"Oscurità. Profonda, un vuoto incolmabile, l'esistenza distrutta in un muto silenzio, così la notte cala indisturbata su di una foresta di alti pini, con le fronde mosse dal vento; al centro di una radura, inspiegabile, un semplice letto di legno a doghe giace in solitudine, mentre intorno, malinconicamente, tutto il resto tace.

Un corvo, in lontananza, emette il suo caratteristico richiamo, ed ormai tutto viene inghiottito dal buio. Scricchiola il letto mentre la brezza sfiora le sottili fessure del legno, che nascondono, pochi centimetri sotto di esso, una voragine di media grandezza, circa il diametro di una ruota di bicicletta, e un tunnel palesemente scavato non da mano umana, che sembrava, apparentemente, sprovvisto di fondo.

Al termine di esso si cela la dimora di un qualcosa il cui nome soltanto fa rabbrividire chiunque lo pronunci, per la sua snervante onnipresenza e propensione alla corruzione di sogni puerili, una creatura : Pitch, l'uomo nero, l'essere più spregevole che abbia mai camminato sulla faccia della Terra.

Entrando, o per meglio dire, scivolando all'interno del buco, s'intravede infondo una fioca luce bianca, che poi si rivelerà essere l'entrata di un'immensa grotta sotterranea,disseminata d'imponenti gabbie nere in ferro battuto appese al soffitto; si presenta scarna, con rocce dalla tonalità grigio cemento sporgenti dalle pareti, e gli unici suoni udibili risultano essere i cigolii insistenti delle catene alle quali sono appesi i contenitori a sbarre, vuoti, come d'altro canto tutto il resto della caverna.

Maestoso, appoggiato ad una colonna, giace immerso in una coltre fumosa l'oscuro sovrano di quel luogo, Pitch Black, che ormai d'umano ha conservato soltanto le fattezze, arrovellandosi come suo solito sul come ed il perchè sia divenuto ciò che è adesso.

Occhi di topazio, naso adunco e capelli color d'ebano, così si presenta al cospetto del folklore; malvagio ed infido nei confronti del genere umano, unico suo «sogno» è quello d'instillare paura, glorioso sentimento a suo parere, all'interno di ogni singolo essere vivente, generata grazie all'aiuto del suo immenso esercito di Incubi, creature dalle fattezze equine esistenti sin da quando l'uomo inizio a provare tale emozione, dimoranti nella parte più oscura di ogni cuore.

Nel preciso istante in cui scoccò la mezzanotte, con tono stranamente contento, Pitch disse: «Che giorno magnifico sarà questo, finalmente potrò uscire allo scoperto indisturbato e confondermi fra gli ignari esseri umani, rimanete a guardia, miei Incubi, della nostra dimora».

Disposti a gruppi per pattugliare la zona, i fidi seguaci eseguirono gli ordini del loro Padrone, consapevoli che la notte successiva sarebbe stata per il Re degli Incubi un'occasione speciale per avvalersi delle sue capacità: la notte di Halloween.