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Autore: Nemsi    03/01/2013    7 recensioni
La relazione tra Garrus Vakarian e FemShep, sviluppata nei suoi punti focali con una raccolta di drabble.
[Dedicata a Max]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:  Landing Among the Stars
Personaggi:  Garrus Vakarian, FemShep
Pairing: het
Genere: Introspettivo, Drammatico, Romantico
Rating:  Giallo
Avvertimenti:  Garrus PoV
Conteggio Parole: 1945  (
FiumiDiParole)
Note  Maritombola     42: Ascensore
          500themesita  406: A shining road that leaves me all alone


Landing Among the Stars
Dedicata a Max


Shepard 100

Un’umana.
E’ questo il primo ricordo che ho di te.
Come tutti gli altri, eppure differente.
Ti osservavo affrontare con coraggio la battaglia verbale contro le ferree e castranti regole del C-SeC. Mi hai mostrato un modo di vivere completamente diverso.
Dove fare la cosa giusta non implica una medaglia o una promozione.
E vincere non significa sfruttare ogni mezzo, compresi quelli che ti fanno scadere a livello dei mostri che cerchi di eliminare.
Lo sentivo a pelle. Non eri come tutti gli altri.
Per questo ti ho pregato di prendermi a bordo di una nave dell’Alleanza, io un Turian di Palaven.

Team 100


All’inizio odiavo gli ascensori.
Dover condividere uno spazio ristretto con alieni ben poco affidabili come Krogan e Quarian, era... fastidioso. E poi c’era quel silenzio diffidente e schivo.
Shepard sembrava non curarsene affatto. All’inizio credevo fosse stupida o sprovveduta. Molti umani non sono ancora entrati nell’ottica intergalattica e conoscono ben poco le altre razze, la loro pericolosità intrinseca. Noi Turian siamo diretti e metodici anche in questo. La Guerra del Primo Contatto ne è una prova sufficiente.
Invece era il suo modo, coercitivo ma delicato, per costringerci a conoscerci, confrontarci, superare barriere e pregiudizi. Fino a diventare una vera, infallibile squadra.

Archangel 120


Omega, l’ultima frontiera.
Paradiso ed Inferno.
Dannazione ed Estasi.
Tanti vengono qui attratti dalle luci accecanti, dal sesso facile, dall’illusione della libertà totale.
Altri vengono per le ombre, per la tenebra che ti inghiotte ad ogni vicolo e non sai quanto è fottutamente profonda, fino a quanto non sbatti il culo sul fondo.
Io?
E’ semplice.
Sono alla disperata ricerca di un maledetto motivo per sentirmi vivo, per fare ancora la cosa giusta, per avere uno scopo.
Mi chiamano Archangel. Mi sta bene. Molto meglio del nome vero.
Nessuna faccia da riconoscere, amici e familiari da torturare, punti deboli da scoprire.
Essere un simbolo ha i suoi vantaggi. Tra cui l’essere molto tosto da ammazzare.
…per Palaven, quanto ho bevuto per farmi uscire questi patetici pensieri da elegia Elcor?!

Commander 150


Penoso, ma l’ho fatto per lei.
Perché non morisse del tutto.
E dimostrare a me stesso che almeno qualcosa potevo ancora farlo, sebbene sia solamente braccare la feccia di Terminus.
Non credevo che la perdita di Shepard fosse un colpo tanto duro. Ho perso il miglior comandante che si possa sperare di avere. Era anche l’amicizia più sincera e paritaria che avessi mai stretto. Ed una donna splendida, seppur umana.
Ciò mi turba.
Averla immaginata come non avrei dovuto, mi fa sentire sporco, vigliacco e crudele. Non sono mai stato un pervertito xenofilo. Anzi da bravo agente, credevo che l’attrazione verso le altre specie (ad eccezzione delle Asari, ma si sa come funziona con loro) fosse da deviati patologici.
Ed invece mi sono scoperto a sognarla in modo... indecente, primordiale e feroce, avvinghiata ad un palo seminuda come le ballerine dell’AfterLife. Desiderare il proprio capitano, perito in missione. Mi sono fatto davvero schifo.

Scars 270


Sei arrivata come un Angelo della Morte e mi hai portato via, salvandomi le chiappe per l’ennesima volta.
Ecco la vena poetica saltar di nuovo fuori. Almeno posso dare la colpa agli analgesici. Devono avermene iniettati alla disperata. Sento ancora l’universo che gira e non per il verso giusto.
«E’ tanto grave? Non vogliono darmi uno specchio.» le chiedo. E’ diversa eppure sempre la stessa. Lo sento dall’odore. Ha passato l’Inferno e ne sta uscendo, da sola, con le sue forze. Ad eccezione di Joker, l’equipaggio nuovo non la conosce, né la capisce. Le sono fedeli ed ubbidienti, ma questo non può bastarle. Non adesso.
Non preoccuparti, Shepard.
Ora sono qui. Posso aiutarti, Comandante. Siamo una squadra, no?
«Sei sempre stato brutto! Spalmaci su un po’ di pittura blu e non si noterà nemmeno!» mi rassicura, tirandomi un colpo amichevole sulla corazza. Rischio di perdere metà mandibola destra. Per il ridere, mica per il razzo.
«Alcune femmine, Krogan sopprattutto, apprezzano molto le cicatrici.» la motteggio e lei ride con me. Quanto mi è mancato questo suono.
E’ stremata. Ha le occhiaie, il volto segnato da sfregi cibernetici. Potremmo fare a gara.
Poi accade.
«Bentornato Garrus.» sussurra e mi accarezza la guancia sana, sorridendo. Non l’aveva mai fatto prima. Non così. Sopprimo l’istinto di morderla, marchiarla sul collo, appropriarmene come fosse un pezzo di carne in vendita.
Mia.
Voglio che sia mia. Solamente mia. Per sempre.
Poi l’adrenalina perde contro i calmanti e ricambio, ebete e disperato. Fortuna che ho mezza faccia bendata a nascondere le mie emozioni. Oltre all’innegabile difficoltà umana nel riconoscere le smorfie Turian.
E’ assurdo. Devo farmene una ragione.
Non sarà mai mia.
Appartiene ad Alenko.
… come mai non è qui?

Horizon 215


Sinceramente non so come ci riesca.
Shepard è un maledettisimo soldato fatto e finito. Credevo di vederla impazzire contro Alenko (la parte più sadica di me sperava in modo molto violento), quando quel pallone gonfiato non solo l’ha insultata, ma l’ha anche accusata di tradimento.
Shepard! Tradimento!?
A quell’umano, l’impianto biotico deve aver fritto il cervello.
Per questo sto andando nella sua cabina a congratularmi. Per cosa non lo so neppure io. Forse voglio unicamente una scusa per stare di nuovo con lei.
Sono fermo davanti alla porta quando lo sento. Scrosciare ritmico. Deve essere in doccia. Non è questo a fermarmi. I Turian hanno un udito molto fino ed in questo momento vorrei esser sordo.
Sta piangendo, disperata e solitaria.
Vorrei entrare, consolarla, dirle che non ha perso nulla, che non la merita, né ora né in passato né in futuro. E neppure in un’altra ipotetica realtà parallela.
Non oso.
Perché so che quanto sarebbe sbagliato. Non saprei tacere. E rovinerei tutto. La nostra amicizia in primis.
Scendo giù, da Grunt confidando nell’assoluta probabilità che abbia voglia di allenarsi un po’ e non rifiuterà la mia proposta di menar quelle zampe che si ritrova. Nella mia mente avrà un’altra faccia, più rosa e delicatamente sfasciabile.
E ringrazio gli Spiriti di non averlo a bordo o di lui resterebbe ben poco da seppellire.

Tiebreaker 160


Sono passate lunghe ed ardue settimane da quello spiacevole incontro. Hai conquistato il cuore e la fiducia sincera del tuo nuovo equipaggio. Ed hai la tua squadra Shepard.
Ed Alenko è solo un brutto ricordo, come Akuze. Ti ho sentito riderne con Tali. Thane... lui mi irrita, nel profondo. Odio come ti guarda. Neppure te ne sei accorta. O forse... nha! Non voglio pensarci.
Vieni spesso a parlarmi, di tutto e niente. Siamo amici, è così che funziona, no?
«Vuoi salire sul ring contro di me?» sbotto divertito. Sei un’avversaria tosta in battaglia, però il corpo a corpo con un Turian è un’altra cosa, mia morbida umana.
«Potremmo saltare direttamente allo spareggio.» la tua proposta ammiccante mi fa andare in tilt il cervello. E’ uno scherzo? No, non lo è.
Non so se vuoi unicamente compagnia o se la tua è una battuta di pessimo gusto. So solo che fatico a crederci. Forse non sono l’unico pervertito della Normandy. Ed è una consapevolezza estremamente confortante.

Before Omega4 145+155


Mentre sento l’ascensore salire e portami da te, ho paura. Una paura fottuta.
Potrebbe essere la più grande cazzata che abbiamo mai fatto. Giusto il giorno prima della fine del mondo. E all’attivo ne abbiamo... troppe.
Forse ti tirerai indietro all’ultimo momento, quando non ci saranno più i vestiti ad illuderci di non essere poi così diversi. Ed invece lo siamo.
L’ho intuito grazie ai filmati “istruttivi” di quel logorroico Salarian. Non mi hanno disgustato quanto temevo. Ma dal vivo tutto cambia. Gli umani, specie le femmine, sembrano essere molto morbide, in ogni punto del corpo. E questo può essere intrigante. E pericoloso.
Non voglio ferirti, fisicamente, biologicamente o in altro modo. So di non essere un capriccio o un tappabuchi. Alenko ti ha fatto soffrire e ogni volta che ci penso avrei voglia di squartarlo a mani nude.
Fine corsa.
Mentre varco la soglia della tua cabina ho paura, Shepard.

~


E’ stata la notte più assurda, folle, potenzialmente letale, meravigliosamente incredibile della mia vita. E non solo perché probabilmente sarà anche l’ultima. Varcare Omega4 è una missione suicida. Eppure tu riesci a farci credere che sarà una scampagnata e torneremo vittoriosi, dopo aver infilato un bel missile in pancia ai Collettori.
Mi dormi a fianco, nuda. Studio quella tua pelle rosa e delicata, così facile da sfregiare. E’ piena di cicatrici. Scommetto che dovevano essere ben di più quando ti hanno risvegliata dai morti. Probabilmente eri solo un cadavere ricucito che cammina e respira.
«Garrus?» la tua voce mi coglie di sorpresa. Mugugno la mia attenzione e tu ti volti, mi guardi e ti stringi a me. D’accordo, questo è imprevisto. Però è molto gradevole quest’usanza umana di accoccolarsi vicini, dopo l'accoppiamento. Spero solo che domattina non ti risveglierai piena di bozzi ed abrasioni per colpa del sottoscritto.
«Dormi.» intimi perentoria.
«Agli ordini, Comandante.» ubbidisco con un bacio.

Palaven 170


Abbiamo distrutto la base dei Collettori e prevenuto l’imminente invasione dei Razziatori. Siamo tornati tutti vivi ed indenni dal portale di Omega4.
Tutto il merito è del comandante Shepard.
Eppure non sei stata creduta, nemmeno questa volta. Quanto si può essere ciechi pur di ignorare che l’annientamento è dietro l’angolo? Seppellirlo tra le scartoffie non lo renderà meno reale.
Sono passati mesi, senza sentirci, neppure un messaggio. Ti hanno proibito di aver contatti con il tuo vecchio equipaggio. Me incluso.
Aspetto, paziente.
Ci rincontriamo sul campo di battaglia vicino a Palaven, la mia patria.
Gioisco, sincero.
Al tuo fianco c’è Alenko.
Ringhio, feroce.
Combattiamo, affiatati come se non fosse trascorso un solo giorno. Eppure di tempo ne è passato tanto, forse troppo...
Mi chiami nei tuoi alloggi. Vuoi chiarire... o almeno lo spero. Non serve, ho già capito tutto.
Sorrido, affranto.
«Shep-» non mi fai finire che mi atterri, mi monti addosso e mi baci. Forse la galassia sta andando incontro alla sua fine, ma tutto ciò a cui riesco a pensare sono le tue labbra morbide d’umana sulle mie.

Cittadel 130


Ti porto sul tetto del Praesidium. Infrangendo 137 norme di quel regolamento C-SeC che per anni è stato la mia ragione di vita. Ora... ho aggiustato il tiro e fatto centro in qualcosa di dannatamente più importante.
Vorrei poter mentire e negare di aver un piano in mente, ma sono un calcolatore, Turian nel midollo, e tu lo sai fin troppo bene.
«Sei disposta ad essere diciamo... di un solo Turian per tutta la vita?» so che come proposta non segue certo un qualche schema umano, però è il meglio che io posso fare.
«Ti amo, Garrus Vakarian.» è la tua semplice risposta. Per gli Spiriti, non credevo di poter essere tanto felice, mentre tutto va a rotoli.
Sei mia.
Per sempre.
E conta poco che forse non sarà tanto a lungo come implicano le parole.

London 110


“Non c’è Shepard senza Vakarian.” “Garrus, se fossi in quel bar senza di te... sappi che ti guarderò sempre le spalle.”
“Non sarai mai solo.”
“Ti amo. E ti amerò sempre, Garrus”
Le tue parole mi rimbombano nella testa, assordanti, mentre mi trascinano a bordo della navetta. Mi costringono a far ritorno sulla Normandy, senza di te. Non mi danno quasi il tempo di salutarti.
Mi strappano via dal campo di battaglia, da te, per una stupida ferita.
E per la prima volta non sarò al tuo fianco.
Sono a bordo della Normandy e sembro un Varen idrofobo, chiuso in gabbia.
Poi accade.
Vedo il mondo intero esplodere.
Non me ne importa niente.
Tu sei il mio unico pensiero, Shepard.

Memorandum 120


Sto facendo ritorno alla tua cabina. Per l’ultima volta. Sono passate poche ore eppure mi sembrano secoli. Vorrei poter sfogare questo dolore, ma non ci riesco.
Abbiamo vinto. I Razziatori sono polvere e noi siamo ancora vivi. Allora perché tu non sei qui?
Nessuno osa parlare.
Tali ci chiama in plancia. E’ sconvolta e tremante.
Tutti i nostri occhi sono fissi sull’ologramma del soldato che riporta le notizie, mentre vediamo sullo sfondo corpi e sopravvissuti venir estratti dalle macerie.
E’ stato trovato un superstite.
Identità sconosciuta. E’ fuori pericolo.
L’immagine che appare sullo schermo mi paralizza.
Delle piastrine ed uno spallaccio inconfondibile: N7.
Joker è già in cabina a preparare la rotta, l’intero equipaggio scatta per riparare la nave quanto prima.
Sei viva, Shepard.
Posso raggiungerti.
Tutto il resto non conta.

   
 
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