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Autore: Jay_Bismen    02/01/2013    0 recensioni
Una ragazza come tante.
Una famiglia distrutta.
Un gruppo di ragazzini irruenti.
Un tradimento che metterà a dura prova l'amicizia tra persone cresciute insieme.
Un Paese distrutto.
Un capo malvagio.
Un popolo stanco di subire soprusi e sottomissioni continue.
Una città in pericolo.
E forse la nascita di un nuovo amore....
L'Italia è stata sottomessa dal Governo dopo una violenta rivolta,e solo una parte è riuscita a salvarsi (l'isola della Sicilia). I suoi abitanti vivono sereni. Questo ancora per poco. Chi non vive in questa città inizia a dubitare dell'onestà dei siciliani,che per motivi di sicurezza non lasciano entrare nessuno sconosciuto dentro il confine. Le pattuglie del Governo iniziano ad aggirarsi intorno all'isola,in cerca di vendetta. La storia si focalizza su una ragazza, Christy,che ha un passato eun presente particolari. Costretta a vedersela da sola e ad accettare il fatto di appartenere una famiglia basata non sul legame di sangue,ma su quello dell'amicizia,che sta per infrangersi. Il mondo di Christy sta per crollare sotto i suoi piedi e lei si dimostrerà la persona capace di sistemare le cose. E' arrivato il momento di cogliere l'attimo per lei.
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alcuni giocano e scherzano tre loro,altri sono seri. Caius è al centro. E’ un bel ragazzo:capelli biondi,occhi castani,magro e muscoloso,come tutti i ragazzi della banda,d’altronde. Veste,come al solito,come un ragazzo di strada:jeans strappati sulle ginocchia e sulle cosce,la solita canotta nera col teschio. Non che io mi sia vestita meglio. Ho un jeans sbiadito,una maglia rossa a maniche corte,e da sopra un’altra nera,strappata. Tutti gli Audaci vestono più o meno così,da sconsiderati. Faccio una panoramica delle persone che ci sono. Sono sei: Caius e Peter,i capi,Jake, Jane, Martin e Jess. Vado verso di loro. Jane corre verso di me. E’ una bella ragazza:i boccoli neri le cadono sulle spalle e risaltano i suoi occhi color ghiaccio,è alta e magra. – Ehi! – mi fa sorridendo e finendomi addosso. Riusciamo a stento a non cadere. – Jane.. – ribatto. Ridiamo.                                                                                                                                                                                      
–Come va oggi? – chiede,poi aggiunge guardandomi seriamente – I tuoi genitori? E Tommy?                                                                                                      
-Oh,beh,li conosci i miei. E lui…beh,è piccolo. Si preoccupa tanto,non sa che fare. E quando non ci sono,ovvero spesso,sta solo. Mi preoccupo per lui… – sorrido e mi volto a guardare Tommy. Lo guarda anche lei.                                                                                                                                                                                 
 –Già…Beh,magari tra qualche anno entrerà anche lui a far parte della banda – mi dà una spallata e sorride. Io non dico niente. La verità è che non voleva neanche lontanamente che facesse parte del gruppo. Fare il  teppista,frequentare delinquenti… no,non era quello che mi ero prefissata per lui. Non ce l’avrebbe fatta. Qua il più forte vince,senza pianti da bambini,si sta alle regole oppure possono succedere cose brutte. Il mio fratellino,così fragile,non era fatto per svolgere la mia stessa vita,per non parlare della prova da fare per riuscire ad entrare nella banda…                                                                                                                                                        
-Beh,avete finito di confessarvi voi due? – dice Peter con una punta di sarcasmo nella voce. E poi – Giorno,Christy. – ci battiamo il cinque,come facciamo sempre. E’ stato lui a portarmi nella banda,qualche anno fa. I miei stavano litigando di brutto. Io ero uscita di casa e ero corsa via. Non avevo nessuno con cui parlare,discutere. Ero sola nel mondo. Poi incontrai lui. Ascoltò la mai storia e decise che ero la persona giusta per entrare tra gli Audaci. Il gruppo lo fondò lui anni addietro. All’inizio erano in tre: lui,Jane e Jake. Riuscii a superare la prova per entrare e mi infilai nella setta. Finalmente avevo una famiglia. Era tutto liscio come l’olio,fin quando non arrivò Caius…                                                                                                                                                                               
-Sì,certo grande capo – scherza Jane. Tutti ridono. Tranne Caius.                                                                                                                                  
 –Basta,femminucce. Oggi non si va a scuola. – dice. Martin e Jess ridono,tutti gli altri no.                                                                                   
–Perché? – fa Jake. –Io devo fare un compito,oggi. Non posso mancare.-Caius lo guarda con fare minaccioso –Vuoi rimanere tra gli Audaci,Jake?- dice.
–Sì –trema lui.                                                                                                                                                                                                                          
–Bene,allora tappati la bocca e ascoltami. Non si andrà a scuola,andremo a fare un giro al confine. Poi andremo alla base. E ci staremo fino a sera. Il resto ve lo spiego più tardi…                                                                                                        
Ancora mi aspetto che Peter obbietti. Di certo non è d’accordo con Caius. I suoi occhi nocciola me lo dicono quando si incontrano con i miei. Lui è il capo originale. Lui ha fondato il gruppo,dovrebbe avere più influenza di Caius,ma non è così. Il suo corpo slanciato e muscoloso resta immobile mentre il vento gli scompiglia i capelli castani,e non dice una parola per opporsi. Visto che nessuno dice niente,Caius continua: -Bene. Andiamo,prima che qualcuno veda che mariniamo la scuola. “Tutta Sicilia lo sa,ormai. Grazie a te perdiamo un sacco di giorni!” penso mentre ci avviamo verso il confine. La nostra collocazione è vicina alla ex città di Pantelleria,ed è là che ci dirigiamo,verso i due chilometri che ci separano dal mare e dal confine. Il paesaggio è fantastico,ogni volta che vengo desidero vivere qui,invece che in quella topaia di quartiere pieno di edifici pendenti e rattoppati. Tutti noi del gruppo viviamo vicini,così possiamo incontrarci senza problemi. Caius è arrivato a dare fuoco alla sua vecchia,stupenda casa per venire a vivere là e non essere escluso dal gruppo. Questo dovrebbe bastare per descrivere la sua pazzia. Corriamo per la spiaggia fin quando non vediamo un muro nero ed alto interrompere il cammino. Questo,il primo,non è elettrificato. Lo scavalchiamo. Arrivati dall’altra parte,lentamente ci avviciniamo al mare. Si intravede appena il cancello che fa da confine. Appena arriviamo ci rendiamo conto che qualcosa non va. Nel mare aperto,una decina di navi circonda l’isola. Un’imprecazione esce dalla bocca di Caius. –Lo sapevo! – urla e va verso una schiera di cannoni sulla spiaggia. Li aveva portati là qualche giorno prima,ma non avevamo capito a cosa servissero fino a quel momento. : Jess,tu resta là e dicci se ne arrivano altre,Angela,al cannone centrale,hai una mira formidabile,tutti gli altri si mettessero ad un cannone qualsiasi e diano fuoco. – Dobbiamo sparare a persone che non conosciamo nemmeno? – fa Jake. La sua pelle abbronzata risplende al sole e nei suoi occhi nocciola vedo stupore e rabbia.                                                                                                                                                                            
–Jake,te l’ho già chiesto. Vuoi rimanere nella banda sì o no? Allora spara! Sono uomini dell’esercito,come devo dirtelo? – scoppia Caius. Jake non parla più. Andiamo tutti alle nostre postazioni. Le navi non sono molto lontane. Anzi,non sono mai state tanto vicine. Iniziamo a sparare. Mi prendo qualche secondo per puntare bene… fuoco! Il colpo fa a segno. Intorno a me sento urla,esultanze,la voce di Jess che urla comandi dall’alto. Ma non guardo altro che le navi. Non subiscono soltanto i colpi,ne mandano anche. “Dobbiamo finirle al più presto,o non ce la faremo” penso. Ogni tanto una palla di piombo vola verso di me e soni costretta a fuggire,per poi ritornare. Abbiamo fatto fuori sei navi,quando le altre iniziano a battere in ritirata. Ci fermiamo tutti e guardiamo. Sarà una trappola? Attimi di terrore,poi le quattro navi spariscono all’orizzonte. Caius sputa a terra. Martin esulta – Ne ho fatte fuori due! Due!! Scommetto che nemmeno tu,Angela,sei riuscita a fare di meglio! – in realtà ne ho abbattute tre,ma sto zitta. – Gli abbiamo fatto paura,visto come sono scappati?? – Si batte il cinque con Jess. Peter viene verso di me. –Come va? –sorride.                                         
–Oh,benissimo,ho appena affondato tre navi e sono stata quasi uccisa da una palla volante. Va stupendamente direi.. – si asciuga il sudore e ride – Quello che non capisco – continuo – è perché se ne sono andati. Altri due colpi e ci avrebbero finito. I cannoni di Caius,Jake e Jane sono esplosi. Mancavano solo il mio il tuo e quello di Martin. Ci avrebbero vaporizzato.  – concludo. Peter mi da ragione,ma non riusciamo a trovare una risposta adatta. – Bene – dice Caius. – torniamo alla base e riposiamoci. Il resto lo faremo domani. – Jake lo guardò di traverso – e non preoccupatevi,fanciulle,non vi farò marinare la scuola..                                        
  
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