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Autore: Diemmeci    02/01/2013    4 recensioni
«Hai bisogno di aiuto?», un ragazzo mi sta venendo incontro, ma non riesco a vedere il suo volto per via del sole che mi sta accecando.
«Sono caduta e temo di essermi slogata la caviglia», informo il ragazzo, il quale riconosco all’istante e sobbalzo per la sorpresa.
Jensen Ackles. Seguo Supernatural da una vita ed ho sempre avuto una cotta per lui. Sento le guance prendere fuoco ed abbasso lo sguardo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Secondo capitolo.

La mattina seguente decido di chiamare Josè e come sospettavo è arrabbiato.
«Ti sei ricordata di me, finalmente». Sbuffa, non dandomi il tempo di spiegargli cosa è accaduto.
Alzo gli occhi al cielo. «Josè, mi dispiace così tanto. Durante il tragitto sono caduta e mi sono slogata la caviglia».
Rimane in silenzio per qualche istante, probabilmente per elaborare il senso della mia frase.
«Capisco, allora non preoccuparti. Per la prossima partita verrò a prenderti io con la macchina, in modo tale da non farti fare di nuovo male». Mi prende in giro, ridendo.
Sbuffo, ma rido. «Non indovinerai mai chi mi ha soccorsa».
«Uhm», fa una pausa, «non ne ho la più pallida idea. Chi?»
Faccio un lungo sospiro. «Jensen Ackles».
Lo sento ridere. Ovviamente non mi crede, ma perché mai dovrebbe? Jensen Ackles non è la classica persona che incontri per strada. «Si, e ieri alla partita è venuto Jared Padalecki», mi prende in giro.
«Dico sul serio, Josè».
Resta un momento in silenzio. «Oh mio Dio», sussurra, «su Facebook dicono che è davvero a Roma». Urla.
Rido. «Te l’ho detto!»
«Devi assolutamente farmelo conoscere, ti prego». Mi supplica.
Come faccio? Jensen, molto probabilmente, mi ha già dimenticata.
«Certo», alzo gli occhi al cielo, «ora devo scappare, ci sentiamo più tardi».
«Va bene, ciao Rach!».
Quando ho attaccato mi guardo intorno e il mio sguardo si punta sull’orologio, che segna le dieci. Scatto in piedi e vado in camera per potermi preparare.
Devo andare a comprare un vestito per una festa organizzata da Josè, che si sarebbe tenuta la sera stesssa. Infilo un paio di jeans, una felpa e le converse.
I miei capelli, non essendo presentabili, decido di raccoglierli in una coda alta.
Il campanello di casa mi distrae dalla mia preparazione.
«Chi è?», urlo, correndo verso la porta di casa.
Non ricevo risposta, così guardo attraverso l’occhiolino e rimango a bocca aperta.

«Jensen, che ci fai qui?» Sono certa che il mio volto sia bordeaux.
Jensen si trova sull’uscio della porta e mi sorride. «Disturbo?»
Scuoto la testa e gli faccio cenno di entrare. Si guarda intorno e sorride nel vedere un enorme poster attaccato al muro, il quale ritrae Dean Winchester.
«Team Dean?» Chiede, sorridendo.
«Già».
Ci sediamo sul divano e mi sento terribilmente a disagio. Cosa ci fa qui?
«Sono passato per vedere come stavi», dice, rispondendo alla mia domanda non espressa.
Sorrido. «Sto molto bene», faccio una pausa, «però stavo uscendo».
«Oh, dove stavi andando?»
«Devo comprare un vestito per una festa che ha organizzato Josè, sai, il ragazzo della partita».
Annuisce. «Capisco. Posso accompagnarti?»
«Certo, ma sei sicuro di voler entrare nel tunnel dello shopping?», sorrido.
Sospira. Come fa ad essere così sexy anche quando sospira? «Farò questo sforzo».
Mi alzo e faccio un saltello. «Allora andiamo».
Annuisce e mi segue fino a fuori casa.
Ogni tanto ci capita di incrociare gli sguardi ed ogni volta che questo accade il mio cuore perde un battito. Jensen Ackles sta uscendo con me e non riesco ancora a crederci.
«Anche il tuo migliore amico vede Supernatural?», mi chiede, distraendomi dai miei pensieri.
«Si, ma è Team Sam, mi dispiace». Rido.
«Me ne farò una ragione».
Sorrido e ricordo cosa mi ha detto Josè. «Posso presentartelo? Stamattina, prima che tu arrivassi, ci stavo parlando al telefono e gli ho detto di averti incontrato». Alzo le spalle, cercando di non sembrare imbarazzata.
L’ombra di un sorriso sfiora le sue labbra. «Potrei stasera».
«Puoi venire alla festa, se vuoi. Sono certa che gli farebbe molto piacere».
Ci pensa un istante, ma finisce per annuire. «Posso».
Sospiro, sollevata di poterlo vedere anche questa sera. E’ strano quanto mi abbia preso con solo due giorni, ma spero mi passi presto. Non voglio entrare nel tunnel dell’amore, non ora.
I miei piani sono basati sul divertimento.
«Hai un abito adatto?»
Sorride, annuendo. «Ovvio», fa una pausa, «posso passarti a prendere?»
Mi coglie di sorpresa, tanto da farmi rimanere a bocca aperta. La cosa strana è che per la festa mi sarebbe servito un accompagnatore, ma mai avrei immaginato che sarebbe stato lui.
«Per me va bene». Acconsento, arrossendo.
Un istante dopo mi ritrovo a terra: sono inciampata su una lattina di Coca-Cola. Jensen inizia a ridere, fino ad accasciarsi accanto a me ed io, senza volerlo, lo imito. «Sei davvero goffa». Dice, mentre mi aiuta a rialzarmi.
Alzo le spalle e pulisco di pantaloni. «Facci l’abitudine, mi succede molto spesso».
Arriviamo al negozio di abiti e non appena entriamo tutte le ragazze si voltano a guardare Jensen. Non ci fa caso, ma io si.
Non sono gelosa, ma stando insieme a lui mi irrita che lo guardino tutte. Lui è con me, non con loro.
«Hai in mente qualcosa?» Mi chiede, guardando i vari tipi di vestiti.
Scuoto la testa. «No».
Mi sorride ed inizia a guardarsi intorno. Vuole scegliere un vestito per me? Lo osservo sorridendo, non posso farne a meno, e ad un certo punto torna verso di me con un vestito in mano.
E’ verde, semplice, ma con un enorme fiocco sotto il seno sinistro. Potrebbe arrivarmi appena sotto il sedere.. «Vorresti farmi indossare questo?» Chiedo, indicando il vestito.
«Provalo, credo di starebbe bene. Porti una S, giusto?»
Annuisco, a bocca aperta, e vado in camerino per cambiarmi.
Mi guardo allo specchio prima di uscire e noto che è davvero troppo corto per i miei gusti.
«Ti sta d’incanto», Jensen si avvicina e mi osserva.
Divento rossa in viso. «E’ troppo corto», piagnucolo.
«Ti prego, indossa questo. Sei favolosa».
Sgrano gli occhi per le parole che mi ha detto, ma lui non si scompone e continua sorridermi. Sbuffo ed acconsento. «Va bene, per le scarpe?»
Sembra uno stilista. «Un paio bianche con il tacco, molto alto».
«Le ho a casa». Mi  precipito a dire.
«Va bene, allora prendi questo e sotto metterai le scarpe bianche».
Scuoto la testa. Perché vuole farmi indossare un simile vestito? Non lo avrei mai scelto da sola, ma sono felice che lo abbia fatto lui. Cercherò di non provare vergognare. Dopotutto è solo un vestito.

Una volta fuori dal negozio andiamo al bar per fare colazione. Appena arriviamo ci sediamo ed attendiamo che arrivi il cameriere a chiedere le ordinazioni. «Jensen, perché hai deciso di fare una vacanza così lunga?» Gli chiedo, sperando di non essere invadente.
Alza le spalle. «Abbiamo appena finito di girare l’ottava stagione, perciò ho pensato che mi serviva pausa».
«Oh, capisco».
Una cameriera viene verso di noi, ma nota solo Jensen. Mentre chiede continua a fissarlo e cerca di sembrare sexy. Patetica.
«Per il signore, quindi, un cappuccino e una brioche. Per lei?», si volta a guardarmi e mi squadra.
«Lo stesso, grazie». Sbatto velocemente le ciglia, in modo da sembrare una stronza.
Annuisce e si allotana, sculettando.
Sbuffo sonoramente e Jensen sorride. «Cosa c’è?»
«Quella ti stava mangiando con lo sguardo e mi squadra perché sono qui con te. E’ patetica». Mi pento immediatamente di ciò che ho detto, sembro una fidanzata gelosa.
«Ci sono abituato, non preoccuparti». Mi rassicura.
Gli sorrido. «Stasera devi passare a prendermi alle sette». Gli dico, per cambiare discorso.
Annuisce. «Va bene. Sei sicura che a Josè non darà fastidio se vengo senza invito?»
«Scherzi? Non appena ti vedrà inizierà a saltellare ed urlare come una femminuccia». Rido, immaginando la scena.
Spalanca gli occhi. «Ho paura di Josè, allora».
Continuo a ridere, ma non appena vedo la cameriera tornare con le nostre ordinazioni mi faccio seria. Posa i cornetti al centro del tavolo e mi porge il cappuccino, lo stesso a Jensen.
«Cos’è?», nel piattino dove è poggiata la tazzina per il cappuccino c’è un foglio.
Glielo sfilo di mano e controllo: è un numero di telefono. Inizio a ridere e, alzandomi, lo strappo. Lo butto vicino al cestino dove si trova la cameriera e mi fulmina con lo sguardo.
«E’ stato divertente», mi fa notare Jensen, ridendo.
«Mi sento soddisfatta. Quella è solo una troia». Dico, fingendomi superiore.
Storce le labbra. «Non è che sei gelosa?»
Sbuffo. «Mai».
Non lo sono, vero?

Spazio autrice:
Salve lettori, colgo l'occasione per dirvi: BUON ANNO!
Anyway, vi ringrazio per le recensioni del primo capitolo e spero continuerete a seguire la storia.
Un bacio.

Diemmeci.

On twitter : @Bertomio_ 
  
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