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Autore: GirlOnFire    02/01/2013    4 recensioni
La prima Seblaine in cui mi cimento, yay.
Tanto sentimentalismo, rimorsi e sogni. Di quelli che non ti fanno dormire la notte e ti viene male a stare sveglio durante il giorno, di quelli che ti entrano in testa e non riesci più a toglierli perchè diventano un pensiero fisso.
Il tutto con l'ausilio della Swift.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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almost do
I bet this time of night you’re still up
I bet you’re tired from a long, hard week
I bet you’re sitting in your chair by the window, looking out at the city
And I bet sometimes you wonder about me

Sebastian sospirò, come faceva sempre da quel giorno in cui l'aveva rivisto.
Era solo, le sue mani si strofinavano una contro l'altra alla ricerca di un po' di calore dato solo quando le portava alle labbra. Era solo, senza nessuno al fianco con cui ridere. Solo come lo avrebbe voluto per tutto il liceo.
Gia, il liceo, allora sarebbe stato più facile cercare di togliersi dalla testa quell'immagine, quel cappotto nero che faceva pendant con i ricci, quella sciarpa rossa così a contrasto con quegli occhi di un colore particolare, il colore della birra bionda, quella a doppio malto.
Eppure lui era cambiato da allora, lo Smythe che andava di letto in letto per dimenticare sempre lui, Blaine Anderson, adesso era una persona diversa, più matura. Era l'avvocato penalista migliore in circolazione, e sapeva che il suo viso appariva sempre sui telegiornali, così come il suo nome appariva nei quotidiani. Lavorava per le star lui. Lavorava per quel gruppo elitario dove sperava di ritrovarci proprio lui, il ragazzo, l'unico, che gli avesse mai rubato il cuore, l'unico attore che sembrava non essersi mai messo nei guai con la legge.
Non l'aveva mai dato a vedere, si era sempre nascosto in battutacce, in commenti sarcastici, persino in malignità pur di non far vedere che anche lui aveva un cuore, donato al primo sguardo all'ex warbler.
Quell'immagine però non gli si toglieva dalla testa e allora sospirò anche quella sera e guardò fuori dalla finestra del suo attivo newyorkese la città che si stagliava ai suoi piedi.
Chissà se Blaine era sveglio a quell'ora. Probabilmente sì, partecipava a qualche festa mondana, a qualche cena di lavoro, Sebastian ci avrebbe scommesso. Si sarebbe ritirato poi a casa, stanco e con le guance doloranti per via del sorridere, mai in maniera falsa poi perché lui era genuino, soprattutto quando sorrideva. Avrebbe fatto una doccia rilassante e forse anche lui avrebbe guardato fuori dalla finestra.
Forse avrebbero perfino guardato lo stesso orizzonte.

I bet you think I either moved on or hate you


Rigirandosi nel letto, non riusciva a prendere sonno, proprio come quando aveva iniziato a difendere alcuni delinquenti facendoli passare per innocenti. Era rimorso il suo.
Il bicchiere d'acqua e i sonniferi erano lì, a fargli compagnia come sempre, l'unica compagnia gradita da anni a ben pensarci.
Si rigirò ancora una volta, soppesando quella medicina, analizzando a fondo il suo bisogno di prenderle, come fosse una droga - e forse un po' lo era diventata - e poi si girò dall'altra parte perché quella sera era venuto il momento di iniziare a combattere i suoi stessi demoni, quelli nella testa. Primo fra tutti lui.
Si mise così con la schiena distesa, lo sguardo rivolto al soffitto e si chiese per la prima volta se Blaine lo odiasse. Non se l'avesse mai odiato, quello era quasi sicuro, dopo la granita che gli era quasi costata un occhio. Se lo odiasse adesso, a distanza di anni. Se quando si allenava con la boxe visualizzava il suo viso e allora tirava più forte.
Si chiese se gli andasse bene anche solo essere odiato, pur di stare tra i suoi pensieri, pur di fargli sentire qualcosa che lo riguardasse.
La risposta era sì. Avrebbe preferito quello all'essere un perfetto estraneo con il quale non aveva più nient'altro da spartire. Pensava anche che gli sarebbe andata bene beccarsi la cattiveria che aveva covato per tutti quegli anni nei suoi confronti, se quello voleva dirgli potergli parlare di nuovo.
Si ritrovava a pensare 'patetico' di sè stesso, perché adesso ricordava che, persino quando guardava qualche programma in cui Blaine era ospitato e puntava gli occhi al teleschermo, si convinceva che pensasse a lui, come fosse stato una stupida dodicenne innamorata della star del momento.
'Rammollito'.
Si rigirò di nuovo e si puntellò sui gomiti nel materasso, prese il sonnifero e con rabbia lo mandò giù scolando tutta l'acqua nel bicchiere.

We made quite a mess, babe
It’s probably better off this way
And I confess, babe
That in my dreams you’re touching my face

Un susseguirsi di immagini avevano popolato i sogni di Sebastian. Solitamente non ricordava mai nulla al risveglio, ma stavolta.. sì, stavolta era diverso.
Quella mano, quella carezza la sentiva ancora lì, sulla sua guancia. Sentiva persino lo sguardo del suo lui ancora addosso, ancora dolce mentre gli sorrideva con tenerezza e amore.
Quando aveva aperto gli occhi aveva persino un sorriso sul volto, si era girato cercando dapprima con la mano il corpo di Blaine accanto a sé per poi non trovare nessuno, per tornare alla realtà, per rendersi conto che non avrebbe più potuto continuare così.



And asking me if I want to try again with you
And I almost do

Blaine si era svegliato stranito da quelle immagini, dal viso di Sebastian così vicino al suo, così rilassato, così diverso.
Gli era bastato uno sguardo e l'aveva perdonato per tutto quello per cui lo incolpava. Gli era bastato uno sguardo e l'aveva baciato, ad occhi chiusi, con leggerezza ma sentimento.
Gli era bastato un suo sorriso per dargli un'occasione.
Poi, poi si era svegliato. Poi, avrebbe voluto che tutto fosse vero, perché adesso lui era di nuovo fra i suoi pensieri, come una volta.

And I just want to tell you
It takes everything in me not to call you
And I wish I could run to you
And I hope you know that
Everytime I don’t,
I almost do, I almost do

Aveva preso più volte in mano il cellulare dove teneva conservato quel numero, in caso di una necessità che non sarebbe mai stata possibile. Dopotutto perchè avrebbe dovuto chiamare l'avvocato S. se non aveva problemi con la legge.
Avvocato S., che nome impersonale da dare a qualcuno con cui aveva condiviso comunque buona parte di cose durante gli anni migliori e peggiori della sua vita.
Prese il telefono nuovamente e aveva cercato quel nome, lo aveva modificato e adesso in verde, come un chiaro segno di via libera, guardava la scritta 'chiama'.
Avrebbe tanto voluto farlo, ma a che scopo? Di sicuro Sebastian aveva di meglio da fare, di meglio a cui pensare, magari un ragazzo migliore di lui.
Eppure adesso ci stava pensando, stava pensando a quante volte avrebbe potuto drogarsi o, chissà, avere problemi con le tasse ed il fisco, a quest'ora avrebbe potuto chiamarlo.
Sì, forse poteva davvero chiamarlo, si sarebbe inventato qualcosa, una scusa qualsiasi.
Stava premendo allora quel chiama, quando sul cellulare spuntò il nome di una donna, della sua manager che lo chiamava per confermare l'ennesima intervista.

I bet you’re sitting in your chair by the window, looking out at the city
And I hope sometimes you wonder about me

Era stanco. Non dormiva bene da un mese e se lo faceva quel sogno gli tornava sempre alla mente, ogni volta più vivido, ogni volta con nuovi particolari.
Era stanco. Di aspettare, di fermarsi a pensare sempre un secondo in più.
Stanco del lavoro, della gente, dei ragazzi che ci provavano con lui e non erano lui.
E proprio da stanco si era messa a guardare fuori dalla finestra chiedendosi cosa facesse Sebastian.
'And I hope sometimes you wonder about me'.
Una sola frase, un solo sms.
Era lui.
E Blaine non fu più stanco, né quella sera né per quelle a venire dove Sebastian era accanto a lui.



✰✰✰✰✰

GirlOnFire’s Notes.

  

Eccomi qui, con questa nuova ship, la Seblaine.

Eccomi qui, con questa nuova ship - nuova per me, eh!
Mi è venuta leggermente difficile da scrivere, primo perchè è in terza persona, secondo perchè ho usato 'I almost do' della Swift che mi fa sempre piangere, terzo perchè non mi sono mai cimentata a prendere in considerazione Blaine e Sebastian come coppia su cui avessi mai potuto scrivere viste le Sebtana e le Blainchel.

Ad ogni modo, spero vi sia piaciuta e che non mi abbiate abbandonata. cwc

   
 
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