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Autore: Lux_Black    01/01/2013    10 recensioni
Beckett si ritrova con due linee su un test di una gravidanza che non vuole e un caso particolare, troppo vicino a lei, tra le mani. Divisa tra due realtà difficili e per di più in preda ai malesseri della gravidanza che incalza, riuscirà la nostra detective a uscire indenne da questo periodo 'difficile'? Oppure finirà per accontentare tutti tranne che sé stessa? E Castle? Riuscirà a rispettare le decisioni della donna e supportarla nel momento del bisogno? Oppure il suo egocentrismo avrà la meglio su di lui?
Be', se vi interessa leggete e tutte queste domande troveranno risposta, altrimenti passate pure oltre.
Rating Giallo per sicurezza.
M.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Il était seulement un enfant
capitolo1: il sogno
Richard Castle si rigirò nel letto più volte, senza però svegliarsi.
Mugolò.
Quel sogno lo turbava, lo inquietava, ma era troppo stanco per aprire gli occhi.
Dall'altra parte dello stesso letto, anche la migliore detective di New York, Kate Beckett, stava sognando qualcosa. Girò di scatto la testa due o tre volte, come per scacciare una mosca molesta, e poi finalmente si svegliò.
Scattò a sedere, con gli occhi spalancati e il respiro affannoso.
La sua mano corse meccanicamente fino a quella del suo compagno, e la strinse.
"K-k-kate..."sbadigliò lo scrittore.
"Rick...Rick, svegliati."
"Mmmfffpppfff..."
"Rick. Rick! RICK!!!"
L'uomo scosse la testa, come per volersi scrollare via di dosso il sonno.
Poi si mise anch'egli seduto
"Ci sono."
"Rick, ho fatto un sogno incredibile!"
"Raccontami, tanto ormai sono completamente sveglio."
"Be', era un sogno...non so spiegarti, non so nemmeno raccontarlo, so solo che è il sogno più reale che abbia mai fatto...era incredibile, davvero, una specie di...visione"
"Ok Kate, va bene, ma se non mi dici cos'è non capirò mai ciò che intendi."
Lei chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. Poteva prenderla sul serio oppure ridere di lei per l'eternità.
"Ecco, in questo sogno c'eravamo noi due, Alexis e un bambino che...che era nostro figlio. Aveva circa tre anni, i capelli biondi e gli occhi verdi, ed era bellissimo...ma soprattutto era così...così reale, non so spiegarti. Eravamo in salotto ed era la vigilia di Natale, noi stavamo scartando i regali..."
"Kate, frena frena frena. Hai detto vigilia di Natale?!?"
Lei assunse un'espressione stupita. Possibile che di tutto il suo discorso lui avesse catturato solo le parole 'vigilia di Natale'?!?
"Sì, perchè?"
"Perchè io stavo facendo il tuo stesso sogno prima che tu mi svegliassi, solo che al posto del bambino c'era una bambina...bionda con gli occhi verdi, come hai detto tu."
Kate sbiancò.
"S-sei sicuro?!?"
"Più che sicuro! Secondo te cosa significa?"
"I-io n-non lo s-so...ma la bambina era nostra figlia?"
"Sì."
Kate impallidì ancora di più, e si lasciò cadere sul materasso.
"Kate? Ti senti bene?"
"I-io s-sì, più o meno."
Cercò di sorridere, ma il risultato fu una specie di smorfia poco convincente.
"Sicura?"
"Sì, diciamo solo che sarà meglio che domani io compri un test di gravidanza."
Disse provando ad alleggerire il tono della voce.
"Kate?"
"Rick."
Cercò di ricacciare indietro le lacrime e deglutì, ma una gocciolina salata sfuggì al suo controllo.
Per fortuna la stanza era semi-buia.
"Vado un attimo in bagno."disse con voce tremante.
Scese dal letto e uscì dalla stanza, sentendo lo sguardo dell'uomo puntato sulla sua schiena.
Giunse in bagno, e per un attimo si osservò nello specchio sopra il lavandino.
Aveva i capelli scompigliati e gli occhi rossi, si vedeva benissimo che stava per mettersi a piangere.
Prese un respiro profondo e poi dette il via allo sfogo.
I singhiozzi scossero il suo corpo, prima lentamente e poi sempre più frequentemente e la seconda, la terza, la quarta lacrima andarono a seguire la prima.
Si sentiva male all'idea di essere madre, era certa che non avrebbe saputo sopportare il peso delle responsabilità.
Si sentiva male perchè, anche se solo per un momento, quando si era affacciata la possibilità 'madre' nella sua vita le era venuta in mente la parola 'aborto'.
Si sentiva dannatamente male anche solo per non essere stata più attenta, per non essersi ricordata la pillola o per non aver costretto Rick a indossare il preservativo.
Semplicemente si sentiva male perchè non voleva una possibilità a cui migliaia di altre donne anelavano.
Ok, calma. In fondo non era ancora detto, no? In fondo magari stavolta l'aveva scampata, magari quel ritardo e quei sogni erano solo una coincidenza,
Magari.
Ad ogni modo, ci avrebbe pensato l'indomani.
Angolo della pazza autrice:
Ciao a tutti!
Premessa: questa non è né una storia Caskett né una storia sulla gravidanza di Beckett fine a sé stessa, in quanto per me non ci sarebbe storia (tra Ethan, Joy e Gabriel Orson...).
È una long che parla anche  di come Beckett affronterà, complice un caso molto difficile, l'idea di essere madre.
O almeno, questo vorrebbe essere.
Grazie a chiunque abbia letto e a chiunque voglia lasciarmi un commento per farmi sapere...naturalmente si accolgono sia critiche che complimenti.
Grazie!
M.

Il était seulement un enfant


capitolo1: il sogno


Richard Castle si rigirò nel letto più volte, senza però svegliarsi.

Mugolò.

Quel sogno lo turbava, lo inquietava, ma era troppo stanco per aprire gli occhi.

Dall'altra parte dello stesso letto, anche la migliore detective di New York, Kate Beckett, stava sognando qualcosa.

Girò di scatto la testa due o tre volte, come per scacciare una mosca molesta, e poi finalmente si svegliò.

Scattò a sedere, con gli occhi spalancati e il respiro affannoso.

La sua mano corse meccanicamente fino a quella del suo compagno, e la strinse.

"K-k-kate..."sbadigliò lo scrittore.

"Rick...Rick, svegliati."

"Mmmfffpppfff..."

"Rick. Rick! RICK!!!"

L'uomo scosse la testa, come per volersi scrollare via di dosso il sonno.Poi si mise anch'egli seduto

"Ci sono."

"Rick, ho fatto un sogno incredibile!"

"Raccontami, tanto ormai sono completamente sveglio."

"Be', era un sogno...non so spiegarti, non so nemmeno raccontarlo, so solo che è il sogno più reale che abbia mai fatto...era incredibile, davvero, una specie di...visione"

"Ok Kate, va bene, ma se non mi dici cos'è non capirò mai ciò che intendi."

Lei chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.

Poteva prenderla sul serio oppure ridere di lei per l'eternità.

"Ecco, in questo sogno c'eravamo noi due, Alexis e un bambino che...che era nostro figlio. Aveva circa tre anni, i capelli biondi e gli occhi verdi, ed era bellissimo...ma soprattutto era così...così reale, non so spiegarti. Eravamo in salotto ed era la vigilia di Natale, noi stavamo scartando i regali..."

"Kate, frena frena frena. Hai detto vigilia di Natale?!?"

Lei assunse un'espressione stupita. Possibile che di tutto il suo discorso lui avesse catturato solo le parole 'vigilia di Natale'?!?

"Sì, perchè?"

"Perchè io stavo facendo il tuo stesso sogno prima che tu mi svegliassi, solo che al posto del bambino c'era una bambina...bionda con gli occhi verdi, come hai detto tu."

Kate sbiancò.

"S-sei sicuro?!?"

"Più che sicuro! Secondo te cosa significa?"

"I-io n-non lo s-so...ma la bambina era nostra figlia?"

"Sì."

Kate impallidì ancora di più, e si lasciò cadere sul materasso.

"Kate? Ti senti bene?"

"I-io s-sì, più o meno."

Cercò di sorridere, ma il risultato fu una specie di smorfia poco convincente.

"Sicura?"

"Sì, diciamo solo che sarà meglio che domani io compri un test di gravidanza."

Disse provando ad alleggerire il tono della voce.

"Kate?"

"Rick."

Cercò di ricacciare indietro le lacrime e deglutì, ma una gocciolina salata sfuggì al suo controllo.

Per fortuna la stanza era semi-buia."Vado un attimo in bagno."disse con voce tremante.Scese dal letto e uscì dalla stanza, sentendo lo sguardo dell'uomo puntato sulla sua schiena.

Giunse in bagno, e per un attimo si osservò nello specchio sopra il lavandino.

Aveva i capelli scompigliati e gli occhi rossi, si vedeva benissimo che stava per mettersi a piangere.

Prese un respiro profondo e poi dette il via allo sfogo.

I singhiozzi scossero il suo corpo, prima lentamente e poi sempre più frequentemente e la seconda, la terza, la quarta lacrima andarono a seguire la prima.

Si sentiva male all'idea di essere madre, era certa che non avrebbe saputo sopportare il peso delle responsabilità.

Si sentiva male perchè, anche se solo per un momento, quando si era affacciata la possibilità 'madre' nella sua vita le era venuta in mente la parola 'aborto'.

Si sentiva dannatamente male anche solo per non essere stata più attenta, per non essersi ricordata la pillola o per non aver costretto Rick a indossare il preservativo.

Semplicemente si sentiva male perchè non voleva una possibilità a cui migliaia di altre donne anelavano.

Ok, calma.

In fondo non era ancora detto, no? In fondo magari stavolta l'aveva scampata, magari quel ritardo e quei sogni erano solo una coincidenza.

Magari.

Ad ogni modo, ci avrebbe pensato l'indomani.

Angolo della pazza autrice:

Ciao a tutti!

Premessa: questa non è né una storia Caskett né una storia sulla gravidanza di Beckett fine a sé stessa, in quanto per me non ci sarebbe storia (tra Ethan, Joy e Gabriel Orson...).È una long che parla anche  di come Beckett affronterà, complice un caso molto difficile, l'idea di essere madre.

O almeno, questo vorrebbe essere.

Grazie a chiunque abbia letto e a chiunque voglia lasciarmi un commento per farmi sapere...naturalmente si accolgono sia critiche che complimenti.

Grazie!

M.




 

 

  
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