prima era nel letto e adesso indossava un bellissimo vestito dorato, mentre camminava con i piedi immersi nel lago.
A lei si era avvicinato un ragazzo, dall'aria gentile e simpatico, ma mai visto prima.
-Io sono Tate piccina, non avere paura, neanche io so perchè sono quì o cosa succede.-
Gin voleva il suo letto, caldo e morbido.
-Mamma?-
-Non è quì.-
Gli occhi le si riempirono di lacrime.
-Non piangere dai.- Le disse il ragazzo asciugandole la lacrima che le scivolava sulla guancia.
-Mamma verrà a prenderti.-


SEI ANNI.

-Taaaaate l'ho trovato! L'ho trovato!-
-Ooooh mi hai battuto un'altra volta, non è possibile!-
Il sorriso di Tate tradiva la sua tranquillità, era incapace a fingere.
-Gin, sai che giorno è oggi?-
La bambina scosse la testa e i suoi riccioli biondi fecero per un momento ombra ai suoi bellissimi occhi scuri.
-Oggi sono esattamente sei anni che ci conosciamo. Sei contenta?-
Il modo in cui la bambina lo abbracciò rispondeva fin troppo bene alla sua domanda.
-Vorrei che fossi tuo mio padre.-
Tate sapeva benissimo che voleva dire non avere un padre o perlomeno, sentirne la mancanza.
-Ma io sono tuo amico, non ti basta?-
-No. Sai mamma dice che questo è solo un sogno e tu non esisti. Dice che sei un amico immagginevole!-
-Immaginario, casomai. Vuoi che ti racconto una storia Gin? Quale vuoi?-
Gin amava le sue storie, specialmente quella di quando Tate era piccolo e aveva litigato col cane dei vicini.



DIECI ANNI.

-Oggi a scuola ci hanno fatto fare un disegno guarda, era più o meno così-
E così dicendo tracciò con il dito la forma del disegno sulla sabbia bagnata.
-Ma, è bellissimo!-
Tate la prese in braccio e la fece roteare come facevano nei film, a Gin piaceva.
-Alla maestra e a mia mamma non piace.-
La bambina scoppiò in lacrime e si sdraiò sulla sabbia che a quell'ora era a dir poco rovente.
-Madre Gin, eppoi, perchè non dovrebbe piacerle?Scommetto che le piace un sacco-.
-Perchè ci sei tu, oggi l'ho sentita parlare con la maestra e gli diceva che mi deve portare dal dottore perchè sono grande per gli amici immaginari. E quest..to sol..solo perchè tu non vuoi venire a casa mia!-
Aveva preso a singhiozzare.
-Non ho amici e mi pren..prendon..o tutti in giro per questo! Nessuno crede in te apparte m..me!-
Lui le prese il viso tra le mani.
-Gin, amore mio, non posso e lo sai, io abito lontano, se tua madre vuole portarti da un dottore, fai come dice, i dottori guariscono, non fanno male.



QUATTORDICI ANNI.
-Ciao Tti, che hai fatto oggi?-
-Il solito, ho litigato con mia madre perchè non volevo rimanere a badare a mio fratello mentre lei andava a cena fuori.Tu?-
Dio, si faceva sempre più bella e il cuore, sembrava quasi avesse ripreso a battere!
-Ho buttato giù una lista con la mia psicologa di cosa potresti essere.-
Iniziò a ridere, il che la faceva ancora più bella.
-Allora, numero uno, sei un ricordo di una vita precedente custodito a lungo nella mia mente contorta, due, sei l'incarnazione della mia voglia di scappare dalla realtà, tre, sei l'immagine del mio ragazzo ideale. Non male l'ultima idea direi. Ah si, dimenticavo, potresti anche essere la proiezione di mio padre fatta dal mio subconscio. Al che, io ho detto che potresti anche essere un  mutaforma e lei ha chiuso la seduta.-
Adorava il suo modo di ironizzare su tutto, adorava il modo in cui muoveva le mani, gesticolava tanto, amava i suoi capelli lunghi fino alle spalle, amava i suoi grandi occhi e le labbra enormi.
Possibile provare qualcosa per una ragazza che non sai neanche se esistere?


SEDICI ANNI.


Erano entrambi sdraiati sotto una quercia su un lago sperduto nelle loro menti. L'unico posto dove potevano stare insieme.
Entrambi innamorati dell'altro.
Leggevano un libro insieme.
Si tevenavano per mano.
Lei provava a fare smorfie strane per tranquillizzarlo, lui aveva troppi casini in testa ultimamente.
Un nuovo padrigno, il fratello recentemente scomparso, i suoi sospetti sulla madre.
Lui rideva, quando dormiva sognava, e quando sognava c'era lei e lei lo faceva ridere.
-Se non ci fossi tu, sei diventata la mia unica ragione di vita. Di giorno rischio di impazzire.Di notte ti amo. Che strano.-
-Sono undici anni che ogni giorno stiamo insieme, sei parte di me, Tate.-
Si baciarono, come non avevano mai fatto con nessun'altro. Il loro primo bacio perfetto, con i fiori tra i capelli e il vento e il lago e gli scoiattoli.
TRIIIIIN
-Cazzo è già ora!-
La sveglia aveva suonato, quindi, la scuola aspettava.
Felpa preferita, zaino e auto.

-Maaaa, sono tornata!-
Un biglietto sul frigo: "Torno stasera, il pollo è nel forno."
-Perfetto-
La tv era accesa, si vede che sua madre, quella bionda perfetta, andava di fretta stavolta.
Il tg stava parlando della ricorrenza di una strage avvenuta in una scuola chissà dove, morti circa 5, feriti boh.
-Hm, devo proprio stringergli la mano a questo.
Proprio nel momento in cui passava sullo schermo, la foto dell'assassino, Gin cambiò canale.

Due cose accaddero quel giorno. La famiglia Harmon si trasferì in una casa molto particolare, e per la prima volta, quella notte, Gin non sognò nulla. 

  
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