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Autore: MadLucy    03/01/2013    3 recensioni
[Sophia/Anton.♡]
Quando aspirò una boccata di pietra, rose e candele spente si fermò: una ragazza dai ricci viola attendeva di salire in carrozza, e sulle sue spalle ricadeva una mantella blu.
-Perdonatemi,- esordì, -questo dev'essere vostro.-
Lei si voltò, la sorpresa tratteggiata con delicatezza nei lineamenti.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony Herzen, Sophia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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AnSo

Il sole negli occhi.



Era avvenuto uno degli ultimi giorni di Marzo. La primavera era esplosa troppo in fretta, divorando la neve e fiorendo con violenza sui rami neri degli alberi. Foglie nuove e ciliegi rosa sbocciarono, il cielo si strappò fino ad assumere il chiarore dell'acqua, il sole scoppiò vigoroso in raggi forti e vividi con una benevolenza che in Gennaio non aveva mai avuto. Il verde imbrattò i prati, dissolvendo il bianco: dell'inverno non rimase traccia, se non nei ricordi flebili di qualche malinconico, si sciolse nel calore limpido di quella stagione prematura.
Le quattro e trentotto, segnavano le lancette del suo consunto orologio da taschino, sotto il vetro graffiato dal tempo; il pomeriggio si consumava frenetico nel cielo striato di nuvole innocue, trascorso fra le mura tonanti di una sala cerimonie. Anton Herzen si annoiava, appoggiandosi su un piede e poi sull'altro, mentre lo sguardo impassibile soppesava la folla intorno con silenziosa freddezza, muto disprezzo. Ricchi grassi d'oro e donne vecchie sotto i loro sontuosi gioielli. I ricevimenti lo stancavano.
Le carrozze erano ferme davanti alla tenuta e costeggiavano il marciapiede lastricato, in attesa che i signori vi salissero a bordo. Anton rimase lì in piedi, mentre la folla sciamava verso i mezzi di trasporto e si disperdeva lenta ed inevitabile, come granelli in una clessidra. E fu un attimo.
Un profumo aggredì le narici di Anton, con pungente dolcezza. Pietra, rose e candele spente, un'unica fragranza senza nome. Sollevò di scatto la testa appena china e battè le palpebre impastate di sonnolenza ed apatia. Una figura snella e sottile sfilò a passo rapido e leggero di fianco a lui, capo e spalle nascoste sotto una mantellina di velluto blu, per poi superarlo e affogare nella coltre di gente. Il profumo si librò nell'aria ancora per qualche secondo e svanì, così come aveva fatto la sua proprietaria. Ma, al suo passaggio, Anton si era destato dalla sua noia e qualcosa era scivolato a terra. Fra l'erba verdastra e infangata s'intravedeva il baluginare vago e prezioso di un orecchino, decorato con una perla ed una corniola simile ad una goccia di sangue. Anton si chinò e lo raccolse, scorrendo lo sguardo confuso fra la folla; poi vi si intromise, sgomitò ed avanzò cercando con gli occhi una mantellina blu. Quando aspirò una boccata di pietra, rose e candele spente si fermò: una ragazza dai ricci viola attendeva di salire in carrozza, e sulle sue spalle ricadeva una mantella blu.
-Perdonatemi,- esordì, -questo dev'essere vostro.-
Lei si voltò, la sorpresa tratteggiata con delicatezza nei lineamenti. Il suo viso fu una secchiata d'acqua gelida sul cuore, un'iniezione dritta nel cervello, un veleno vibrante e copioso nel sangue. Un'emozione spaventosa e folle. Bella. Splendida. Troppo. Come guardare il sole ad occhi nudi.
Rimase folgorato da un fulmine, abbagliato da un astro, quell'infatuazione subitanea come una calamità nella sua vita piatta. Registrò febbrile e sconvolto l'incarnato d'avorio, il colorito morbido sulle gote, i ventagli scuri e folti delle ciglia, il disegno sinuoso delle piccole labbra, la curva elegante del collo, gli occhi lustri e pacati simili ai petali di viole.
Gli sorrise. Il mondo si distorse e scemò.
-Oh, la ringrazio di cuore. Non me n'ero affatto accorta. E' stato davvero gentile da parte vostra.- Allungò la mano e prese con dita affusolate l'orecchino. -Come vi chiamate?- 
Anton rispose al suo sorriso, con insospettabile sincerità, gli occhi azzurri imprigionati nelle iridi serene e miti della ragazza. Un inebriante stordimento lo strangolava lento senza ucciderlo, derubandolo del fiato e sussurrando promesse di notti insonni.
-Anton, Anton Herzen.- Mai la sua stessa voce gli era parsa tanto impacciata ed incerta, nel sentirla.
-Mi ricorderò di voi, Anton Herzen. A rivederci presto.-
Gli lasciò quell'ultimo sorriso leggero e dolce, come la profumata brezza primaverile che le sfiorava delicatamente i boccoli, baluginante di perle e grazia. Il suo sguardo lampeggiò d'una quatta scintilla di malizioso divertimento, poi carezzò il viso di Anton in un saluto.
Forse il conte Herzen bofonchiò un arrivederci, prima che la carrozza partisse. Si accorse troppo tardi, con impotente disappunto, di non sapere il suo nome.
Non ancora.













































Note dell'Autrice: Era da tempo che speravo di scrivere su loro due, ma non trovavo mai l'idea giusta. Ah, sono molto pucciosi. *-*
Nient'altro da dire. Grazie mille per avere letto e spero in una vostra recensione!
Lucy
  
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